Suonare con le mani o con le dita?

  • anonimo

10-06-20 19.51

@ anonimo
Se hai fatto per Elisa, guarda pachelbel arr. lee galloway, è sempre bello, ad effetto e questo arrangiamento anche molto pianistico.
grazie per il link emo

Quando ho bisogno di una aiuto "pratico" per un qualche passaggio guardo questa pianista
  • steeveJ
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11-06-20 00.21

"Suonare con le mani o con le dita?"...

...alcuni anche col Xulo... emo
  • anonimo

11-06-20 04.46

@ steeveJ
"Suonare con le mani o con le dita?"...

...alcuni anche col Xulo... emo
Sono cambiati i tempi
  • muzakk
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11-06-20 09.12

Cyrano ha scritto:
Il modo di tenere le dita distese e non arricciate.


Maestro sono in confusione, in quanto in alcuni dei metodi che ho potuto visionare c'è la classica posizione che dovrebbe assumere la mano ossia la mano che stringe la pallina da tennis che contraddice la posizione a dita distese. Io per un periodo ho assunto quella posizione poi ho variato la posizione assumendo quella della mano in stato di riposo che è leggermete curva e le dita non sono propriamente distese. Io ho le dita non molte lunghe e mi farebbe proprio comodo la posizione che tu sostieni. Se non ti disturba mi puoi dire i pro e i contro delle due posizioni una " arricciata" e l'altra a dita distese?
  • anonimo

11-06-20 09.53

@ muzakk
Cyrano ha scritto:
Il modo di tenere le dita distese e non arricciate.


Maestro sono in confusione, in quanto in alcuni dei metodi che ho potuto visionare c'è la classica posizione che dovrebbe assumere la mano ossia la mano che stringe la pallina da tennis che contraddice la posizione a dita distese. Io per un periodo ho assunto quella posizione poi ho variato la posizione assumendo quella della mano in stato di riposo che è leggermete curva e le dita non sono propriamente distese. Io ho le dita non molte lunghe e mi farebbe proprio comodo la posizione che tu sostieni. Se non ti disturba mi puoi dire i pro e i contro delle due posizioni una " arricciata" e l'altra a dita distese?
Carissimo sono due scuole entrambe valide, e ce ne sono altre che adottano un approccio intermedio tra le due.

Per capire la tecnica a "dita distese" suggerisco di guardare bene Horowitz o Ashkenazy, ed anche Claudio Arrau.

Ovviamente questo approccio necessita di uno studio approfondito di rotazioni e controrotazioni del polso (non suonano le dita ma la mano governata da polso, avambraccio, gomito, braccio e corpo), il tutto con grande flessibilità e relax.

Il concetto è economizzare il movimento e far suonare la forza di gravità tramite l'educazione all'efficienza biomeccanica.
  • muzakk
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11-06-20 10.28

@ anonimo
Carissimo sono due scuole entrambe valide, e ce ne sono altre che adottano un approccio intermedio tra le due.

Per capire la tecnica a "dita distese" suggerisco di guardare bene Horowitz o Ashkenazy, ed anche Claudio Arrau.

Ovviamente questo approccio necessita di uno studio approfondito di rotazioni e controrotazioni del polso (non suonano le dita ma la mano governata da polso, avambraccio, gomito, braccio e corpo), il tutto con grande flessibilità e relax.

Il concetto è economizzare il movimento e far suonare la forza di gravità tramite l'educazione all'efficienza biomeccanica.
Perfetto! Ora ho capiro; d'altronde nella posizione a " pallina da tennis" con le dita mi trovavo a premere i tasti proprio al limite tre le unghia e i polpastrelli ( e ogni settimana rifilavo le unghia) ora mi trovo bene con la posizione " naturale" ossia quella che assume la mano mentre passaggiamo che si accosta a quelle a dita distese, ma credo di voler provare quella che tu suggerisci. Grazie.
  • anonimo

11-06-20 10.48

@ muzakk
Perfetto! Ora ho capiro; d'altronde nella posizione a " pallina da tennis" con le dita mi trovavo a premere i tasti proprio al limite tre le unghia e i polpastrelli ( e ogni settimana rifilavo le unghia) ora mi trovo bene con la posizione " naturale" ossia quella che assume la mano mentre passaggiamo che si accosta a quelle a dita distese, ma credo di voler provare quella che tu suggerisci. Grazie.
Se vuoi fare una gratuita chiacchierata su quest impostazione, contattami in PVT
  • muzakk
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11-06-20 12.08

