21-01-22 11.23
@ MicheleJD
Io ho studiato pochissimo ed ho iniziato da bimbo proprio divertendomi con gli arranger. Una casio o farfisa vecchia e fintissima da bimbo.. una psr da ragazzino… una Roland e86 da teenager con cui ho iniziato con i primi gruppi e le prime seratine “tastiera e voce”.
Poi ho abbandonato gli arranger perché mi divertivo troppo!!! nel senso che suonavo ore e ore solo con accordo con la mano sinistra e strofe connla destra..
così facendo mi sono imposto di studiare dì più.
so che si possono usare in altri modi, ma sono sicuro che se ne riprendo una ricado nel “accordi con la sinistra”… e visto che suono poco meglio che impiego il tempo cercando di imparare qualcosa con entrambe le mani.
però che bella la pa4x concordo
Vedo che il mio post volutamente provocatorio (ma non malignamente), ha ridato vita alle discussioni costruttive sugli arranger.
Da bambino, "l'arranger" dei sogni era il bontempi. Oggi farebbe sorridere tante persone, ma all'epoca era un desiderio irraggiungibile,e non per tutti.
Lo sognavo di notte, e quando mi svegliavo volevo tornare nel sogno sperando di poterlo riprendere.
Poi arrivarono gli "organi elettronici con accompagnamenti" : anche loro irraggiungibili come prezzi ecc.
Quando le cose migliorarono economicamente, non sognavo piu' una tastiera con accompagnamenti, ma un sintetizzatore. Questo perche' le tastiere dell'epoca avevano accompagnamenti basici, con pochi ritmi e per giunta meccanici nell'esecuzione (poco umanizzati).
In parallelo pero' studiavo classica sul pianoforte, pur muovendo gia' i primi passi sui synth.
A fine anni 80, inizio 90 Roland presento' la prima serie di arranger con accompagnamenti e suoni piu' realistici : la serie E (E10, E20, Pro E) e successivamente le versioni piu' economiche (E5 ecc).
Una E10 costava 1.3 milioni di lire, ed una E20 costava 1.8 milioni : erano cifre grosse per l'epoca.
Ma la E5 si cominciava a trovare a meno di un milione, e con fatica decisi di prenderla per esercitarmi meglio nei vari stili (usando anche Cubase su Atari per farmi backtrack con solo basso e batteria e qualche ritocco per i brani che mi interessavano)
Gia' allora preferivo usare gli arrangers prevalentemente come supporto per creare basi complete dove esercitarmi suonando per intero i miei strumenti (pianoforte, synth ecc) e solo a tempo perso ci suonavo nel modo semplice (accordo, melodia).
Poi arrivarono gli arrangers con il dischetto, e tra queste la serie WS (gem) con suoni ancora discutibili, e successivamente la WX che era gia' piu' completa. Ne presi una di seconda mano pari al nuovo, e pur continuando tra sintetizzatori e pianoforte, la usavo sempre come supporto.
Oramai grandicello, e con un po' di anni di lavoro sulle spalle, passai alla Tyros1 che fu realmente rivoluzionaria per l'epoca, sia come suoni che come stili e gestione del midi (importante per creare prime ossature sulle quali costruire i miei brani).
Da due anni ho una Pa4x che amo realmente perche' contiene tutto cio' che mi serve per fare i miei lavori, per trarre ispirazione, per avere una base di partenza sul quale costruire il brano ecc.
Insomma l'arranger non l'ho mai inteso come un automatismo che faccia le cose per me, bensi' come qualcosa che mi dia l'ispirazione, mi consenta di tirar giu' un primo scheletro dei brani che intendo costruire (basso, batteria e qualche ritocco ritmico pronta cassa), che successivamente suono in tempo reale seguendo la linea del brano originale (se faccio una cover).
Raramente, mi butto a suonarlo in tempo reale usando gli arrangiamenti gia' pronti. Anche quando voglio suonare per svago, metto in registrazione una sequenza di accordi e successivamente suono a piene mani gli strumenti che vorrei suonare (synth, piano ecc). Spesso il brano mi piace cosi' tanto, che salvo quella sequenza, la esporto su cubase e da li ci costruisco il brano completo, suonando tutte le parti come vanno suonate.
Se devo essere sincero, gli arrangers mi hanno insegnato molto, perche' mi hanno consentito di esercitarmi nell'improvvisazione, nell'essere piu' preciso nelle esecuzioni ecc. nel suonare anche in casa come se avessi un gruppo alle spalle : a patto di non mantenere troppi arzigogoli (semplificare l'arrangiamento escludendo le parti inutili e ripetitive) ecc.
Pero' gran parte della mia esperienza l'ho fatta nelle fasi di studio, nel suonare con i gruppi, nel suonare da solo al pianoforte ecc. : l'arranger e' stato un'aiuto importante, ma a patto di non diventare mai "accompagnamento dipendente".