Musica live nei locali: il mio pensiero

  • anonimo

11-09-19 21.38

@ markelly2
Sì scusa, è chiaro, non volevo offendere.
Però qui dalle mie parti vedo ottimi jazzisti che finiscono spesso a suonare in ristoranti e trattorie, davvero.
Non mi sembra il luogo migliore per musicisti di quella caratura.
Ma se proprio deve essere, che almeno non accada che loro devono suonarci il martedì, e invece il sabato è garantito alla cover band di Ligabue.
emo
guarda io vedo a suonare anche il lunedi jazz in un ristorante basta che paghino il dovuto
  • anonimo

11-09-19 21.39

@ markelly2
Sì scusa, è chiaro, non volevo offendere.
Però qui dalle mie parti vedo ottimi jazzisti che finiscono spesso a suonare in ristoranti e trattorie, davvero.
Non mi sembra il luogo migliore per musicisti di quella caratura.
Ma se proprio deve essere, che almeno non accada che loro devono suonarci il martedì, e invece il sabato è garantito alla cover band di Ligabue.
emo
Purtroppo se a tante persone, forse alla maggior parte, piace di più andare a sentire una Cover Band di Ligabue invece che un Concerto Jazz o di Musica Classica, è da attribuirsi all'estrema ignoranza musicale che c'è oggi nel pubblico medio di un qualsiasi concerto. La stessa ignoranza che fa dire a tanti che Giovanni Allevi è un bravissimo Pianista ed un genio della Musica o che fa sì che molti vadano matti per la musica di Gigi D'Alessio...
  • giosanta
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11-09-19 22.16

@ markelly2
Guarda che la tutela legale del titolo esiste gia. Infatti per insegnare musica, o pittura ecc., devi averlo, cosí come per fare un concorso in un'orchestra pubblica e cosí via.
Viceversa la libertà dell'espressione artistica non può essere subordinata ad un titolo.
Per esporre ad una personale un pittore, o scultore, dovrebbe allora esibire all'ingresso il diploma dell'Accademia di Belle Arti? Un poeta la Laurea in Lettere?
Gli Ordini Professionali sono altra cosa. Sono emanazioni del Ministero di Giustizia e il loro scopo è tutelare la committenza. Appartenendo ad uno di essi so cosa implica, visto che timbro e firmo un atto per assumerne la responsabilità in sede civile e penale, dall'illecito urbanistico sino all'omicidio colposo, ed a chiedermi conto del mio operato è proprio l'Ordine che, tramite la Commissione di Disciplina, se lo ritiene, mi manda avanti al Giudice.
Altro è il discorso in ambito fiscale, dove c'è il nocciolo della questione, visto che "professionista" è colui che da quell'attività (professione) ricava tutto o la gran parte del suo reddito, e ci paga le tasse; tutt'altra cosa per l'amatore o dilettante che dir si voglia, indipendentemente dal "tasso tecnico" che con i titoli spesso c'entra poco.
Il rapporto ambiguo tra questi due approcci è spesso, se non sempre, la causa di quanto lamenti.
Parere personale, s'intende.
  • zaphod
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11-09-19 23.43

@ anonimo
zaphod ha scritto:
Professionismo, nella musica dal vivo, non vuole dire solo avere il diploma.
Significa anche arrivare puntuali all'appuntamento con il locale, limitare al minimo indispensabile il soundcheck, intrattenere un pubblico, rispettare (nei limiti) le esigenze di chi ci paga, conoscere i brani, non arrivare sul palco ubriachi, non far passare tempi estenuanti tra un brano e l'altro, presentare un buon prodotto finito, compilare il borderò e non dileguarsi facendo finta di niente, fatturare.


beh hai dato una bella sfoltita emo
esatto emo
Il fine di Markelly ma da punto di vista diverso. emo
  • markelly2
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11-09-19 23.46

giosanta ha scritto:
la libertà dell'espressione artistica non può essere subordinata ad un titolo

Un ossimoro, se faccio le cover di Vasco e Ligabue. emo

giosanta ha scritto:
Per esporre ad una personale un pittore, o scultore, dovrebbe allora esibire all'ingresso il diploma dell'Accademia di Belle Arti? Un poeta la Laurea in Lettere?

Non mi sembra una situazione equiparabile a suonare cover in un esercizio commerciale.
Quando anche i quadri vengano esposti in un pub, sarebbero quadri originali, non certo copie. Per cui niente esibizione di titoli di studio.


