Sound anni 2000

ziokiller 15-01-13 22.31
Io credo che gli anni 2000 verranno ricordati come gli ultimi anni in cui ancora si registrava buona musica con strumenti e strumentisti veri, perché se da un po' di anni a questa parte si registra sempre di più con i virtual instrument e i campionamenti, non oso immaginare come si registrerà la musica fra 20 o 30 anni.

Charlie78 15-01-13 22.43
@ orange1978
anche i maroon 5 nel disco usano verticali con compressioni estreme stile abbey road....moltissimi gruppi lo hanno fatto negli ultimi anni, per esempio mi viengono in mente anche i the feeling, cè stato un ritorno verso quei suoni.

ah in studio si, sicuramente! emo
gunt 15-01-13 22.49
bè non è proprio così... è innegabile che l'intrattenimento culturale oggi si è spostato su altri lidi (a cominciare dal fatto che adesso stiamo ca**eggiando su internet e non casomai leggendo un fumetto, ad esempio), è vero anche che il capitalismo/consumismo ha distrutto molto, troppo e noi masochisticamente ci eleggiamo a vittime con piacere (appena nasce un nuovo synth, un nuovo tablet, una nuova macchina fotografica siamo subito pronti a cambiare la strumentazione anche se non abbiamo la necessità, cosa c'è di più capitalistico di questo?)... il quadro all'apparenza sembra desolante... un pò lo è...

ma poi analizzando è facile vedere come invece mai come in quest'epoca la creatività soprattutto musicale abbia avuto una diffusione incredibile, solo che si è un pò spostato l'utilizzo che ne facciamo della musica e il posizionamento delle produzioni. Oggi tutti suonano/suoniamo, cosa inimmaginabile fino a pochi decenni fa. E non solo, il livello medio si è alzato in maniera vertiginosa... gruppi che fino a pochi anni fa erano "da superclassifica show" oggi non riuscirebbero ad uscire dalla mischia... questo il vero problema, scandagliare, analizzare, scegliere e goderne... tanto che a volte è più rassicurante (questo il termine esatto) fermarsi a poche cose "brutte" e dire la musica e finita (come spesso capita di dire a tutti, senza però che ci crediamo realmente visto che nonostante tutto ci dedichiamo alla musica)...

Comunque il tema "la musica è finita" è sempre esistito....un pò come quando uscirono quelli che oggi consideriamo grandi... ci si scandalizzò tranquillamente per i Beatles come per Andy Warhol

Il punto reale è che la musica come intrattenimento è in declino per le logiche citate da anumj. Oggi il nostro modello di intrattenimento è più consumistico, di conseguenza anche la musica è meno creativa, meno sperimentale, diversa (rispetto a cosa accadeva fino agli anni 80/90). IL rovescio della medaglia è che la creatività si è spostata nell'underground (il cosiddetto indie) dove c'è una varietà di prodotti ad altissimo livello emozionale per tutti i gusti come non mai. Anzi, ci sono pure troppe produzioni!

cmq buona musica a tutti, dopotutto la miglior musica è quella che piace ad ognuno emo
ziomax 15-01-13 23.07
Ottimo post per riflessioni future .... penso che il piu' grande vantaggio/svantaggio che abbiamo oggi sia la diffusione e la reperibilita' del brano, del gruppo del momento : cerco di spiegarmi meglio , negli anni '80 si ascoltava una canzone alla radio , al massimo la domenica tra discoring e superclassifica show si sentivano quella decina di brani che volente o nolente ci orientavano in qualche scelta per dire " mi piace il gruppo X " però il punto secondo me e' che oggi difronte ad un mare di offerte musicali e non , con la possibilita' che abbiamo di collegarci e riascoltare all'infinito questo o quel brano del gruppo X o del cantante Y , di fronte ad un'offerta cosi vasta non siamo piu' in grado di dire " questa e' la mia canzone preferita "
ecco perche ancora oggi e' attualissima " Heart of glass dey Blondie ".

