Trovare i musicisti giusti...

  • Raptus
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05-09-19 16.52

@ steeveJ
paolo_b3 ha scritto:
L'unico punto fermo è che per avere accesso a determinati lavori occorre il titolo di studio. Se sei autodidatta ad insegnare musica nelle scuole statali non ci vai.


condivido il tuo ragionamento paolo ma per favore spiegami, sempre offtopic, l'attinenza che c'è tra un bravo artista che magari fa successo (meritato) a livello nazionale e internazionale(magari diplomato, o magari no ma BRAVO, non entro in merito dei raccomandati e di alcuni turnisti che mi fanno venire la scarlattina a sentirli e vederli suonare...) e un insegnante di musica nelle scuole statali(diplomato ovviamente altrimenti non sarebbe entrato) ma che magari oltre alla scuola non sarebbe in grado neanche di presentarsi sul palchetto del paesetto dove vive perché non riesce a sostenere un concerto intero(anche l'emotività gioca un ruolo fondamentale). Questo vuol dire essere bravi artisti e musicisti? Insegnare nelle scuole statali da diplomati(o laureati)? Non guardare lo stipendio a fine mese, guarda l'aspetto artistico. Certo che esistono bravissimi musicisti insegnanti nelle scuole statali, ma ci mancherebbe! Ma esiste anche il contrario e sicuramente solo quello non basta! Si partiva da quel ragionamento (scusate sempre offtopic). Onde evitare fraintendimenti quello che voglio dire io è: il diploma di pianoforte(se si ragiona a tasti bianchi e neri) è una buona base, anzi, eccellente, se studiato bene(meglio che studiare in certe scuole private, ma dipende dagli insegnanti e dagli allievi ovviamente non se ne puo' fare un discorso generale) MA non basta quello per diventare bravi MUSICISTI e soprattutto bravi ARTISTI. Per diventare ingegneri non basta la laurea(benché difficile arrivarci) ma serve esperienza e soprattutto capacità e impegno costante SEMPRE TUTTA LA VITA altrimenti ci si arena. Conosco alcuni programmatori bravissimi, piu' bravi di molti ingegneri informatici senza alcun titolo di studio universitario. E molte aziende produttive assumono i programmatori bravi anche non laureati e li pagano molto bene(a volte di più dei laureati!) ma soltanto se sanno fare e hanno esperienza, se ne sbattono della laurea(solo per citare un esempio fuori musica). SCUSATE ANCORA l'offtopic!! Ora la faccio finita!! :)
Eh no qui mi attacchi sul personale emo

Anche io, dato che lavoro da 10 anni nell'informatica e sono ingegnere informatico, ho a che fare tutti i giorni con ogni categoria di programmatore.
Ti assicuro che la differenza si vede nel tempo e soprattutto non la noti tu ma di solito te la fanno notare i clienti stessi.
Basti pensare all'ingegnerizzazione dei processi, perchè un programma non lo si misura dal come è stato programmato al momento, per dire, "figata ha usato l'ultimo linguaggio e tutte le migliore features!!" ma da come poi lo si deve manutenere nel tempo.
Ste cose per quanto uno possa essere un genio, se non le ha impresse nel suo cervello così come non ha allenato la mente al problem solving, mi dispiace ma deve accettare certi limiti.

Nella musica è un po' diverso perchè come dici tu o vali o non vali, cioè il risultato lo vedi al momento, durante il live, uno non può "far finta" di sapere.
Per il discorso insegnamento io la penso diversamente, non tutti sono portati per esibirsi in live, c'è chi ama la musica ma non ama esibirsi.
Se la musica la considero intimamente mia, perchè mi devi vietare di poterla insegnare anche se non mi frega una cippa di esibirmi alla sagra del folpo?
  • steeveJ
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05-09-19 16.57

raptus ha scritto:
Eh no qui mi attacchi sul personale

Anche io, dato che lavoro da 10 anni nell'informatica e sono ingegnere informatico, ho a che fare tutti i giorni con ogni categoria di programmatore.
Ti assicuro che la differenza si vede nel tempo e soprattutto non la noti tu ma di solito te la fanno notare i clienti stessi.
Basti pensare all'ingegnerizzazione dei processi, perchè un programma non lo si misura dal come è stato programmato al momento, per dire, "figata ha usato l'ultimo linguaggio e tutte le migliore features!!" ma da come poi lo si deve manutenere nel tempo.
Ste cose per quanto uno possa essere un genio, se non le ha impresse nel suo cervello così come non ha allenato la mente al problem solving, mi dispiace ma deve accettare certi limiti.