  • alemar78
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12-09-19 09.00

zaphod ha scritto:
Professionismo, nella musica dal vivo, non vuole dire solo avere il diploma.
Significa anche arrivare puntuali all'appuntamento con il locale, limitare al minimo indispensabile il soundcheck, intrattenere un pubblico, rispettare (nei limiti) le esigenze di chi ci paga, conoscere i brani, non arrivare sul palco ubriachi, non far passare tempi estenuanti tra un brano e l'altro, presentare un buon prodotto finito, compilare il borderò e non dileguarsi facendo finta di niente, fatturare.
Queste sono cose che se fossi un proprietario di un locale esigerei, e pertanto cerco di offrirle. E non hanno nulla a che vedere con il diploma. Che poi il diploma possa garantire un minimo livello qualitativo, sono d'accordo anch'io. Come sono d'accordo con Cyrano che una buona parte di jazzisti sarebbe tagliata fuori.
Vedrei meglio una sorta di esame di abilitazione, ma lo dico tanto per chiacchierare, perchè credo che oltre l'utopico non si andrà.

Condivido nel merito, ma questo non professionismo è professionalità e sono due cose profondamente diverse
  • anonimo

12-09-19 09.47

markelly2 ha scritto:
3- per ottenere la licenza per cover occorre che tutti i componenti del gruppo abbiano un diploma di musica.
4- per la licenza di musica propria, il diploma non è necessario, basta pagare un forfait minimo ma non nullo, in modo da scoraggiare i non veramente interessati.


Pensa che, una volta (adesso non è più così), era esattamente il contrario: per iscriversi alla SIAE come Compositore, cioè come Autore di Musiche, era obbligatorio avere ALMENO il Diploma di Teoria e Solfeggio. E, in effetti, questa cosa aveva un suo perché: per comporre, per scrivere Musica, devi conoscere almeno la Teoria Musicale ed il Solfeggio, altrimenti rischi di scrivere delle castronerie. Come dire che per fare lo scrittore devi almeno conoscere la Grammatica e la Sintassi della Lingua Italiana...
  • cecchino
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12-09-19 10.27

lucablu ha scritto:
una volta (adesso non è più così), era esattamente il contrario: per iscriversi alla SIAE come Compositore, cioè come Autore di Musiche, era obbligatorio avere ALMENO il Diploma di Teoria e Solfeggio

Una volta quando? Io mi sono scritto come compositore melodista trascrittore (facendo un esame i sede) più di 35 anni fa e non mi hanno mai chiesto alcun titolo...
  • mike71
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12-09-19 10.33

lucablu ha scritto:
Purtroppo se a tante persone, forse alla maggior parte, piace di più andare a sentire una Cover Band di Ligabue invece che un Concerto Jazz o di Musica Classica, è da attribuirsi all'estrema ignoranza musicale che c'è oggi nel pubblico medio di un qualsiasi concerto. La stessa ignoranza che fa dire a tanti che Giovanni Allevi è un bravissimo Pianista ed un genio della Musica o che fa sì che molti vadano matti per la musica di Gigi D'Alessio...

Questo e` il problema, fondamentalmente. Lo dico da utente della musica e non da professionista.
Se nei locali arrivano le tribute band e la gente e` contenta chi gestisce i locali e le fiere si orienta su un certo tipo di proposta. Interessa loro riempire il locale.

Poi ci sono un sacco di ottimi gruppi che fanno anche cover, e specie nel jazz e nel blues direi che la cover e` basilare, ed anzi si vede la bravura degli interpreti a rifare un brano in modo diverso. Pero` se ci sono gruppi che per mestiere si mettono a fare le tribute facendosi magari pagare poco, ed alle persone che sono sedute ai tavoli va bene cosi` ed a loro nulla cambia se sul palco sale uno bravo, alla fine si va cosi`.

Poi anche a Torino, situazione che conosco, ci sono dei locali che vanno controcorrente, come il Pub 82, il Blah Blah, lo Spazio 211, l'Hiroshima, il Jazz Club, il cafe` des artes, il Padiglione 14, Gilgamesh ... che hanno una frequentazione diversa di pubblico rispetto alla disco risto pizza o birreria. Hanno probabilmente un pubblico ed una frequentazione piu` di nicchia.