Come punto di riferimento userei : Prodigy ,coldplay,Depeche Mode e sopratutto laura pausini Haaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa SCHERZO !!
come strumenti Korg triton extreme , Kurzweill k2600 , Akai S5000, Roland JV 2080 , Yamaha motif
gibbs 15-01-13 23.46
@ Charlie78

ah in studio si, sicuramente! emo
i keane dal vivo, bastano i primi dieci secondi


la leggenda dice che il compositore/pianista dei keane conoscesse chris martin ai tempi dell'università. chris martin gli chiese di unirsi ai futuri colplay, ma rifiutò.
Edited 15 Gen. 2013 22:52
orange1978 15-01-13 23.46
Forse tra 20 o 30 anni si ritornerà a registrare con strumenti veri, forse I plug ins saranno una moda del momento, chi puo dirlo...

Oggi però I ragazzi formano le band, sopratutto I piu giovani, da un lato di piu che nel 1994 quando ero al liceo, ricordo che allora gli unici a suonare in una band erano I metallari della scuola, poi c'ero io e forse un altra persona che eravamo appassionati di musica house ed elettronica, e quindi midi,sampler etc...e poi qualcuno che suonicchiava il pianoforte o magari uno strumento a fiato nella banda, e parliamo di una scuola che aveva 4 sezioni dalla prima alla quimta, non enorme ma neanche piccola, il resto viveva di ascolto passivo, per lo piu in radio....eravamo in pochi anche a comprare dischi....al di la di questo aspetto oggi mi sembra che molti vogliono suonare, anche i piu giovani.
Charlie78 15-01-13 23.52
gunt ha scritto:
il livello medio si è alzato in maniera vertiginosa... gruppi che fino a pochi anni fa erano "da superclassifica show" oggi non riuscirebbero ad uscire dalla mischia..


Questo a mio avviso perchè (e qui si apre un altro mondo) adesso , nonostante ci sia molta più tecnica e studio musicale, nonostante di gente che sappia quattro accordi in croce ce n'è sempre meno, il livello musicale è sempre più basso perchè è molto più difficile sperimentare e proporre roba nuova per due motivi principali :

- la musica dev'essere diretta, immediata : ritornello orecchiabile entro il primo minuto del brano, parti strumentali ridotte al minimo indispensabile. Si è più prodotto un brano con un intro lungo come quello di Shine on you crazy diamond?? Si sono più prodotti album destinati al grande mercato (se esiste ancora...) con 5 o 6 canzoni al massimo ma tutte abbastanza lunghe, come accadeva un tempo?? Ovvio che la creatività ne risente...
- Oggi è molto, molto probabile che qualunque stile proponi c'è sempre quello che dice "eh, così sembrate i Queen!". ok, allora facciamo così "eh, no, così sembrate i Deep Purple" ...allora così, "no così sembrate i Led Zeppelin" ....ecc...ecc... Una volta era molto più facile esplorare nuovi territori musicali ed azzeccare quello che ti portava al successo, adesso gli stili "vergini" sono sempre meno...Complice era anche il periodo storico, io sono sempre stato convinto che molti grandi artisti del passato, ne cito uno : Bob Dylan, hanno avuto la possibilità di venir fuori e diffondere la propria arte, grazie anche al periodo in cui vivevano...oggi avrebbero molto meno senso!

Fermo restando che di gente che di tecnica musicale ne sapeva a pacchi c'era davvero ( i genesis, per esempio) , a quei tempi bastava prima di tutto avere un minimo di inventiva e riuscivi a trovarti il tuo posto, il tuo stile musicale che magari veniva poi perfezionato a migliorato da chi veniva dopo.
Un classico caso a parte sono stati i Supertramp, toglili dalla storia della musica e non succede assolutamente niente...sono stati una parentesi, uno stile che poco prendeva dal passato poco o niente ha lasciato ai successori Eppure la loro fetta di successo se la sono ritagliata ed il loro Paris rimane per me uno dei più bei album live mai prodotti. Sarebbe facile farlo adesso?? non credo...

magari la tua frase oggi può essere anche travisata col discorso "fai un reality e arrivi subito al successo anche senza qualità", però alla fine "geni" si vede che fine fanno...emo


orange1978 16-01-13 00.06
sembra banale ma è anche vero che oggi è stato fatto quasi tutto.....

