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Allora, chiariamo una cosa: per stessa ammissione di Casio (basta guardare il sito ufficiale) il PX5s non viene definito uno synth tuttofare, ma un PIANO DIGITALE (come tutti gli strumenti della serie Privia). Quindi, a rigor di logica, ciò che dovrebbe fare meglio è proprio la simulazione portatile di un pianoforte vero, con altre funzioni implementate che dovrebbero essere dell’ottimo “grasso che cola” senza però sostituirsi alla vera natura dello strumento.
Fatta questa doverosa precisazione, il PX5s possiede due doti che gli vengono (quasi) unanimemente riconosciute: una meccanica dignitosissima e un peso irrisorio, e queste sono cose che normalmente non vanno mai d’accordo, tranne in questo MIRACOLO che solo Casio è riuscita a compiere... La Casa giapponese avrebbe quindi potuto uccidere il mercato, se solo avesse voluto... Ma:
- sarebbe stato un ottimo piano digitale se non avesse priprio il suono di piano meno convincente di tutti gli altri competitor (parlando di strumenti di ogni fascia); questo considerando che Casio i suoni ottimi in casa ce li ha eccome (vedi Celviano Hybrid), e che il fatto di non averli implementati è frutto di una scelta (scellerata) di marketing più che un discorso di costi;
- sarebbe stato un’ottima master, se avesse avuto almeno uno stupidissimo ingresso per pedale di espressione (implementato su PX560);
- sarebbe stato un synth completo se avesse avuto la modalità (indispensabile su un synth!) monofonica.
Quindi, cosa ci sarebbe voluto per fare di questo PX l’”arma “ definitiva?
Notate bene che le persone che più criticano questo strumento sono musicisti che l’hanno posseduto (me compreso), e l’hanno suonato in live in contesti professionali (cioè PAGATI per farlo); qui non credo ci siano persone così puerili da volere il nome “giusto” dietro lo chassis per sentirsi appagate... Per quanto mi riguarda, dietro uno strumento ci può essere scritto Casio, Nord, Yamaha o anche Pirla, e non me ne frega assolutamente niente se lo strumento mi piace.
E nemmeno esiste il fatto che “non ci abbiamo provato” a farlo funzionare a dovere, soprattutto quando con quell’editor (davvero notevole) programmarlo era semplicissimo; ma se il campione di piano nasce in quel modo, non puoi trasformalo in un altro suono aggiungendogli quelle armoniche che gli mancano... Così come, parlando del synth, se non c’è la modalità monofonica, non la puoi creare in altro modo... E lo stesso dicasi per il pedale di espressione.
Termino in ogni caso quotando Maxpiano, sul fatto che ognuno è libero di scegliere il proprio strumento in base alle sue esigenze, senza per questo dover essere giudicato negativamente da musicisti che la pensano in maniera diversa.
Ps: @Orange: in mezzo a tanto (troppo?) sarcasmo, se leggi con attenzione, qualche commento serio c’è stato eccome.