15-07-19 22.12
Dipende da quanto hai voglia di "sbatterti".
Il campionatore era uno strumento che andava in voga negli anni '90 (e forse anche prima, negli anni '80). Ha sempre avuto un costo abbastanza proibitivo, quando di fascia professionale. Ricordo ancora le bave che mi venivano a pensare ad Emu Emax II, fratello minore degli Emulator, che a metà anni '80 costava la bellezza di 5 milioni di lire... di conseguenza irraggiungibile.
Fondamentalmente, i limiti del campionatore oggi, che siamo abituati a strumenti che mettono a disposizione migiiaia di suoni in un batter d'occhio, sono la capacità di memorizzazione vincolata dalla RAM residente, l'interfaccia SCSI, protocollo quasi scomparso, la difficoltà di reperire supporti di memorizzazione e/o CD ROM con i campioni da dare in pasto, la complessità dei menù, la velocità di interazione con l'utente che definirei più lentezza. E, come ciliegina sulla torta, il campionatore quando manca la alimentazione "dimentica" tutto, costringendo a ricaricare i campioni alla riaccensione.
In una parola, oggi trovo il campionatore "anacronistico".
Fatta questa premessa. il campionatore oggi, può avere senso per fare sperimentazione sonora, non certo come strumento emulativo. In altre parole, ha poco senso utilizzare un campionatore per caricare campioni di pianoforte, archi, brass e tutti quei timbri che richiedono grandi quantità di memoria per le articolazioni. La memoria massima dei campionatori, in media, è 128MB (con l'unica eccezione di AKAI Z8 che ne può ospitare fino a 512). Il motivo è semplice: 128MB o anche 512 dedicati ad un solo timbro sono sprecati e non rendono.