negli anni 50 per esempio non esisteva la registrazione multitraccia, non esistevano i synth, campionatore, e tutta l'effettistica, la musica aveva meno variabili, il jazz stava evolvendosi nel bebop ma mancavano generi come la fusion, o il free jazz o l'hard bop, le contaminazioni non esistevano quindi tutta la world music era praticamente inesistente, il linguaggio della musica pop/rock era ancora primitivo, insomma....e il 1950 non è molto indietro eh, i miei genitori erano bambini negli anni 50 e molti di voi saranno nati solo 10 anni dopo, non parliamo quindi di due secoli fa, ma i cambiamenti sono stati enormi.

il mondo cambia, la tecnologia avanza, ma i suoni in un ottava sono sempre 12, e le ottave sono sempre 7/8, voglio dire....con piu si va avanti con piu è difficile anche essere originali, sicuramente nella musica cè ancora molto da scoprire, e si possono scrivere ancora belle canzoni e buona musica in do maggiore senza scomodare l'atonalità e cose estreme, però è sempre piu difficile.

anche il mondo dei synth, si è evoluto poco negli ultimi anni, ossia abbiamo macchine ultrasofisticate come kronos oggi, però è tutto un riprendere dal passato, fm, emulazione analogica, emulazione di hammond e rhodes, synth real analogue riesumati dal passato, alla fine i suoni sono sempre quelli, invece dagli anni 70 agli anni 90, in soli 20 anni sono cambiate tantissime cose da punto di vista sonoro ma anche proprio il modo di lavorare ai dischi, sono cambiate le cose molto piu che dal 1990 al 2010 in cui sono sempre passati 20 anni.
Edited 15 Gen. 2013 23:08
anumj 16-01-13 01.04
@ ziokiller
Io credo che gli anni 2000 verranno ricordati come gli ultimi anni in cui ancora si registrava buona musica con strumenti e strumentisti veri, perché se da un po' di anni a questa parte si registra sempre di più con i virtual instrument e i campionamenti, non oso immaginare come si registrerà la musica fra 20 o 30 anni.

Aspetto molto importante che ha contribuito all'inaridimento del terreno musicale. La lenta e inesorabile convinzione di ogni artista che 'soli' è meglio. L'illusione di poter rinunciare all'inteplay, di poter fare a meno del rapporto umano stesso che si sviluppa tra musicisti che fanno parte di un progetto d'insieme. L'illusione di possedere strumenti capaci di tutto, non è altro che un effetto della logica consumistica nel campo musicale, dove in sintesi, consumi più di quello che produci. Il tutto nell'interesse del capitalismo che domina i mercati.

Chi è il musicista del 2000? E' l'anacronistico orchestale in frac con buoni studi classici alle spalle e uno stipendio ai limiti della sopravvivenza? E' lo sfigato che gira elemosinando serate a gestori di locali sempre più gretti e ignoranti?
E' il semplice appassionato più o meno facoltoso che cambia workstation ogni anno? E' la vecchia rockstar oramai con la faccia di cera e i capelli incatramati che fa il verso a se stesso?

Io non saprei rispondere. Volendo anzi ognuno di noi si potrebbe riconoscere un po in tutte le categorie contemporaneamente.

So pero' di certo che cos'era un musicista moderno negli anni 80. Era entusiasmo perpetuo, joie de vivre, fuoco che non si spegne, passione che ti consuma. Non importa il genere musicale, non esistevano grandi confini tra jazz, pop, rock, dance, soul, classica. Gulda suonava con Zawinul, i grandi musicisti incidevano con le rock e pop stars. Il basso elettrico e la batteria scandivano il tempo della musica neo-barocca. Miles davis che suonava i pezzi dei Toto e di Cyndi Lauper. In discoteca si ballava il rock, il funk, pop... ogni cosa. I locali erano stracolmi di musica live di ogni genere. A volte tutta quell'entusiasmo diventava follia talmente era forte, ma si viveva a mille, si correva forte e quando corri forte il rischio di schiantarti e di bruciarti la vita è là dietro l'angolo.

