18-09-19 13.17
Buongiorno. Riesumo questo thread, poichè da poco finalmente sono riuscito a provare con mano entrambi gli strumenti e avrei delle impressioni da condividere.
Innanzitutto premetto che alla fine ho optato per un Korg D1. Il motivo principale è la keybed, che personalmente ho trovato superiore a quella del Numa Stage. A dire la verità, mi è sembrata di superiore a qualsiasi altra meccanica montata sui digitali di fascia bassa che ho provato nella mia vita, compresa quella dello Yamaha P35. Ma procedo con calma, perchè questa mia ricerca di un pianoforte digitale mi ha portato anche a delle riflessioni su certe filosofie commerciali dei produttori di tastiere.
Ho provato per circa 20 minuti il Numa Stage di un mio conoscente e per quasi un'ora il D1 a casa di un amico che lo ha comprato da pochissimo per se stesso. Ho fatto entrambe le prove con lo stesso modello di cuffie professionali che mi sono fatto prestare dal batterista del mio gruppo, che di mestiere fa il fonico. Prima di entrambe le prove, sono stato a casa mia a scaldarmi sul Kawai verticale per un'ora e mezza (con Hanon e il Clavicembalo ben Temperato) per raggiungere una buona "forma pianistica" e poter giudicare al meglio il feeling delle due tastiere.
Va premesso che su entrambi gli strumenti, come prevedibile, essendo delle imitazioni digitali (e non del miglior livello) prive di quell'anima propria dello strumento vero, certe sensazioni pianistiche ce le si può scordare. Ma come ho scritto in precedenza, la mia intenzione non è quella di suonare Chopin su un digitale, ma quella di avere buone sensazioni fisiche nel suonare musica
di altri generi incentrata sul timbro di pianoforte. E allora...
La RH3 del Korg l'ho trovata precisa, sufficientemente responsiva dei miei gesti, e sopratutto "affidabile", nel senso che mi permette di concentrarmi sulla musica suonando con i gesti tecnici che ho imparato ad usare. L'interazione dito-tasto-suono è accettabile per me. Poi certo, se uno vuole andare a "scavare" con il dito sul tasto per cercare un suono che nel Korg D1 non c'è, non lo troverà. Però per i miei bisogni in contesti progressive rock, o di """""jazz""""" c'è quello che serve, con una meccanica ottima. Nel contesto di una band che suona, tante raffinatezze pianistiche vanno perse comunque, e anche in live acustici con brani non eccessivamente esigenti credo che il D1 possa andare benissimo. Tanto, se si vuole la totale ricerca del suono o se in sala arriva Oscar Peterson, non è certo un pianoforte digitale qualsiasi lo strumento adatto.
Il Numa Stage ha dei bei suoni, funzioni da master utilissime e che coprirebbero i bisogni di molte persone secondo me, una dotazione di funzioni e connettori che si trovano solo su prezzi ben più alti. La meccanica non è pessima a mio avviso, è sicuramente usabile, ma semplicemente non al livello della RH3. In molti casi e per molte cose potrebbe andare più che bene.
Però già a provare l'attacco di Canto Nomade per un Prigioniero Politico o scale a una velocità sostenuta si sente la differenza di puro feeling con i tasti, e questo per me conta troppo. Il progressive è un genere che non perdona e ho bisogno di sentire i tasti sotto le dita nella maniera migliore possibile.
In conclusione, sono due strumenti entrambi validi secondo me, e lo Stage è nettamente superiore per chi ritenesse soddisfacente la sua meccanica, che comunque non è male, specie per il peso super contenuto. E da qui passo a delle brevi riflessioni sulle case produttrici di tastiere.