Le parole sono la casa dell’essere

  • keyboard7
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08-04-20 08.55

@ anonimo
Sono d'accordo con te.

In crociera, ad esempio, se fai piano bar non ti fanno usare le basi, che si usano se fai intrettenimento musicale.

La mia era una concessione obtorto collo emo
si avevo capito che la tua era una concessione proprio a voler essere generosi...
però io sono assolutamente drastico ed irremovibile. No basi.
Comunque la pensiamo allo stesso modo emo
  • Raptus
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08-04-20 09.33

@ anonimo
Sono d'accordo con te.

In crociera, ad esempio, se fai piano bar non ti fanno usare le basi, che si usano se fai intrettenimento musicale.

La mia era una concessione obtorto collo emo
Eh ma lì hai anche il contesto che condiziona molto la scena.
In crocera uno si aspetta un certo tipo di atmosfera che riesci a rendere solo con l'acustico.
Nel baretto di paese tra una briscola e l'altra concetti come acustico, pianobar, karaoke si annebbiano perché ...alla gente che li frequenta va bene così.
Io personalmente sono profondamente convinto che il posto influenzi molto come noi viviamo certi momenti e ogni posto ha il suo tipo di musica.
Un posto non vale l'altro e dovremmo essere un po' più attenti al dare la giusta attenzione ai posti che lo meritano (per non parlare dei gestori).
  • anonimo

08-04-20 10.51

@ Raptus
Eh ma lì hai anche il contesto che condiziona molto la scena.
In crocera uno si aspetta un certo tipo di atmosfera che riesci a rendere solo con l'acustico.
Nel baretto di paese tra una briscola e l'altra concetti come acustico, pianobar, karaoke si annebbiano perché ...alla gente che li frequenta va bene così.
Io personalmente sono profondamente convinto che il posto influenzi molto come noi viviamo certi momenti e ogni posto ha il suo tipo di musica.
Un posto non vale l'altro e dovremmo essere un po' più attenti al dare la giusta attenzione ai posti che lo meritano (per non parlare dei gestori).
Considerazioni sagge.

Aggiungerei che in certi contesti una musica troppo "pretenziosa" ci stonerebbe.

Alla festa di paese mi aspetto di ascoltare folk, liscio e al limite un po' di pop fracassone.

Se facessero Mahler (e tutti sapete quanto amo Mahler), ci resterei deluso.
  • Petra
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08-04-20 11.28

Le parole sono, anche, come dei puntini formanti indeterminate immagini e pagine.
  • 1paolo
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08-04-20 12.26

Cyrano ha scritto:
Alla festa di paese mi aspetto di ascoltare folk, liscio

Anche li; ho visto con i miei occhi un terzetto suonare il liscio e revival anni 60 utilizzando il Pc per le parti soliste!! in pratica il "tastierista" faceva l'accompagnamento.. zum pa-pa .. e il mac svisava di fisa e clarino.emo
  • anonimo
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08-04-20 12.29

@ anonimo
Se uno fa una serata di pianobar, deve utilizzare un piano (anche digitale) e la serata deve essere centrata su piano+voce.

Poi ovviamente può fare degli intermezzi di karaoke o di quello che vuole.

Ti racconto una cosa: talvolta in coda alle mie serate di jazz facevo qualche sigla di cartoni animati giapponesi, ma se avessi fatto serate tutte (o prevalentemente) di sigle di cartoni animati giapponesi, avrei potuto pubblicizzarle come “serata jazz”?

Egualmente, se uno basa la sua serata su piano e voce, magari anche facendo un uso discreto di basi, allora sta facendo pianobar, fermo restando che il pianobar propriamente detto è piano e voce secchi.

Se lavora di basi e voce, relegando il piano a mera presenza ornamentale, non sta facendo piano bar.

