Deepmind 6 vs 12

  • Steruny
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25-04-20 21.54

@ wildcat80
Ce l'ho infatti emo
Bello davvero. Io non pensavo
Ben vengano questi prodottini, idem per il piccolo Miniak e jdx i
  • wildcat80
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25-04-20 21.57

@ wildcat80
Ce l'ho infatti emo
Ti allego una piccola demo di patch che ho programmato. Purtroppo è registrata in mono per errore mio... demo dm6 è il 6 voci, mai in unison, con qualche tamarrata di batteria del JD Xi
  • Redrum
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10-11-21 12.13

@ Synthex77
Come mai il DeepMind 6 suona meglio del 12?

Più pieno e definito. Più analog. Non è che il sistema delle voci sia come su i vecchi string ensenble? E quindi un'autentica presa per il cu?
Ciao, ho appena acquistato sia il 6 che il 12 per confrontarli e decidere quale tenere. Suonano completamente diversi. Il 6 è più presente e corposo, il 12 più smorto a parità di patch r con calibrazione appena effettuata su entrambi. Stesse casse, stesso preamp stesso volume. Preparerò un video demo su youtube a brevissimo. Inoltre il noise level a parità di valore (es. impostato a 55) non da la stessa quantità di rumore su entrambe le macchine. Il deep 6 ne da molto in più. Bisogna impostare sul 12 almeno 3 db di noise in più per avere lo stesso risultato. Come per questo valore anche gli altri variano di un po' e credo sia la motivazione per la quale suonano diversi. Peccato le 12 voci sarebbero state comode, ma se ci pensiamo il juno 106 al quale si ispira avera 6 voci, quindi più o meno siamo li. Unica pecca quando in una patch si assegnano ad una singola nota, più voci. Li non puoi fare molto purtroppo. Sentivo parlare del sistema voci dei vecchi analog string, che erano una boiata. In cosa consistono?
  • mima85
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10-11-21 15.19

Redrum ha scritto:
Sentivo parlare del sistema voci dei vecchi analog string, che erano una boiata. In cosa consistono?


L'architettura tipica della string machine consiste in un oscillatore master ad alta frequenza, da cui per divisione vengono ricavate le 12 note dell'ottava più alta. Poi, dividendo ciascuna nota per 2 si ricava l'ottava inferiore a quella più alta, dividendo ancora per 2 si ricava quella ancora precedente, e così via fino a coprire l'intera estensione dello strumento. Una variante di questo sistema consiste nel non avere un singolo oscillatore master ma 12 oscillatori indipendenti che emettono le note dell'ottava più alta, per il resto il sistema delle divisioni è il medesimo.

Ad ogni tasto della tastiera vengono fatti arrivare dai banchi oscillatori/divisori i fili della relativa nota. Sotto ogni tasto si trova una contattiera, abbassandolo questa contattiera si chiude su una o più sbarre parallele che corrono sotto i tasti per tutta la lunghezza della tastiera ("busbar"), in modo da permettere al segnale di quella nota di fluire verso il resto della catena audio dello strumento, fino ad arrivare all'uscita. Questa architettura è la stessa usata dagli organi a transistor come i classici Vox, Farfisa e via dicendo, inclusi gli organi elettronici da casa che tanto andavano di moda negli anni '70. Le string machine se vogliamo possono essere considerate a metà strada tra un organo ed un sintetizzatore.

Quello che distingue la string machine da un organo elettronico è la quantità di piedaggi disponibili e la parte di modellazione del suono. Tipicamente negli organi sono disponibili diversi piedaggi (16', 8', 5-1/3', 4' 2-2/3' e via dicendo), che richiedono un sistema oscillatori/divisori/contattiera tasti più elaborato. A valle dei tasti sovente si trova una parte di modellazione, consistente di filtri statici per ottenere i registri di oboe, flauti, trombe eccetera, e a volte pure di semplici sistemi di articolazione del suono come percussione e rilascio (di solito erroneamente definito "sustain"), questi però disponibili in modo indipendente per ogni tasto. La maggior parte delle volte non è disponibile nessun ulteriore effetto integrato, a parte - quando ci sono - un riverbero a molla e/o un altoparlante rotante simil-Leslie nei modelli a mobile.

Nelle string machine invece le possibilità di combinazione dei piedaggi sono più limitate, tipicamente si hanno solo un piedaggio ed eventualmente la sua armonica di ottava superiore (16' ed 8', oppure 8' e 4'). Normalmente viene modificata anche la forma d'onda in uscita dai banchi oscillatori/divisori, dove mentre negli organi elettronici di solito è un'onda quadra, nelle string machine è un'onda rettangolare o a dente di sega, per meglio approssimare il suono degli strumenti ad arco. Dalle contattiere dei tasti poi il segnale converge a valle in un unico filtro, dove la brillantezza ed i tempi di attacco e rilascio del suono possono essere variati con dei controlli sul pannello. In uscita dal filtro, il segnale passa in seguito attraverso un amplificatore che a sua volta permette di impostare i tempi di attacco e rilascio ed il suo volume generale sempre con dei controlli a pannello. Alla fine della catena si trova un'unità chorus/flanger che permette di ingrossare il suono e simulare la timbrica di una sezione d'archi acustica, ed eventualmente un riverbero tipicamente a molla, come negli organi.

