Mini review JX3P

  • ziberto
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14-09-20 23.57

@ giosanta
wildcat80 ha scritto:
Incredibile come fare il contrario, partire cioè da valori moderati, siamo meno efficace come metodo di lavoro.

Perchè la "sottrazione", l'eliminazione del superfluo, è un arte.
"Less is more"... e qui viene fuori l'architetto...
  • fenet
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15-09-20 07.04

@ mima85
wildcat80 ha scritto:
In tutta onestà non capisco perché non abbia avuto questo grande successo, né all'epoca né in fase revival.


Perché è uscito nello stesso periodo in cui è uscito il DX-7, che ha spazzato via completamente gli analogici. Ad accentuare la cosa il fatto che i musicisti si portavano dietro i suoni del synth analogico da più di 10 anni, quindi la voglia di qualcosa di nuovo e rivoluzionario era molto forte. La stessa sorte è toccata al Jupiter 6, uscito anche lui nel 1983. Gran synth ma passato in secondo piano per via della tempistica sfortunata in cui è uscito.

Comunque qualche nome famoso che ha usato il JX-3P c'è, uno è Harold Faltermeyer, per intenderci quello che ha fatto la colonna sonora di Beverly Hills Cop. Nel tema "Axel F", gli accordi suonati in staccato sono fatti su un JX-3P, ed in quello di Fletch la melodia principale è suonata con il preset di "sync lead" del tuo Roland, paro paro com'è uscito di fabbrica.

E poi il JX-3P fa una comparsa durante la scena dell'audizione della band di Marty in Ritorno Al Futuro (è la tastiera nera tutta sulla destra), che vuoi di più? emo
Grande Mima! Ma quante ne sai!Grazie,sempre un piacere leggere i tuoi commenti!emo
  • mima85
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15-09-20 10.25

@ fenet
Grande Mima! Ma quante ne sai!Grazie,sempre un piacere leggere i tuoi commenti!emo
emo
  • wildcat80
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15-09-20 10.28

Comunque, visto il ritardo spazio temporale che ha la mia band principale, con il bassista cantante abbiamo deciso di finire alcune cose rimaste lì per un po', un electropop in cui il JX3P la farà da padrone assieme al Blofeld e a UNO Drum.
  • wildcat80
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16-09-20 20.54

@ wildcat80
Comunque, visto il ritardo spazio temporale che ha la mia band principale, con il bassista cantante abbiamo deciso di finire alcune cose rimaste lì per un po', un electropop in cui il JX3P la farà da padrone assieme al Blofeld e a UNO Drum.
Domani vado a ritirare il programmer e I fader, I 2 tasti arriveranno settimana prossima.
Ho preso il nuovo DT200 Dtronics, esteticamente è sovrapponibile al PG200.
  • wildcat80
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17-09-20 11.37

Arrivato il DT200, provato al volo.
Sebbene la programmazione da pannello non sia così complessa, così è decisamente meglio.
Soprattutto la PWM si riesce a programmare meglio.
A proposito della PWM sul JX3P: fino a un certo punto di detuning suona come una PWM, dopodiché si ottengono i classici suoni di hard sync.
In pratica con il secondo oscillatore intonato all'unisono suona quadra, al di sotto impulsive più o meno strette a seconda del grado di detune, al di sopra classici suoni di hard Sync.
Possiamo dire quindi che la PWM è un hard sync a banda limitata?
  • mima85
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17-09-20 14.37

wildcat80 ha scritto:
Possiamo dire quindi che la PWM è un hard sync a banda limitata?


No, sebbene con alcuni settaggi possano produrre risultati sonori simili, il meccanismo che sta dietro PWM, hard sync e crossmod è profondamente diverso. Elettronicamente la PWM la si ottiene con un comparatore, che è un tipo particolare di amplificatore operazionale che accetta in input due segnali, cioè il segnale su cui lavorare (Vin) ed una tensione di riferimento (Vref). Sono presenti altri due ingressi, di solito denominati V+ e V-, sui quali tipicamente si trova la tensione di alimentazione del circuito sul primo, e la massa (0 volt) o una tensione negativa sul secondo.

