Yamaha DX7IIFD e gestione pan stereofonico

  • giannirsc
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08-06-25 22.26

Per il prossimo live ho necessità del DX7, l'ho tirato fuori dalla custodia e programmandolo mi sono accorto di una cosa..il dx7 non ha le uscite chiamate Left e Right ma son chiamate A e B..in performance mi diverto a usare 2 suoni in layer con un pò di detune per dagli apertura stereofonica, oppure metto 2 suoni simili per creare stereofonia...mi sono messo a programmarlo in cuffia e ho notato che questo effetto stereo in cuffia viene riproposto solo se collego un cavo all'uscita B..sono stato un oretta a cercar di capire perchè non avessi l'effetto stereo in cuffia e poi mi si è accesa la lampadina..gradirei da Yamaha un aggiornamento del dx7 a breve tempo emo
  • mima85
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08-06-25 22.50

Se la cuffia la colleghi all'uscita cuffie invece che all'output A, normalmente dovresti sentire l'effetto stereofonico. Di solito le tastiere con uscite stereo sommano i due canali su uno solo quando si collega solo l'uscita LEFT (o A), ma nell'uscita cuffie dovrebbero sempre uscire entrambi i canali separati.

Si vede che nel DX-7II l'uscita cuffie è collegata in parallelo con i pin dei jack A e B, col necessario stadio di amplificazione messo prima dell'uscita cuffia, invece di prelevare il segnale prima dei jack principali subito all'uscita del preamplificatore, quindi viene replicato il comportamento delle uscite principali.
  • giannirsc
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08-06-25 23.39

@ mima85
Se la cuffia la colleghi all'uscita cuffie invece che all'output A, normalmente dovresti sentire l'effetto stereofonico. Di solito le tastiere con uscite stereo sommano i due canali su uno solo quando si collega solo l'uscita LEFT (o A), ma nell'uscita cuffie dovrebbero sempre uscire entrambi i canali separati.

Si vede che nel DX-7II l'uscita cuffie è collegata in parallelo con i pin dei jack A e B, col necessario stadio di amplificazione messo prima dell'uscita cuffia, invece di prelevare il segnale prima dei jack principali subito all'uscita del preamplificatore, quindi viene replicato il comportamento delle uscite principali.
Si come dicevo va collegato il jack all’uscita B per far in modo che in modalità Performance il segnale che va su A venga indirizzato come Left e il B su right..
Secondo me la logica del dx7IIFD è che hai due dx7 mono e per quello ti danno le uscite A e B…però in program puoi gestire il pan da varie sorgenti..Lfo, nota della tastiera, velocity etc quindi A e B si comportano come Left e Right..
Vabbè vediamo se aggiornano il S.O.

Ps suona che è una bellezza..oggi mi son programmato dei synth brass stile oberheim molto interessanti.
  • orange1978
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09-06-25 04.12

giannirsc ha scritto:
Vabbè vediamo se aggiornano il S.O.


lo aggiorneranno sicuramente ne sono convinto.

giannirsc ha scritto:
Secondo me la logica del dx7IIFD è che hai due dx7 mono e per quello ti danno le uscite A e B…


...come secondo te? sai, questa tua intuizione l'aveva comunque già scritta yamaha nel 1987 precisamente a pagina 36 del manuale operativo, ma va beh, dettagli.
  • mima85
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09-06-25 10.44

giannirsc ha scritto:
Vabbè vediamo se aggiornano il S.O.


