Di palo in frasca, dal blues al ragtime

  • anonimo

03-08-14 11.25

beh, sono alle solite, mi lascio affascinare da tutti i generi musicali e quindi vai a sperimentare il ragtime.
E' da un po che suono, non per intero maple leaf rag in versione semplificata e tutto sommato mi riesce relativamente bene.
Problema: se suono maple leaf rag in modo tranquillo/lento gli errori sono quasi ridotti a zero ma se accelero inizio a sbagliare già, ma che tipo di errori?
Non sul tempo, sembra un problema di tipo posizionale nel senso che le mani non azzeccano i tasti giusti, ciò invece avviene se vado più tranquillo. Mi chiedo se è una fase transitoria.

Un'altra cosa che ho iniziato a notare è l'irrigidimento muscolare anche mandibolare e non vorrei dire ma è proprio questo che fa sbagliare?

grazie per la pazienza
Edited 3 Ago. 2014 11:06
  • anonimo

03-08-14 12.29

Comincio dalla fine per darti ragione: sí, é l'irrigidimento che ti fa sbagliare emo

Qualche consiglio in ordine sparso:

1) studiare rigorosamente a mani separate fino a quando si riesce ad ottenere una velocità del 150%
2) focalizzarsi sulla sinistra, usando l'approccio che Chang consiglia per i salti... Importante imparare a "sentire" i tasti prima di suonarli, l'arco descritto dall'avambraccio dev'essere il piú limitato possibile
3) il suono viene dal corpo, non dalle dita: spalle e gomiti bassi e rilassati, avambracci pesanti, polso flessibile, calma delle mani, niente svolazzi o articolazione eccessiva
4) curare il ritmo, la sinistra dev'essere un motore ritmico implacabile
Edited 3 Ago. 2014 10:30
  • anonimo

03-08-14 14.50

@ anonimo
Comincio dalla fine per darti ragione: sí, é l'irrigidimento che ti fa sbagliare emo

Qualche consiglio in ordine sparso:

1) studiare rigorosamente a mani separate fino a quando si riesce ad ottenere una velocità del 150%
2) focalizzarsi sulla sinistra, usando l'approccio che Chang consiglia per i salti... Importante imparare a "sentire" i tasti prima di suonarli, l'arco descritto dall'avambraccio dev'essere il piú limitato possibile
3) il suono viene dal corpo, non dalle dita: spalle e gomiti bassi e rilassati, avambracci pesanti, polso flessibile, calma delle mani, niente svolazzi o articolazione eccessiva
4) curare il ritmo, la sinistra dev'essere un motore ritmico implacabile
Edited 3 Ago. 2014 10:30
quella delle mani separate l'ho sempre evitata in quanto leggevo di studenti che imparavano un brano a mani separate e poi quando le univano non funzionava più nulla. Meglio dare retta alla vostra esperienza ed essere contro-intuitivi come recita del resto anche il libro.

Ultima chicca se posso: osservavo Bohemian Rhapsody dei Queen e gli accordi presi coi rivolti fatico a riconoscerli: c'è un trucco?

Un esempio?
Il brano parte con Bb6 ma io parto dalla nota (E) Re che diventa un G mi 7/D

grazie 1000
Edited 3 Ago. 2014 19:59
  • anonimo

03-08-14 23.13

Dunque:

1) sulle mani separate dammi retta, nel ragtime é fondamentale, mettendo insieme troppo presto ci si defocalizza dalla sinistra

2) per i rivolti: il trucco é "sentire" la line melodica che i bassi fanno, certo beccare i bassi uno per uno é difficile ma se si ascolta il tutto in sequenza, la line di basso diventa piú chiara

Grazie a te che poni delle domande interessantissime emo
  • anonimo

04-08-14 12.20

grazie per gli insegnamenti.