I danni che sta provocando l'assurdo metodo di uso e consumo musicale del nuovo millennio, probabilmente sarà un debito che pagheranno tante generazioni future. L'essere umano ha già attraversato periodi abulici in cui la musica non è stata centrale nella sua esistenza. Probabilmente non l'uomo non è ancora maturo per rendersi conto di cio che si perde.
giosanta 16-01-13 02.04
Ero in dubbio se intervenire o meno, non perché il tema non fosse interessante, anzi, ma proprio per l'esatto contrario.
Tuttavia gli sviluppi del discorso sono troppo interessanti, pur se una trattazione esaustiva richiederebbe ben altri spazi.
Naturalmente premetto subito che non mi ritengo assolutamente colui che può essere in grado di svolgere una trattazione di questo tipo. Mi permetto solo di suggerire alla vostra considerazione un diverso punto di vista, e letteralmente proprio di questo si tratta.
Se vi allontanate un attimo dall'ambito stretto della musica, se carrellate all'indietro o più semplicemente zoomate dal tele al grandangolo, allargando lo sguardo al panorama completo, vi sarà facile constatare che stesso identico discorso può essere fatto per il cinema, le arti figurative, la fotografia, l'architettura ecc. e potremmo allontanarci ancora di più e allargare ulteriormente il discorso.
Solo il tempo, forse o limitatamente a quanto ci è immediatamente tangibile, si muove lungo una costante rettilinea, la Storia no ( e la musica come tutto fa parte della Storia).
La sinusoide che descrive ha punti vertice e di minimo. Sicuramente siamo oramai lontani dal vertice, che siamo al minimo lo possiamo solo sperare. Certamente siamo in un periodo di riflusso, tesi suffragata dal fatto che, come correttamente evidenziato, troppo spesso dobbiamo svolgere lo sguardo all'indietro, beninteso questa prassi appartiene da sempre alla Storia tuttavia, perdonatemi il gioco di parole, c'è un “troppo” di troppo.
Sempre la Storia c'insegna, o quantomeno ci mostra che purtroppo questi periodi sono ciclici, le dinamiche sociali che le generano appartengono ad una scala troppo grande perché la percezione che è possibile trarne dall'analisi di un singolo aspetto possa modificarne la dinamica.
In una simile congiuntura già conservare la memoria, perpetuare in qualche modo quanto di buono è stato fatto, è opera meritoria.
Chi può si dedichi a questo, per gli altri, più incoscienti, giovani o coraggioso, fate voi, c'è il mare aperto.
C'è poi uno specifico tecnologico che impregna (corrode?) più facilmente alcuni ambiti che non altri (la musica e la fotografia senz'altro), ma è solo un aspetto, se non marginale, quantomeno parziale.
Edited 16 Gen. 2013 1:06
gunt 16-01-13 02.56
guarda alla base di tutto c'è secondo me un fraintendimento: l'oggetto della discussione, ovvero stiamo parlando di "Intrattenimento" o di "ricerca"?

se parliamo di intrattenimento, ossia come impegnare il mio tempo libero i tempi sono cambiati... oggi non scelgo di mettermi in poltrona ed ascoltare un album, così come non scelgo di sfogliare un catalogo d'arte o andare al cinema... magari per come è stressante la vita mi basta giocare al pc/mac, alla psp, oppure stare su un social network, oppure uscire con gli amici a mangiare etnico o fare un aperitivo... bene l'industria dell'intrattenimento, essendo un'industria, si adegua a queste abitudini per trarre profitti (come è sempre stato) e quindi per intrattenere musicalmente oggi (purtroppo) va bene un x factor (che non ho mai visto) oppure il singolone da 4 minuti senza intro lungo chiesto qualche post su. L'industria non investe più sul gruppo "da capire" perchè la massa non vuole capire. gli basta la musichetta jingle (magari la massa vuole capire ossia perdere tempo dietro ad una applicazione su l'Iphone,e quindi l'industria investe su questo) Idem al cinema... questo tipo di prodotto culturale di massa è scaduto in maniera inverosimile, vergognoso. Alla Melato si è sostituita la Letizzetto, a Gasman Accorsi, a Calvino Fabio Volo per fare qualche esempio.... Attualmente il livello della cultura indotta è molto scarso e cmq rispecchia il livello culturale medio...
Noi ci lamentiamo che non esiste l'intrattenimento musicale di un tempo, l'intrattenimento cinematografico o artistico di quando non c'era il cellulare e abbiamo ragione. In cambio di quello, però, abbiamo facebook, abbiamo internet, un pc, l'iphone, le vacanze all'estero con il low cost, e la macchina con lo stereo, insomma se ci avanza mezz'ora sappiamo come non annoiarci... non c'è più la scena mi ascolto un album sulla poltrona a luci soffuse e senza fare nient'altro...

