Trump 47° presidente USA

paolo_b3 01-05-25 11.01
@ Sbaffone
Pensa che le aziende big americane vanno bene e stanno rilasciando buone trimestrali, il calo della borsa è dovuto solo al biondo
Avrà fatto bene i suoi conti... emoemoemo
Bob_Braces 26-06-25 19.49
@ paolo_b3
Avrà fatto bene i suoi conti... emoemoemo
Non intervengo mai in questi thread, ma stiamo parlando di un paese che è diventato 'sta roba qui
Lo era anche prima? Non sono certo un americanista, ma mi pare di no.
Questo al di là di come la si possa pensare su dazi, immigrati, aborto, ecc
paolo_b3 26-06-25 21.04
@ Bob_Braces
Non intervengo mai in questi thread, ma stiamo parlando di un paese che è diventato 'sta roba qui
Lo era anche prima? Non sono certo un americanista, ma mi pare di no.
Questo al di là di come la si possa pensare su dazi, immigrati, aborto, ecc
L'ho già scritto, finalmente negli Stati Uniti dove i poteri sono meno ripartiti, si comincerà a capire cosa significa andare in una certa direzione.
d_phatt 27-06-25 22.02
@ paolo_b3
L'ho già scritto, finalmente negli Stati Uniti dove i poteri sono meno ripartiti, si comincerà a capire cosa significa andare in una certa direzione.
+1. Scena incommentabile...
Ilaria_Villa 28-06-25 14.46
@ Bob_Braces
Non intervengo mai in questi thread, ma stiamo parlando di un paese che è diventato 'sta roba qui
Lo era anche prima? Non sono certo un americanista, ma mi pare di no.
Questo al di là di come la si possa pensare su dazi, immigrati, aborto, ecc
Prendersela con disabili gravi e gravissimi: davvero vergognoso. In compenso, Trump ha deciso di perdonare i delinquenti che hanno assaltato il Campidoglio.
stesgarbi 30-07-25 18.06
paolo_b3 ha scritto:
L'ho già scritto, finalmente negli Stati Uniti dove i poteri sono meno ripartiti, si comincerà a capire cosa significa andare in una certa direzione.

Caro Paolo, sono pienamente d'accordo con te.
A distanza di qualche mese dalla sua ascesa alla Casa Bianca, la figura di TRUMP mi appare sempre più oscura, inquietante, preoccupante.
E non è tanto per la questione dei dazi, ma proprio per le esternazioni di questo individuo, per i suoi discorsi, per i modi di fare, per le azioni che compie.
Inquietante!
E' il prodotto dell'America degli eccessi..... ma gli USA sono un gigante, che può divenire assai pericoloso.
Spero che alle prossime elezioni di mid term venga opportunamente "ridimensionato" nel Congresso..

Per quanto mi riguarda, Trump mi sta facendo riflettere sui rischi di un'elezione diretta del Premier in Italia.
Credo (IMHO) sia preferibile mantenere l'assetto di una democrazia parlamentare, con alcuni correttivi volti a limitare la possibilità che i governi siano resi instabili da mere "manovre di palazzo" o "cambi di casacca".
.
In sostanza, va bene che un Partito (o una Coalizione) indichi esplicitamente un "candidato in pectore" alla Presidenza del Consiglio, ma il voto dei cittadini dovrebbe comunque riguardare l'elezione dei Parlamentari e non quella del Premier.
Ed il posizionamento di ogni Partito (da solo o all'interno di una Coalizione), così come il suo programma, dovrebbe essere chiaro e vincolante prima delle elezioni, per evitare situazioni confuse come quelle che stiamo oggi vedendo in Francia.
E' giusto che il cittadino sappia che, votando per questo o quel partito, voterà per un certo orientamento di governo e per un certo tipo di programma, e non per un qualcosa di indefinito che dice "votami per questo", salvo poi ritrovarselo magari "alleato di Governo", per mera convenienza di potere, con chi ha programmi e orientamenti opposti .

Il Potere al servizio della Politica (e dei cittadini).... non viceversa.

Mi pare anche giusto che, formato un Governo, non si cominci dal giorno dopo a "lavorare" per farlo cadere, come troppe volte si è visto negli ultimi anni, altrimenti nessun esecutivo potrà portare avanti programmi di medio periodo.
La caduta di un governo dovrebbe essere ben regolata, prevista in ipotesi specifiche e "tassative" (non suscettibili di "interpretazione estensiva") nel qual caso vi sarebbe l'obbligatorietà di nuove elezioni politiche.