Sostanzialmente il lavoro che fa il comparatore è di sputare sull'uscita la tensione V+ qualora quella del segnale in ingresso superi la tensione di riferimento, e V- quando è inferiore. Ragionando in termini binari, sull'uscita si avrà 1 quando Vin > Vref e 0 quando Vin < Vref. Per questo si chiama "comparatore", perché confronta due segnali e ci dice se il primo ha una tensione maggiore del secondo oppure no.

Quindi, ponendo il nostro componente in un circuito alimentato a 10V (quindi V+ = 10V), con il pin V- collegato a massa (0V) e con la tensione di riferimento (Vref) impostata a 5V, se su Vin si mette una tensione di 7V si avranno 10V sull'uscita, perché Vin > Vref. Se su Vin si mettono 3V in uscita si avranno 0V, perché Vin < Vref.

Le cose cominciano a farsi interessanti se in Vin si mette un segnale alternato, quale la dente di sega in arrivo dal nucleo dell'oscillatore di un synth. Ponendo che la dente di sega oscilli nell'intervallo tra 0V e 10V, mettendo Vref a 5V si otterrà in uscita dal comparatore una quadra della stessa frequenza della dente di sega in entrata. Se si mette Vref a 7.5V, in uscita si otterrà la rettangolare al 75%. Se si fa oscillare Vref, si avrà la PWM in movimento. E questo è quello che succede nel synth analogico, dove Vref viene ricavato dalla posizione del parametro Pulse Width sul pannello, ed eventualmente modulato da inviluppi e/o LFO.

L'hard sync invece lavora in modo completamente diverso. Qui, l'oscillatore slave viene continuamente resettato seguendo i cicli periodici del master. Il reset viene fatto scaricando il condensatore di temporizzazione dell'oscillatore slave alla stessa frequenza di quella dell'oscillatore master, oltre che a quella dello slave in se. Quindi, ponendo che le frequenze dei due oscillatori siano in rapporto di 3:4 (diciamo 300 Hz sul master e 400 Hz sullo slave), per ogni ciclo completo di dente di sega che riuscirà a completare l'oscillatore master, lo slave ne farà uno completo più 1/4 del secondo. Ma a quel punto lo slave verrà resettato perché il master ha compiuto il suo periodo di dente di sega, e sarà costretto a ricominciare. Qui è rappresentato graficamente quel che voglio dire.

La cross mod è a sua volta un'altra cosa, qui la frequenza del segnale dell'oscillatore slave è modulata dal segnale in uscita dal master. Questa modulazione si ottiene applicando il segnale di uscita dall'oscillatore master all'entrata Pitch CV dello slave. Per intenderci, quella è l'entrata che determina la frequenza (la nota) che dev'essere emessa dall'oscillatore, che è pilotata dalla tastiera del synth e da LFO/inviluppi. Di fatto la cross mod è una modulazione di frequenza.

Sui Roland JX, la PWM viene ottenuta giocando entro un determinato intervallo molto stretto con la seconda o la terza variazione della cross mod (non ricordo di preciso se la seconda o la terza), la quale è una combinazione di cross mod ed hard sync.
  • d_phatt
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17-09-20 14.53

@ mima85
wildcat80 ha scritto:
Possiamo dire quindi che la PWM è un hard sync a banda limitata?


No, sebbene con alcuni settaggi possano produrre risultati sonori simili, il meccanismo che sta dietro PWM, hard sync e crossmod è profondamente diverso. Elettronicamente la PWM la si ottiene con un comparatore, che è un tipo particolare di amplificatore operazionale che accetta in input due segnali, cioè il segnale su cui lavorare (Vin) ed una tensione di riferimento (Vref). Sono presenti altri due ingressi, di solito denominati V+ e V-, sui quali tipicamente si trova la tensione di alimentazione del circuito sul primo, e la massa (0 volt) o una tensione negativa sul secondo.