se stiamo invece parlando della ricerca musicale o artistica in genere il discorso è differente. Fermo restante tutto ciò che ha detto il buon Orange, ossia che è più difficile essere nuovi, vi assicuro che nel quasi underground (perchè comunque parlo di prodotti reperibili normalmente sul mercato, magari non al supermercato) c'è tutto e di più come non mai. C'è troppo ed in ogni campo...ci sono film con la F maiuscola ed artisti incredibili
(in questo momento, mentre scrivo ad esempio sto ascoltando i sycamore age un gruppo giovanissimo toscano visti anche dal vivo e live spaccano senza se... è bello ascoltare qualcosa di interessante e pensare che è datato 2012)
... per seguire questo "filone" musicale però bisogna essere aggiornati, magari leggere riviste, web zine, ascoltare tanto, vedere concerti insomma seguire più che essere inseguiti... in pratica non è più "intrattenimento" ma diventa un'operazione attiva a tutti gli effetti che richiede impegno.

per questo dico bisogna capire l'oggetto della discussione...

e c'è da dire che anche prima, fino agli anni 90, entravamo nei bei negozi di dischi e con le cuffie passavamo ore a ricercare, ascoltare, rigirare le copertine, leggere le note...poi sceglievamo. ecco oggi, mi chiedo, sinceramente, prima di dire che la musica è morta, quanti dischi nuovi abbiamo ascoltato, rigirato, analizzato?


anumj 16-01-13 07.27
gunt ha scritto:
... per seguire questo "filone" musicale però bisogna essere aggiornati, magari leggere riviste, web zine, ascoltare tanto, vedere concerti insomma seguire più che essere inseguiti... in pratica non è più "intrattenimento" ma diventa un'operazione attiva a tutti gli effetti che richiede impegno.


Avevamo già fatto cenno alle sparute minoranze in tal senso. Ma non possiamo paragonare cose poste su piani differenti, dicendo che oggi abbiamo ancora del buono spulciando tra le riviste tecniche specializzate.

Parliamo di cose profondamente diverse, di un piano cultura elitaria oggi e di un piano di cultura diffusa e popolare come quella degli 80.

Fermo restando che poi è tutto da vedersi, perchè anche negli 80 le fucine di cultura e di sperimntazione andavano ancora fortissimo sull'abbrivio dei 70.

Quindi è naturale chiedersi dove sono le grandi pietre miliari del decennio 2000/2010 quelle che resteranno ai posteri tra 40 o più anni, senza la necessità di fare archelogia per scovare qualche prodotto di nicchia semisconosciuto ai più?

Gli 80 di pietre miliari sono stracolmi, non è necessario scavare per trovare, basta soltanto spolveare un po.
giosanta 16-01-13 10.14
anumj ha scritto:
Avevamo già fatto cenno alle sparute minoranze in tal senso. Ma non possiamo paragonare cose poste su piani differenti, dicendo che oggi abbiamo ancora del buono spulciando tra le riviste tecniche specializzate.
Parliamo di cose profondamente diverse, di un piano cultura elitaria oggi e di un piano di cultura diffusa e popolare come quella degli 80.


Infatti, il vero aspetto derimente e questo, e su questo tipo di considerazioni posso certamente dire di aver capito benissimo l'oggetto del post.
La permeabilità culturale che caratterizzava gli anni citati da Anumj, condizione indispensabile per allargare gli orizzonti culturali di una utenza vastissima, è stata sostituta da muri invalicabili, di cui l'industria non prende atto, ma contribuisce efficacemente a costruire.
Jackmau 16-01-13 17.18
orange1978 ha scritto:
oggi mi sembra che molti vogliono suonare, anche i piu giovani.

non voglio essere pessimista, ma parlando soprattutto per esperienza personale ti sbagli e di grosso. Se da una parte diventa sempre più facile accedere alla musica, per esempio molti miei amici non musicisti "suonicchiano" con ipad e pc, mentre 20 anni fa questo non sarebbe stato possibile, d'altra parte, se di musicisti ce ne sono tanti questi non si trovano nelle scuole, almeno in quelle che richiedono uno studio assiduo di altri argomenti.

