@ maverplatz
Piccolo OT.
Essendo cresciuto nella Val d'Enza, nel cuore dell'Emilia rossa, ho vissuto la parabola dell'allora PCI, poi PDS/DS/PD, attraverso le numerose Feste dell'Unità.
Nei primi anni '80, da noi, la “Festa dell'Unità” era sinonimo di festa del paese. Sì, vi erano anche le minoranze, ma anche chi aveva un'idea politica diversa spesso vi partecipava comunque, data l'enorme e perfetta organizzazione di questi eventi grazie ai volontari (i quali sacrificavano le loro ferie per la causa) ed anche ai finanziamenti dell'allora Unione Sovietica. Nel mio paese (al tempo circa 7'500 abitanti), la festa disponeva di un parco privato con: ristorante tradizionale, ristorante del pesce, pizzeria, punto di ristoro con gnocco fritto e salumi, bar, palco con pista per ballo liscio, arena spettacoli semicircolare per almeno un migliaio di persone con palco professionale (oltre ad artisti di fama nazionale con biglietto a “prezzo politico”, ho assistito anche allo spettacolo del corpo di ballo del teatro Bolshoi di Mosca...), discoteca, stand commerciali, libreria, varie lotterie e giochi a premi, parco giochi per i bimbi. Al mattino (all'inizio dei lavori di preparazione), alzabandiera con inno sovietico diffuso dagli altoparlanti a tromba, dai quali spesso si udivano annunci tipo: “Il compagno Rossi è atteso in direzione”.
In seguito, questa festa raggiunse il suo apice e fu di interesse nazionale, perché assegnata agli inserti satirici, prima “Tango” poi “Cuore”, dell'Unità.
Dopo lo scisma di Rifondazione Comunista, si ebbero addirittura due feste, ma fu l'inizio del declino inesorabile e progressivo ed i volontari erano sempre meno.
La festa c'è ancora (anche se ormai è solo l'ombra di quel che era una volta), ma di anno in anno, la sua organizzazione è sempre più problematica.
Bene, cominciamo a mettere dei paletti.
Da quando si è optati per cancellare la dicitura "comunista" dal nome del partito i dirigenti non hanno fatto altro che litigare tra di loro e dividersi. Se ci fate caso il PD ha al suo interno, nei ruoli dirigenziali, non più di un 10% di ex militanti del vecchio PCI, il restante 90 sono ex DC. L'ultimo 20% che se ne è andato li ha letteralmente sbattuti fuori Matteo Renzi.
L'evoluzione della linea politica, a partire da "Uolter" è stato uno "sparare nel mucchio" senza beccare niente. Se ricordate la legislatura in cui "Uolter" era candidato premier, sugli scranni del PD in parlamento presero posto tra gli altri Calearo e un operaio della Thyssen Krupp. Poi c'era anche Colaninno il giovane, mentre Colaninno il vecchio era in FI.
Il "conte Max" all'indomani dell'investitura come primo ministro, come prima visita istituzionale si recò alla borsa di Londra a rassicurare gli investitori. Cosa gli avrà detto? Poi, di fatto, spalancò la porta ai contratti di lavoro precari.
Io credo che un po' di gente se lo sia domandato se valeva ancora la pena lavorare gratis per questa gente...