Ma quanti gioccattoli avete?

  • ziokiller
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15-01-10 23.27

Io sono d'accordo sia con Stefano che con Ozy ma anche con am0, però, vi prego, mettetevi d'accordo fra di voi. Qualcuno è d'accordo con me?...

  • SavateVoeanti
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15-01-10 23.27

probabilmente tra 100 anni ci vedranno come dei esseri superiori che sapevano usare una parte del cevello in piu che ti permette come per magia di suonare emo ooOOOooohhh!!

un po come le streghe nel medioevo per noi....solo che di loro non ci sono dei documenti, invece di noi ci sono degli incredibili filmati....tutto vero, nessun trucco!...questa gente superiore aveva il potere di suonare!!!emo
Edited 15 Gen. 2010 22:29
  • giacomo_torino
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15-01-10 23.27

@ am0
stesgarbi ha scritto:
In effetti, 3d come questo (che è l'ennesimo della serie) finiscono quasi sempre per scadere in considerazioni "moralistiche" (o pseudo-tali) della serie: [.....] ai miei tempi non avevamo nulla ... oggi tutti hanno la pappa pronta, si è perso il senso del sacrificio"[/c] ... ecc. ecc.


Io per primo tendo a fare questi discorsi, infatti penso che purtroppo sia proprio così, ma non perchè i giovani si sono rammolliti, semplicemente perchè non c'è più bisogno di "saper fare", c'è chi fa per te al meglio, e questo porta ad annichilire gli stimoli ad imparare. Ma non è colpa loro.

E' vero che i discorsi si ripetono di generazione in generazione, ma solo perchè andiamo sempre nella stessa direzione, non sto parlando del genere musicale, sto parlando del progresso.

Un esempio paradossale per spiegare cosa intendo: stanno mettendo a punto una serie di algoritmi per comandi vocali e voice to text. Magari tra qualche generazione non sarà più necessario saper scrivere. Ti sembra così assurdo?emo


Con questo non voglio assolutamente generalizzare colpevolizzando i giovani, anzi, vorrei che vivessero il loro tempo in modo intelligente, con la curiosità di capire.
Anche solo come vola una farfallaemo
un post da thanks... emo
  • giacomo_torino
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15-01-10 23.28

@ ziokiller
Io sono d'accordo sia con Stefano che con Ozy ma anche con am0, però, vi prego, mettetevi d'accordo fra di voi. Qualcuno è d'accordo con me?...

io... io.... ma non so quanti sono d'accordo con me...emo
  • salvafunk
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15-01-10 23.38

io sono figlio del " data entry", ai "miei tempi" le tastiere erano nere, con 20 tasti ed un display.

Avevano gia 100, 200, 300 preset. La pappa era comunque pronta. parlo della fine anni '80 inizio '90

Avrei comunque potuto non interessarmi al " sacro fuoco" della programmazione, già allora non era più necessario.

Certo che ogni generazione vive il proprio tempo, tanto è vero che mi aspetto sempre che la tecnologia fassi passi avanti nella ricerca di novità per i musicisti.
Si cerca soltanto di trasmettere cio' che anche oggi possa essere utile. E secondo il mio modesto parere seppur possa sembrare uno speco di tempo, sforzarsi di comprendere e riutilizzare le tecniche di sintesi da al musicista una marcia in più , consente una migliore applicazione pratica delle proprie idee.
Insieme al proprio studio della tecnica musicale da una completezza maggiore, che puo' risultare vincente.
Non voglio assolutamente dire che "prima era meglio", pero' si chiede semplicemente un po' più di curiosità
( e di applicazione...)
tutto qui....
  • anumj
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16-01-10 00.23

Gli anni del data entry, che vanno grosso modo dalla prima metà degli 80 fino alla prima metà dei 90, sono stati paradossalmente gli anni più importanti e più prolifici per la programmazione dei synth. Avete mai visto una libreria completa del DX7? Del D50 o dell'M1? Centinaia di migliaia di suoni programmati dalle case produttrici (card e floppy costosissimi) da terze parti spesso firmati da artisti eccezionali.

Si trattava cmq di strumenti con 32/64/128 locazioni di memoria, i preset di fabbrica se pur molto originali e affascinanti (chi ricorda la prima volta che ha acceso un m1 e suonato il program universe? emo ) erano molto restrittivi. Avevi per forza di cose l'esigenze di smanettare e sbattere le corna su quei display spartani, quei menu e sottomenu spesso causa di nevrosi.
Poi arrivo' l'atari, il mac e infine qualche pc con cui fare editng via midi.