In sostanza, il mio "modello ideale" sarebbe quello di una democrazia dell'alternanza, moralmente fondata sul rispetto reciproco e sulla legittimazione dell'avversario politico, nella quale i governi vengono formati in Parlamento sulla base di accordi ed orientamenti programmatici vincolanti per i Partiti, definiti prima delle elezioni, con Governi che di regola durano 5 anni e poi vengono confermati o mandati a casa con le successive elezioni politiche alla scadenza naturale.
Ovidio 30-07-25 18.41
@ paolo_b3
L'ho già scritto, finalmente negli Stati Uniti dove i poteri sono meno ripartiti, si comincerà a capire cosa significa andare in una certa direzione.
Anche da noi la direzione è la medesima. Date le ultime dichiarazioni nel centrodestra, azzardo un pronostico: Piersilvio prossimo premier presidenzialista. Prepariamoci ad altri 20 anni di berlusconismo (2.0).
paolo_b3 30-07-25 19.59
@ Ovidio
Anche da noi la direzione è la medesima. Date le ultime dichiarazioni nel centrodestra, azzardo un pronostico: Piersilvio prossimo premier presidenzialista. Prepariamoci ad altri 20 anni di berlusconismo (2.0).
Cosa ti fa pensare che un figlio di Berlusconi voglia candidarsi in politica e quali sono gli effetti negativi che potrebbero prodursi?
paolo_b3 30-07-25 20.03
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
L'ho già scritto, finalmente negli Stati Uniti dove i poteri sono meno ripartiti, si comincerà a capire cosa significa andare in una certa direzione.

Caro Paolo, sono pienamente d'accordo con te.
A distanza di qualche mese dalla sua ascesa alla Casa Bianca, la figura di TRUMP mi appare sempre più oscura, inquietante, preoccupante.
E non è tanto per la questione dei dazi, ma proprio per le esternazioni di questo individuo, per i suoi discorsi, per i modi di fare, per le azioni che compie.
Inquietante!
E' il prodotto dell'America degli eccessi..... ma gli USA sono un gigante, che può divenire assai pericoloso.
Spero che alle prossime elezioni di mid term venga opportunamente "ridimensionato" nel Congresso..

Per quanto mi riguarda, Trump mi sta facendo riflettere sui rischi di un'elezione diretta del Premier in Italia.
Credo (IMHO) sia preferibile mantenere l'assetto di una democrazia parlamentare, con alcuni correttivi volti a limitare la possibilità che i governi siano resi instabili da mere "manovre di palazzo" o "cambi di casacca".
.
In sostanza, va bene che un Partito (o una Coalizione) indichi esplicitamente un "candidato in pectore" alla Presidenza del Consiglio, ma il voto dei cittadini dovrebbe comunque riguardare l'elezione dei Parlamentari e non quella del Premier.
Ed il posizionamento di ogni Partito (da solo o all'interno di una Coalizione), così come il suo programma, dovrebbe essere chiaro e vincolante prima delle elezioni, per evitare situazioni confuse come quelle che stiamo oggi vedendo in Francia.
E' giusto che il cittadino sappia che, votando per questo o quel partito, voterà per un certo orientamento di governo e per un certo tipo di programma, e non per un qualcosa di indefinito che dice "votami per questo", salvo poi ritrovarselo magari "alleato di Governo", per mera convenienza di potere, con chi ha programmi e orientamenti opposti .

Il Potere al servizio della Politica (e dei cittadini).... non viceversa.

Mi pare anche giusto che, formato un Governo, non si cominci dal giorno dopo a "lavorare" per farlo cadere, come troppe volte si è visto negli ultimi anni, altrimenti nessun esecutivo potrà portare avanti programmi di medio periodo.
La caduta di un governo dovrebbe essere ben regolata, prevista in ipotesi specifiche e "tassative" (non suscettibili di "interpretazione estensiva") nel qual caso vi sarebbe l'obbligatorietà di nuove elezioni politiche.

In sostanza, il mio "modello ideale" sarebbe quello di una democrazia dell'alternanza, moralmente fondata sul rispetto reciproco e sulla legittimazione dell'avversario politico, nella quale i governi vengono formati in Parlamento sulla base di accordi ed orientamenti programmatici vincolanti per i Partiti, definiti prima delle elezioni, con Governi che di regola durano 5 anni e poi vengono confermati o mandati a casa con le successive elezioni politiche alla scadenza naturale.
Per come la vedo io la rappresentanza politica dei cittadini va via via scomparendo. Considera che nella negoziazione sui dazi c'è il via libera allo strapotere delle "sette sorelle" della tecnologia digitale. Se abbiamo una speranza di sopravvivere quella risiede nella redistribuzione della ricchezza. Il resto è folklore
stesgarbi 30-07-25 22.16
paolo_b3 ha scritto:
Se abbiamo una speranza di sopravvivere quella risiede nella redistribuzione della ricchezza. Il resto è folklore


