Gnocchi assortiti

  • toniz1
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03-09-21 17.22

@ paolo_b3
toniz1 ha scritto:
e a "tentare" anche cose nuove...

emo
nel senso che ho fatto qualche tentativo con gruppi "fuori standard" per me (reggae o altro...) ma non e' andata... emoemo
  • WTF_Bach
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03-09-21 17.22

@ markelly2
WTF_Bach ha scritto:
il fatto che la gente non provi questo disgusto, ma anzi ne faccia una questione di "gusto personale" mi lascia attonito ed atterrito.

E se il problema fossi tu? emo
emoemoemo

Non avertene a male, anch'io anni fa schifavo molti generi e artisti, per i motivi più assurdi, ma alla fine tutti riconducibili alla mia "ignoranza".

Oggi l'unica ragione che mi rende insopportabile un artista è la sua più o meno marcata appartenenza al business musicale.
Forse il problema sono davvero io, che ancora conservo la naturale capacità, che alla nascita abbiamo tutti, di saper distinguere il bello dal brutto.


emoemoemo
  • claudio101
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03-09-21 17.43

@ WTF_Bach
Forse il problema sono davvero io, che ancora conservo la naturale capacità, che alla nascita abbiamo tutti, di saper distinguere il bello dal brutto.


emoemoemo
Già, finché non sono arrivati i critici...
  • emidio
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03-09-21 17.48

Allora, spero di farvi cosa gradita... Sperando che la richiesta di voler capire di alcuni sia reale, e non di circostanza, rispetto all'aver già sentenziato in maniera perentoria... emo
Quindi: quali sono i principali motivi per cui i cantanti modificano le vocali?
Premessa: parliamo di cantanti VERI, che quindi sanno esattamente ciò che stanno facendo, e modificano scientemente e consapevolmente le vocali per adattarle a un determinato stile o una determinata esigenza.
1. esigenza stilistica (proprio l'esempio di Giorgia in "Come saprei"). Si tratta di "abbellimento" (secondo alcuni; o di eccessivo manierismo per altri) utilizzato per "muovere" la voce e non renderla sempre uguale: aprendo la "a" fino a farla diventare quasi "o", in quel determinato caso l'emissione sale più in maschera diventando leggermente più mediosa. E' esattamente quello che facciamo quando suoniamo un synth e apriamo il filtro. Non serve ai fini del canto in sè, ma è comunque un artificio utilizzato come abbellimento; il fatto che su alcune persone (tra cui te) ottenga il risultato opposto è cosa assolutamente lecita e comprensibile, ma ricade - appunto! - nel gusto personale di ognuno di noi.
2. esigenza di unicità; gli esempi sono cantanti come Renga o Pelù, che - modificando praticamente sempre le vocali - hanno esasperato uno stile tanto da diventare essi stessi quello stesso stile, in maniera da essere immediatamente riconoscibili e aver trovato il "loro" suono (che piaccia o no)
3. esigenza "meta-musicale", ovvero quando il "significante diventa esso stesso significato". Nel senso che la modifica delle vocali è frutto di una ricerca che esprima essa stessa uno stato d'animo, un'emozione o una determinata condizione, che in questo modo arriva allo spettatore a prescindere dalle parole: Esempi illustri sono le canzoni degli Area magistralmente interpretate da Demetrio Stratos, o "Rospo" del suo discepolo artistico John de Leo nei Quintorigo. Le loro vocali distorte e stravolte, raccontano le stesse emozioni di quelle stesse parole, che - paradossalmente - molto spesso non sono intellegibili quanto il modo in cui vengono cantate.
4. esigenza (meramente) musicale, ovvero quando le vocali vengono sostituite semplicemente per permettere al cantante un controllo maggiore di quel particolare passaggio (solitamente di alta difficoltà), e contestualmente permettere allo spettatore di godere di una nota meno cacofonica rispetto a quella che si avrebbe con la vocale originale. Due esempi, uno su note basse e uno su note alte:
Gino Vannelli, in "Litte bit of Judas", al minuto 1:02 dice "in us all" laddove la vocale "i" (per consentirgli di costruire al meglio quella nota così bassa) viene trasformata in una vocale che sta tra la "e" e la "o".