Guarda caso ho un'altra domanda emo
Siccome nelle lezioni abbiamo fatto la scala di SOL maggiore e DO maggiore, mi chiedevo se è meglio insistere su queste due scale sino a farle "proprie"cioè, suonare per il momento brani nati su/in? queste due scale.
Vorrei di fatto trasporre il brano dei Queen dal Sib maggiore al Do maggiore, questo per continuare a lavorare su una scala che conosco, sempre se abbia senso.

grazie
  • anonimo

04-08-14 16.27

A Mio modestissimo avviso sí, non c'è nessuna controindicazione ad usare inizialmente le scale che si conoscono trasponendo brani originariamente in altra tonalità per suonarli più comodamente

Ma non bisogna impigrirsi, bisogna procedere speditamente nell'imparare le altre scale/accordi per mettersi in grado di suonare a proprio agio nel numero maggiore di tonalità possibile

Altra cosa da farsi é prendere un brano e suonarlo di fila in tutte 12 le tonalità

Poi ovviamente su qualche tonalità, tipo fa diesis o si, avremo meno occasioni pratiche di suonare...e ci saranno anche tonalità che ci vengono più facili ed altre meno

A me per esempio riescono facili il do, il re bemolle, il mi bemolle, il fa, il sol bemolle, il sol, il la bemolle ed il si bemolle, meno facili il re, il mi ed il la, ostico il si
Edited 4 Ago. 2014 14:27
  • anonimo

04-08-14 20.44

@ anonimo
A Mio modestissimo avviso sí, non c'è nessuna controindicazione ad usare inizialmente le scale che si conoscono trasponendo brani originariamente in altra tonalità per suonarli più comodamente

Ma non bisogna impigrirsi, bisogna procedere speditamente nell'imparare le altre scale/accordi per mettersi in grado di suonare a proprio agio nel numero maggiore di tonalità possibile

Altra cosa da farsi é prendere un brano e suonarlo di fila in tutte 12 le tonalità

Poi ovviamente su qualche tonalità, tipo fa diesis o si, avremo meno occasioni pratiche di suonare...e ci saranno anche tonalità che ci vengono più facili ed altre meno

A me per esempio riescono facili il do, il re bemolle, il mi bemolle, il fa, il sol bemolle, il sol, il la bemolle ed il si bemolle, meno facili il re, il mi ed il la, ostico il si
Edited 4 Ago. 2014 14:27

infatti la paura era proprio quell'impigrirsi. Hai centrato l'obbiettivo, sino ad ora mi vengono facili solo queste due scale, le altre:
a) fatico un po' a vederle
b) è più complesso costruire gli accordi per via dell'impostazione delle dita, me ne sono accorto col Si bemolle

Scusa, per quanto riguarda l'affermazione (b), può essere che esistano dei limitazioni naturali dovute alla conformazione degli arti di ognuno di noi e quindi determinate scale si faticherà sempre a suonarle?
Sarebbe un ottimo modo per capire le nostre limitazione e di conseguenza evitare di fossilizzarsi su cose non adatte a noi.

Quella dello suonare un brano nelle 12 scale è uno splendido mega esercizio.

grazie 1000
  • anonimo

04-08-14 20.54

Beh qualche scala é piú complessa per natura ma applicando il metodo delle serie parallele di Chang alla fine se ne viene a capo

Il problema non é la difficoltà meccanica, é che certe scale si usano pochissimo, dunque non ci si fa abitudine... Poi dipende dallo stile che suoni, per un jazzman il fa, il mi bemolle ed il si bemolle sono cibo quotidiano, il la bemolle e il re bemolle sono comunque amici stretti...un rocchettaro vive di mi, la, re, sol...

Ti racconto un bell'aneddoto relativo a un grande trombonista con cui ho avuto l'onore di suonare parecchio, Lucio Capobianco; lui imparó il jazz dai dischi, ma il suo giradischi calava di mezzo tono...ergo era un mostro nel suonare in si, in mi, in re, in la, in sol bemolle...
Edited 4 Ago. 2014 18:56
  • anonimo

04-08-14 21.39


ti ringrazio
seguo il tuo consiglio e vado avanti con Do e Sol maggiore trasponendo i brani che trovo interessanti.