Anche su questo, riconosco una fondatezza nella Tua affermazione.
"In medio stat virtus", recitava un antico adagio latino (mutuato dalla filosofia aristotelica).
Gli estremi del capitalismo (lo vediamo ad esempio nell'eccessiva concentrazione della ricchezza e nell' "urbanesimo di lusso" delle nostre città) sono dannosi - anzi distruttivi - per lo sviluppo armonico di una società civile e democratica, così come in passato lo sono stati certi eccessi del Socialismo c.d. "reale", in senso opposto.

Si dice che "ad azione corrisponde una reazione uguale e contraria" che , tradotto in senso storico, significa che spesso a certi eccessi si reagisce con eccessi in senso contrario.
Se si tira il pendolo troppo da una parte.... e lo si lascia andare.... il pendolo non ritornerà in una posizione centrale, ma tenderà ad avvicinarsi all'estremo opposto.

E questo è un problema dell'umanità.... forse "il" problema.

A mio parere, una società civile dovrebbe concentrare le proprie "energie politiche" nel ricercare la "via di mezzo". avvicinandosi il più possibile a quel "punto centrale" cui il pendolo dovrebbe tendere, con oscillazioni che non raggiungano mai gli estremi.
Ciò vale per tutte le questioni sociali attinenti al diritto di ciascuno ad un'esistenza dignitosa: dal lavoro, ai salari, alla casa, all'accesso all'energia ed ai servizi, alla sanità ecc. ecc.
Ovviamente non si può pretendere la "perfezione", che tuttavia va considerata un qualcosa di ideale cui tendere.

E in questo senso, il ruolo dello Stato non può e non deve essere quello di semplice "spettatore" dei fenomeni sociali (secondo la teoria economica classica del "lassez faire") così come neppure quello di "direttore assoluto", secondo una logica dirigista, bensì quello di attore/moderatore delle diverse tendenze sociali, attivandosi per la ricerca di quell' "equo contemperamento" delle diverse esigenze e delle diversità (che esistono, in tutte le società) in modo da conseguire la migliore armonia possibile tra i cittadini della Comunità che governa.

Più facile a dirsi che a farsi..... emoemo

L'Italia, già nel presente ed ancor più nel futuro, è chiamata ad affrontare molte sfide sociali, tra cui - e forse prima tra le quali - la questione di un'equa redistribuzione del reddito, oltre al ripristino di quell' "ascensore sociale" che fu un importante motore nello sviluppo economico italiano degli anni '50 e '60 .

Solo con una democrazia veramente compiuta e funzionante, nella quale i "politici" sappiano guardare all'interesse generale del Paese e sappiano confrontarsi civilmente, coscienti della diversità di idee, ma anche di essere tutti sulla stessa barca; solo con una democrazia nella quale il Popolo venga informato con spiegazioni serie e non coperto di mera propaganda da talk show e promesse di "panem et circenses", si potrà tornare a sperare, come dici Tu.

Altrimenti, l'alternativa potrà essere quella della democrazia giacobina di piazza, oppure il "baratto" libertà/diritti contro benessere economico, come avviene in Cina... e in certi casi neppure quello.

Purtroppo, quando una democrazia non riesce a rigenerarsi.... dalle sue ceneri spesso e volentieri nascono le dittature.

Il tutto come sopra, ovviamente IMHO .
paolo_b3 31-07-25 07.57
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
Se abbiamo una speranza di sopravvivere quella risiede nella redistribuzione della ricchezza. Il resto è folklore


Anche su questo, riconosco una fondatezza nella Tua affermazione.
"In medio stat virtus", recitava un antico adagio latino (mutuato dalla filosofia aristotelica).
Gli estremi del capitalismo (lo vediamo ad esempio nell'eccessiva concentrazione della ricchezza e nell' "urbanesimo di lusso" delle nostre città) sono dannosi - anzi distruttivi - per lo sviluppo armonico di una società civile e democratica, così come in passato lo sono stati certi eccessi del Socialismo c.d. "reale", in senso opposto.

Si dice che "ad azione corrisponde una reazione uguale e contraria" che , tradotto in senso storico, significa che spesso a certi eccessi si reagisce con eccessi in senso contrario.
Se si tira il pendolo troppo da una parte.... e lo si lascia andare.... il pendolo non ritornerà in una posizione centrale, ma tenderà ad avvicinarsi all'estremo opposto.

E questo è un problema dell'umanità.... forse "il" problema.

