Waldorf Blofeld Live

  • giosanta
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22-12-23 13.45

Volevo condividere con voi quest’esperienza. Due sere fa sono stati invitato a sentire le prove del gruppo in cui alla batteria suona il figlio di un mio carissimo amico, musicista a sua volta, gruppo in corso di definizione per cui non hanno ancora un nome. Genere tra il jazz, jazz rock, fusion (principale riferimento culturale i Weather Report, tanto per capirci). Il tastierista suonava il P515 che ha il mio amico in studio, ma lui adopera e possiede un CP88, e si era portato il suo Behringer Odyssey, che conosciamo tutti o quantomeno io conosco bene quindi non mi ci dilungo ed il Waldorf Blofeld Keyboard. La mia attenzione e la successiva chiacchierata si è focalizzata su quest’ultimo. L’ho sentito parecchie volte sul tubo, ma francamente le impressioni che traggo da questo tipo di valutazioni, buone o cattive che siano, le accolgo sempre col beneficio d’inventario, viceversa stavolta l’ho ascoltato direttamente e sono rimasto basito. La tavolozza di suoni è enorme ed estremamente diversificata e sono tutti al contempo poderosi, limpidi, articolati, vividi e tutto questo ancora pressoché nella fase di utilizzo dei preset, perché nell’editing ancora non si era spinto in maniera significativa; il “morphing” del suono, il suo dipanarsi nell’arco temporale è fantastico. A tutto questo si aggiunge una qualità costruttiva, tattile, meccanica eccellente. Davvero una macchina straordinaria, considerato anche il costo relativamente abbordabile.
  • wildcat80
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22-12-23 14.04

Ti dico solo una cosa. I presets sono il vero tallone d'Achille del Blofeld.
Pensa se ben programmato cosa può essere.
  • giosanta
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22-12-23 14.13

wildcat80 ha scritto:
Ti dico solo una cosa. I presets sono il vero tallone d'Achille del Blofeld.
Pensa se ben programmato cosa può essere.

Immagino...
  • Deckard
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22-12-23 14.32

@ giosanta
Volevo condividere con voi quest’esperienza. Due sere fa sono stati invitato a sentire le prove del gruppo in cui alla batteria suona il figlio di un mio carissimo amico, musicista a sua volta, gruppo in corso di definizione per cui non hanno ancora un nome. Genere tra il jazz, jazz rock, fusion (principale riferimento culturale i Weather Report, tanto per capirci). Il tastierista suonava il P515 che ha il mio amico in studio, ma lui adopera e possiede un CP88, e si era portato il suo Behringer Odyssey, che conosciamo tutti o quantomeno io conosco bene quindi non mi ci dilungo ed il Waldorf Blofeld Keyboard. La mia attenzione e la successiva chiacchierata si è focalizzata su quest’ultimo. L’ho sentito parecchie volte sul tubo, ma francamente le impressioni che traggo da questo tipo di valutazioni, buone o cattive che siano, le accolgo sempre col beneficio d’inventario, viceversa stavolta l’ho ascoltato direttamente e sono rimasto basito. La tavolozza di suoni è enorme ed estremamente diversificata e sono tutti al contempo poderosi, limpidi, articolati, vividi e tutto questo ancora pressoché nella fase di utilizzo dei preset, perché nell’editing ancora non si era spinto in maniera significativa; il “morphing” del suono, il suo dipanarsi nell’arco temporale è fantastico. A tutto questo si aggiunge una qualità costruttiva, tattile, meccanica eccellente. Davvero una macchina straordinaria, considerato anche il costo relativamente abbordabile.
È ancora vi stupite di questo? Quante volte avrete letto (anche dal sottoscritto) della bontà di questo straordinario strumento? Magari un motivo ci sarà pure emo
  • giosanta
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22-12-23 15.08

Deckard ha scritto:
È ancora vi stupite di questo? Quante volte avrete letto (anche dal sottoscritto) della bontà di questo straordinario strumento? Magari un motivo ci sarà pure

Vero.
Ma il punto è che quello che uno cerca in uno strumento potrebbe essere diverso da quello che cerca un'altro. Ti faccio un esempio: se dovessi valutare le potenzialità dei classici e tanto celebrati, a partire da me, monofonici analogici degli anni '70, per quello che sento ora dalla maggioranza delle demo circolanti, al netto della conoscenza che ne ho io, diretta, tramite dischi e tanti concerti, non esiterei a classificarli come modesti generatori di pernacchie sincopate.
  • wildcat80
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22-12-23 15.27

Le pernacchie spesso non sono neanche sincopate, peraltro... Comunque, se il Blofeld:
- lo programmi bene o, se non hai voglia e capacità, lo attrezzi con i giusti banchi;
- lo tratti con un buon riverbero;
- lo fai uscire con un adeguato boost per pareggiare i livelli con gli altri strumenti
Suona molto bene.
Se lo prendi così come esce dalla scatola potrebbe non conquistarti.
Io l'ho avuto in regalo, l'ho acceso e ho avuto un'impressione molto negativa. Poi visto che chi me lo ha regalato mi ha girato il banco di Don Solaris, l'ho installato e ho davvero cambiato idea , iniziando poi a programmarlo da zero... Beh tanta carne al fuoco.
Poi, se fai un buon lavoro sui volumi, e magari gli dai una spruzzata di un riverbero migliore del suo...
  • dxmat
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22-12-23 20.25

Se viene ancora prodotto dal 2007 qualche motivo ci sarà.
Concordo che se ben programmato e ben amplificato può stupire ancora,
16 anni sono tanti per un synth digitale.
  • stesgarbi
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23-12-23 00.03