Sostanzialmente il lavoro che fa il comparatore è di sputare sull'uscita la tensione V+ qualora quella del segnale in ingresso superi la tensione di riferimento, e V- quando è inferiore. Ragionando in termini binari, sull'uscita si avrà 1 quando Vin > Vref e 0 quando Vin < Vref. Per questo si chiama "comparatore", perché confronta due segnali e ci dice se il primo ha una tensione maggiore del secondo oppure no.

Quindi, ponendo il nostro componente in un circuito alimentato a 10V (quindi V+ = 10V), con il pin V- collegato a massa (0V) e con la tensione di riferimento (Vref) impostata a 5V, se su Vin si mette una tensione di 7V si avranno 10V sull'uscita, perché Vin > Vref. Se su Vin si mettono 3V in uscita si avranno 0V, perché Vin < Vref.

Le cose cominciano a farsi interessanti se in Vin si mette un segnale alternato, quale la dente di sega in arrivo dal nucleo dell'oscillatore di un synth. Ponendo che la dente di sega oscilli nell'intervallo tra 0V e 10V, mettendo Vref a 5V si otterrà in uscita dal comparatore una quadra della stessa frequenza della dente di sega in entrata. Se si mette Vref a 7.5V, in uscita si otterrà la rettangolare al 75%. Se si fa oscillare Vref, si avrà la PWM in movimento. E questo è quello che succede nel synth analogico, dove Vref viene ricavato dalla posizione del parametro Pulse Width sul pannello, ed eventualmente modulato da inviluppi e/o LFO.

L'hard sync invece lavora in modo completamente diverso. Qui, l'oscillatore slave viene continuamente resettato seguendo i cicli periodici del master. Il reset viene fatto scaricando il condensatore di temporizzazione dell'oscillatore slave alla stessa frequenza di quella dell'oscillatore master, oltre che a quella dello slave in se. Quindi, ponendo che le frequenze dei due oscillatori siano in rapporto di 3:4 (diciamo 300 Hz sul master e 400 Hz sullo slave), per ogni ciclo completo di dente di sega che riuscirà a completare l'oscillatore master, lo slave ne farà uno completo più 1/4 del secondo. Ma a quel punto lo slave verrà resettato perché il master ha compiuto il suo periodo di dente di sega, e sarà costretto a ricominciare. Qui è rappresentato graficamente quel che voglio dire.

La cross mod è a sua volta un'altra cosa, qui la frequenza del segnale dell'oscillatore slave è modulata dal segnale in uscita dal master. Questa modulazione si ottiene applicando il segnale di uscita dall'oscillatore master all'entrata Pitch CV dello slave. Per intenderci, quella è l'entrata che determina la frequenza (la nota) che dev'essere emessa dall'oscillatore, che è pilotata dalla tastiera del synth e da LFO/inviluppi. Di fatto la cross mod è una modulazione di frequenza.

Sui Roland JX, la PWM viene ottenuta giocando entro un determinato intervallo molto stretto con la seconda o la terza variazione della cross mod (non ricordo di preciso se la seconda o la terza), la quale è una combinazione di cross mod ed hard sync.
emo
  • wildcat80
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17-09-20 16.34

@ mima85
wildcat80 ha scritto:
Possiamo dire quindi che la PWM è un hard sync a banda limitata?


No, sebbene con alcuni settaggi possano produrre risultati sonori simili, il meccanismo che sta dietro PWM, hard sync e crossmod è profondamente diverso. Elettronicamente la PWM la si ottiene con un comparatore, che è un tipo particolare di amplificatore operazionale che accetta in input due segnali, cioè il segnale su cui lavorare (Vin) ed una tensione di riferimento (Vref). Sono presenti altri due ingressi, di solito denominati V+ e V-, sui quali tipicamente si trova la tensione di alimentazione del circuito sul primo, e la massa (0 volt) o una tensione negativa sul secondo.