Usare impropriamente le parole è sbagliato.
Un'amica cantante fa pianobar in Costa Smeralda, accompagnata da un pianista (con piano rigorosamente a coda). Hanno un modulo arranger che utilizzano per 2-3 brani latin, il resto è tutto suonato in acustico.
Una situazione del genere è comunque infinitamente minoritaria nel contesto dell' intrattenimento musicale odierno.
C'è da aggiungere la folta platea dei cantanti chitarristi "unplugged" in solo o duo, che oggigiorno troviamo in molti luoghi una volta deputati ai pianobaristi tradizionali. E anche qui si potrebbe aprire una disamina riguardo al corretto uso delle parole: è giusto definire unplugged una chitarra collegata all' impianto? È corretto definire "acustico" un live in cui si usano chorus, echo, reverbero, delay, loop station, armonizzatori/correttori vocali etc etc etc...? Eppure l'evento è pubblicizzato come "acustico", sul palchetto vedi un tizio con chitarra folk, microfono e una malcelata pedalboard.. tutto pare così rustico e nudo all'ingenuità dell'ascoltatore medio, mica quelle ammiraglie piene di "bottoni" e schermini lcd che a tutto fanno pensare meno che a una situazione verace. Invece sotto sotto, a ben vedere, nei concertini "unplugged" c'è più elettronica digitale che in una workstation.
  • anonimo

08-04-20 12.54

@ anonimo
Un'amica cantante fa pianobar in Costa Smeralda, accompagnata da un pianista (con piano rigorosamente a coda). Hanno un modulo arranger che utilizzano per 2-3 brani latin, il resto è tutto suonato in acustico.
Una situazione del genere è comunque infinitamente minoritaria nel contesto dell' intrattenimento musicale odierno.
C'è da aggiungere la folta platea dei cantanti chitarristi "unplugged" in solo o duo, che oggigiorno troviamo in molti luoghi una volta deputati ai pianobaristi tradizionali. E anche qui si potrebbe aprire una disamina riguardo al corretto uso delle parole: è giusto definire unplugged una chitarra collegata all' impianto? È corretto definire "acustico" un live in cui si usano chorus, echo, reverbero, delay, loop station, armonizzatori/correttori vocali etc etc etc...? Eppure l'evento è pubblicizzato come "acustico", sul palchetto vedi un tizio con chitarra folk, microfono e una malcelata pedalboard.. tutto pare così rustico e nudo all'ingenuità dell'ascoltatore medio, mica quelle ammiraglie piene di "bottoni" e schermini lcd che a tutto fanno pensare meno che a una situazione verace. Invece sotto sotto, a ben vedere, nei concertini "unplugged" c'è più elettronica digitale che in una workstation.
Come hai ragione!

Unplugged è solo se sul palco la corrente elettrica non arriva, fatta eccezione (ma perché oggi mi sento in buona) per il microfono del presentatore.

Se no, usiamo “acoustic”.
  • 1paolo
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09-04-20 09.04

Diciamo anche che la professionalità dovrebbe fare la differenza: se chiedi dei soldi per SUONARE e cantare DEVI farlo!
  • Raptus
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09-04-20 09.20

@ anonimo
Un'amica cantante fa pianobar in Costa Smeralda, accompagnata da un pianista (con piano rigorosamente a coda). Hanno un modulo arranger che utilizzano per 2-3 brani latin, il resto è tutto suonato in acustico.
Una situazione del genere è comunque infinitamente minoritaria nel contesto dell' intrattenimento musicale odierno.
C'è da aggiungere la folta platea dei cantanti chitarristi "unplugged" in solo o duo, che oggigiorno troviamo in molti luoghi una volta deputati ai pianobaristi tradizionali. E anche qui si potrebbe aprire una disamina riguardo al corretto uso delle parole: è giusto definire unplugged una chitarra collegata all' impianto? È corretto definire "acustico" un live in cui si usano chorus, echo, reverbero, delay, loop station, armonizzatori/correttori vocali etc etc etc...? Eppure l'evento è pubblicizzato come "acustico", sul palchetto vedi un tizio con chitarra folk, microfono e una malcelata pedalboard.. tutto pare così rustico e nudo all'ingenuità dell'ascoltatore medio, mica quelle ammiraglie piene di "bottoni" e schermini lcd che a tutto fanno pensare meno che a una situazione verace. Invece sotto sotto, a ben vedere, nei concertini "unplugged" c'è più elettronica digitale che in una workstation.
Esatto la differenza tra acustico e non è il suonare.
Non dobbiamo fermarci alle parole, sennò la gente dovrebbe portarsi dietro sempre e solo un pianoforte "acustico" ad esempio.
Il resto è questione di moda del momento, in questi ultimi anni è esplosa la indie e va forte pure lo stile anglosassone folk pop da strada (alla Ed Sheeran per capirci), quindi nell'immaginario collettivo uno che comunque se la cava in quei contesti è bravo (ammetto che davvero lo è, non è affatto semplice farsi tutto da solo con la loopstation in live).
  • anonimo