Ora, limitatamente al discorso sulla conoscenza delle sintesi e delle tecniche di programmazione, è innegabile notare come le nuove generazioni si siano sedute troppo di fronte alla loro tastiera a navigare tra i 1000 e passa preset di fabbrica già pronti e abbiano ovviamente dedicato meno tempo a capire cosa realmente c'è dentro il loro strumento. E' un dato di fatto, basta leggere qualsiasi forum qui e all'estero.

Non ridurrei quindi ad una mera questione di possibilità economiche e di maggiore benessere rispetto al passato (gli incapaci che potevano comprare un T8 o un Memory per arredare il salotto buono c'erano anche allora).

Cio' non vuol dire che i giovani siano incapaci, tutt'altro. Come ho già detto, per me i giovani sono molto fortunati oggi a disporre di queste tecnologie e delle info sul web, ma il rischio è che se tutto questo tesoro non converge verso una dimensione di consapevolezza, si perde e compie danni irreparabili alla parte creativa dell'individuo, atrofizzando ogni stimolo positivo.
Questa quantità di dati e di strumenti che ci viene fornita oggi, se non è correttamente metabolizzata diventa "obesità musicale", un surplus che invece di aiutarti ti condanna all'indecisione continua, alla mancanza perenne di identità musicale e sonora, alla paralisi delle idee e dei progetti musicali in genere.
  • salvafunk
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16-01-10 00.38

@ anumj
Gli anni del data entry, che vanno grosso modo dalla prima metà degli 80 fino alla prima metà dei 90, sono stati paradossalmente gli anni più importanti e più prolifici per la programmazione dei synth. Avete mai visto una libreria completa del DX7? Del D50 o dell'M1? Centinaia di migliaia di suoni programmati dalle case produttrici (card e floppy costosissimi) da terze parti spesso firmati da artisti eccezionali.

Si trattava cmq di strumenti con 32/64/128 locazioni di memoria, i preset di fabbrica se pur molto originali e affascinanti (chi ricorda la prima volta che ha acceso un m1 e suonato il program universe? emo ) erano molto restrittivi. Avevi per forza di cose l'esigenze di smanettare e sbattere le corna su quei display spartani, quei menu e sottomenu spesso causa di nevrosi.
Poi arrivo' l'atari, il mac e infine qualche pc con cui fare editng via midi.

Ora, limitatamente al discorso sulla conoscenza delle sintesi e delle tecniche di programmazione, è innegabile notare come le nuove generazioni si siano sedute troppo di fronte alla loro tastiera a navigare tra i 1000 e passa preset di fabbrica già pronti e abbiano ovviamente dedicato meno tempo a capire cosa realmente c'è dentro il loro strumento. E' un dato di fatto, basta leggere qualsiasi forum qui e all'estero.

Non ridurrei quindi ad una mera questione di possibilità economiche e di maggiore benessere rispetto al passato (gli incapaci che potevano comprare un T8 o un Memory per arredare il salotto buono c'erano anche allora).

Cio' non vuol dire che i giovani siano incapaci, tutt'altro. Come ho già detto, per me i giovani sono molto fortunati oggi a disporre di queste tecnologie e delle info sul web, ma il rischio è che se tutto questo tesoro non converge verso una dimensione di consapevolezza, si perde e compie danni irreparabili alla parte creativa dell'individuo, atrofizzando ogni stimolo positivo.
Questa quantità di dati e di strumenti che ci viene fornita oggi, se non è correttamente metabolizzata diventa "obesità musicale", un surplus che invece di aiutarti ti condanna all'indecisione continua, alla mancanza perenne di identità musicale e sonora, alla paralisi delle idee e dei progetti musicali in genere.
non fa una grinza.....emo
  • MadDog
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16-01-10 00.45

salvafunk ha scritto:
a volte mi spaventa aprire un 3d del tipo " LFO questo sconosciuto" non perchè ho l'arroganza di credere
che ci sia poche persone che ne capiscano, ma ho il presentimento che ci siano sempre e solo le solite persone ad interessarsene.
Le persone vogliose di conoscere elementi tecnici importanti, a volte un po' ostici sono sempre di meno....



Ammetto che l'LFO rimane il più grande mistero di un sintetizzatore, per uno che approccia per la prima volta! emo

Sarebbe bello che la stanza tecnica diventasse meno "consigli per gli acquisti" e più "consigli per smanettare", non ricordo se fu Piccolonoglobal o PJ84 a far notare quanti (non) ti cagano se non chiedi consigli su cosa acquistare!
Ed è triste.