Esempio su note alte: Loren Allred, nella celeberrima "Never enough", pronuncia sempre "me" MI, finchè non deve tenere la nota e pensare quindi di sostenerla con un (bellissimo) vibrato... E a quel punto (minuto 2.12) il MI diventa magicamente ME:

Non ci sono dubbi che variare le vocali aiuti tantissimo il cantante a salire (o a scendere) oltre le proprie possibilità "naturali".

Spero che questa mia piccola disamina sia stata interessante e istruttiva, e vi lascio con la canzone più difficile che io abbia mai dovuto cantare (e per me vi giuro che è stato un onore!), in cui c'è commistione di diversi stili ("bel canto", power voice, grot) e una enorme carica interpretativa (siccome è canzone tratta da opera rock).

  • markelly2
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03-09-21 18.03

@ emidio
Allora, spero di farvi cosa gradita... Sperando che la richiesta di voler capire di alcuni sia reale, e non di circostanza, rispetto all'aver già sentenziato in maniera perentoria... emo
Quindi: quali sono i principali motivi per cui i cantanti modificano le vocali?
Premessa: parliamo di cantanti VERI, che quindi sanno esattamente ciò che stanno facendo, e modificano scientemente e consapevolmente le vocali per adattarle a un determinato stile o una determinata esigenza.
1. esigenza stilistica (proprio l'esempio di Giorgia in "Come saprei"). Si tratta di "abbellimento" (secondo alcuni; o di eccessivo manierismo per altri) utilizzato per "muovere" la voce e non renderla sempre uguale: aprendo la "a" fino a farla diventare quasi "o", in quel determinato caso l'emissione sale più in maschera diventando leggermente più mediosa. E' esattamente quello che facciamo quando suoniamo un synth e apriamo il filtro. Non serve ai fini del canto in sè, ma è comunque un artificio utilizzato come abbellimento; il fatto che su alcune persone (tra cui te) ottenga il risultato opposto è cosa assolutamente lecita e comprensibile, ma ricade - appunto! - nel gusto personale di ognuno di noi.
2. esigenza di unicità; gli esempi sono cantanti come Renga o Pelù, che - modificando praticamente sempre le vocali - hanno esasperato uno stile tanto da diventare essi stessi quello stesso stile, in maniera da essere immediatamente riconoscibili e aver trovato il "loro" suono (che piaccia o no)
3. esigenza "meta-musicale", ovvero quando il "significante diventa esso stesso significato". Nel senso che la modifica delle vocali è frutto di una ricerca che esprima essa stessa uno stato d'animo, un'emozione o una determinata condizione, che in questo modo arriva allo spettatore a prescindere dalle parole: Esempi illustri sono le canzoni degli Area magistralmente interpretate da Demetrio Stratos, o "Rospo" del suo discepolo artistico John de Leo nei Quintorigo. Le loro vocali distorte e stravolte, raccontano le stesse emozioni di quelle stesse parole, che - paradossalmente - molto spesso non sono intellegibili quanto il modo in cui vengono cantate.
4. esigenza (meramente) musicale, ovvero quando le vocali vengono sostituite semplicemente per permettere al cantante un controllo maggiore di quel particolare passaggio (solitamente di alta difficoltà), e contestualmente permettere allo spettatore di godere di una nota meno cacofonica rispetto a quella che si avrebbe con la vocale originale. Due esempi, uno su note basse e uno su note alte:
Gino Vannelli, in "Litte bit of Judas", al minuto 1:02 dice "in us all" laddove la vocale "i" (per consentirgli di costruire al meglio quella nota così bassa) viene trasformata in una vocale che sta tra la "e" e la "o".