Alzo le mani allora ... emo

raptus
Nella musica è un po' diverso perchè come dici tu o vali o non vali, cioè il risultato lo vedi al momento, durante il live, uno non può "far finta" di sapere.
Per il discorso insegnamento io la penso diversamente, non tutti sono portati per esibirsi in live, c'è chi ama la musica ma non ama esibirsi.
Se la musica la considero intimamente mia, perchè mi devi vietare di poterla insegnare anche se non mi frega una cippa di esibirmi alla sagra del folpo?
Quota il testo selezionato


Certo, giustissimo quello che dici! Non volevo assolutamente sminuire la figura del bravo insegnante o del bravo musicista che non si esibisce. Ma proprio gli statali mi vai a stuzzicare... :) un po' come dire che tutti i ministri o tutti gli amministratori e dirigenti di enti pubblici sono e sono stati tutti bravi efficienti e competenti emoemoemoemo
  • Raptus
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05-09-19 17.01

@ steeveJ
raptus ha scritto:
Eh no qui mi attacchi sul personale

Anche io, dato che lavoro da 10 anni nell'informatica e sono ingegnere informatico, ho a che fare tutti i giorni con ogni categoria di programmatore.
Ti assicuro che la differenza si vede nel tempo e soprattutto non la noti tu ma di solito te la fanno notare i clienti stessi.
Basti pensare all'ingegnerizzazione dei processi, perchè un programma non lo si misura dal come è stato programmato al momento, per dire, "figata ha usato l'ultimo linguaggio e tutte le migliore features!!" ma da come poi lo si deve manutenere nel tempo.
Ste cose per quanto uno possa essere un genio, se non le ha impresse nel suo cervello così come non ha allenato la mente al problem solving, mi dispiace ma deve accettare certi limiti.


Alzo le mani allora ... emo

raptus
Nella musica è un po' diverso perchè come dici tu o vali o non vali, cioè il risultato lo vedi al momento, durante il live, uno non può "far finta" di sapere.
Per il discorso insegnamento io la penso diversamente, non tutti sono portati per esibirsi in live, c'è chi ama la musica ma non ama esibirsi.
Se la musica la considero intimamente mia, perchè mi devi vietare di poterla insegnare anche se non mi frega una cippa di esibirmi alla sagra del folpo?
Quota il testo selezionato


Certo, giustissimo quello che dici! Non volevo assolutamente sminuire la figura del bravo insegnante o del bravo musicista che non si esibisce. Ma proprio gli statali mi vai a stuzzicare... :) un po' come dire che tutti i ministri o tutti gli amministratori e dirigenti di enti pubblici sono e sono stati tutti bravi efficienti e competenti emoemoemoemo
Ahahah in effetti hai ragione emo
  • paolo_b3
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05-09-19 17.17

steeveJ ha scritto:
Ora la faccio finita!! :)


Ti prego aspetta un attimo, pensaci bene prima di fare delle stupidaggini, ritiro quello che ho detto... emoemoemo

Scherzi a parte: mi sono spiegato male, volevo solo dire che il diploma di Conservatorio (sono vecchio, lo chiamo ancora così) ti da un'oggettività, quella di poter partecipare a determinati concorsi statali, ma era un ragionamento che nulla ha a che vedere con i meriti musicali ed artistici.

Per il resto, seppur potrei fare delle precisazioni sul tuo intervento, la pensiamo sostanzialmente allo stesso modo, quindi evito di fare delle discussioni sulla "lana caprina".

emo

05-09-19 17.40

Io mi arrenderei...
Nel senso

1)Crea un duo.
Trova un/una cantante, stabilite il repertorio adatto ad entrambi, e via. Pochi fronzoli. Puoi suonar tutto tu, si trovano più serate, e non devi lottare con nessuno in ambito volumi o spazi sul palco.
Se senti di aver bisogno di un accompagnamento, ti munisci di arranger/loopstation.
Se la cantante suona pure, sei a posto. Al massimo le fornisci shaker et similia per riempire.