A mio parere, una società civile dovrebbe concentrare le proprie "energie politiche" nel ricercare la "via di mezzo". avvicinandosi il più possibile a quel "punto centrale" cui il pendolo dovrebbe tendere, con oscillazioni che non raggiungano mai gli estremi.
Ciò vale per tutte le questioni sociali attinenti al diritto di ciascuno ad un'esistenza dignitosa: dal lavoro, ai salari, alla casa, all'accesso all'energia ed ai servizi, alla sanità ecc. ecc.
Ovviamente non si può pretendere la "perfezione", che tuttavia va considerata un qualcosa di ideale cui tendere.

E in questo senso, il ruolo dello Stato non può e non deve essere quello di semplice "spettatore" dei fenomeni sociali (secondo la teoria economica classica del "lassez faire") così come neppure quello di "direttore assoluto", secondo una logica dirigista, bensì quello di attore/moderatore delle diverse tendenze sociali, attivandosi per la ricerca di quell' "equo contemperamento" delle diverse esigenze e delle diversità (che esistono, in tutte le società) in modo da conseguire la migliore armonia possibile tra i cittadini della Comunità che governa.

Più facile a dirsi che a farsi..... emoemo

L'Italia, già nel presente ed ancor più nel futuro, è chiamata ad affrontare molte sfide sociali, tra cui - e forse prima tra le quali - la questione di un'equa redistribuzione del reddito, oltre al ripristino di quell' "ascensore sociale" che fu un importante motore nello sviluppo economico italiano degli anni '50 e '60 .

Solo con una democrazia veramente compiuta e funzionante, nella quale i "politici" sappiano guardare all'interesse generale del Paese e sappiano confrontarsi civilmente, coscienti della diversità di idee, ma anche di essere tutti sulla stessa barca; solo con una democrazia nella quale il Popolo venga informato con spiegazioni serie e non coperto di mera propaganda da talk show e promesse di "panem et circenses", si potrà tornare a sperare, come dici Tu.

Altrimenti, l'alternativa potrà essere quella della democrazia giacobina di piazza, oppure il "baratto" libertà/diritti contro benessere economico, come avviene in Cina... e in certi casi neppure quello.

Purtroppo, quando una democrazia non riesce a rigenerarsi.... dalle sue ceneri spesso e volentieri nascono le dittature.

Il tutto come sopra, ovviamente IMHO .
Io non voglio nemmeno pensare ad un modello estremista, ma faccio un piccolo esempio per capirci, con l'aumento delle condizioni di lavoro precario soprattutto per i giovani è diventato poi difficile per loro potere accedere ad un finanziamento per aprire un mutuo e quindi comprarsi la casa. La nostra strategia come paese è andata in due direzioni: i genitori che si fanno garanti e lo stato che mette mano al portafogli perchè diversamente il mercato immobiliare tenderebbe ad andare in crisi. In questo senso ponevo il problema della redistribuzione del reddito, ma anche questi aumenti del "carrello della spesa" senza un corrispettivo aumento dei salari nel medio termine saranno dannosi per l'economia. Purtroppo la politica oggi arranca in quanto ad autorevolezza. In Italia come nel resto del mondo.
stesgarbi 31-07-25 12.59
paolo_b3 ha scritto:
ma faccio un piccolo esempio per capirci, con l'aumento delle condizioni di lavoro precario soprattutto per i giovani è diventato poi difficile per loro potere accedere ad un finanziamento per aprire un mutuo e quindi comprarsi la casa.

Concordo.
E la cosa è aggravata dal vertiginoso aumento degli affitti.

paolo_b3 ha scritto:
La nostra strategia come paese è andata in due direzioni: i genitori che si fanno garanti e lo stato che mette mano al portafogli perchè diversamente il mercato immobiliare tenderebbe ad andare in crisi. In questo senso ponevo il problema della redistribuzione del reddito

Secondo me non è "strategia", ma negligente lassismo (menefreghismo?) di una classe politica che da 30 anni ha lasciato che le cose andassero come andassero, senza preoccuparsi delle conseguenze, costringendo i genitori a garantire per consentire ai figli di acquistare casa ..... e vi è pure il fenomeno delle "coabitazioni" di figli quarantenni in casa dei genitori.