[continua...]
  • mima85
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10-11-21 15.20

[...continua]

La grossa limitazione di un sistema del genere è che il filtro e l'amplificatore della string machine sono comuni per tutti i tasti (quindi per tutte le note), essendo che i relativi circuiti si trovano appunto a valle della bus bar che corre sotto la tastiera. Questo non consente di articolare il suono in modo completo per ogni singola nota suonata sulla tastiera, quindi se si suonano delle note in successione la prima riceverà l'articolazione dell'attacco e quelle successive o semplicemente verranno aggiunte senza nessuna articolazione ("single trigger") oppure per ogni nota aggiunta l'articolazione verrà ripetuta, anche per le note che erano già premute sui tasti ("multiple trigger"). Ed a ricevere l'articolazione per il rilascio sarà solo l'ultima nota ad essere rilasciata sulla tastiera.

Alcune string machine mettono a disposizione anche dei timbri predefiniti come pianoforti, clavicembali e cose simili, con una semplice articolazione del suono disponibile per ogni tasto, in modo simile a quanto accade per gli effetti di percussione e sustain negli organi elettronici. Ovviamente parliamo di scimmiottamenti elettronici dei suddetti e non di timbriche reali. Data la stretta parentela tra le due categorie di strumenti, ce ne sono alcuni che le combinano organo e string machine in un unico apparecchio.

Questo sistema, dove la tastiera di fatto ha polifonia completa (ogni tasto può suonare la sua nota) ma il tutto converge in un unico stadio di modellazione del suono a valle dei tasti, si chiama "parafonia". La polifonia reale, per contro, consente l'articolazione indipendente e completa di ogni nota, con la differenza che per ogni nota di polifonia è necessaria una catena completa di oscillatori, modulatori, filtri e via dicendo, cioè una "voce". Ed è questo il sistema che si trova appunto sui normali synth polifonici, con la grossa differenza che in questo caso la polifonia non è completa per tutta la tastiera ma si hanno le canoniche 4, 6, 8, 12, 16 e via dicendo voci di polifonia, in virtù della necessità di avere oscillatori, filtri eccetera indipendenti per ogni voce. Il circuito di ogni voce ha un certo ingombro ed un certo costo, un sintetizzatore analogico completamente polifonico costerebbe uno sproposito, sarebbe molto ingombrante ed avrebbe ingenti problemi legati alla dissipazione del calore, che minerebbero la stabilità dello strumento.
  • anonimo
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10-11-21 16.48

Redrum ha scritto:
Ciao, ho appena acquistato sia il 6 che il 12 per confrontarli e decidere quale tenere. Suonano completamente diversi. Il 6 è più presente e corposo, il 12 più smorto a parità di patch r con calibrazione appena effettuata su entrambi.


Questa mi giunge nuova e mi stupisce. In alcuni momenti mi ero pentito di aver preso il 6 anziche' il 12 approfittando di una offerta amazon a 400 euro, ma dopo queste considerazioni devo ricredermi. La polifonia del 6 me la son sempre fatta bastare, ed il suono mi ha sempre soddisfatto alla grande.
Ma se il 12 suona diversamente, sono ben contento della scelta fatta.
  • maverplatz
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10-11-21 17.25

Redrum ha scritto:
Ciao, ho appena acquistato sia il 6 che il 12 per confrontarli e decidere quale tenere. Suonano completamente diversi. Il 6 è più presente e corposo, il 12 più smorto a parità di patch r con calibrazione appena effettuata su entrambi. Stesse casse, stesso preamp stesso volume. Preparerò un video demo su youtube a brevissimo. Inoltre il noise level a parità di valore (es. impostato a 55) non da la stessa quantità di rumore su entrambe le macchine. Il deep 6 ne da molto in più. Bisogna impostare sul 12 almeno 3 db di noise in più per avere lo stesso risultato.


Ipotesi: non è che nel DM12 hanno semplicemente tenuto più basso il livello d'uscita di ciascun oscillatore per poter gestire un segnale (con livello max.) dato dalla somma di tutte le 12 note?
Ad esempio, immaginate di collegare 6 microfoni identici (es. per un coro) ad un mixer e di regolarne i livelli in modo da non saturare le uscite principali; se, succesivamente, si aggiungono altri 6 microfoni (totale 12), potrebbe essere necessario dover abbassare i livelli di tutti i singoli canali.

In un confronto DM6 vs DM12, nelle impostazioni del mixer, proverei ad alzare di 6 dB il guadagno (GAIN) del solo DM12.
  • wildcat80
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10-11-21 22.00

Facile che abbiano tenuto maggior headroom sul 12 voci