Ma è veramente così difficile insegnarla????

25-05-09 16.52

Asterix ha scritto:
Musica_classica_jazz ha scritto:
Se uno sa improvvisare bene, improvvisa sempre bene.

Non mi trovi d'accordo, delle volte mi vengono fuori delle cose buone e delle volte delle cose inascoltabili, dipende molto dallo stato d'animo, da quanto ti senti libero...


Si, è vera la tua precisazione. E' chiaro che a volte uno è più ispirato è più in forma e improvvisa meglio.
Ho amplificato volontariamente quella frase per far capire il concetto.

Se uno sa scrivere in italiano è normale che a volte gli capita di scrivere una poesia tipo il 5 Maggio e a volte un tema che è meno bello.
Però il messaggio è che se uno sa scrivere si fa sempre capire e scrive cose sensate e comprensibili, al di là del livello di valore artistico puro che si può raggiungere solo in talune situazioni.
Un corridore di 100 metri non va sempre sotto i 10 secondi come un calciatore forte come Totti non sempre gioca da campione.
Non so se è chiaro il concetto.

Asterix ha scritto:
E' questo che voglio fare, e voglio imparare. "Purtroppo" avendo studiato composizione classica (armonia, contrappunto...) capisco che bisogna svincolarsi da certi schemi, ma vedo nel contempo che ci sono delle strutture nei soli, c'è un principio freseologico, c'è una costruzione formale, c'è una curva psicologica di ascolto: intensità, densità di note, di ritmi, tensioni, distensioni, dissonananze non risolte, anticipazioni....non posso smanettare scale su e giù e vedere cosa capita...


Ovviamente lo stile e le forme musicali si sono evolute da Bach ad oggi.
Però se uno analizza le opere di Chopin o quelle di Mozart, Beethoven o di Bill Evans, Charlie Parker o i temi degli standards si rende conto che i concetti della melodia e dell'armonia sono quasi gli stessi.
Sono stae introdotte nuove scale (oltre a quella minore e maggiore), nuovi modi di concepire l'armonia (su accordi- modali - vedi Wayne Shorter e Coltrane ma anche Debussy e Ravel o Bill Evans) ma la melodia si costruisce ancora oggi intorno all'accordo di riferimento.
Poi ci sono delle tecniche di improvvisazione particolari, come quelle free o quelle basate su sovrappossizioni tonali ma rimangono un aspetto marginale.
Ognuno poi svipluppa e sperimenta ed è bene e bello che sia così (ho assistito ad un concerto a Roma, qualche anno fa, di un pianista nero famoso che praticamente suonava al piano le note che una ragazza al telefono emetteva con la voce mentre parlava!)
Ovviamente si tratta di esperimenti come faceva Cage o altri, tra cui Shoenberg.
Ma rimaniamo con i piedi per terra e teniamo presente che la musica da secoli e secoli sta andando avanti con queste regole armonico - melodiche.

---continuo dopo perché non c'è più spazioemo
Edited 25 Mag. 2009 15:09

25-05-09 16.59

Il concetto di imitazione su cui si fonda parte del fraseggio va da Bach a Bill Evans fino ad oggi.
Come anche quello del modo o tono di riferimento.
Come quello del baricentro tonale (tonica-dominante) o delle sotituzioni con la dominante secondaria che usa sia Mozart o Beethoven che Oscar Peterson o Jarrett (per fare esempi - anche Claudio Baglioni).
Il jazz ha arricchito parecchio (e non solo lui) il vocabolario del musicista, andando ad introdurre elementi blues, latini, esotici.
Se su un accordo di Do7 suonate il re (ad inizio frase) è bene che questo vada sul DO o sul MI (note dell'accordo, diventanto una appoggiatura), ma può anche saltare al FA per poi risolvere sul MI (doppia appoggiatura) o anche scendere al RE bemolle per poi risolvere sul DO (nota di passaggio cromatica dopo l'appoggiatura) o anche andare a SI bemolle per poi risolvere sul DO (doppia appoggiatura ma discendente) o anche introdurre il si bequadro dopo il Si bemolle e risolvere sul DO (Doppia appoggiatura discendente con nota di passaggio cormatica) e così via
Suonate tutte queste cose e sentirete che suonano sempre bene perchè le tensioni e dissonanze vengono risolte.

Ora, invece, consideriamo delle cose che suonano male (tensioni non risolte che possiamo considerare degli "errori" melodici).
Il nostro famoso RE (in DO7) lo facciamo andare sul FA e poi sul LA o sul Sol. Il Re non viene risolto. Psicologicamente si crea una tensione che rimane li.
Ora potrebbe anche essere accettata in alcuni casi (pedale melodico - cioè una ripetizione delle stesse note magari con accordi che cambiano sotto) o in altri casi di imitazione...ma ci staima già arrampicando sugli specchi e devono comunque essere cose volute.

Questo solo per parlare del RE in Do7.
Ovviamente ci sono delle rare eccezioni che confermano la regola...
Ricordate che la musica si ascolta con le orecchie ma che è un qualcosa che si percepisce con la psiche oltre che con il cuore)
Edited 25 Mag. 2009 15:02