22-02-21 14.37
Un nostro amico sassofonista qualche tempo si è offerto per fare un pezzo con noi.
Io ovviamente preso benissimo, perché il sax in generale, forse ancora più il contralto, fa molto pop anni 80.
Benissimo, domenica o sabato ho l'illuminazione, butto giù una patch sul JX3P, e nasce il pezzo.
Caccia al sax giusto con cui fare il provino (AX Alto Sax), tiro giù la parte e anche un assolino esemplificativo.
Mando tutto al SESSOFONISTA per fargli preparare una parte ricca di SAX APPEAL, come fossimo in SAX AND THE CITY.
Stamattina mi scrive: non so se riesco a fare quelle note così acute.
Gli rispondo che in effetti sul la alto avevo qualche perplessità, ma che si può rivedere.
Mi risponde che il problema non è solo il la alto, perché lui non suona più il contralto ma il tenore e ha solo un tenore di fine anni 40.
Una tragedia, c'è già il cantato pronto, la tonalità torna... A voler preservare l'impatto e l'estensione della parte del sax dovrei abbassare tutto di una quarta, ma chissà cosa succede con la voce, mi consola il fatto che in do o do# il vocalist rende al meglio.
Oppure abbasso tutto di un'ottava e mi perdo però le note più gravi (che mi piacciono molto come fraseggi) dovendole alzare di un'ottava.
Ma perché hanno inventato gli strumenti traspositori, e soprattutto, perché hanno solo due ottave e mezzo di estensione?