09-04-20 09.37

@ Raptus
Esatto la differenza tra acustico e non è il suonare.
Non dobbiamo fermarci alle parole, sennò la gente dovrebbe portarsi dietro sempre e solo un pianoforte "acustico" ad esempio.
Il resto è questione di moda del momento, in questi ultimi anni è esplosa la indie e va forte pure lo stile anglosassone folk pop da strada (alla Ed Sheeran per capirci), quindi nell'immaginario collettivo uno che comunque se la cava in quei contesti è bravo (ammetto che davvero lo è, non è affatto semplice farsi tutto da solo con la loopstation in live).
Giusto.

Esistono degli interessantissimi esempi di intrattenimento, del tutto degni e gradevoli.

Ma non sono piano bar.

Non vedo perché ci sia gente che si ostina a definire un lettore di mp3 come "strumentazione per piano bar".

Uno steinway é strumentazione per piano bar. Uno yamaha P125, al limite.

Un lettore di mp3 é strumentazione per intrattenimento musicale.
  • anonimo
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09-04-20 14.32

Cyrano ha scritto:
Uno yamaha P125, al limite.

Troppo rischioso. Ha un modulo GM integrato e l'audio-over-usb emo
  • cecchino
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09-04-20 14.38

@ anonimo
Cyrano ha scritto:
Uno yamaha P125, al limite.

Troppo rischioso. Ha un modulo GM integrato e l'audio-over-usb emo
emo
E comunque, ragazzi, se continuate così vi faccio la citazione di Moretti in "Palombella rossa" emo
  • clouseau57
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09-04-20 20.09

@ anonimo
Sono d'accordo con te.

In crociera, ad esempio, se fai piano bar non ti fanno usare le basi, che si usano se fai intrettenimento musicale.

La mia era una concessione obtorto collo emo
E' da parecchio che non vai in crociera eh ?
emo
  • anonimo

09-04-20 21.13

@ clouseau57
E' da parecchio che non vai in crociera eh ?
emo
Beh sei sette anni... ma mi ricordo che c’erano almeno due pianisti, uno più jazz ed uno più pop
  • Petra
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12-04-20 07.59

@ anonimo
La pizza è pizza, la focaccia è focaccia.

Buone tutte e due, ma sono cose diverse.

Egualmente il piano bar, che si fa con voce e pianoforte, non è la musica d’intrattenimento, che si fa con basi midi e audio, arrangers e quant’altro.

Possono essere entrambi delle gradevoli forme di intrattenimento, ma non sono la stessa cosa.

Non chiamare “Piano bar” ciò che non lo è, è un’elementare forma di rispetto verso chi il piano bar lo fa.
Penso che quanto esporrò sia pertinente al titolo di questo argomento.
Un tempo pensavo, quando si interpretava una frase in Italiano, un testo Tedesco e Inglese, si volesse "ridicolizzarlo." Esempio: Oggi è veramente una splendida e radiosa giornata! Traduzione: Oggi bella giornata. In sintesi, il modo di comunicare è più diretto, e quindi meno sfumature e parole. Da questa disamina evidenzio la diversità dell'uso delle parole per esprimere i vari sentimenti che tutti pur hanno o possiedono. Se la lingua Italiana è così "minuziosa" , possiamo affermare che è una "ricchezza". Il "bagaglio" di parole permette ancor di più di affermare che le "parole sono la casa dell'essere!" Se è così, perché non si rende universale la lingua Italiana? Come mai la lingua Inglese ha preso quasi il pieno possesso con un modo di parlare "telegrafico" . Se così è, si può affermare che la qualità della cultura dell'essere umano è in fase decrescente?
  • keyboard7
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12-04-20 08.26

