Quanto il tastierista può imparare dal chitarrista

  • d_phatt
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26-10-20 17.13

@ 1paolo
Scusa, hai mai sentito Keith Emerson o Rick Wakeman? Direi che anche lì come "musica straripante" non sono messi male..
Ma certo!
Ascolto progressive da sempre, ho ascoltato moltissimo tutti i grandi gruppi e anche molte band secondarie o meno famose.
Non sto mica dicendo che non ci sono stati geni moderni della tastiera...vogliamo parlare dei grandi pianisti jazz? Il thread era riferito specificatamente ai chitarristi. Io ho portato solo un esempio, altri hanno detto i loro.

Entro più nel personale:
Il problema è che nel panorama attuale, se parli di prog in senso stretto, non ci sono molti gruppi "giovani" che mi abbiano preso allo stesso modo di quelli storici, anche italiani. Ci sono cose molto belle che mi piacciono, alcuni lavori di Wilson per esempio, e altre, ma la maggior parte del prog moderno che ho sentito finora su di me non ha grande effetto. Un po' sono cambiato io, un po' è anche che il genere stesso malgrado i vari revival e varie perle qua è là, ha concluso il suo vero periodo d'oro 4 decenni fa.
Motivo per cui negli ultimi anni ho ascoltato molto jazz contemporaneo (oltre a tutto il resto, non disdegno di certo lavori elettronici o pop o altro ben fatti), mentre prima parlando di jazz ascoltavo solo i grandi del passato, al massimo fino a Chick Corea, Jarrett, Hancock). Cercando anche di imparare qualcosa, rubare qualche sonorità, l'uso delle dissonanze, anche se forse l'unica cosa che ho imparato davvero è che non potrò mai essere un vero jazzista emo.
Gli Aristocrats per me si inseriscono in questo discorso, e in loro ho ritrovato sonorità rock (con tanto jazz) "fresche" come non ne sentivo da un po'. I membri sono nel pieno della loro maturità e attività musicale, a differenza dei grandi del progressive per esempio che sono al canto del cigno e non potranno produrre tanto materiale nuovo. Anzi molti di quei gruppi per decenni non sono stati in grado di scrivere musica all'altezza dei loro stessi lavori degli anni '70.
  • pentatonic
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26-10-20 17.47

purtroppo i giganti del prog hanno una componente nostalgica molto marcata.
Pure Wilson, che ho visto live e apprezzo moltissimo, ha una forte dipendenza da quegli anni, ma risulta molto più gradevole e moderno perché si limita a brevi (beh... quasi!) citazioni di brani del passato passando da un quadro all'altro.
un approccio più moderno, insomma.

Gli Aristocrats danno per scontato tutto questo e giocano con generi, sonorità, ritmiche e con cinquant'anni di tradizione musicale. Suonando da spavento!
  • 1paolo
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26-10-20 22.14

@ d_phatt
Ma certo!
Ascolto progressive da sempre, ho ascoltato moltissimo tutti i grandi gruppi e anche molte band secondarie o meno famose.
Non sto mica dicendo che non ci sono stati geni moderni della tastiera...vogliamo parlare dei grandi pianisti jazz? Il thread era riferito specificatamente ai chitarristi. Io ho portato solo un esempio, altri hanno detto i loro.

Entro più nel personale:
Il problema è che nel panorama attuale, se parli di prog in senso stretto, non ci sono molti gruppi "giovani" che mi abbiano preso allo stesso modo di quelli storici, anche italiani. Ci sono cose molto belle che mi piacciono, alcuni lavori di Wilson per esempio, e altre, ma la maggior parte del prog moderno che ho sentito finora su di me non ha grande effetto. Un po' sono cambiato io, un po' è anche che il genere stesso malgrado i vari revival e varie perle qua è là, ha concluso il suo vero periodo d'oro 4 decenni fa.
Motivo per cui negli ultimi anni ho ascoltato molto jazz contemporaneo (oltre a tutto il resto, non disdegno di certo lavori elettronici o pop o altro ben fatti), mentre prima parlando di jazz ascoltavo solo i grandi del passato, al massimo fino a Chick Corea, Jarrett, Hancock). Cercando anche di imparare qualcosa, rubare qualche sonorità, l'uso delle dissonanze, anche se forse l'unica cosa che ho imparato davvero è che non potrò mai essere un vero jazzista emo.
Gli Aristocrats per me si inseriscono in questo discorso, e in loro ho ritrovato sonorità rock (con tanto jazz) "fresche" come non ne sentivo da un po'. I membri sono nel pieno della loro maturità e attività musicale, a differenza dei grandi del progressive per esempio che sono al canto del cigno e non potranno produrre tanto materiale nuovo. Anzi molti di quei gruppi per decenni non sono stati in grado di scrivere musica all'altezza dei loro stessi lavori degli anni '70.
Da tastierista (amatoriale) ho tratto molta ispirazione per es. dai Police per la loro enorme originalità nonostante non avessero le tastiere (anche se, in tanti loro pezzi però erano ben presenti..) https://youtu.be/E2Ni_xoDPnw

Oppure anche i Muse sono un altro esempio https://youtu.be/2jKa_0xnTfU
  • marcoballa
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27-10-20 22.00

pentatonic ha scritto:
I tastieristi mi stufano molto prima dei chitarristi

CONCORDO al 100%! emo
  • d_phatt
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25-12-20 21.01

Riuppo questo thread per condividere questa gemma: erotic cakes
Chi la conosce la troverà scontata, ma se gli altri vogliono farsi 4 risate...i più pigri possono saltare il preludio e andare direttamente al minuto 4:20 per assistere a...emo

È Natale e bisogna anche stemperare l'altra discussione emo
  • giosanta
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25-12-20 22.19

paolo_b3 ha scritto:
Aggiungerei Scott Henderson!

Detto niente... Sentito ad Esca Jazz 2018 (Sant'Angelo all'Esca, AV), in trio con
Romain Labaye – basso elettrico e Archibald Ligonnière – batteria.
Stellari. Perfetti. E non si guardavano neanche in faccia, sembrava che ognuno suonasse per fatti suoi.
Mi impressionato, dopo una prova di quasi un'ora, vedergli poi sostituire, seduto per terra sul palco, molto basso, l'intera cordiera mentra chiacchierava amabilmente con tutti gli appassionati.
Un modo di porsi rispetto al pubblico che nel Jazz ho riscontrato essere molto ricorrente.