Esempio su note alte: Loren Allred, nella celeberrima "Never enough", pronuncia sempre "me" MI, finchè non deve tenere la nota e pensare quindi di sostenerla con un (bellissimo) vibrato... E a quel punto (minuto 2.12) il MI diventa magicamente ME:

Non ci sono dubbi che variare le vocali aiuti tantissimo il cantante a salire (o a scendere) oltre le proprie possibilità "naturali".

Spero che questa mia piccola disamina sia stata interessante e istruttiva, e vi lascio con la canzone più difficile che io abbia mai dovuto cantare (e per me vi giuro che è stato un onore!), in cui c'è commistione di diversi stili ("bel canto", power voice, grot) e una enorme carica interpretativa (siccome è canzone tratta da opera rock).

Complimenti. Non avrei saputo dirlo meglio, e ovviamente concordo.
  • WTF_Bach
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03-09-21 18.24

@ emidio
Allora, spero di farvi cosa gradita... Sperando che la richiesta di voler capire di alcuni sia reale, e non di circostanza, rispetto all'aver già sentenziato in maniera perentoria... emo
Quindi: quali sono i principali motivi per cui i cantanti modificano le vocali?
Premessa: parliamo di cantanti VERI, che quindi sanno esattamente ciò che stanno facendo, e modificano scientemente e consapevolmente le vocali per adattarle a un determinato stile o una determinata esigenza.
1. esigenza stilistica (proprio l'esempio di Giorgia in "Come saprei"). Si tratta di "abbellimento" (secondo alcuni; o di eccessivo manierismo per altri) utilizzato per "muovere" la voce e non renderla sempre uguale: aprendo la "a" fino a farla diventare quasi "o", in quel determinato caso l'emissione sale più in maschera diventando leggermente più mediosa. E' esattamente quello che facciamo quando suoniamo un synth e apriamo il filtro. Non serve ai fini del canto in sè, ma è comunque un artificio utilizzato come abbellimento; il fatto che su alcune persone (tra cui te) ottenga il risultato opposto è cosa assolutamente lecita e comprensibile, ma ricade - appunto! - nel gusto personale di ognuno di noi.
2. esigenza di unicità; gli esempi sono cantanti come Renga o Pelù, che - modificando praticamente sempre le vocali - hanno esasperato uno stile tanto da diventare essi stessi quello stesso stile, in maniera da essere immediatamente riconoscibili e aver trovato il "loro" suono (che piaccia o no)
3. esigenza "meta-musicale", ovvero quando il "significante diventa esso stesso significato". Nel senso che la modifica delle vocali è frutto di una ricerca che esprima essa stessa uno stato d'animo, un'emozione o una determinata condizione, che in questo modo arriva allo spettatore a prescindere dalle parole: Esempi illustri sono le canzoni degli Area magistralmente interpretate da Demetrio Stratos, o "Rospo" del suo discepolo artistico John de Leo nei Quintorigo. Le loro vocali distorte e stravolte, raccontano le stesse emozioni di quelle stesse parole, che - paradossalmente - molto spesso non sono intellegibili quanto il modo in cui vengono cantate.
4. esigenza (meramente) musicale, ovvero quando le vocali vengono sostituite semplicemente per permettere al cantante un controllo maggiore di quel particolare passaggio (solitamente di alta difficoltà), e contestualmente permettere allo spettatore di godere di una nota meno cacofonica rispetto a quella che si avrebbe con la vocale originale. Due esempi, uno su note basse e uno su note alte:
Gino Vannelli, in "Litte bit of Judas", al minuto 1:02 dice "in us all" laddove la vocale "i" (per consentirgli di costruire al meglio quella nota così bassa) viene trasformata in una vocale che sta tra la "e" e la "o".