@ Petra
Penso che quanto esporrò sia pertinente al titolo di questo argomento.
Un tempo pensavo, quando si interpretava una frase in Italiano, un testo Tedesco e Inglese, si volesse "ridicolizzarlo." Esempio: Oggi è veramente una splendida e radiosa giornata! Traduzione: Oggi bella giornata. In sintesi, il modo di comunicare è più diretto, e quindi meno sfumature e parole. Da questa disamina evidenzio la diversità dell'uso delle parole per esprimere i vari sentimenti che tutti pur hanno o possiedono. Se la lingua Italiana è così "minuziosa" , possiamo affermare che è una "ricchezza". Il "bagaglio" di parole permette ancor di più di affermare che le "parole sono la casa dell'essere!" Se è così, perché non si rende universale la lingua Italiana? Come mai la lingua Inglese ha preso quasi il pieno possesso con un modo di parlare "telegrafico" . Se così è, si può affermare che la qualità della cultura dell'essere umano è in fase decrescente?
Concordo pienamente, la lingua italiana è piena di sfumature che consentono di colorare la frase con una precisione che le altre lingue non hanno, men che meno quella inglese. Ultimamente le cose stanno anche peggiorando se si pensa al linguaggio usato nei messaggetti sms o whatsapp, dove abbondano le parole storpiate e le k al posto del "ch" (ke fai?emo) . Ma l'impoverimento culturale riguarda tutti i comparti, compresi tanti politici (a volte quando parlano sono imbarazzanti), molti giornalisti, ma anche tanti insegnanti e perfino alcuni libri di scuola delle elementari. Quindi in conclusione mi trovi d'accordo: la cultura dell'essere umano è in fase decrescente.
  • markelly2
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12-04-20 08.42

@ Petra
Penso che quanto esporrò sia pertinente al titolo di questo argomento.
Un tempo pensavo, quando si interpretava una frase in Italiano, un testo Tedesco e Inglese, si volesse "ridicolizzarlo." Esempio: Oggi è veramente una splendida e radiosa giornata! Traduzione: Oggi bella giornata. In sintesi, il modo di comunicare è più diretto, e quindi meno sfumature e parole. Da questa disamina evidenzio la diversità dell'uso delle parole per esprimere i vari sentimenti che tutti pur hanno o possiedono. Se la lingua Italiana è così "minuziosa" , possiamo affermare che è una "ricchezza". Il "bagaglio" di parole permette ancor di più di affermare che le "parole sono la casa dell'essere!" Se è così, perché non si rende universale la lingua Italiana? Come mai la lingua Inglese ha preso quasi il pieno possesso con un modo di parlare "telegrafico" . Se così è, si può affermare che la qualità della cultura dell'essere umano è in fase decrescente?
Sull'impoverimento di tutte le lingue sono d'accordo, va di pari passo con l'impoverimento culturale generale.

Sul fatto che l'inglese sia meno ricco dell'italiano, non concordo affatto.
Vorrebbe dire che chi traduce un libro dall'inglese all'italiano ci aggiunge del suo?
La lingua inglese può essere molto più ricca e intensa di quello che leggiamo quotidianamente su internet, i più grandi autori mondiali hanno scritto e scrivono in inglese.
  • Petra
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13-04-20 14.10

KEIBOARD7 e MARKELLY2 - hanno espresso il loro parere; c'è qualche altro Forumer ad unirsi alla discussione?
  • Petra
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14-04-20 12.10

@ Petra
Penso che quanto esporrò sia pertinente al titolo di questo argomento.
Un tempo pensavo, quando si interpretava una frase in Italiano, un testo Tedesco e Inglese, si volesse "ridicolizzarlo." Esempio: Oggi è veramente una splendida e radiosa giornata! Traduzione: Oggi bella giornata. In sintesi, il modo di comunicare è più diretto, e quindi meno sfumature e parole. Da questa disamina evidenzio la diversità dell'uso delle parole per esprimere i vari sentimenti che tutti pur hanno o possiedono. Se la lingua Italiana è così "minuziosa" , possiamo affermare che è una "ricchezza". Il "bagaglio" di parole permette ancor di più di affermare che le "parole sono la casa dell'essere!" Se è così, perché non si rende universale la lingua Italiana? Come mai la lingua Inglese ha preso quasi il pieno possesso con un modo di parlare "telegrafico" . Se così è, si può affermare che la qualità della cultura dell'essere umano è in fase decrescente?
Non ci sono altri ad esporre il proprio pensiero?
  • violino999
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14-04-20 20.45

@ Petra
Non ci sono altri ad esporre il proprio pensiero?
Ho letto con piacere tutte le varie sfumature interpretative. Oggigiorno, alla gente gli importa solo di divertirsi, senza tanto sottilizzare chi cosa è come suona o canta Tanto per dire, dopo 40 anni di ballo liscio, oggi la tendenza dei ballo di gruppo ha talmente preso corpo, che praticamente si ballano tutti i tempi nel solito modo, a mo' di alligalli.