La classe dirigente europea, in generale, ma in particolare quella italiana ha vissuto "alla giornata", con il "focus" centrato sul breve periodo, mancando quasi totalmente di visone prospettica sul medio e lungo periodo.
Ciò ha portato ad un progressivo impoverimento della c.d. "classe media", che a sua volta ha causato una contrazione del mercato interno (oltre ad una progressiva desertificazione industriale) che a sua volta ha portato le nostre aziende a concentrarsi sul lato delle esportazioni..... ma con il livello di tassazione necessario a tenere in piedi in qualche modo la "baracca", inevitabilmente la "competitività" dei nostri prodotti si è rivolta soprattutto al contenimento dei salari..... con i Sindacati che allegramente firmavano CCNL da fame.
Il generale impoverimento ha tra l'altro amplificato il fenomeno del "nero", che purtroppo riguarda non solo gli autonomi, ma anche tutti i cittadini che, ad esempio, risparmiano facendo riparare il lavandino di casa pagando "cash" oppure scelgono di proposito quelle trattorie dove lo scontrino è un optional (la "casistica" è lunga).

A mio parere (IMHO) questo stato di cose è dipeso in buona parte da un "appiattimento" di molti dei nostri governi su certe politiche sbagliate dell' UE, in nome di uno sterile ed acritico "europeismo ideologico" .
Un Europa troppo concentrata sulla finanza e poco o nulla sulle politiche sociali, oltretutto asservita agli unici veri paesi sovranisti: Francia e Germania in primis (ma anche altri paesi del nord Europa).... Paesi che oggi stanno cominciando anche loro a subire le conseguenze di certe ottuse politiche comunitarie.

Non avere adeguatamente affrontato i temi sociali a livello europeo ha portato il nostro Paese a doversi preoccupare quasi esclusivamente della "tenuta del bilancio" per rispettare astratti "parametri", i quali oltre che inefficaci si stanno rivelando addirittura dannosi e ormai insostenibili.
E' mancata una politica comune di gestione complessiva ed unitaria della questione del debito europeo, soprattutto in termini sociali, con la conseguenza che in un Paese indebitato come il nostro hai voglia a strillare che "servono più soldi per la sanità, per l'edilizia popolare, per le carceri, per i servizi sociali, per le forze dell'ordine ecc. ecc.".... Il problema, però, è che i soldi non ci sono.

Ma per le armi..... ahhhhhh..... beh..... i soldi bisogna trovarli!
E magari ottimizzare, con un adeguato coordinamento anche a livello industriale, le spese che già oggi i paesi dell'UE sostengono addirittura in misura superiore a quelle di Cina e Russia?..... Beh.... ma anche no! "il mio esercito è il mio esercito, tu bada al tuo" .... al limite tiriamo fuori altri 800 miliardi per la "difesa comune".... già "comune"... ma le spese saranno a carico dei singoli stati emo emo

E intanto i problemi sociali rimangono lì, irrisolti, sempre più aggrovigliati, come il famoso Cubo di rubik.
paolo_b3 31-07-25 14.08
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
ma faccio un piccolo esempio per capirci, con l'aumento delle condizioni di lavoro precario soprattutto per i giovani è diventato poi difficile per loro potere accedere ad un finanziamento per aprire un mutuo e quindi comprarsi la casa.

Concordo.
E la cosa è aggravata dal vertiginoso aumento degli affitti.

paolo_b3 ha scritto:
La nostra strategia come paese è andata in due direzioni: i genitori che si fanno garanti e lo stato che mette mano al portafogli perchè diversamente il mercato immobiliare tenderebbe ad andare in crisi. In questo senso ponevo il problema della redistribuzione del reddito

Secondo me non è "strategia", ma negligente lassismo (menefreghismo?) di una classe politica che da 30 anni ha lasciato che le cose andassero come andassero, senza preoccuparsi delle conseguenze, costringendo i genitori a garantire per consentire ai figli di acquistare casa ..... e vi è pure il fenomeno delle "coabitazioni" di figli quarantenni in casa dei genitori.

La classe dirigente europea, in generale, ma in particolare quella italiana ha vissuto "alla giornata", con il "focus" centrato sul breve periodo, mancando quasi totalmente di visone prospettica sul medio e lungo periodo.
Ciò ha portato ad un progressivo impoverimento della c.d. "classe media", che a sua volta ha causato una contrazione del mercato interno (oltre ad una progressiva desertificazione industriale) che a sua volta ha portato le nostre aziende a concentrarsi sul lato delle esportazioni..... ma con il livello di tassazione necessario a tenere in piedi in qualche modo la "baracca", inevitabilmente la "competitività" dei nostri prodotti si è rivolta soprattutto al contenimento dei salari..... con i Sindacati che allegramente firmavano CCNL da fame.
Il generale impoverimento ha tra l'altro amplificato il fenomeno del "nero", che purtroppo riguarda non solo gli autonomi, ma anche tutti i cittadini che, ad esempio, risparmiano facendo riparare il lavandino di casa pagando "cash" oppure scelgono di proposito quelle trattorie dove lo scontrino è un optional (la "casistica" è lunga).