Ti ci vorrà questa per riuscire nell'impresa di convincere Yamaha a farlo, se la trovi dimmelo che ti scrocco un passaggio emo

Poi tu se vuoi torna indietro, io credo che resterò la emo

Scherzi a parte (e sono sicuro che pure tu scherzavi), quella è una cosa che riguarda l'hardware, DX-7II è nato così e così resterà, a meno di non armarti di saldatore e attrezzi e modificare te il circuito.
  • giannirsc
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09-06-25 11.30

Ma certo che scherzavo, trovavo curioso questo fatto delle cuffie se ti danno il suono mono se non inserisci il jack nell' uscita B perché appunto mi sono trovato di programmarlo al volo usando solo le cuffie senza collegarlo all'impianto...per Orange lo conosciamo da anni... Ha il senso dell'umorismo pari a quello di un Roland Gaia.
  • Deckard
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09-06-25 22.14

@ giannirsc
Ma certo che scherzavo, trovavo curioso questo fatto delle cuffie se ti danno il suono mono se non inserisci il jack nell' uscita B perché appunto mi sono trovato di programmarlo al volo usando solo le cuffie senza collegarlo all'impianto...per Orange lo conosciamo da anni... Ha il senso dell'umorismo pari a quello di un Roland Gaia.
Gaia però significa allegra…magari ce l’ha davvero il senso dell’umorismo emo
  • orange1978
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09-06-25 22.45

ma gaia quale, quello bianco o quello nuovo?
  • giannirsc
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10-06-25 09.07

Il vecchio
  • orange1978
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10-06-25 15.30

comunque anche uno strumento "antico" può assolutamente essere aggiornato nel suo sistema operativo, se proprio lo volete sapere, ovviamente 9/10 se appartiene ad un era fino ai primi anni novanta difficilmente potrebbe essere fatto via software, non parlo ovviamente di USB dato che proprio non esisteva ma via floppy disc la cosa potrebbe essere possibile SE....lo strumento carica il sistema operativo via disco, e questa cosa esisteva anche negli anni 80 e 90, vedi in particolare certi campionatori che si "avviavano" via floppy disc, all'accensione dovevi avere il dischetto con OS inserito e il boot loader lo caricava e poi una volta caricato potevi usarlo....e se lo perdevi/ti si rompeva e non ne avevi fatta una copia di sicurezza lo strumento diventava utile come una abajour, e anche alcuni synth funzionavano così, ricordo la versione expander del roland d70 detta roland "studio M" che non era 100% d70 ma molto simile, e si avviava via floppy.

Altri invece hanno OS direttamente su una rom/eprom, ma anche in quel caso è possibile aggiornarlo tutt'ora, lo potrebbe fare l'azienda stessa vendendo un kit upgrade (difficilmente succede dato che non gli conviene commercialmente) oppure ci sono anche pazzi (nel vero senso della parola) che disassemblano il codice del firmware dello strumento, e tramite linguaggio macchina lo riscrivono apportando se possibile migliorie e correggendo eventuali bugs etc...e poi lo scrivono su un un chip vergine/eprom e lo vendono, comunque anche in questo caso si passa sempre dall'hardware, un esempio è per dire l'aggiornamento del synth cheetah ms6 o del jx8p.

per chi fosse interessato uno o forse il primo tra gli strumenti professionali a supportare l'update via floppy disc e funzionare poi senza bisogno di avere sempre il dischetto inserito fu il Kurzweil K2500 con la funzione Boot Loader, il precedente K2000 richiede invece la sostituzione appunto delle due eprom, però questo non gli impedì partendo dalla 1.0 di arrivare addirittura a una 3.87 negli anni, con notevoli migliorie apportate.
  • orange1978
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10-06-25 15.41

Esiste però una cosa che va tenuta in considerazione e riguarda appunto l'architettura intrinseca degli strumenti in questione:

oggi siamo abituati al fatto che "aggiornare l'os" significhi sostanzialmente implementare nuove funzioni e spesso molto potenti, vedi es Montage nel quale l'upgrade implementa nuovi effetti, nuove app come il sequencer completo a 16 tracce (la versione 1.0 aveva solo uno sketch recorder), nuove funzioni di sintesi es un nuovo filtro digitale...addirittura nuovi samples o wavetables.