2)Dopo aver creato il duo, e aver ottenuto una situazione stabile, che ti soddisfa, che ti permette di suonare in giro, di guadagnare qualcosa e toglierti qualche sfizio, e ti permette di creare e sperimentare i tuoi personali arrangiamenti per ogni singolo brano senza dover tener conto del chitarrista/bassista/batterista che non studia o che non si presenta alle prove, vedrai che la situazione dei gruppi che nascono/falliscono/perdono tempo non ti toccherà più di tanto, e anzi, vi parteciperai con la solita serietà ma a cuor leggero e allo stesso tempo a cuor "deciso".

In più, in band potrai importi al fine di ottenere un risultato concreto, tipo
"ragazzi, qui o studiamo tutti quanti i brani, altrimenti è inutile provare. Vediamoci quando siam tutti pronti"
oppure
"una prova al mese, 5 brani, cosi abbiamo tutto il tempo per studiare i brani e vederci quando siam pronti" senza la paura di pensare "eh, poi se pretendo passo per rompipalle"...

Se la band, dopo un mese di stop, si presenta senza conoscere quei 5 brani, avendo avuto un mese intero di tempo per buttarsi giù perlomeno struttura e accordi, è una band ridicola che non andrà da nessuna parte, e non sarebbe andata da nessuna parte neanche facendo una prova a settimana.

Con le "spalle coperte" dal duo, vivrai tutte le situazioni mediocri o inutili con occhi diversi.
Certo, suonare in band è più divertente che in duo, ma è divertente quando suoni in giro... non quando ti chiudi una volta a settimana nella saletta, per sentire l'ennesimo tizio dirti "eh, il brano qua come fa? non me lo so proprio visto... comunque dopo, birretta e salsiccia?"

Non farti trascinare nelle perdite tempo. Fatti consigliare da uno che ha buttato 3 anni in un progetto fallimentare, e non si fa trascinare più in nessun capriccio temporaneo o merdata :)
  • anonimo
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05-09-19 18.57

CoccigeSupremo ha scritto:
Certo, suonare in band è più divertente che in duo

Ce li ho avuti i duo e i trio (acustici e non). Ma poi rispunta sempre la voglia di suonare brani che non possono essere arrangiati per duo/trio, vedansi le super band degli anni 70 tipo Allman (mio debole), i cui brani sono già difficilmente riducibili a un combo di 4 elementi. Io sarei disposto anche a effettuare le riduzioni, riscrivere gli arrangiamenti su Musescore per ciascun elemento della band - come ha fatto il forumer che a raccontato la sua esperienza in precedenza - ma capirai che il lavoro diventa enorme e se non c'è la collaborazione fattiva da parte degli altri membri, il progetto è destinato ad arenarsi sul nascere. Non si tratta di amatori o professionisti, i bidoni li ho ricevuti anche da questi ultimi (e dare un bidone non è molto "professionale"). Come ha già scritto qualcuno occorre empatia e voglia di sbattersi divisa per il numero dei componenti, altrimenti non vale la pena neanche iniziare. In Germania - mi dicono - i gruppi anche se non professionisti hanno un contratto con i promoter che trovano loro le date nei locali. Nel contratto è specificato tutto, comprese le clausole vessatorie in caso di bidonate da parte di qualcuno nel gruppo. Sarà per questo che da noi invece le esperienze con le band sono spesso dispersive?
  • ahivela
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05-09-19 23.45

paolo_b3 ha scritto:
Se sei autodidatta ad insegnare musica nelle scuole statali non ci vai


Ma nei conservatori si'.
  • ahivela
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06-09-19 00.04

Spectrum ha scritto:
Mi appello a voi. Che fare?


