13-11-18 16.55
A più di un anno di distanza, ho preso il DP6... da pochi giorni... (solo perchè era un'occasione e ho il Moog in riparazione)
Per ora ho ascoltato tutti i preset e ne ho riprogrammati una trentina (emulando Moog, ProSoloist e quelle cose lì che a noi del prog piacciono tanto)
Se programmato a dovere esce bene, l'ho già portato in sala alle prove e ho spettinato tutti...
Alcune prime considerazioni:
PRO
è compatto, dal peso non eccessivo, abbonda in locazioni di memoria, la qualità del tasto mi piace
ha l'aftertouch ...
suona analogico, i filtri fanno il loro dovere, la potenza bisogna cercarla con qualche stratagemma, ma c'è...
ha una matrice di modulazione con tante reali possibilità di source/destination, da sbizzarrirsi...
CONTRO:
la pitch wheel è indecorosa, la scanalatura è troppo piccola e il dito scivola di continuo (!!!)
manca la possibilità di scorrere i suoni visualizzando un carattere più grande, per un cieco come me è davvero fastidioso
la calibrazione dell'aftertouch ha 3 impostazioni tutte molto simili, non ha senso...
se avessero messo dei favorites con una gestione più comoda non guastava: dal vivo saltare da un suono all'altro è macchinoso...
il tasto Hold bisogna tenerlo premuto troppo a lungo (2 sec) per attivarlo/disattivarlo... per nulla comodo...
i preset di fabbrica (alcuni) sono accattivanti ma mancano totalmente le patch più comuni di lead classici, che uno vorrebbe trovare su un synth a tre ottave, che si suppone integri altri strumenti... invece te le devi fare... bah, costava tanto?
comunque ci sono tutte le premesse per essere un synth divertente e creativo, soprattutto sfruttando gli effetti (4 concatenabili) e gli 8 slot di modulazione... tra l'altro, negli effetti il DeepVerb TcHelicon in modalità Church ha una profondità spettacolare, davvero molto bello (quello che si sente in molti preset)