25-02-20 10.54
paolo_b3 ha scritto:
Quelli che confezionano vestiti stipati dentro aziende che sembrano pollai possono anche morire vero? E ce ne erano anche a Prato di queste realtà.
Vogliamo parlare della Foxconn, che produce la componentistica elettronica per Apple e per un sacco di altri marchi? Dipendenti spremuti come limoni ed un tasso di suicidi da far spavento. Ed i marchi che si servono di quest'azienda non è mica detto che producano apparecchi a basso costo, vedi Apple appunto che vende a peso d'oro roba fatta in Cina.
La verità è che si può fare ben poco contro queste cose, l'economia mondiale intera sta spostando la sua produzione in Cina, e anche fabbriche come Marshall, Nord, eccetera che dicono di produrre entro i confini del proprio stato o continente, in realtà semplicemente
assemblano il prodotto finale usando i componenti costruiti in Cina. Se aprite una tastiera Nord, sul cui sito scrivono orgogliosamente
"Instruments made in Sweden", sulle schede all'interno ci trovate scritto "Made in China" (visto personalmente sulla mainboard della mia Electro 3). E se non lo sono le schede lo sono i chip e gli altri componenti.
La quasi totalità dei prodotti tecnologici è fatta in Cina od ha componenti fatti in Cina, purtroppo non ci si scappa. Boicottare uno o due marchi non serve a niente, perché allora bisognerebbe boicottare praticamente la totalità delle aziende che producono elettrodomestici, apparecchi elettronici, automobili, vestiti, giocattoli, mobilio, eccetera. Tutte queste categorie di riffa o di raffa hanno a che fare con la Cina, e per ogni fabbrica sgamata a causare suicidi o malattie ce ne sono altre 1000 non scoperte che fanno altrettanto, perché in Cina i diritti umani non sanno nemmeno cosa sono. Non parliamo poi del rispetto della natura, che è un concetto che gli è totalmente alieno (non che da noi le cose vadano tanto meglio comunque, ma questa è storia per un altro thread).
Le migliori strategie per porre un freno a tutto questo, completando quanto detto da paolo_b3, sono:
1) Cambiare le cose
solo quando veramente necessario e non per seguire le mode del momento o la semplice voglia di cambiare. Finché un apparecchio o un oggetto svolge la sua funzione, continuare ad usarlo fino a fine vita. Avere cura dei propri oggetti ed usarli nel modo corretto aiuta a prolungarne la durata.
2) A complemento del punto 1, abbracciare la cultura della riparazione e non della sostituzione al presentarsi del primo difetto. Se qualcosa si guasta o non funziona più nel pieno dell'efficienza, prima di giudicarlo irrimediabilmente defunto e buono solo per la benna dei rifiuti bisogna imparare a prendere in mano il cacciavite e cercare di risolvere il problema, o se non altro portarlo presso chi ne è capace.
3) Per quanto possibile acquistare prodotti di seconda mano e cedere/rivendere quelli di cui ci si vuole disfare invece di buttarli, se ancora funzionanti o riparabili.
4) In generale, riutilizzare e riciclare il più possibile.