Sound anni 2000

filigroove 17-01-13 16.06
Dai '90 viviamo un lungo momento di post-modernismo, almeno io lo sto vivendo. Quello che c'è da 20 anni è il rimaneggiamento e rimescolamento del materiale passato con esiti più o meno creativi, sia per i suoni che per la composizione.
Quello che caratterizza l'ultimo decennio in particolare è la povertà dei mezzi di produzione (si parte quasi sempre dall'home rec), che si riflette sulla povertà del risultato finale (con poche eccezioni) e la povertà del mezzo di ascolto (mp3 o youtube).
Mi sembra cambiato anche l'ascoltatore giovane e giovanissimo, che pare abbia una grossa predilezione per l'usa e getta.
C'è poi una nicchia di ascoltatori attenti che spesso predilige produzioni nuove con suoni classici e forme classiche.
In definitiva non credo ci sia un vero timbro '00, se non quello derivato dalle compressioni digitali e dall'uso smodato quanto spiacevole di intonatori elettronici.
filigroove 17-01-13 16.08
@ alanwilder91
Continuo ad essere dell'idea che il problema non sia la quantità di buona musica quanto la maggior quantità di musica di poco valore artistico (commerciale se vogliamo) che rende difficile e faticoso sia l'ascolto che la ricerca. Senza contare che proprio la propensione capitalistica della musica recente permette una maggiore e facile fruizione, almeno per quanto mi riguarda, di musica pessima costringendomi/ci ad una difficile ricerca sia perchè con queste premesse molti artisti talentuosi rimangono di nicchia (se va bene, in pochissimi emergono) sia perchè sempre per gli stessi motivi questa ricerca richiede delle capacità minime (internet in primis più un pò di dimestichezza con l'inglese e di capacità di sviscerare siti esteri e riproduttori musicali spartani) e un pò di culo.


Però c'è del buono in giro, eccome! Mi vengono in mente: il filone musicale islandese (Sigur Ros, GusGus, Mum, Bjork, Berndsen), l'elettronica francese (Air, Daft Punk, Justice, M83, Digitalism nonostante siano tedeschi), elettronica scandinava (The Knife, Royksopp, Robyn, Lacrimosa), la "vera" dubstep (Burial, Four Tet, Aucan, James Blake), elettronica varia (Zola Jesus, Modeselektor, Apparat, Boards Of Canada, Vladislav Delay, Birds of Passage, Sonoio, Andy Stott, Demdike Stare, Attilio Novellino, Goldfrapp), elettro/indie/gothic/quellochevolete rock (Baustelle, Have a Nice Life, Toy, MGMT, Alt-J, White Lies, Swans, Editors, Arctic Monkeys, Porcupine Tree), filone musicale canadese (Deadmau5, Austra, Crystal Castles, Arcade Fire), jazz (Hiromi Uehara), più tutta una serie di artisti piuttosto conosciuti (Gorillaz, Nightwish, Coldplay, Massive Attack, Moby, Chemical Brothers, Radiohead, Keane, Muse) è un'infinità di altre cose che non mi vengono in mente al momento emo


Qui ci sono molti nomi '90, non a caso.
alanwilder91 17-01-13 17.01
@ filigroove
Qui ci sono molti nomi '90, non a caso.
Si ci sono artisti che hanno segnato sia i '90 che i '00.
giosanta 17-01-13 17.15
filigroove ha scritto:
... Quello che caratterizza l'ultimo decennio in particolare è la povertà dei mezzi di produzione (si parte quasi sempre dall'home rec), che si riflette sulla povertà del risultato finale (con poche eccezioni) e la povertà del mezzo di ascolto (mp3 o youtube)...

Una sottolineatura tecnica importante e molto significativa, meritevole di approfondimento, cui mi associo integralmente.
anumj 17-01-13 17.46
alanwilder91 ha scritto:
Continuo ad essere dell'idea che il problema non sia la quantità di buona musica quanto la maggior quantità di musica di poco valore artistico (commerciale se vogliamo) che rende difficile e faticoso sia l'ascolto che la ricerca.


Anche negli 80 c'era parecchia munnezza, non era mica tutto oro colato. Se consideri il decennio, forse è stato uno dei più fertili in quanto a meteore. Come ho citato alcuni post prima certi arrangiamenti e composizioni dei Matia Bazar (tanto per restare qui in casa), cosi potrei citare i vari Albano e Romina, Ricchi e Poveri e chi più ne ha più ne metta...



alanwilder91 ha scritto:
Senza contare che proprio la propensione capitalistica della musica recente permette una maggiore e facile fruizione, almeno per quanto mi riguarda, di musica pessima costringendomi/ci ad una difficile ricerca sia perchè con queste premesse molti artisti talentuosi rimangono di nicchia (se va bene, in pochissimi emergono) sia perchè sempre per gli stessi motivi questa ricerca richiede delle capacità minime (internet in primis più un pò di dimestichezza con l'inglese e di capacità di sviscerare siti esteri e riproduttori musicali spartani) e un pò di culo.