Non e` che mettendo delle barriere all'ingresso ed inserendo piu` burocrazia le cose migliorino, anzi. A quel punto un locale potrebbe decidere tout court di mettere un DJ set.
Basta vedere che cosa sta succedendo cn la nuova normativa sui mercatini per gli hobbisti, quelli veri.
Semplicemente dovendo fare richiesta in bollo e dover dare un elenco degli oggetti venduti, i mercatini dei radioamatori, quelli veramente fatti da hobbisti, non sono piu` stati fatti a Torino e quello di Moncalvo e` stato spostato in area privata a Casale e riservato ai radioamatori. (quindi cari amici chitarristi non radioamatori, se per caso avevate bisogno di 12BY7 o di una EZ81 per il vostro ampli siete fregati...)
  • vin_roma
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12-09-19 10.49

@ cecchino
lucablu ha scritto:
una volta (adesso non è più così), era esattamente il contrario: per iscriversi alla SIAE come Compositore, cioè come Autore di Musiche, era obbligatorio avere ALMENO il Diploma di Teoria e Solfeggio

Una volta quando? Io mi sono scritto come compositore melodista trascrittore (facendo un esame i sede) più di 35 anni fa e non mi hanno mai chiesto alcun titolo...
Probabilmente sei stato iscritto come melodista trascrittore, compositore comportava la composizione di due brani in stile pianistico in continuità con la traccia data, che non era neanche semplice.
Io, all'epoca, feci quest'ultimo e avevo ancora solo la licenza di armonia e contrappunto organistico, se portavo il diploma avrei evitato d'ufficio l'esame, ma non era una condizione discriminante ai fini della carica di compositore, si evitava solamente l'esame.
  • cecchino
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12-09-19 11.02

@ vin_roma
Probabilmente sei stato iscritto come melodista trascrittore, compositore comportava la composizione di due brani in stile pianistico in continuità con la traccia data, che non era neanche semplice.
Io, all'epoca, feci quest'ultimo e avevo ancora solo la licenza di armonia e contrappunto organistico, se portavo il diploma avrei evitato d'ufficio l'esame, ma non era una condizione discriminante ai fini della carica di compositore, si evitava solamente l'esame.
Ricordo vagamente di aver scritto due composizioni (armonia e melodia) e sicuramente c'era una traccia per ciascuna ma non ricordo fossero difficili. Riguarderò gli incartamenti ma probabilmente hai ragione tu.
  • vin_roma
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12-09-19 11.21

@ cecchino
Ricordo vagamente di aver scritto due composizioni (armonia e melodia) e sicuramente c'era una traccia per ciascuna ma non ricordo fossero difficili. Riguarderò gli incartamenti ma probabilmente hai ragione tu.
Forse entrambi...
Le qualifiche erano:
Melodista non trascrittore
Melodista trascrittore
Compositore.

Cosa gli importasse se sapevi scrivere o no, non lo so ma, intervenendo in altro forum su un dibattito sui plagi mi ritrovai a battibeccare con un tal sig. Capone...
Il punto era proprio sul furto di musica perpetrato da chi sapeva scrivere ai danni di chi componeva ad orecchio.
Bene, il sig. "Capone" alla fine si svelò e mi disse: sono Don Backy! E all'epoca del 'Clan', con Celentano, molte giovani leve vennero truffate, lui stesso, da questo inghippo: se non sapevi scrivere musica non potevi depositare a tuo nome alla SIAE! Assurdo! gli dissi ...e invece mi confermò. Nel Clan il 'colto' era Detto Mariano che si intestò tutte le canzoni dei tanti artisti del Clan, Don Backy compreso, con l'impegno di mostrare e dividere gli incassi con i reali autori tramite una carta privata... Sono ancora in causa, lui (Don Backy) e molti altri.
  • cecchino
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12-09-19 14.30

vin_roma ha scritto:
Forse entrambi...
Le qualifiche erano:
Melodista non trascrittore
Melodista trascrittore
Compositore.