Ma negli strumenti del passato, diciamo nella maggioranza, le cose non stavano però così e non potrebbero essere: faccio un esempio, se si volesse scrivere un OS nuovo per Korg T3 piuttosto che Wavestation, strumenti del 1990, e si volesse migliorare alcune funzioni come la gestione dei dump via sysex, piuttosto che una funzione di database sui program/combi la cosa POTREBBE essere possibile, ma se si volesse aggiungere ad esempio un effetto nuovo ai 48 della wavestation, o mettere la risonanza al filtro VDF (che manca su entrambi) beh questo sarebbe impossibile, anche disponendo dell'architettura esatta del filtro.

...perchè? semplice, perchè la maggior parte delle funzioni di quel tipo non erano svolte da un dsp che legge un codice, al quale puoi appunto memoria e potenza permettendo aggiungervi delle parti, in una korg t3 il filtro è si digitale, quindi numeri, ma questo "codice" è scritto dentro un circuito integrato suddiviso in sedici parti, una per ogni oscillatore e non è possibile in alcun modo apporvi modifiche, se non sostituendo IC con un altro riprogettato e costruito ad hoc, ma anche qui l'architettura degli indirizzi interni e dei registri potrebbe impedirlo anche a patto di avere la tecnologia a disposizione per costruirlo.

Questo tanto per chiarire, per chi non lo sapesse, come stanno effettivamente le cose quando si parla di strumenti digitali di un tempo, oggi qualsiasi strumento digitale è un computer e tutto viene fatto via software spesso usando addirittura un processore solo come dsp vedi kronos con intel atom, implementarvi quindi modifiche pesanti è possibile, si potrebbe addirittura riscrivere totalmente l'engine.

...ma le macchine come dx7 non erano esattamente dei computer, cioè tecnicamente si ma erano computer che combinavano una struttura normale con cpu, ram, bus indirizzi etc... ad hardware spesso progettato ad hoc, oggi invece si tende a far quasi tutto via software usando dsp, all'epoca non lo si faceva perchè i costi erano elevati e processori troppo lenti, era più conveniente progettarsi e costruire un chip che leggesse 24 samples a 32 Khz decomprimendoli in real time piuttosto che farlo fare a un dsp comune (pagandolo da un azienda di terze parti).

Strumenti infatti dsp based molto versatili, come il campionatore waveframe, basato su tdm e dsp motorola, costavano molto, il waveframe si aggirava oltre i cento mila dollari, contro i 2000 dollari di uno yamaha tx16.
  • SimonKeyb
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10-06-25 15.42

@ giannirsc
Il vecchio
Parole dure emo
  • mima85
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10-06-25 19.50

orange1978 ha scritto:
...ma le macchine come dx7 non erano esattamente dei computer, cioè tecnicamente si ma erano computer che combinavano una struttura normale con cpu, ram, bus indirizzi etc... ad hardware spesso progettato ad hoc, oggi invece si tende a far quasi tutto via software usando dsp, all'epoca non lo si faceva perchè i costi erano elevati e processori troppo lenti, era più conveniente progettarsi e costruire un chip che leggesse 24 samples a 32 Khz decomprimendoli in real time piuttosto che farlo fare a un dsp comune (pagandolo da un azienda di terze parti).


Tempo fa avevo trovato su Internet il sito di un tizio che aveva decapsulato i due integrati di sintesi (operatori e inviluppi) di un DX-7 e aveva fatto delle fotografie al microscopio dei rispettivi die. Si vedono un sacco di circuiti (registri, buffer, pipeline) letteralmente ripetuti 16 volte sul chip, uno per ogni voce.

Un po' come sui synth analogici polifonici, dove ogni voce ha la sua scheda o la sua porzione di circuito su una scheda voci condivisa. Quindi si un synth digitale, ma per certi versi con una filosofia di progettazione ancora di stampo "analogico" se mi passate il termine.
  • giannirsc
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11-06-25 08.18

Finalmente si torna a parlare di cose interessanti su questo forum..