Questo pero' cozza un po' con quanto asserivi prima.

Cioè, se ho capito bene, da un lato dici che i 2000 offrono tantissima musica di poco valore, rispetto ad epoche precedenti, che in qualche modo annacquano la buona musica e la rendono poco visibile.

Dall'altro lato dici che Internet e i mezzi attuali consentono di fruire con facilità quantità maggiori di musica pessima.

In pratica, se è vero che c'è tanta monnezza, è vero altresi che ci sono mezzi velocissmi e potentissimi (internet) per scremare la bella dalla brutta musica.

Negli 80 i dischi li ascoltavi in radio/tv, discoteca o negli ultimi jukebox... stop. Internet non c'era, la musica buona veniva a galla da se e si acquistava. Certi LP lo sapevi che sarebbero rimasti ai tuoi figli... ai tuoi nipoti.
Oggi faccio fatica a immaginare un giovane che esce a comprare un disco di buon pop pensando di doverlo custodire per la sua futura progenie.
bluesboy 17-01-13 18.15
anumj ha scritto:
E' una sorta di medioevo tecnologicamente avanzato.



Sono tristemente d'accordo javascript:insertEmo('emo')
alanwilder91 17-01-13 18.25
No, dico che i 2000 offrono tanta musica buona quanto in passato ma che a differenza del passato questa è maggiormente annacquata da roba pessima che prima, un pò perchè di meno numericamente un pò perchè la facilità nel fare musica anche dai poco talentuosi adesso è aumentata, non c'era.

Il concetto di meteora degli anni 80 oggi viene portato all'esasperazione (usa e getta) senza contare che più di qualche meteora del passato aveva comunque fatto o detto cose interessanti. Il problema è che nonostante la musica sia sempre stata un business (nel bene e nel male) adesso la tendenza è quella del rapido consumo, del guadagno immediato e della fruizione senza impegno. Non c'è più molto interesse a veder crescere ed evolvere un progetto sia da parte del pubblico che da parte dei produttori e case discografiche che non si accollano più le spese della crescita umana, artistica e fisiologica dell'artista. Non c'è più la cultura della cura del prodotto, dei doveri nei confronti del pubblico (anche per colpa del pubblico stesso) o comunque del guadagnare per mezzo/in cambio dell'arte e del valore. Se prima il fine era il guadagno per mezzo di un prodotto che avesse un minimo di sostanza e di contenuto adesso è il guadagno nudo, crudo e indipendente dal valore artistico.

Internet è un mezzo che se adoperato correttamente permette di scandagliare questo mare di noia alla ricerca di altri tipi di contenuti, alla ricerca di gente che si impegna e merita impegno e sostegno. Il talento c'è come c'era in passato ma più che in passato questo non è sufficiente.
Edited 17 Gen. 2013 17:29
anumj 17-01-13 20.50
alanwilder91 ha scritto:
No, dico che i 2000 offrono tanta musica buona quanto in passato ma che a differenza del passato questa è maggiormente annacquata da roba pessima che prima, un pò perchè di meno numericamente un pò perchè la facilità nel fare musica anche dai poco talentuosi adesso è aumentata, non c'era.


Si, ho capito bene quindi.
Hai detto anche che oggi ci sono mezzi di ascolto/ricerca più veloci per selezionare il talento.
Voglio dire, oggi sai già cosa fa e quanto vale un artista forse ancor prima che lui abbia pubblicato qualcosa, grazie ad Internet.

Negli 80 ascoltavi il pezzo in radio e poi se ti piaceva (e se avevi i soldini per farlo) correvi a prendere un LP in negozio di cui conoscevi solo 1 brano. Non avevi altri mezzi per 'scandagliare'. E ripeto, la monnezza stava anche allora.

Quindi, questa sovrapproduzione a cui ti riferisci io non la vedo come scusante per questa era.