Faccio un esempio, per risultare più chiaro: fino all'anno scorso ho frequentato, per quattro anni e mezzo il più antico liceo classico di milano, in cui, pur sfavorendo molti professori lo studio di uno strumento, ogni anno si organizzava un concerto della scuola (solitamente per natale), la media di musicisti presenti, su circa 850 studenti era la seguente:
-3 o 4 pianisti classici,
-un altro paio di orchestrali (principalmente violini e violoncelli)
-5 o 6 cantanti pop/rock
-1 dj inascoltabile
-3 o 4 chitarristi da 4 accordi
-2 bassisti rock,
-1 clarinettista da banda,
-un jazzista (IO).
Tutta gente tra i 14 i 19 anni all'incirca, togliendo gli strimpellatori che c'erano posso dire che di veri musicisti ce n'erano sì e no una decina, che su 850 rappresentano l'1% della popolazione scolastica.

Altro esempio, ora sono all'università e nella mia piccola facoltà di 230 iscritti vi sono:
-2 chitarristi elettrici seri
-2 chitarristi elettrici strimpellatori
-1 cantautore
-un ottimo pianista classico
-un jazzista (sempre il sottoscritto)
Contandoli tutti la media sale al 2,5%, numeri da sballo non c'è che dire...
anumj 16-01-13 20.48
Esatto, ma la cosa ancora più assurda è che di fatto la causa di cio' che accade oggi a livello sociale è riconducibile proprio agli anni 80, che sono stati di fatto l'anno 'zero' del consumismo e del capitalismo. All'epoca il grande entusiasmo e l'ingenuità sociale non ti avrebbe mai fatto intravedere gli effetti devastanti dopo 30 anni.

Il mercato e l'industria oltretutto non erano ancora cosi aggressivi, ma al contrario della gente, stavano guardando lontano.

Oggi il know-how tecnologico ci potrebbe permettere di costruire prodotti e strumenti di qualità assoluta a costi bassissimi. Le reti informatiche e i nuovi sistemi didattici potrebbero sfornare professionisti e artisti di ogni genere in quantità industriali. Ma sono poche le nazioni che credono e che investono sulla cultura. La società si divide sempre di più tra privilegio e schiavitu, libertà assoluta per poche elite e oppressione per le masse.

E' una sorta di medioevo tecnologicamente avanzato.



orange1978 16-01-13 20.50
@ Jackmau
orange1978 ha scritto:
oggi mi sembra che molti vogliono suonare, anche i piu giovani.

non voglio essere pessimista, ma parlando soprattutto per esperienza personale ti sbagli e di grosso. Se da una parte diventa sempre più facile accedere alla musica, per esempio molti miei amici non musicisti "suonicchiano" con ipad e pc, mentre 20 anni fa questo non sarebbe stato possibile, d'altra parte, se di musicisti ce ne sono tanti questi non si trovano nelle scuole, almeno in quelle che richiedono uno studio assiduo di altri argomenti.

Faccio un esempio, per risultare più chiaro: fino all'anno scorso ho frequentato, per quattro anni e mezzo il più antico liceo classico di milano, in cui, pur sfavorendo molti professori lo studio di uno strumento, ogni anno si organizzava un concerto della scuola (solitamente per natale), la media di musicisti presenti, su circa 850 studenti era la seguente:
-3 o 4 pianisti classici,
-un altro paio di orchestrali (principalmente violini e violoncelli)
-5 o 6 cantanti pop/rock
-1 dj inascoltabile
-3 o 4 chitarristi da 4 accordi
-2 bassisti rock,
-1 clarinettista da banda,
-un jazzista (IO).
Tutta gente tra i 14 i 19 anni all'incirca, togliendo gli strimpellatori che c'erano posso dire che di veri musicisti ce n'erano sì e no una decina, che su 850 rappresentano l'1% della popolazione scolastica.