Sostanzialmente il lavoro che fa il comparatore è di sputare sull'uscita la tensione V+ qualora quella del segnale in ingresso superi la tensione di riferimento, e V- quando è inferiore. Ragionando in termini binari, sull'uscita si avrà 1 quando Vin > Vref e 0 quando Vin < Vref. Per questo si chiama "comparatore", perché confronta due segnali e ci dice se il primo ha una tensione maggiore del secondo oppure no.

Quindi, ponendo il nostro componente in un circuito alimentato a 10V (quindi V+ = 10V), con il pin V- collegato a massa (0V) e con la tensione di riferimento (Vref) impostata a 5V, se su Vin si mette una tensione di 7V si avranno 10V sull'uscita, perché Vin > Vref. Se su Vin si mettono 3V in uscita si avranno 0V, perché Vin < Vref.

Le cose cominciano a farsi interessanti se in Vin si mette un segnale alternato, quale la dente di sega in arrivo dal nucleo dell'oscillatore di un synth. Ponendo che la dente di sega oscilli nell'intervallo tra 0V e 10V, mettendo Vref a 5V si otterrà in uscita dal comparatore una quadra della stessa frequenza della dente di sega in entrata. Se si mette Vref a 7.5V, in uscita si otterrà la rettangolare al 75%. Se si fa oscillare Vref, si avrà la PWM in movimento. E questo è quello che succede nel synth analogico, dove Vref viene ricavato dalla posizione del parametro Pulse Width sul pannello, ed eventualmente modulato da inviluppi e/o LFO.

L'hard sync invece lavora in modo completamente diverso. Qui, l'oscillatore slave viene continuamente resettato seguendo i cicli periodici del master. Il reset viene fatto scaricando il condensatore di temporizzazione dell'oscillatore slave alla stessa frequenza di quella dell'oscillatore master, oltre che a quella dello slave in se. Quindi, ponendo che le frequenze dei due oscillatori siano in rapporto di 3:4 (diciamo 300 Hz sul master e 400 Hz sullo slave), per ogni ciclo completo di dente di sega che riuscirà a completare l'oscillatore master, lo slave ne farà uno completo più 1/4 del secondo. Ma a quel punto lo slave verrà resettato perché il master ha compiuto il suo periodo di dente di sega, e sarà costretto a ricominciare. Qui è rappresentato graficamente quel che voglio dire.

La cross mod è a sua volta un'altra cosa, qui la frequenza del segnale dell'oscillatore slave è modulata dal segnale in uscita dal master. Questa modulazione si ottiene applicando il segnale di uscita dall'oscillatore master all'entrata Pitch CV dello slave. Per intenderci, quella è l'entrata che determina la frequenza (la nota) che dev'essere emessa dall'oscillatore, che è pilotata dalla tastiera del synth e da LFO/inviluppi. Di fatto la cross mod è una modulazione di frequenza.

Sui Roland JX, la PWM viene ottenuta giocando entro un determinato intervallo molto stretto con la seconda o la terza variazione della cross mod (non ricordo di preciso se la seconda o la terza), la quale è una combinazione di cross mod ed hard sync.
Sul JX3P la PWM la ottieni con l'hardsync, sul JX8P ci sono più varianti crossmod.
  • mima85
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17-09-20 16.45

@ wildcat80
Sul JX3P la PWM la ottieni con l'hardsync, sul JX8P ci sono più varianti crossmod.
Ah OK, ricordavo com'è sul JX-8P dato che ho quello, pensavo che sul JX-3P fosse la stessa cosa.

Comunque il concetto è sempre quello, sfruttare quei parametri che "distorcono" la forma d'onda entro quell'intervallo ristretto che permette di ottenere qualcosa che simuli la PWM.
  • wildcat80
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19-09-20 01.12

Insomma, devo caricare un demo degli strings fatti con il trucchetto PWM, che per inciso non sfigurano rispetto a quelli del Juno...
  • mima85
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19-09-20 19.54

@ wildcat80
Insomma, devo caricare un demo degli strings fatti con il trucchetto PWM, che per inciso non sfigurano rispetto a quelli del Juno...
Se usi il chorus sono praticamente la stessa cosa.
  • synthpanze
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25-09-20 18.39

wildcat80 ha scritto:
Arrivato il DT200, provato al volo.
Sebbene la programmazione da pannello non sia così complessa, così è decisamente meglio.