Sarebbe come dire che oggi c'è tanto inquinamento atmosferico, mentre nel Medioevo l'aria era più pulita.
Il problema è che nel Medioevo morivi mediamete a 30/40 anni, mentre oggi grazie all'evoluzione tecnologica e alla medicina moderna la vita media si è alzata ad 70/80.
greg 17-01-13 20.59
Scontato: ogni epoca ha la sua musica.
Non vorrei fare un elenco inutile e fine a se stesso:
musica medievale, canti gregoriani, musica barocca, classica eccetera eccetera............
In tutte le epoche qualcuno ha sentenziato: non si produce più la musica di una volta..........
La realtà risiede nella sempre minore capacità della nostra mente di adattarsi presto al nuovo, siamo pigri e ci adagiamo comodamente nelle tecnologie.
Sono banale, ma una volta per tirare fuori una registrazione da un registratore stereo a cassette avevi per forza di cose bisogno di cinque sei elementi almeno con un addetto al mixer compreso. Formavi un gruppo poichè era l'unico modo per tirar fuori qualcosa di lontanamente musicale. Ora sappiamo tutti che l'epoca dei gruppi è surclassata dalla tecnologia. Però, per quanto siamo bravi, capaci, polistrumentisti e chi più ne ha, più ne metta, due teste che pensano portano idee diverse, figuriamoci in quei contesti anni '60-'70 e postumi, in quei gruppi che han fatto la leggenda.............non mi dilungo, ma il concetto da esprimere e quello che si deve tornare a fare musica in gruppo...........quando si girava la propria città da sala prove a sala prove ad ascoltare le ultime formazioni assemblatesi. C'era un grande scambio, credetemi, e si rubavano tante idee e si provava a resintetizzarle a proprio interesse..........La musica del 2000? Boh.......sinceramente quasi tutta molto ben fatta tecnicamente, ma all'anima è arrivato ben poco, almeno nel mio umile caso.
greg 17-01-13 21.02
anumj ha scritto:
Il problema è che nel Medioevo morivi mediamete a 30/40 anni, mentre oggi grazie all'evoluzione tecnologica e alla medicina moderna la vita media si è alzata ad 70/80.

OT. non voglio spaventarti, ma quella era la vita media dell'uomo di Neanderthal; nel medio evo, a causa di mortalità infantile elevata e grandi ed estese pestilenze, la vita media era intorno ai 20- 30 anni....emo
giosanta 17-01-13 22.04
greg ha scritto:
In tutte le epoche qualcuno ha sentenziato: non si produce più la musica di una volta..........
La realtà risiede nella sempre minore capacità della nostra mente di adattarsi presto al nuovo, siamo pigri e ci adagiamo comodamente nelle tecnologie.

Questo è verissimo da un punto di vista sociologico, ma non da un punto di vista culturale.
Il fatto che ad un certo punti una generazione di giovani abbia avuto come idolo i Beatles ed una successiva i Take That, certamente non pone i due gruppi sullo stesso piano...
L'evoluzionismo culturale non esiste.
gunt 18-01-13 11.35
@ alanwilder91
Continuo ad essere dell'idea che il problema non sia la quantità di buona musica quanto la maggior quantità di musica di poco valore artistico (commerciale se vogliamo) che rende difficile e faticoso sia l'ascolto che la ricerca. Senza contare che proprio la propensione capitalistica della musica recente permette una maggiore e facile fruizione, almeno per quanto mi riguarda, di musica pessima costringendomi/ci ad una difficile ricerca sia perchè con queste premesse molti artisti talentuosi rimangono di nicchia (se va bene, in pochissimi emergono) sia perchè sempre per gli stessi motivi questa ricerca richiede delle capacità minime (internet in primis più un pò di dimestichezza con l'inglese e di capacità di sviscerare siti esteri e riproduttori musicali spartani) e un pò di culo.


Però c'è del buono in giro, eccome! Mi vengono in mente: il filone musicale islandese (Sigur Ros, GusGus, Mum, Bjork, Berndsen), l'elettronica francese (Air, Daft Punk, Justice, M83, Digitalism nonostante siano tedeschi), elettronica scandinava (The Knife, Royksopp, Robyn, Lacrimosa), la "vera" dubstep (Burial, Four Tet, Aucan, James Blake), elettronica varia (Zola Jesus, Modeselektor, Apparat, Boards Of Canada, Vladislav Delay, Birds of Passage, Sonoio, Andy Stott, Demdike Stare, Attilio Novellino, Goldfrapp), elettro/indie/gothic/quellochevolete rock (Baustelle, Have a Nice Life, Toy, MGMT, Alt-J, White Lies, Swans, Editors, Arctic Monkeys, Porcupine Tree), filone musicale canadese (Deadmau5, Austra, Crystal Castles, Arcade Fire), jazz (Hiromi Uehara), più tutta una serie di artisti piuttosto conosciuti (Gorillaz, Nightwish, Coldplay, Massive Attack, Moby, Chemical Brothers, Radiohead, Keane, Muse) è un'infinità di altre cose che non mi vengono in mente al momento emo