Io so che per quello che faccio, ciò che ho in casa mi basta e quasi avanza, però ultimamente ho avuto un po' di tempo a disposizione e ho ricominciato a programmare l'unica ws che ho (della quale avevo perso i suoni 1 annetto fa), e ho incominciato a capirci qualcosa in maniera intelligente.
In più con qualche VA in vst si ha modo di entrare meglio nella conoscenza dei parametri fondamentali (che spesso sappiamo vengono bypassati nelle ws!).

Mi piacerebbe aprire 3d nella stanza tecnica con scritto "consigli su come preparare dei bei pad/lead/synth fx..." in modo che chi ha un discreto bagaglio d'esperienza alle spalle, come te, Ziokiller, Anumj, Aldo, Miglio77, etc... ma anche tanti altri, possano indirizzare noi novellini. (a dir la verità, una volta c'ho provato, ma con scarsi risultati)!

Poi sarebbe anche bello che siano a volte "i maestri" a partire con l'insegnare, senza che qualcuno debba chiedere!
Certo, tempo permettendo e tutto il resto...

Comunque a me dei libri di Cosimi non mi frega nulla... io quel poco che so fare con un VA e esplorando i vari menu dell'Equinox, lo devo a voi che state qui dentro! E mi va bene così!
A dimostrazione che qui non ti prendono attacchi di GAS!! Beh, non solo... emoemo
  • stesgarbi
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16-01-10 01.26

@ anumj
Gli anni del data entry, che vanno grosso modo dalla prima metà degli 80 fino alla prima metà dei 90, sono stati paradossalmente gli anni più importanti e più prolifici per la programmazione dei synth. Avete mai visto una libreria completa del DX7? Del D50 o dell'M1? Centinaia di migliaia di suoni programmati dalle case produttrici (card e floppy costosissimi) da terze parti spesso firmati da artisti eccezionali.

Si trattava cmq di strumenti con 32/64/128 locazioni di memoria, i preset di fabbrica se pur molto originali e affascinanti (chi ricorda la prima volta che ha acceso un m1 e suonato il program universe? emo ) erano molto restrittivi. Avevi per forza di cose l'esigenze di smanettare e sbattere le corna su quei display spartani, quei menu e sottomenu spesso causa di nevrosi.
Poi arrivo' l'atari, il mac e infine qualche pc con cui fare editng via midi.

Ora, limitatamente al discorso sulla conoscenza delle sintesi e delle tecniche di programmazione, è innegabile notare come le nuove generazioni si siano sedute troppo di fronte alla loro tastiera a navigare tra i 1000 e passa preset di fabbrica già pronti e abbiano ovviamente dedicato meno tempo a capire cosa realmente c'è dentro il loro strumento. E' un dato di fatto, basta leggere qualsiasi forum qui e all'estero.

Non ridurrei quindi ad una mera questione di possibilità economiche e di maggiore benessere rispetto al passato (gli incapaci che potevano comprare un T8 o un Memory per arredare il salotto buono c'erano anche allora).

Cio' non vuol dire che i giovani siano incapaci, tutt'altro. Come ho già detto, per me i giovani sono molto fortunati oggi a disporre di queste tecnologie e delle info sul web, ma il rischio è che se tutto questo tesoro non converge verso una dimensione di consapevolezza, si perde e compie danni irreparabili alla parte creativa dell'individuo, atrofizzando ogni stimolo positivo.
Questa quantità di dati e di strumenti che ci viene fornita oggi, se non è correttamente metabolizzata diventa "obesità musicale", un surplus che invece di aiutarti ti condanna all'indecisione continua, alla mancanza perenne di identità musicale e sonora, alla paralisi delle idee e dei progetti musicali in genere.
La tua tesi può essere condivisibile, ma non in tutti i casi e comunque solo in parte.

Noi "tastierai", forse tendiamo a vedere la realtà un po' troppo con l'ottica del "tastieraio".
Conoscere il proprio strumento è importante: di conseguenza, un tastierista dovrebbe saper programmare almeno decentemente i synth che usa.

Ma nella musica, non ci sono solo i tastieristi.

Chitarristi, bassisti, batteristi, pianisti, fiatisti, violinisti, flautisti . . . ecc. ecc., fino arrivare ai cultori di strumenti antichi . . . costoro fanno certamente musica, anche senza saper programmare un synth e senza utilizzare (se non marginalmente) le tecnologie "stellari" di oggi.

Si può essere musicisti anche a prescindere dalla conoscenza di un LFO.

La programmazione dei synth fa parte della musica . . . ma NON E' la musica.
La musica è un qualcosa di molto più vasto.