A mio parere (IMHO) questo stato di cose è dipeso in buona parte da un "appiattimento" di molti dei nostri governi su certe politiche sbagliate dell' UE, in nome di uno sterile ed acritico "europeismo ideologico" .
Un Europa troppo concentrata sulla finanza e poco o nulla sulle politiche sociali, oltretutto asservita agli unici veri paesi sovranisti: Francia e Germania in primis (ma anche altri paesi del nord Europa).... Paesi che oggi stanno cominciando anche loro a subire le conseguenze di certe ottuse politiche comunitarie.

Non avere adeguatamente affrontato i temi sociali a livello europeo ha portato il nostro Paese a doversi preoccupare quasi esclusivamente della "tenuta del bilancio" per rispettare astratti "parametri", i quali oltre che inefficaci si stanno rivelando addirittura dannosi e ormai insostenibili.
E' mancata una politica comune di gestione complessiva ed unitaria della questione del debito europeo, soprattutto in termini sociali, con la conseguenza che in un Paese indebitato come il nostro hai voglia a strillare che "servono più soldi per la sanità, per l'edilizia popolare, per le carceri, per i servizi sociali, per le forze dell'ordine ecc. ecc.".... Il problema, però, è che i soldi non ci sono.

Ma per le armi..... ahhhhhh..... beh..... i soldi bisogna trovarli!
E magari ottimizzare, con un adeguato coordinamento anche a livello industriale, le spese che già oggi i paesi dell'UE sostengono addirittura in misura superiore a quelle di Cina e Russia?..... Beh.... ma anche no! "il mio esercito è il mio esercito, tu bada al tuo" .... al limite tiriamo fuori altri 800 miliardi per la "difesa comune".... già "comune"... ma le spese saranno a carico dei singoli stati emo emo

E intanto i problemi sociali rimangono lì, irrisolti, sempre più aggrovigliati, come il famoso Cubo di rubik.
Resto dell'idea che le scelte siano imposte dai poteri economici, che poi si materializzano nei partiti che ci rappresentano. La prova provata è che persino questo governo, che partiva con il proposito di opporsi allo strapotere della UE, poi di fatto ha continuato a "legare il somaro dove vuole il padrone".
stesgarbi 31-07-25 14.39
paolo_b3 ha scritto:
Resto dell'idea che le scelte siano imposte dai poteri economici,

Dimenticavo, sono d'accordo con te anche su questo.
Ma vedi, Paolo, è purtroppo è così da sempre.
Chi credi che comandasse nella Roma repubblicana? l'Aristocrazia dei Senatori latifondisti, oltre ai ricchi banchieri come, ad esempio Marco Licinio Crasso.
E chi credi che comandasse nella Firenze Medicea, capitale finanziaria dell'Europa di Allora?
E nella Venezia dei Dogi non comandavano i poteri economici mercantili?
Mussolini in Italia e quell'altro in Germania, ad un certo punto dovettero indossare il doppio petto ed accordarsi con il potere della grande industria.
E ll tentativo di alcuni Stati di sostituirsi ai "poteri" (in Unione Sovietica, ad esempio) secondo il modello marxista non ha mai avuto successo.
Per arrivare all'età contemporanea del dopoguerra, con le 7 sorelle che Tu hai citato, il cui potere era fondato sul petrolio.
Oggi le "sorelle" sono altre: si chiamano Musk, Gates, Bezos (mettiamoci anche Soros, che all'epoca speculò bellamente sulla Lira, costringendo il Governo Ciampi ad alzare il Tasso Ufficiale di Sconto fino al 15%, per la gioia di chi aveva comprato casa con il mutuo) ecc. ecc. .
E chissà, forse domani si chiameranno "cin ciun ciang" e roba simile, in virtù del nuovo modello adottato dal PCC, laddove lo Stato non possiede i mezzi di produzione, ma si limita ad una partecipazione al solo fine di controllarne la "fedeltà politica", consentendo a imprenditori e investitori di arricchirsi.

E tutta questa insensata politica "green" europea, secondo te, cui prodest?..... Mica l'hanno decisa i cittadini con un voto popolare.
Ti sarai certamente domandato perchè nell'Unione Europea le "Lobbies" sono addirittura istituzionalizzate e considerate perfettamente lecite.
Pensi che i Parlamentari Europei, così come i membri dell' "apparatcik" (dalla Commissione Europea fino ai funzionari di grado dirigenziale) siano dei santi, immuni dall'influenza ( e dal denaro) delle lobbies?
E per chi lavorano queste lobbies?.... Ovviamente per i poteri economici che ci impongono scelte quasi sempre in danno delle classi sociali più deboli, come stiamo vedendo.
E ogni tanto vengono fuori notizie di "strane relazioni" tra istituzioni europee e Qatar... o con la Cina.
paolo_b3 31-07-25 15.25
stesgarbi ha scritto:
Ma vedi, Paolo, è purtroppo è così da sempre.

