paolo_b3 ha scritto:
Per quanto riguarda la rappresentatività sindacale, già dagli anni 80 sono comparse sigle nuove, ne cito una per tutte, i COBAS. credo che dovranno assumersi le loro responsabilità al pari dei "confederati".
Concordo con te per quanto riguarda la responsabilità dei COBAS e di altre sigle, ma queste nacquero proprio per sopperire a certe "carenze" ormai riscontrabili nel tradizionale Sindacato Confederale.
E più che mai oggi, vale il fatto che quando il Sindacato guarda troppo ai palazzi della in politica e sta troppo poco nelle fabbriche, non adempie correttamente al proprio mandato.
paolo_b3 ha scritto:
Per il salario minimo invece non sono d'accordo con te, il salario minimo non deve e non può sostituirsi alla contrattazione collettiva ed aziendale, che riguarda aspetti più ampi ed articolati come, uno per tutti, la sicurezza sul lavoro. Ma anche per la contrattazione economica, pensa a quante aziende non hanno una rappresentanza sindacale, spesso perchè osteggiata dal datore di lavoro.
Paolo, concordo in pieno sul fatto che il salario minimo non dovrebbe sostituirsi alla contrattazione collettiva, non solo per il salario, ma anche per le ragioni che tu hai citato.
E' anche vero che, fino ad ora, abbiamo parlato del tema dei salari, per cui mi riferivo a quello.
Considera, inoltre, che le priorità di un lavoratore dipendente partono sempre da quanto porta a casa per mantenere sè stesso e la famiglia.
L'azienda può creare un ambiente lavorativo sicurissimo e degno di un hotel a 5 stelle, dove i dipendenti sono coccolati (il mio è un esempio "iperbolico", non corrisponde alla realtà ovviamente).... Ma se il lavoratore torna a casa e non sa come arrivare a fine mese, siamo punto e d'accapo.
Del resto, nella Storia le rivoluzioni sono sempre nate, in primo luogo, per una questione di "pane che non si hanno soldi abbastanza per comprarlo".
Certo, temi come la sicurezza, la formazione, l'ambiente di lavoro, il trattamento umano sono importantissimi (soprattutto la sicurezza) tuttavia, in queste materie vi è già un copioso intervento legislativo e di consolidata interpretazione giurisprudenziale, per cui la contrattazione collettiva assume un ruolo più che altro in funzione "migliorativa" rispetto a quanto già previsto dal legislatore ed applicato nei tribunali.
Parlando di sicurezza, ad esempio - tema fondamentale perchè riguarda il diritto alla vita - il problema non è la contrattazione collettiva, nè l'assenza di leggi.
Mancano i controlli, vi è carenza di personale qualificato nei servizi (Ispettorati) preposti alla verifica preventiva del rispetto delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (in primis L. 81/2008).
Il problema è che le verifiche ormai si fanno
ex post, cioè quando l'incidente è già avvenuto, mentre le ispezioni preventive sono sempre più rare.
Ci vorrebbero più sedi di ispettorato, si dovrebbero assumere più ispettori.... ma qui si torna al solito "collo di bottiglia": siamo un Paese pieno di debiti, in una UE incapace di affrontare i temi sociali che si preoccupa solo del rispetto di rigidi parametri finanziari...... e quindi non ci sono i soldini.
Anche qui, tuttavia, mi permetto una critica: una maggiore e
più seria presenza "fisica" del Sindacato nelle aziende (anzichè nelle piazze politiche o nelle stanze dei partiti) certamente gioverebbe al rispetto delle normative a tutela dei lavoratori e degli accordi integrativi stabiliti dai CCNL.
Sai Paolo, come avvocato seguo le aziende e, quindi, tra le mie specializzazioni vi è quella del diritto del Lavoro. Beh ti assicuro che ne ho viste parecchie di porcherie, inclusi certi "inciuci" tra dirigenza e rappresentanti sindacali..... mah.....