ottimo intervento che condivido al 100%

ma sono convinto che chi in generale dice che "la musica è morta" dei gruppi postati da te ne conosce una spaurita minoranza... (uno su dieci?) e non ha la curiosità di informarsi... su questa mancanza di curiosità mi focalizzerei se dovessi pensare che la musica è finita... se decido di non seguire la musica aggiornandomi per me è ovvio che sia morta... poi posso trovare tutte le teorie che voglio capitalismo/comunismo/internet... resta il fatto che emetto un giudizio su un campo che non sto seguendo....

io non seguo più il campionato di calcio dall'infanzia. non conosco neanche il nome dei campioni. non conosco le squadre che sono in serie A a parte le big storiche. per me di fatto il campionato NON ESISTE, ma so che è semplicemente un mondo che non conosco più e che a me non va di conoscere (lo vedo troppo legato al business e senza anima) .... ma non mi sognerei di dire che oggi non ci sono più squadre che giocano bene e che il calcio vero era con maradona, pelè e platini per un motivo semplice: se non conosco chi gioca oggi come posso fare il paragone con chi giocava prima?emo

non è un discorso presuntuoso e saccente il mio... secondo me il punto è riflettere su questo "non mi va di conoscere" del tutto personale per ognuno e non è banale questo punto, nè riduttivo... capisco che la musica oggi può far prendere a noia, troppo schizofrenica e frenetica la scena...

e i motivi possono essere tanti... primo fra tutti che la musica è diventata troppo dispersiva, non ci sono più generi dominanti, è più difficile trovare quello che a me piace (il mio genere), i gruppi hanno vita breve, non ci sono più le etichette discografiche che selezionano a monte per me (e mi ritrovo con tanti nomi assurdi e da solo ad ascoltare mp3 e decidere se sono geni o brocchi), i bravi esecutori non sono più indispensabili per la buona riuscita di un pezzo, la tv spaccia per musica X Factor (X Factor è un semplice reality. dire che sia musica sarebbe come dire che la Fattoria era una trasmissione di agraria) , .... e ci metto anche che la musica è diventata meno orecchiabile, più aggressiva, troppo spettacolare e che come diceva anche Orange è difficile essere innovativi al 100% oggi....
gunt 18-01-13 11.43
@ giosanta

il punto è più semplice del previsto... la generazione aveva come idolo i Beatles non per la musica... sembra strano da pensare ma per quella generazione la musica era un accessorio. Loro amavano quattro ragazzi bellocci che incarnavano un ideale preciso... (lascia stare gli appassionati che li seguivano per la musica)

stessa cosa è accaduto per i Take That... se vogliamo la "colpa" sta nell'industria discografica che prima era più genuina....

negli anni 2000 quella generazione addirittura ha scelto come idolo non un gruppo musicale ma l'Iphone.... non fanno più le file per comprare un biglietto ma per comprare l'Iphone... con le stesse scene di isteria... anche lì... è per l'ideale che l'iphone incarna e il fatto che detto strumento faccia telefonate è solo un accessorio aggiunto...
emo
Edited 18 Gen. 2013 10:43
anumj 18-01-13 11.57
Tra beatles take that c'è tutta una serie di tantissime altre boy band. I Jackson 5 '70, Duran Duran e Spandau Ballet '80, ben vengano le boy band quando sotto cmq ci sta un progetto musicale, figure carismatiche e belle idee.
Dopo i T.T. è terminata l'era delle boy band.


E l'immagine è un castello di sabbia, da sola dura poco. E quella che si vede nelle attuali boy band è solo immagine.
giosanta 18-01-13 12.19
gunt ha scritto:
il punto è più semplice del previsto... la generazione aveva come idolo i Beatles non per la musica... sembra strano da pensare ma per quella generazione la musica era un accessorio. Loro amavano quattro ragazzi bellocci che incarnavano un ideale preciso... (lascia stare gli appassionati che li seguivano per la musica)
stessa cosa è accaduto per i Take That...

Ma volete scherzare?
I dischi dei Beatles si continuano a vendere dopo 50 anni, come quelli dei Pynk Floyd. Se ne parla ancora. Fanno ancora notizia, sono stati un fenomeno culturale che ha condizionato gli anni a seguire e sarà ancora così.
I Take That (non c'è l'ho con loro, è solo un esempio come potremmo citarne altri) cresciuta la generazione che li ha idolatrati, sono evaporati.