Assolutamente. Penso che la rivoluzione industriale sia stato il momento in cui la rappresentanza politica popolare abbia raggiunto il suo massimo, poi sono state prese le contromisure.
Oggi il nostro potere "politico" risiede nella nostra capacità di consumare: "consumo ergo sum".
stesgarbi 31-07-25 15.30
paolo_b3 ha scritto:
persino questo governo, che partiva con il proposito di opporsi allo strapotere della UE, poi di fatto ha continuato a "legare il somaro dove vuole il padrone"

Ci si può opporre a qualcosa utilizzando strategie diverse, il chè è opportuno soprattutto quando ciò a cui ti opponi è molto più grosso di te.
Nella prima Guerra di Indipendenza, il Piemonte di Carlo Alberto pensò di fare la guerra da solo all'Austria approfittando del clima rivoluzionario del '48 che aveva sconvolto mezza Europa (inclusa la stessa Vienna)..... Ma l'Impero Austroungarico era molto più grande e forte del piccolo Piemonte e, inoltre, aveva molti più agganci in un' Europa in cui alcuni Stati avevano interessi in Italia (La Spagna per il regno borbonico e la Francia per lo Stato Pontificio) la stessa Austria era considerata protettrice della chiesa cattolica, tant'è vero che, dopo un'iniziale sostegno alla causa italiana, Pio IX decise di ritirare le proprie truppe.
Il risultato fu una sonora batosta, con due sonore sconfitte militari (Custoza e Novara) e l'esilio di Carlo Alberto.

Cavour adottò una strategia diversa.
Dai documenti storici risulta che egli fin dall'inizio aveva l'ambizione di arrivare all'unificazione dell'Italia (ovviamente sotto l'egemonia sabauda) ma ci mise ben 10 anni a conseguire questo obbiettivo.
Da grande statista qual' era, Cavour capiva che il Piemonte non avrebbe mai potuto dare KO all'Austria da solo, senza un adeguato "lavoro ai fianchi", consistito nell'intenso lavoro diplomatico che portò all'inserimento del Regno nel "club" Europeo di allora, nonchè all'alleanza con la Francia (antico nemico storico del Piemonte) sotto l'occhio benevolo della Gran Bretagna.

Nel 2018 Salvini indisse una "crociata rivoluzionaria" (partendo dal tema dei migranti) attaccando frontalmente l'UE e i poteri forti, subendo una clamorosa batosta, com'era ovvio che fosse, visto che l'UE era un avversario molto più grosso, e con solidissimi agganci, anche in Italia.
Da noi, infatti, immediatamente dopo le elezioni il PD lavorò alacremente per riportare il M 5S nell'alveo del centrosinistra, cosa che si realizzò con la caduta del Governo, attuata dai grillini con il classico metodo della fidanzata che vuole lasciarti ma fa in modo che sia tu a lasciarla.
Salvini cadde da ingenuo nella trappola, credendosi invincibile per quel 34% ottenuto alle europee e perchè aveva creduto alla promessa che Zingaretti gli fece di arrivare ad elezioni anticipate. Una trappola ben congegnata che portò il M5S ad allearsi con il PD nel governo Conte bis.

Meloni, invece, mi pare abbia imparato la lezione e stia cercando di realizzare un sostanziale cambiamento nei meccanismi di funzionamento e nella filosofia della UE non aggredendo frontalmente, bensì lavorando pazientemente dall'interno, attraverso il dialogo e le iniziative diplomatiche.
Per vederne i risultati, ovviamente, ci vorrà tempo:: due anni e mezzo certamente non bastano, soprattutto se si considera l'attuale caotico contesto internazionale..
E tuttavia, già oggi mi sembra evidente che i granitici equilibri da "ancient regime" del primo mandato Von der Leyen stiano già cambiando, anche (e molto) a causa dell'inadeguatezza e degli errori della classe dirigente bruxellese, e di alcuni Paesi (Macron e Sholtz in primis).
stesgarbi 31-07-25 15.53
paolo_b3 ha scritto:
Oggi il nostro potere "politico" risiede nella nostra capacità di consumare: "consumo ergo sum".