Come ti trovi con il programmer? La qualità c'è? Hai la terza versione? E' stabile? emo
Ad ogni versione ho notato un imputridimento generale, per selezionare l'ottava prima c'era il tasto, poi un fader e adesso (v3) un potenziometro continuo, per me orribileemo
Stessa cosa per le ondeemo, per me il potenziomentro DEVE essere a scatto, dai video mi sembra continuo, spero di sbagliarmi emo
Altra cosa, knob/copripotenziometri, sono stretti e minuscoli, scelta incredibile rispetto ai precedenti emo
Esteticamente mi pare imbruttito ma almeno è più fedele all'originale emo
Ovviamente non voglio sminuire il tuo acquisto ma solo capire se prenderlo o meno in futuro o in offerta, sicuramente è meglio di niente o di pagare cifre folli per il vecchio.
Ho messo tante faccine sperando che ti piacciano emo
  • wildcat80
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25-09-20 18.49

@ synthpanze
wildcat80 ha scritto:
Arrivato il DT200, provato al volo.
Sebbene la programmazione da pannello non sia così complessa, così è decisamente meglio.


Come ti trovi con il programmer? La qualità c'è? Hai la terza versione? E' stabile? emo
Ad ogni versione ho notato un imputridimento generale, per selezionare l'ottava prima c'era il tasto, poi un fader e adesso (v3) un potenziometro continuo, per me orribileemo
Stessa cosa per le ondeemo, per me il potenziomentro DEVE essere a scatto, dai video mi sembra continuo, spero di sbagliarmi emo
Altra cosa, knob/copripotenziometri, sono stretti e minuscoli, scelta incredibile rispetto ai precedenti emo
Esteticamente mi pare imbruttito ma almeno è più fedele all'originale emo
Ovviamente non voglio sminuire il tuo acquisto ma solo capire se prenderlo o meno in futuro o in offerta, sicuramente è meglio di niente o di pagare cifre folli per il vecchio.
Ho messo tante faccine sperando che ti piacciano emo
È il v3 purtroppo. Peraltro ha un enorme difetto: mi ha fatto tornare in mente il JX03 che avevo venduto per la miniaturizzazione dei controller.
È sicuramente ben costruito, però potevano fare meglio.
I controlli continui non hanno una logica se non il risparmio.
Costa comunque più di 200 euro, non è che lo regalino...
  • synthpanze
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25-09-20 21.32

@ wildcat80
È il v3 purtroppo. Peraltro ha un enorme difetto: mi ha fatto tornare in mente il JX03 che avevo venduto per la miniaturizzazione dei controller.
È sicuramente ben costruito, però potevano fare meglio.
I controlli continui non hanno una logica se non il risparmio.
Costa comunque più di 200 euro, non è che lo regalino...
Ok grazie, no costa più di 250euri questa roba, l'ho visto sempre a questi prezzi poi non so
quindi mi confermi che sono pot continui... orribile
per il resto puoi sempre sostuitire i pomelli...

A sto punto mi dirigerò, anche se quasi impossibile visto che non si trovano, sul v1 e v2 usato e dribblo il v3
  • wildcat80
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26-09-20 10.45

@ synthpanze
Ok grazie, no costa più di 250euri questa roba, l'ho visto sempre a questi prezzi poi non so
quindi mi confermi che sono pot continui... orribile
per il resto puoi sempre sostuitire i pomelli...

A sto punto mi dirigerò, anche se quasi impossibile visto che non si trovano, sul v1 e v2 usato e dribblo il v3
Costa tipo 285 euro dal tedesco, io l'ho preso direttamente da Dtronics pagandolo molto meno