@ giosanta
Volevo condividere con voi quest’esperienza. Due sere fa sono stati invitato a sentire le prove del gruppo in cui alla batteria suona il figlio di un mio carissimo amico, musicista a sua volta, gruppo in corso di definizione per cui non hanno ancora un nome. Genere tra il jazz, jazz rock, fusion (principale riferimento culturale i Weather Report, tanto per capirci). Il tastierista suonava il P515 che ha il mio amico in studio, ma lui adopera e possiede un CP88, e si era portato il suo Behringer Odyssey, che conosciamo tutti o quantomeno io conosco bene quindi non mi ci dilungo ed il Waldorf Blofeld Keyboard. La mia attenzione e la successiva chiacchierata si è focalizzata su quest’ultimo. L’ho sentito parecchie volte sul tubo, ma francamente le impressioni che traggo da questo tipo di valutazioni, buone o cattive che siano, le accolgo sempre col beneficio d’inventario, viceversa stavolta l’ho ascoltato direttamente e sono rimasto basito. La tavolozza di suoni è enorme ed estremamente diversificata e sono tutti al contempo poderosi, limpidi, articolati, vividi e tutto questo ancora pressoché nella fase di utilizzo dei preset, perché nell’editing ancora non si era spinto in maniera significativa; il “morphing” del suono, il suo dipanarsi nell’arco temporale è fantastico. A tutto questo si aggiunge una qualità costruttiva, tattile, meccanica eccellente. Davvero una macchina straordinaria, considerato anche il costo relativamente abbordabile.
Condivido in peno la tua descrizione sonora dello strumento.
Il Blofeld che ho avuto modo di sentire e suonare parecchie volte) è davvero un synth straordinario.
Suona benissimo ed ha una versatilità he ancora oggi regge il confronto con synth recenti (ed anche più blasonati).
Stavo per acquistarne uno, che intendevo tenere per sempre nel mio set-up, quando ho trovato un iridium desktop usato ad un super prezzo.
Il Blofeld è uno dei grandi "underrated", una di quelle macchine che definirei senza tempo.
  • zaphod
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23-12-23 09.39

giosanta ha scritto:
se dovessi valutare le potenzialità dei classici e tanto celebrati, a partire da me, monofonici analogici degli anni '70, per quello che sento ora dalla maggioranza delle demo circolanti, al netto della conoscenza che ne ho io, diretta, tramite dischi e tanti concerti, non esiterei a classificarli come modesti generatori di pernacchie sincopat

...che detto da te... emo
Comprendo, comunque, ciò che intendi: messi uno accanto all'altro, su un classico suono monofonico, un Minimoog si mangia il Blofeld a colazione. Però per ricreare tutto ciò che ti permette di fare un VA (o anche alcuni analogici di nuova generazione) con il materiale a disposizione negli anni 70 dovresti avere due pareti di modulare e qualche km di cavi.
  • paolo_b3
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23-12-23 09.48

zaphod ha scritto:
Comprendo, comunque, ciò che intendi: messi uno accanto all'altro, su un classico suono monofonico, un Minimoog si mangia il Blofeld a colazione.

Però poi devi fare i conti con il "real service" emoemoemo
  • zaphod
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23-12-23 10.22

@ paolo_b3
zaphod ha scritto:
Comprendo, comunque, ciò che intendi: messi uno accanto all'altro, su un classico suono monofonico, un Minimoog si mangia il Blofeld a colazione.

Però poi devi fare i conti con il "real service" emoemoemo
Io come mancia negli alberghi di solito lascio un PPG Wave, Yamaha CS-80 oppure un Oberheim Matrix 12, dipende da cosa ho sottomano emo
  • giosanta
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23-12-23 10.34

Infatti.
Il punto è che per me i sintetizzatori sono strumenti per fare musica, Tangerine Dream compresi. Quando penso al Mini Moog penso a Wakeman, con l'Odyssey a Fariselli, il 2600 mi rimanda a Zawinul. Invece dalla maggioranza delle demo che sento in rete degli stessi sento maggiormente zum zum tump tump boing boing prrr prrr con arpeggiatori a volontà.
A proposito: se il Blofeld è quello che è il binomio con l'Odyssey è tellurico.
stesgarbi ha scritto:
Il Blofeld è uno dei grandi "underrated", una di quelle macchine che definirei senza tempo.

dxmat ha scritto:
Se viene ancora prodotto dal 2007 qualche motivo ci sarà.

In effetti...
  • wildcat80
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23-12-23 13.46

zaphod ha scritto:
un Minimoog si mangia il Blofeld a colazione


Ma un qualsiasi monofonico quanto a presenza, io per dire ho un Uno Synth Pro Desktop, 3 DCO con un filtro OTA e un ladder SSI, che su un semplice basso con due oscillatori o un oscillator sync tira delle legnate a cui le emulazioni analogiche faticano a star dietro salvo mettere in unison 4/6 voci in senso generale... Poi ci sono emulazioni più moderne, tipo l'SH101 anche in versione Model Expansion ha una botta da monofonico mica da ridere, ma su quella generazione si sente ancora la distanza dal Real analog.

25-12-23 19.32

Presente!
Blofeld Desktop, volevo venderlo ma poi ho rinunciato perché in qualche modo, non so come, mi ha conquistato e ora è il mio synth per le produzioni casalinghe.
In futuro vorrei prendere anche la versione keyboard per portarlo live con il gruppo Funky, con la licenza SL coprire i praticamente tutto e con l'iPad e Camelot non avrei problemi a gestire il tutto.
Non mi porto il Desktop dietro per due motivi: ho paura che mi cada (già successo in casa) e la forma non aiuta a trovare una sistemazione sicura sul palco, non ha la licenza SL.