Verissimo!
Ad una società (soprattutto Italiana) che rinasceva dalla povertà del dopoguerra, desiderosa di consumare ma ancora in un certo qual modo consapevole del valore dei beni (e della loro produzione) si è passati al "diritto a consumare a prescindere".
Lo si vede ancora oggi, in ciò che resta dell'eroismo (non esito a definirlo tale) degli operai che si incatenano ai cancelli delle fabbriche per non farle chiudere, perchè non vogliono sussidi ma lavoro, contrapposto al "fanc...smo" di certi giovani, che non si presentano al colloquio di lavoro oppure, prima ancora di chiedere della retribuzione, vogliono sapere quante ferie, quanti permessi, come funziona la malattia ecc. ecc. (ne ho viste parecchie di queste cose).
Gli stessi sindacati, a mio avviso, hanno sminuito il valore della Contrattazione Collettiva attraverso politiche "accomodanti" nei confronti dei datori di lavoro (il caso più eclatante è la FIAT) più preoccupati di raggranellar quattrini attraverso il tesseramento (o di far carriera politica) che di tutelare salari e posti di lavoro.
paolo_b3 31-07-25 16.01
stesgarbi ha scritto:
Meloni, invece, mi pare abbia imparato la lezione e stia cercando di realizzare un sostanziale cambiamento nei meccanismi di funzionamento e nella filosofia della UE non aggredendo frontalmente, bensì lavorando pazientemente dall'interno, attraverso il dialogo e le iniziative diplomatiche.

Io penso che la Meloni, per inquadrarla come leader della coalizione, non riuscirà mai ad ottenere i risultati che aveva promesso in campagna elettorale, però siamo ai pronostici, staremo a vedere.
paolo_b3 31-07-25 16.06
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
Oggi il nostro potere "politico" risiede nella nostra capacità di consumare: "consumo ergo sum".

Verissimo!
Ad una società (soprattutto Italiana) che rinasceva dalla povertà del dopoguerra, desiderosa di consumare ma ancora in un certo qual modo consapevole del valore dei beni (e della loro produzione) si è passati al "diritto a consumare a prescindere".
Lo si vede ancora oggi, in ciò che resta dell'eroismo (non esito a definirlo tale) degli operai che si incatenano ai cancelli delle fabbriche per non farle chiudere, perchè non vogliono sussidi ma lavoro, contrapposto al "fanc...smo" di certi giovani, che non si presentano al colloquio di lavoro oppure, prima ancora di chiedere della retribuzione, vogliono sapere quante ferie, quanti permessi, come funziona la malattia ecc. ecc. (ne ho viste parecchie di queste cose).
Gli stessi sindacati, a mio avviso, hanno sminuito il valore della Contrattazione Collettiva attraverso politiche "accomodanti" nei confronti dei datori di lavoro (il caso più eclatante è la FIAT) più preoccupati di raggranellar quattrini attraverso il tesseramento (o di far carriera politica) che di tutelare salari e posti di lavoro.
E a pensare che fu proprio Gianni Agnelli (l'avvocato) a favorire un sindacato confederato ancora ai tempi dello statuto dei lavoratori. Poi negli anni ci siamo di colpo ritrovati del denaro in saccoccia, e da li è andato tutto a rotoli. "Chi è senza peccato..."
stesgarbi 31-07-25 19.12
paolo_b3 ha scritto:
E a pensare che fu proprio Gianni Agnelli (l'avvocato) a favorire un sindacato confederato

E Vero, lo ricordo bene.
Ma pensiamoci un attimo.... chi ne ha tratto davvero vantaggio? Chi si trovò molto, ma molto denaro di sovvenzioni statali in tasca? Chi davvero trasse vantaggio dalla contrattazione collettiva?
Ora la ex Fiat è una multinazionale praticamente Francese con sede in Olanda, con pochissima produzione in Italia.
Mi viene in mente il film di Woody Allen "Prendi i soldi e scappa". emoemo

E in questi decenni di delocalizzazione industriale della ex Fiat, cosa ha fatto il sindacato confederale? Mi pare sia stato a guardare in un silenzio forse ebete.... o magari connivente?.emo
E l'attuale segretario della CGIL mi pare si occupi più di far politica che dei problemi dei lavoratori, visto che solo da quando il centro-sinistra è all'opposizione, tra una manifestazione di piazza contro il Governo e l'altra, sventola quel salario minimo che nei trent'anni passati non ha mai proposto, senza neppure accorgersi che i famosi "9 euro" indicati alla fine del 2022 sono rimasti gli stessi, nonostante l'inflazione emo..
E, guarda caso, di chi è la proprietà di due delle più importanti e storiche testate giornalistiche che appoggiano l'operato della CGIL ?
Torno a dire che hai perfettamente ragione sui poteri forti.