Altro esempio, ora sono all'università e nella mia piccola facoltà di 230 iscritti vi sono:
-2 chitarristi elettrici seri
-2 chitarristi elettrici strimpellatori
-1 cantautore
-un ottimo pianista classico
-un jazzista (sempre il sottoscritto)
Contandoli tutti la media sale al 2,5%, numeri da sballo non c'è che dire...
si ok, i numeri non lasciano ben sperare, però....ai "miei tempi", ossia maturità conseguita nel 1997 nella mia scuola i numeri erano ancora inferiori, non ricordo nessun pianista, qualcuno che suonava il pianoforte o la chitarra amatorialmente, ma si trattava di poca gente, lezioni private, io ero uno dei pochi a studiare musica seriamente, e poi c'erano parecchi metallari e quelli suonavano la loro musica, posso dirlo quasi con assoluta certezza perchè ci conoscevamo tutti tra musicisti, e se qualcuno è rimasto nascosto saranno 2/3 massimo, che alzano poco la media, tanto per dirla in classe mia su 29 studenti solo io suonavo, altri hanno magari fatto un anno di chitarra alle medie, due anni di pianoforte da piccoli, un ragazzo ricordo che aveva fatto 5 anni di pianoforte tra elementari e medie, io dopo un anno suonavo brani che lui nemmeno si sognava, tanto per dire il livello che era nonostante le lezioni....

non so oggi come sia ma mi sembra che forse, dato che è piu facile accedere alle informazioni, cè un po piu di gente che vuole suonare almeno parlo di rock/pop....vedo tantissime ragazzine dai 13 ai 20 anni e molto carine che imitano le varie pop star, le vedi con la chitarra, il basso, cantare, moltissime fanno lezione di canto e devo dire che molte sono anche brave....nel mio studio ce ne sono parecchie, io sinceramente ai miei tempi non ho mai visto ragazzine di 13 anni imbracciare la chitarra e sognare di fare la rock star alla avril lavigne....

ripeto sono discorsi in cui è difficile generalizzare....
Edited 16 Gen. 2013 19:55
anonimo 16-01-13 21.56
Discussione vecchia, ma sempre sfiziosa.

Bisognerebbe darle una direzione più precisa però, altrimenti il minestrone è facile.

Non ho letto tutte le risposte (manco di tempo al momento, prometto di farlo), ma posso immaginare più o meno cosa sia venuto fuori. Mi accodo dicendo la mia.

A) Se parliamo di sound anni 2000 credo che resteremo in parte delusi.
O meglio, la contemporaneità è abbastanza refrattaria all'omogeneità.
Dubito che troveremo il corrispettivo dei paddoni e dei riverberi sui rullanti degli anni Ottanta (e ci aggiungo anche un "per fortuna" personale). Ma anche qui, bisognerebbe chiedersi quanto sia vera questa cosa.
Negli anni Ottanta sono uscite anche tante cose, forse le più meritevoli, fuori dai canoni della hit radiofonica con pad Oberheim, è lo sguardo indietro che spesso assume strane traiettorie.

B) Non è vero che non c'è più musica buona.
Se sostenete questo è perché non sapete ascoltare il vostro tempo, oppure siete i soliti nostalgici per i quali gli unici gruppi che siano mai esistiti sono i soliti Deep Purple-LedZeppelin-and friends.
Il punto è che non si può restare legati a delle intuizioni vecchie e sperare che qualcuno ci prenda per manina e ci porti fino alla nuova idea, o che si continui all'infinito sui vecchi canoni.
Bisogna essere pronti ad ascoltare, ad essere umili e capire l'arte.
Andare oltre le becere schitarrate degli infiniti adolescenti dai capelli cotonati, degli assoli veloci fatti col cilindro in testa, delle tastiere degli anni Novanta che fanno finta di essere chitarre.
Non abbiate paura di mettere in discussione i vostri punti fermi, ne vale la pena.
L'arte va cercata, e può darvi tanto.