Prima di preoccuparsi di quello che si chiede agli altri, sarebbe forse opportuno chiedersi cosa offriamo noi, agli altri.
In altre parole, perche' uno bravo, preparato, volenteroso, puntuale e corretto dovrebbe essere invogliato a venire a suonare, cioe' investire tempo della sua vita, con te? emo
Al di la' della provocazione semi-seria comunque penso che la cosa piu' importante, per evitare delusioni e perdite di tempo, sia quella di chiarire BENE gli obiettivi che ci si pone, che devono essere il piu' possibile allineati, che siano di lavoro, svago, studio, quello che vuoi. E' chiaro che, mediamente, il professionista rende bene ma costa, esige lavoro, e manco lo puoi subissare di prove (anche perche' se e' un vero professionista non ne ha bisogno piu' di tanto). L'amatore vuole, giustamente, divertirsi. E imbrigliarlo in obbligati, spartiti e mazzi vari alla lunga finisce per far diventare faticoso come un lavoro quello che voleva essere solo divertimento e distrazione. Non se ne esce facilmente. L'idea del duo resta sempre la migliore.
  • paolo_b3
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06-09-19 00.06

@ ahivela
paolo_b3 ha scritto:
Se sei autodidatta ad insegnare musica nelle scuole statali non ci vai


Ma nei conservatori si'.
Tralasciamo i tecnicismi, cercherò di essere quanto più intelligibile posso: se un giovane si vuole avvicinare allo studio dello strumento con finalità professionali, io credo che sia molto più logico che passi per i canali di istruzione ufficiali, dove al di la della mera preparazione musicale acquisisci ad esempio i diritti per l'insegnamento.
Ma anche per lavorare con le orchestre sinfoniche, sempre ad esempio, occorre avere dei requisiti minimi di partenza come appunto il diploma.
Poi ci sono casi eccezionali, che in quanto tali non sono appunto la regola.
  • steeveJ
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06-09-19 00.42

ahivela ha scritto:
Ma nei conservatori si'.


...eh si... poi ti capita l'insegnante al conservatorio "non diplomato" Dado (non c'e' bisogno che dica il cognome perche' penso che lo conoscono in tutto il mondo) ...che gran sfortuna capitare con insegnanti non diplomati cosi'! emoemoemoemo

Tornando in topic, spectrum hai ragione ma sappi che il professionista,spesso anche bravo, deve fare la fame spesso per vedere il dopolavorista rubargli il lavoro (sottopagato perche' il dopolavorista lo fa per due spicci o gratis tanto ha un altro lavoro con cui si mantiene e spesso non suona neanche male, a volte). E' un mondo difficile...
  • anonimo

06-09-19 09.34

prima di cercare musicisti giusti dovremmo chiederci se noi siamo musicisti "giusti" fatevi una domanda marzulliana emo
  • anonimo
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06-09-19 09.53

@ anonimo
prima di cercare musicisti giusti dovremmo chiederci se noi siamo musicisti "giusti" fatevi una domanda marzulliana emo
  • anonimo

06-09-19 10.06

altra cosa, i gruppi devono suonare dal vivo in caso contrario il 90% delle volte il gruppo si estingue, c'è bisogno di un obiettivo per dare stimolo e i concerti lo sono.
  • vin_roma
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06-09-19 11.31

In conservatorio prima si insegnava anche per "chiara fama".

Spesso un buon musicista non è per forza un buon insegnante

06-09-19 11.32

steeveJ ha scritto:
...eh si... poi ti capita l'insegnante al conservatorio "non diplomato" Dado (non c'e' bisogno che dica il cognome perche' penso che lo conoscono in tutto il mondo) ...che gran sfortuna capitare con insegnanti non diplomati cosi'!


Discorso generale non riferito a Dado Moroni perchè non lo conosco (di persona, si intende), ma posso affermare con certezza (son studente di conservatorio) che non basta che "l'insegnante" sia bravissimo a suonare, quanto che sia bravo "ad insegnare".

Un bravissimo e famoso pianista jazz, di cui non farò il nome, non ha diploma, ed ha avuto una cattedra per anni in un conservatorio prima di essere "blastato" (Le leggi hanno portato ad un allontanamento dai conservatori, tutti quei maestri senza diploma di conservatorio).

Tutti gli studenti che ho conosciuto si lamentavano della sua assenza continua (causa tour con cantante) e del fatto che le lezioni invece di durare un'ora, durassero mezz'ora.
In aggiunta, in quella mezz'ora si sentivano dire solo "ascolta molto jazz,e cerca di capire come funziona". Che dire? Chapeau emo

0 metodo di insegnamento, 0 libri, tante cazziate, assenze infinite, lezioni di mezz'ora, talvolta cumulative (nel senso, tanti pianisti in una stanza, lezione di un'ora = 5 minuti a testa).