E poi, tra gli stessi tastieristi, oggi si vanno riscoprendo certe "sonorità dell'origine": hammond, Rhodes, Wurly , piano acustico ecc. ecc., tant'è che tu stesso hai osservato come oggi un certa parte della produzione si stia nuovamente orientando, con successo, su strumenti che riproducono pochi suoni, che però richiedono intrinsecamente una buona "capacità di suonare".
Un synth, pieno riverberi, delay ed effetti vari (magari con "tappetone" sotto) può coprire certe magagne . . . un hammond o un rhodes difficilmente perdonano chi non sa padroneggiare la tastiera.

Quanto alle nuove tecnologie, se da un lato il rischio dell' "obesità musicale" può in effetti verificarsi, va anche detto che alcune di queste tecnologie hanno costituito un forte stimolo alla creatività: si pensi, ad esempio, alla possibilità di registrare con buona qualità in multitraccia su un normale computer di casa.
Ciò consente oggi, a chiunque, di "buttare giù" idee musicali anche complesse, senza dovere spendere molto tempo e denaro in sale di registrazione (cosa inevitabile e costosissima, solo venti - trent'anni fa).

Quanto infine alla consapevolezza, personalmente continuo a credere che chi davvero ha "la musica in testa" acquisti inevitabilmente una sua consapevolezza, che lo porta in ogni caso a ricercare le sue sonorità, anche districandosi tra milioni di presets già belli confezionati, imparando alla fine a "modellare" (chi più chi meno) i suoni per adattarli alla sua idea.

Poi, per carità, c'è (e ce ne sono sempre di più) chi "fa musica" solo per gioco, perchè magari canticchia bene e si porta dietro l'arranger pieno zeppo di basi midi, con cui d'estate fa "piano bar" o "karaoke" a puro scopo ludico, senza alcun progetto musicale.
Ma qui, forse, esuliamo dal campo della Musica.

Stefano
Edited 16 Gen. 2010 0:30
  • anonimo

16-01-10 17.55

ziokiller ha scritto:
Io sono d'accordo sia con Stefano che con Ozy ma anche con am0, però, vi prego, mettetevi d'accordo fra di voi


geniale! emoemoemo

quanto alla storia "dagli 8 ai 22 anni"...

... nessuno ha mai sentito nominare la parola "insegnante"?

Ok.

"Allenatore", dice qualcosa?

Ahhh.....

Maliziosi...

Sapete che nel medioveo con le streghe bruciavano anche le pettegole? emo


Infine: qualcuno ha parlato di una "parte di cervello in più grazie alla quale sappiamo suonare".

Stai scherzando?

La parte di cervello IN MENO grazie alla quale sappiamo suonare, vuoi dire...

emo

Edited 16 Gen. 2010 16:56
  • stesgarbi
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16-01-10 18.10

ozy ha scritto:
Infine: qualcuno ha parlato di una "parte di cervello in più grazie alla quale sappiamo suonare".

Stai scherzando?

La parte di cervello IN MENO grazie alla quale sappiamo suonare, vuoi dire...

emoemo
Favoloso!
Questa è una masima storica.
In termini scientifici:
"IL talento musicale di un'individuo è inversamente proporzionale alla sua massa cerebrale"
emo
Edited 16 Gen. 2010 17:11
  • anonimo

16-01-10 18.46

no, non proprio.

chi ha passato un esame di armonia sa che il cervello ci vuole, eccome.

ma c'è una PARTE di cervello che a altri impedisce di muovere le dita in sincrono con le orecchie (lo so, perché hanno le mani, hanno le orecchie, ma non sanno collegarli. Ci dev'essere qualcosa in mezzo che inibisce una funzione assolutamente naturale).

Noi non abbiamo questa specifica ingombrante propaggine cerebrale ("callo dello stonato?" boh... avrà un nome latino, di sicuro).

Secondo mia moglie, è la stessa parte di cervello che ad altri fa controllare il saldo della carta di credito, o che a altri fa muovere la testa da destra a sinistra ripetutamente, e ruotare l'indice, davanti a un nuovo synth costoso o alla proposta di una serata che implica la notte fuori con il furgone --> emo

Siamo deficitari di quel bulbo specifico


Edited 16 Gen. 2010 17:48
  • gibbs
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16-01-10 18.52

@ stesgarbi
emoemoemo
emoemoemo



P.s.
certo che non li ho letti, i tuoi synth . . . narcisista come sono, leggo sempre e soltanto la "mia lista" . . .heheheheh emoemo
Edited 14 Gen. 2010 19:01
almeno tu sai cos'è il proslogion