Va beh, mi sono perso via. «Buttate via ogni cosa».
anumj 17-01-13 01.47
NeverMind_User ha scritto:
B) Non è vero che non c'è più musica buona.
Se sostenete questo è perché non sapete ascoltare il vostro tempo, oppure siete i soliti nostalgici per i quali gli unici gruppi che siano mai esistiti sono i soliti Deep Purple-LedZeppelin-and friends.
Il punto è che non si può restare legati a delle intuizioni vecchie e sperare che qualcuno ci prenda per manina e ci porti fino alla nuova idea, o che si continui all'infinito sui vecchi canoni.
Bisogna essere pronti ad ascoltare, ad essere umili e capire l'arte.
Andare oltre le becere schitarrate degli infiniti adolescenti dai capelli cotonati, degli assoli veloci fatti col cilindro in testa, delle tastiere degli anni Novanta che fanno finta di essere chitarre.
Non abbiate paura di mettere in discussione i vostri punti fermi, ne vale la pena.
L'arte va cercata, e può darvi tanto.


Ad un musicista o un fruitore di musica che ha vissuto gli 80, puoi dirgli tutto ma non che sia ancorato a stereotipi o incapace di ascoltare le novità. Non parlo solo per me, perchè ho conosciuto tantissimi altri coetani che hanno masticato ogni genere musicale possbile e immaginabile. Gli 80 sono stati anni onnicomprensivi a livello di generi musicali, eri quindi costretto ad essere un "openminded" altrmenti eri fuori.

Oggi ascolto con attenzione tutto cio dove percepisco musicalità e talento, come i ragazzi islandesi dei Sigur ros per esempio, ma anche in altre direzioni... jazz, elettronica etc.
Ma parliamo di eccezioni, non parliamo di un'industria fertile e innovativa come quella degli 80. Eccezioni... belle... in quanto tali sporadiche e non rappresentative di un'era.
Rafproject 17-01-13 02.51
Fare il paragone con gli anni 80 mi sembra un ottimo metodo per cercare di individuare peculiarità del sound "2000", in ogni caso bisognerebbe poter confrontare il presente anche con il futuro.
Magari un rullante registrato nel 2010 suonerebbe caratteristico ad un ascoltatore del 2030..
alanwilder91 17-01-13 13.24
Continuo ad essere dell'idea che il problema non sia la quantità di buona musica quanto la maggior quantità di musica di poco valore artistico (commerciale se vogliamo) che rende difficile e faticoso sia l'ascolto che la ricerca. Senza contare che proprio la propensione capitalistica della musica recente permette una maggiore e facile fruizione, almeno per quanto mi riguarda, di musica pessima costringendomi/ci ad una difficile ricerca sia perchè con queste premesse molti artisti talentuosi rimangono di nicchia (se va bene, in pochissimi emergono) sia perchè sempre per gli stessi motivi questa ricerca richiede delle capacità minime (internet in primis più un pò di dimestichezza con l'inglese e di capacità di sviscerare siti esteri e riproduttori musicali spartani) e un pò di culo.


Però c'è del buono in giro, eccome! Mi vengono in mente: il filone musicale islandese (Sigur Ros, GusGus, Mum, Bjork, Berndsen), l'elettronica francese (Air, Daft Punk, Justice, M83, Digitalism nonostante siano tedeschi), elettronica scandinava (The Knife, Royksopp, Robyn, Lacrimosa), la "vera" dubstep (Burial, Four Tet, Aucan, James Blake), elettronica varia (Zola Jesus, Modeselektor, Apparat, Boards Of Canada, Vladislav Delay, Birds of Passage, Sonoio, Andy Stott, Demdike Stare, Attilio Novellino, Goldfrapp), elettro/indie/gothic/quellochevolete rock (Baustelle, Have a Nice Life, Toy, MGMT, Alt-J, White Lies, Swans, Editors, Arctic Monkeys, Porcupine Tree), filone musicale canadese (Deadmau5, Austra, Crystal Castles, Arcade Fire), jazz (Hiromi Uehara), più tutta una serie di artisti piuttosto conosciuti (Gorillaz, Nightwish, Coldplay, Massive Attack, Moby, Chemical Brothers, Radiohead, Keane, Muse) è un'infinità di altre cose che non mi vengono in mente al momento emo