Esempio su note alte: Loren Allred, nella celeberrima "Never enough", pronuncia sempre "me" MI, finchè non deve tenere la nota e pensare quindi di sostenerla con un (bellissimo) vibrato... E a quel punto (minuto 2.12) il MI diventa magicamente ME:

Non ci sono dubbi che variare le vocali aiuti tantissimo il cantante a salire (o a scendere) oltre le proprie possibilità "naturali".

Spero che questa mia piccola disamina sia stata interessante e istruttiva, e vi lascio con la canzone più difficile che io abbia mai dovuto cantare (e per me vi giuro che è stato un onore!), in cui c'è commistione di diversi stili ("bel canto", power voice, grot) e una enorme carica interpretativa (siccome è canzone tratta da opera rock).

Bel commento, ma che non inficia alcuni fatti incontestabili

1) in qualunque conservatorio dell’universo mondo un cantante che solo provasse a pronunciare “mûûæî” verrebbe espulso con ignominia

2) “mûûæî” o la bocca piena di gnocchi non hanno alcuna funzione tecnica che riguardi l’emissione. Alcune lievi variazioni del peso delle vocali è ammissibile, ma latrati e muggiti no.

3) il bello artistico esiste, e “mûûæî” così come la bocca piena di gnocchi non ne fanno parte

Quello che penso di Renga, Pelù ed anche Stratos e di molti che vengono oggi idolatrati come “geni della musica” è roba che se la dicessi mi arresterebbero.

Resto del parere che certe abiezioni, distruggendo la capacità delle masse di riconoscere il bello dal brutto, si sono fatte complici della tragedia in cui versa la società odierna.
  • WTF_Bach
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03-09-21 18.32

Chiaramente se si parte dal presupposto che il bello ed il brutto non esistono, il bene ed il male non esistono, 2+2 può fare ciò che ci piace secondo il nostro "gusto personale", un panino di McDonald é altrettanto buono di un piatto di lasagne fatte con tutti i crismi, gli armonici naturali non esistono e Bach é tanto valido quanto i Sex Pistols, allora abbasso le mani.

Ci meritiamo questa società dove siamo costretti a vivere, però abbiamo la decenza di non lamentarcene.
  • Sbaffone
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03-09-21 18.57

@ WTF_Bach
Chiaramente se si parte dal presupposto che il bello ed il brutto non esistono, il bene ed il male non esistono, 2+2 può fare ciò che ci piace secondo il nostro "gusto personale", un panino di McDonald é altrettanto buono di un piatto di lasagne fatte con tutti i crismi, gli armonici naturali non esistono e Bach é tanto valido quanto i Sex Pistols, allora abbasso le mani.

Ci meritiamo questa società dove siamo costretti a vivere, però abbiamo la decenza di non lamentarcene.
sei rimasto ai canti di madre badessa, evolviti emo
  • monika_A3
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03-09-21 19.01

WTF_Bach ha scritto:
però abbiamo la decenza di non lamentarcene


Scusate se m'intrometto, visto che sono stonata come un citofono rotto: ma a voi cosa ne pare di quest'interpretazione (credo abbastanza apprezzata dai più, a suo tempo)?

Tecnicamente, presumo che Del Monaco avesse tutte le carte per emettere vocali praticamente perfette: secondo voi in casi come questo è una questione di puro gusto? emo Se è così allora neanch'io mi lamento... anzi: mi arrendo! emo
  • WTF_Bach
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03-09-21 19.15

@ monika_A3
WTF_Bach ha scritto:
però abbiamo la decenza di non lamentarcene


Scusate se m'intrometto, visto che sono stonata come un citofono rotto: ma a voi cosa ne pare di quest'interpretazione (credo abbastanza apprezzata dai più, a suo tempo)?

Tecnicamente, presumo che Del Monaco avesse tutte le carte per emettere vocali praticamente perfette: secondo voi in casi come questo è una questione di puro gusto? emo Se è così allora neanch'io mi lamento... anzi: mi arrendo! emo
Un FILINO enfatico… ma almeno non muggisce.