@ anonimo
Se vuoi fare una gratuita chiacchierata su quest impostazione, contattami in PVT
oh! grazie per la disponibilità! Non mancherò di contattarti.
  • anonimo

15-06-20 15.01

una riflessione non mia

articolo originale

Il pianista classico ha dalla sua una tecnica ed una velocità di lettura e di solfeggiare pazzesca, ma i suoi studi troppo legati all’utilizzo della partitura spesso lo rendono incapace di suonare senza utilizzo dello sparito. Capita spesso infatti che quando un pianista di studi classici approccia al linguaggio pop è completamente disorientato, non sa cosa fare e come suonare. Non conosce gli accordi, i rivolti e non ha alcuna idea di come suonare con la mano sinistra, visto che è stato da sempre abituato a leggerla utilizzando la chiave di basso. Inoltre questi anni di studio molto metodico gli hanno tolto la cosa più importate, secondo me: la creatività.

Il pianista moderno è un pianista in grado di giocare con la musica, di creare arrangiamenti ,melodie insomma di muoversi liberamente nel linguaggio musicale moderno. Conosce l’improvvisazione e riesce a connettere la propria anima direttamente allo strumento senza subire il blocco dettato dagli schemi classici. In sintesi secondo me non c’è un migliore tra pianista classico e moderno tutto dipende da quello che si sente e che si cerca.
  • anonimo

16-06-20 11.09

non si suona con le mani o con le dita ma con la testa emo
  • anonimo

16-06-20 11.21

@ anonimo
non si suona con le mani o con le dita ma con la testa emo
Se non c'è la testa si schiacciano i tasti e basta.emo
  • anonimo

16-06-20 11.21

ma non basta
  • anonimo

16-06-20 11.24

@ anonimo
ma non basta
secondo me invece è tutto li, prendi il jazz se non l'hai capito puoi studiare quanto vuoi sbaglierai sempre, la differenza tra uno che fa le cose giuste ed uno che sbaglia è tutta li
  • anonimo

16-06-20 11.44

@ anonimo
secondo me invece è tutto li, prendi il jazz se non l'hai capito puoi studiare quanto vuoi sbaglierai sempre, la differenza tra uno che fa le cose giuste ed uno che sbaglia è tutta li
Verissimo però se le mani non vanno non si suona niente
  • anonimo

16-06-20 11.55

@ anonimo
Verissimo però se le mani non vanno non si suona niente
meglio capire ma avere le mani che non vanno o avere le mani che vanno ma non capire una minchia di quello che si sta facendo? emo
  • anonimo

16-06-20 11.57

@ anonimo
meglio capire ma avere le mani che non vanno o avere le mani che vanno ma non capire una minchia di quello che si sta facendo? emo
Come direbbe il Maestro Catalano: meglio avere le mani che vanno ed il cervello che capisce piuttosto che le mani che non vanno ed il cervello che non capisce una minchia emo
  • muzakk
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16-06-20 12.02

@ anonimo
Verissimo però se le mani non vanno non si suona niente
Ecco, da un punto di vista evolutivo " testa" e mani sono cresciuti insieme, si sono modificati entrambi e vicendevolmente nel corso dei millenni. Per cui se le mani non vanno non va manco la testa e viceversa.
  • anonimo

16-06-20 12.08

Comunque per suonare jazz guida la testa, le mani seguono ed eventualmente, nel momento in cui la testa gli chiede qualcosa che non sanno fare, si può tranquillamente raffinare la tecnica.

Il tutto se, e solo se, si impara ad improvvisare senza lo strumento davanti.

Se no le dita prendono il controllo e impediscono alla testa di andare oltre quello che sanno già fare.
  • anonimo

16-06-20 12.11

1) Ascoltare quello che fanno i grandi

2) Estrarne i concetti fondamentali

3) Fischiettare (o canticchiare) le frasi

4) E solo a questo punto mettersi sullo strumento

Eventualmente si può fare un po' di "tira e molla": mentre si approfondisce un concetto metterlo subito sulla tastiera. Ma alternare assolutamente tra tastiera e canto-fischio, se no le dita prendono il sopravvento.
  • anonimo

16-06-20 12.14

Ovviamente tutto ciò non vale per chi nel mondo jazz ci nasce e ci cresce, in tal caso l'apprendimento segue un altro tipo di modalità, più simile a quello di un bimbo che impara a parlare.