Secondo il sito SIAE la mia qualifica è "compositore melodista", tanto per aumentare il casino (io ricordo che ai tempi c'era scritto anche trascrittore, boh!) emoemoemo
Altra chicca è (o almeno era, non so se le cose sono cambiate) la possibilità di evitare l'esame come autore della parte letteraria se in possesso di laurea... ma la mia è in materia scientifica che non c'entra nulla con la scrittura di testi di canzoni (il primo che ha pensato "ma che caxxo" ha tutta la mia comprensione emo)
  • benjomy
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12-09-19 16.25

@ markelly2
Guarda, ti mando la fotocopia della proposta di legge che ho appena depositato in parlamento!
emo
beh.. se vuoi regolamentare qualcosa, o lo fai bene oppure peggiori le cose...
  • zaphod
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12-09-19 19.54

@ alemar78
zaphod ha scritto:
Professionismo, nella musica dal vivo, non vuole dire solo avere il diploma.
Significa anche arrivare puntuali all'appuntamento con il locale, limitare al minimo indispensabile il soundcheck, intrattenere un pubblico, rispettare (nei limiti) le esigenze di chi ci paga, conoscere i brani, non arrivare sul palco ubriachi, non far passare tempi estenuanti tra un brano e l'altro, presentare un buon prodotto finito, compilare il borderò e non dileguarsi facendo finta di niente, fatturare.
Queste sono cose che se fossi un proprietario di un locale esigerei, e pertanto cerco di offrirle. E non hanno nulla a che vedere con il diploma. Che poi il diploma possa garantire un minimo livello qualitativo, sono d'accordo anch'io. Come sono d'accordo con Cyrano che una buona parte di jazzisti sarebbe tagliata fuori.
Vedrei meglio una sorta di esame di abilitazione, ma lo dico tanto per chiacchierare, perchè credo che oltre l'utopico non si andrà.

Condivido nel merito, ma questo non professionismo è professionalità e sono due cose profondamente diverse
thanks, mi hai fatto riflettere e venire in mente questo articolo, che pur trattando di fotografia (nella fattispecie distingue tra fotografo professionista e amatore) si può benissimo applicare anche alla musica.
  • radjuice
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13-09-19 09.55

@ markelly2
Musica dal vivo nei locali (non piazze, sagre, altri eventi, solo locali commerciali, tipo bar, ristoranti, luoghi generici dove si vende merce per profitto)

Ecco la mia idea (utopica emo)

1- obbligo di una "licenza" per suonare dal vivo.
2- distinzione tra licenza per cover e licenza per musica propria originale.
3- per ottenere la licenza per cover occorre che tutti i componenti del gruppo abbiano un diploma di musica.
4- per la licenza di musica propria, il diploma non è necessario, basta pagare un forfait minimo ma non nullo, in modo da scoraggiare i non veramente interessati.
5- Il committente proprietario del locale sceglie i musicisti tra coloro in possesso della licenza (tramite liste gestite da cooperative di musicisti).
6- multe salate a chi suona e fa suonare persone senza licenza.
7- multe salate a chi suona e fa suonare musica che non rientra tra la musica permessa dalla licenza.

Così la professionalità viene premiata.
Niente gente improvvisata che ruba il lavoro a chi lo merita.
Sì fa la giusta distinzione tra musica-intrattenimento e musica-arte.
Chi suona per la gloria non viene confuso con chi suona per i soldi.
Fine delle diatribe sul tema, specialmente qui sul forum! emo
Finalmente si avrebbe lo sviluppo di società musicali che perseguono il bene della musica e dei musicisti.

Insomma, io vedo solo lati positivi.

Voi che ne pensate?
emo
Di tutte le boiate lette nell'arco della mia vita, questa é una di quelle storiche e in particolare mi riferisco ai punti 3 e 4.
Sul punto 3 é stato detto abbastanza, ma dimentichi che in qualsiasi arte ci sono sempre state grandi menti con cui nemmeno il miglior diplomato poteva competere! emo
Sul punto 4 tu dimentichi che ci sono un sacco di leggende viventi e non, senza diploma di musica, dinanzi ai quali ti devi inchinare pure se tieni 10 diplomi. Caro amico, ci sono cose che non si possono comprare, studiare o far valere con un misero diploma: o ce l'hai o non ce l'hai e voler limitare l'arte come libera espressione o proibirla a chi ha scelto altri percorsi é un mero limite da dilettanti. emo
Il professionista serio, non si sente derubato e comunque lavora a livelli dove certi basaioli possono al massimo fare i "segaioli".
Il problema in genere ce l'hanno quelli che si sentono musicisti o quei diplomati musicisti solo sulla carta che non riescono ad andare oltre il bar dell'angolo, non perché qualcuno gli ruba il lavoro, ma proprio per i propri limiti, siano essi musicali, interattivi, manageriali o quant'altro.