Preferisco un professionista che sappia insegnare oltre a suonare bene, e che percepisca uno stipendio con la consapevolezza di coprire un ruolo di "insegnamento", e non di guest star pagata che ti osserva e ti giudica senza darti nulla.

Ho notato che i diplomati in conservatorio sanno cosa significa insegnamento, proprio perchè hanno vissuto un ruolo da studente. Magari non saranno stellari come i grandi "autodidatti", ma per quanto sia difficile "insegnare il jazz", ci provano eccome.

Ovviamente, e qui finisco il mio Ot, la nuova legge ha tolto lavoro nei conservatori anche a bravi insegnanti autodidatti, e mi riferisco al buonissimo Andrea Avena ed al mio insegnante di batteria complementare che mi ha trasmesso tantissimo, pur sapendo di avere di fronte una totale frana che non sapeva neanche reggere le bacchette (Roberto Gatto), ma in generale, ciò che penso è che non bisogna confondere il bravo pianista e il bravo insegnante... Son 2 ruoli che, in ambito conservatorio devono coincidere.

Tanti bravi pianisti non hanno la benchè minima idea di come insegnare...
  • fulezone
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06-09-19 11.36

@ anonimo
altra cosa, i gruppi devono suonare dal vivo in caso contrario il 90% delle volte il gruppo si estingue, c'è bisogno di un obiettivo per dare stimolo e i concerti lo sono.
questo tuo commento merita un +1
  • berlex65
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06-09-19 11.39

@ CoccigeSupremo
steeveJ ha scritto:
...eh si... poi ti capita l'insegnante al conservatorio "non diplomato" Dado (non c'e' bisogno che dica il cognome perche' penso che lo conoscono in tutto il mondo) ...che gran sfortuna capitare con insegnanti non diplomati cosi'!


Discorso generale non riferito a Dado Moroni perchè non lo conosco (di persona, si intende), ma posso affermare con certezza (son studente di conservatorio) che non basta che "l'insegnante" sia bravissimo a suonare, quanto che sia bravo "ad insegnare".

Un bravissimo e famoso pianista jazz, di cui non farò il nome, non ha diploma, ed ha avuto una cattedra per anni in un conservatorio prima di essere "blastato" (Le leggi hanno portato ad un allontanamento dai conservatori, tutti quei maestri senza diploma di conservatorio).

Tutti gli studenti che ho conosciuto si lamentavano della sua assenza continua (causa tour con cantante) e del fatto che le lezioni invece di durare un'ora, durassero mezz'ora.
In aggiunta, in quella mezz'ora si sentivano dire solo "ascolta molto jazz,e cerca di capire come funziona". Che dire? Chapeau emo

0 metodo di insegnamento, 0 libri, tante cazziate, assenze infinite, lezioni di mezz'ora, talvolta cumulative (nel senso, tanti pianisti in una stanza, lezione di un'ora = 5 minuti a testa).

Preferisco un professionista che sappia insegnare oltre a suonare bene, e che percepisca uno stipendio con la consapevolezza di coprire un ruolo di "insegnamento", e non di guest star pagata che ti osserva e ti giudica senza darti nulla.

Ho notato che i diplomati in conservatorio sanno cosa significa insegnamento, proprio perchè hanno vissuto un ruolo da studente. Magari non saranno stellari come i grandi "autodidatti", ma per quanto sia difficile "insegnare il jazz", ci provano eccome.

Ovviamente, e qui finisco il mio Ot, la nuova legge ha tolto lavoro nei conservatori anche a bravi insegnanti autodidatti, e mi riferisco al buonissimo Andrea Avena ed al mio insegnante di batteria complementare che mi ha trasmesso tantissimo, pur sapendo di avere di fronte una totale frana che non sapeva neanche reggere le bacchette (Roberto Gatto), ma in generale, ciò che penso è che non bisogna confondere il bravo pianista e il bravo insegnante... Son 2 ruoli che, in ambito conservatorio devono coincidere.

Tanti bravi pianisti non hanno la benchè minima idea di come insegnare...
Va beh ma tu parli della tanto acclamata “Meritocrazia” 😂😂😂😂.
Ciao
  • berlex65
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06-09-19 11.57

@ anonimo
Topic semi-serio.