Qui si contiene di più… scurisce le vocali, ma non le storpia.

Ma ok, questa musica è la stessa cosa di Satisfaction e la voce di Del Monaco ha lo stesso valore di quella di Mick Jagger… pura questione di “gusto personale”.
  • WTF_Bach
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03-09-21 19.16

@ Sbaffone
sei rimasto ai canti di madre badessa, evolviti emo
Sapessi che tormento accompagnare le suore con l’armonium…
  • WTF_Bach
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03-09-21 19.33

Anche Corelli era bravino, certo non come Eros Ramazzotti, ma bravino comunque…
  • WTF_Bach
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03-09-21 19.38

E poi questo Gligli, non vale un decimo di Piero Pelù...
  • paolo_b3
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03-09-21 19.48

Senza andare troppo sul "sacro", a me è sempre piaciuto Alberto Rabagliati.
  • WTF_Bach
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03-09-21 19.49

@ paolo_b3
Senza andare troppo sul "sacro", a me è sempre piaciuto Alberto Rabagliati.
Molto bravo
  • emidio
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03-09-21 19.51

@ WTF_Bach
Bel commento, ma che non inficia alcuni fatti incontestabili

1) in qualunque conservatorio dell’universo mondo un cantante che solo provasse a pronunciare “mûûæî” verrebbe espulso con ignominia

2) “mûûæî” o la bocca piena di gnocchi non hanno alcuna funzione tecnica che riguardi l’emissione. Alcune lievi variazioni del peso delle vocali è ammissibile, ma latrati e muggiti no.

3) il bello artistico esiste, e “mûûæî” così come la bocca piena di gnocchi non ne fanno parte

Quello che penso di Renga, Pelù ed anche Stratos e di molti che vengono oggi idolatrati come “geni della musica” è roba che se la dicessi mi arresterebbero.

Resto del parere che certe abiezioni, distruggendo la capacità delle masse di riconoscere il bello dal brutto, si sono fatte complici della tragedia in cui versa la società odierna.
Cioè davvero di fronte all’argomento “canto moderno” tu mi tiri fuori il conservatorio come metro di paragone?
Io non ho davvero più nulla da aggiungere.
  • WTF_Bach
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03-09-21 20.02

@ emidio
Cioè davvero di fronte all’argomento “canto moderno” tu mi tiri fuori il conservatorio come metro di paragone?
Io non ho davvero più nulla da aggiungere.
Perché di fronte all'argomento "ingegneria" cosa si deve tirar fuori se non la facoltà di ingegneria?

PS Il "canto moderno" non esiste. Nell'alveo della musica dei bianchi (per la musica afroamericana il paradigma é diverso perché é diverso l'organo fonatorio dei neri), esistono brani musicali più o meno moderni, ed adattamenti marginali dello strumento che si limitano alla copertura o meno della voce di testa.
  • WTF_Bach
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03-09-21 20.06

E non abbiamo ancora toccato l’abisso dell’ignominia: Bocelli.
  • emidio
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03-09-21 20.19

@ WTF_Bach
Perché di fronte all'argomento "ingegneria" cosa si deve tirar fuori se non la facoltà di ingegneria?

PS Il "canto moderno" non esiste. Nell'alveo della musica dei bianchi (per la musica afroamericana il paradigma é diverso perché é diverso l'organo fonatorio dei neri), esistono brani musicali più o meno moderni, ed adattamenti marginali dello strumento che si limitano alla copertura o meno della voce di testa.
Ok, hai ragione.
  • WTF_Bach
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03-09-21 20.22

@ emidio
Ok, hai ragione.
No, hai ragione tu: Pelù è la stessa cosa di Corelli, e Mozart non è, forse, al livello dei Beatles.

E sopratutto, esistono una serie di armonici antica ed una moderna…come ho fatto a non accorgermene fino ad oggi?