23-09-21 09.14
@ gigi78
Vi è mai capitato di "stancarvi" del suono del vostro strumento?
Sia esso elettronico oppure acustico, mi riferisco in particolare a pianoforti e tastiere ma il discorso può essere esteso a qualsiasi strumento;
sarebbe interessante capire quale meccanismo scatta per far si che si crei questa condizione di... "apatia" verso il suono generato dallo strumento;
A me in particolar modo capita col piano acustico (nel mio caso verticale) quando dopo un po' di tempo comincia a non essere più perfettamente accordato.
Con gli strumenti elettronici va a momenti, alcune volte trovo il suono bello, altri giorni mi annoia, per scoprire magari interessante un suono di un vecchio expander non suonato da molto tempo.
Capita anche a voi?
spero di non essere bipolare
Buona Musica a tutti!
Gigi
L’assuefazione dipende molto dalle nostre aspettative in termini di resa acustica degli strumenti in nostro possesso. Dipende anche molto dal genere di musica che componiamo e, talvolta, dai diversi stati d’animo con cui ci avviciniamo agli strumenti.
Ad esempio, c’è una bella differenza tra l’essere orientati a comporre musica basata specificamente su timbriche acustiche, come potrebbe essere una colonna sonora tradizionale, oppure basarsi unicamente su timbriche sintetiche che nulla hanno a che fare con l’acustico (o che non abbiano come obiettivo l’emulazione del timbro acustico).
Nel primo caso, che potrebbe rappresentare la mia situazione, l’obiettivo principale è la verosimiglianza quanto più possibile vicina all’orchestra, in particolare agli archi con tutte le loro innumerevoli articolazioni, al pianoforte, strumento estremamente difficile da riprodurre.
Nel secondo caso, la libertà espressiva, data da una pressoché infinita palette di suoni, concede molte più possibilità, perché, volendo, un’orchestra la si può simulare anche attraverso timbriche sintetiche, con la precisa premessa di non cercare la verosimiglianza, ma solo un ricordo, una sensazione.
L’assuefazione quindi, come dicevo, è più facile avvenga quando ci si scontra con i limiti della tecnologia impiegata per la realizzazione di timbriche emulative. Ad esempio, il progresso tecnologico ha fatto salti da gigante, specialmente negli ultimi periodi, con i modelli fisici ed un timbro di pianoforte campionato di uno stage piano, che fino a 4 o 5 anni mi fa sembrava il non plus ultra, oggi, confrontato con Pianoteq mostra tutti i suoi limiti. Ad esempio, nel 1991 il pianoforte campionato Bösendorfer stava su un floppy da 1,44MB e sembrava anni luce migliore di tutte le possibili emulazioni realizzate con la FM. Il campione di pianoforte di un Roland M-GS64 di quattro anni dopo appare di gran lunga migliore del predecessore. Ascoltati oggi fanno semplicemente orrore.
In merito all’assuefazione delle timbriche non emulative, posso dire che, ad esempio mi sono un po’ stancato della sintesi FM e, di riflesso, anche della FM-X, per il semplice fatto che, oltre ad essere molto ostiche, non consentono di andare al di là delle “solite” sonorità quali pianoforti elettrici, campanelli, campane, bassi sintetici di un certo tipo, pad algidi, brass poco credibili ecc.
In genere, dopo i timbri acustici emulati, non mi stanco delle timbriche provenienti dai sintetizzatori analogici e virtual analog, perché forse rappresentano i suoni con cui sono nato, musicalmente parlando. Ad esempio dei brass e pad di Roland MKS-70 non mi stanco mai, diversamente dai tipici suoni FM che non mi dicono quasi più nulla. Tra i miei sintetizzatori preferiti ci sono ancora Korg Wavestation e la recente versatilissima WaveState.