E' da qualche anno che ho un serio problema: trovare le persone giuste con cui suonare.
O meglio, le persone le trovo ma dopo qualche prova va tutto in malora.

Se scrivo che la causa è il livello tecnico troppo basso degli altri, passo per sborone.
Se scrivo che non mi trovo bene con quelli che hanno studiato, passo per invidioso/accidioso/disadattato.

Ma:

Il dopolavorista alle prove vuole divertirsi, non ama gli "obbligati", le notazioni anglossassoni, e per carità le note sullo spartito... vade retro! E poi "chi lo spiega a mia moglie che devo stare 15 minuti al giorno ad esercitarmi etc etc".
Se in qualche punto della canzone si stona o non si tiene il tempo, pazienza. Miglioreremo (non si sa quando, però).
Ah! le copie dei testi/accordi preparali te che a noi non riesce. Mi raccomando, niente C D G A, noi capiamo solo DO RE MI.

Il professionista, quello che la musica l'ha studiata (o la studia) mette le mani avanti perché "io, solo jazz... ma per 100 euro a serata ti suono tutto". Disponibilità: una prova al mese perché "ho già 15 progetti musicali da portare avanti, insegno in 3 scuole poi seguo i masterclass in mezza italia mi diletto anche nella liuteria che mi porta via tempo etc etc"

Mi appello a voi. Che fare?
T’ho nel cuore... credimi!
Anch’io da quasi 2 anni sto vivendo questa situazione... pensa che suono
dal vivo dal 1982..(un po’ di tempo fa guardai anche i contributi ex-enpals) sempre a livello dilettantistico non professionale...
Alla fine con 54 anni mi sono reso conto che non fa più per me e forse il mio modo di organizzarmi e di lavorare in questo settore è un po’ fuori moda . Incide anche il fatto che sono diminuiti e di molto i luoghi in cui suonare ( sono diminuite le feste di piazza, sagre, locali dove esibirsi, ecc..) vuoi per l’aumento delle regole a cui adeguarsi (nelle feste di piazza), delle spese, ecc..
Io smetto e vendo tutto anche perché ho zero stimoli...! Per te, specie se sei giovane ti invito a non mollare e continuare a cercare musicisti dignitosi..
Ciao
Paolo

06-09-19 12.03

@ berlex65
Va beh ma tu parli della tanto acclamata “Meritocrazia” 😂😂😂😂.
Ciao
Mi capita spesso di sentire o leggere persone che acclamano "l'autodidatta" convinti che, solo perchè bravissimo a suonare, sia in grado di insegnare, quindi mi rendo conto che, ironicamente, siam spesso noi a foraggiare e garantire posti di rilievo a gente cui l'insegnamento frega una ceppa emo

Tocca far chiarezza, e nel mio ruolo da studente che vive il conservatorio, ci terrei a sfatare miti che possono venir presi per veri. emo Altrimenti il sistema andrà avanti cosi per decenni.

Poi chiarisco, trovi anche i diplomati che comunque non sanno insegnare eh, per carità emo
  • anonimo
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06-09-19 12.26

La mia richiesta semi-seria è scaturita da un meccanismo inconscio. Come molti di voi, ho iniziato a strimpellare negli anni 80. All'epoca i diplomati in conservatorio "ribelli" formavano gruppi con musicisti amatoriali ed era la cosa più normale del mondo, almeno qui dalle mie parti. C'era chi andava a suonare nelle balere e chi faceva musica propria. In ogni caso molti di questi gruppi sono durati anni se non decenni. E allo scioglimento (che veniva deciso consensualmente), sono rimasti tutti in ottimi (per non dire fraterni) rapporti.
Tant'è che ancora oggi sulle tv locali a volte fanno trasmissioni dedicate a band locali del passato, proprio perché hanno lasciato un segno, un esempio che dovrebbe essere seguito.
Ho ricevuto questo imprinting e non riesco ad adattarmi alle nuove modalità di partecipazione, che mi sembrano dettate più da motivi personalistici che di "gruppo" (ma magari è una mia impressione sbagliata), indipendentemente dal grado/livello di preparazione tecnica.
Ok. Post nostalgico. Ma si pone il dubbio: perché oggi non è più come in passato?