In breve io penso che tu stia chiedendo la morte della musica, ecco cosa stai chiedendo e nient'altro. Della serie l'importante é avere il pezzo di carta poi vali o non vali, é irrilevante... ma dai, spero che tu stia scherzando!
Se proprio vuoi che accetti la tua lista devi aggiungere un punto 8: Se il musicista che si esibisce suona da cani, siamo autorizzati a sparagli, allora possiamo parlarne. Ma poi voglio vedere quanti diplomati si sentiranno davvero in grado di esibirsi emo
Aggiungerei anche un punto 9: multe salatissime a quei musicisti dotati di licenza (perché hanno un diploma) se invece di suonare fanno suonare le basi. Si perché se sei musicista diplomato, cioé uno che suona, devi suonare, devi dare farina del tuo sacco e non cullarti sullo sgabellino mentre l'elettronica lavora. emo

Un mero diploma non garantisce di gran lunga professionalitá perché questa va oltre uno straccio di carta! Idem per Musica-Arte, non é uno straccio di carta che fa l'arte, ma piuttosto quegli elementi che non puoi comprare e non puoi imparare, quella é vera arte, non illuderti troppo... Infine ricorda che porre dei limiti che piú che limiti sono vera e propria oppressione (se non soppressione), non ha mai creato sviluppo, semmai ha frenato sempre il procedere delle cose.
Quello che tu chiedi al massimo regalerebbe al mondo un enorme quantitá di musica sterile, spesso eseguita da esecutori prettamente tecnico-didattici e chi se ne frega del talentoche magari ´ha dovuto scegliere un'altro percorso.

Il tutto resta ovviamente un mio umile parere.
  • Petra
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13-09-19 10.52

L'uomo è stracarico di convenzioni. Le convenzioni sono necessarie per un "vivere" civile. Le convenzioni devono, o meglio, dovrebbero, predisporre e tutelare l'esercizio della individuale "libertà" , in particolar modo quando questa "libertà", non reca danno al prossimo. Nell'esercitare qualunque forma di "arte" ci deve sempre albergare la individuale "libertà!" L'assenza della libertà, priva l'interesse alle nuove scoperte! A mio modesto umano giudizio, ritengo che tutti possano fare musica. Ognuno dovrebbe farsi scrupolo di presagire se l'accoglimento può essere gradito dagli ascoltatori, quindi esplicarlo di conseguenza. Le Arti sono un completamento del piacere al vivere. Questo "piacere/solletico" deve essere praticato da tutti coloro che desiderano gustarne il suo effetto! E' fondamentale la "Libertà!"
  • lipzve
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13-09-19 11.11

Se suonasse solo chi è diplomato, non avremmo avuto gente come Oscar Peterson.

Cioè, un nomignolo a caso eh, null'altro.

Ma a me piace vederla così:

Di fronte a uno come Peterson, sapete chi ha il diploma dove lo potrebbe mettere?
  • anonimo

13-09-19 11.24

lipzve ha scritto:
Se suonasse solo chi è diplomato, non avremmo avuto gente come Oscar Peterson.

O Erroll Garner (Autodidatta), o Vangelis (Autodidatta), o Paul Mc Cartney (Autodidatta), e tanti, tanti altri...
  • lipzve
  • Membro: Expert
  • Risp: 2114
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13-09-19 11.29

@ anonimo
lipzve ha scritto:
Se suonasse solo chi è diplomato, non avremmo avuto gente come Oscar Peterson.

O Erroll Garner (Autodidatta), o Vangelis (Autodidatta), o Paul Mc Cartney (Autodidatta), e tanti, tanti altri...
Ma certamente, ce ne sono tantissimi!

E che dire di Gillespie la cui tromba storta è dovuta allo schiacciamento accidentale da parte di un furgoncino, se non ricordo male, e lui ha continuato a suonarla, poi, una volta "fatti i soldi" ha voluto brevettare quel tipo di tromba.
Figurarsi se uno così poteva permettersi il consevratorio

Che poi, i diplomati siano mediamente più bravi e colti dei della media dei non diplomati, qui mi trovate assolutamente d'accordo.

Ma da qui a dire che solo i diplomati dovrebbero suonare mi pare un tantino arrogante.
Deve suonare chi è in grado di produrre buona musica.