@ anonimo
beh insomma, un po' di iperbole per stigmatizzare l'inutilità di molte cose che riempiono la vita odierna...e la malinconia profonda che alcune anime sensibili ancora sanno provare....
Mah, io sto capendo una cosa:
C'è chi la usa la vita e chi si sforza di dargli un significato. Ma non sono scelte, son proprio tagli mentali fatti così, così come ci sono le formiche operaie e ci sono i ragni solitari ed ingegnosi.
Prenderla o donarla, la vita?
Mio suocero è una bravissima persona, onesta e affidabile ma il suo ruolo è quello, da sempre, di mettersi giù a testa bassa e lavorare, lavorare, di quelli che "datemi" un impegno (perché non lo crea ma ne usa uno già confezionato) e lo onora con dedizione. Tutto per avere la casa, la famiglia, quel luogo dove puoi chiudere la porta e non entra il terrorismo, non entrano i tramonti, gli esseri strani, le stelle la notte. Un luogo piccolo ma adatto a garantire che quel pezzo del tempo infinito che ci hanno obbligato a vivere passi senza scossoni.
È inutile chiedergli di ragionare sul discorso del vescovo di domenica scorsa, ti dirà che gli sta bene così, non vuol sapere se sia inganno o verità, non vuole smontare la "casa" scegliendo strade incerte.
Operaio della vita.
C'è poi quello che si fa domande, che cerca il senso della vita, che cerca risposte per se e per gli altri e spesso si ritrova affacciato nel vuoto infinito, ed ha sconcerto.
Nei baretti della mattina presto, quando ancora è buio e fa freddino, quelli pieni di operai fisiologici con le labbra di caffè con grappa, uno che che si preoccupa di pensare avanti come te è visto come un alieno.
Il mondo è fatto di operai e pensatori.
C'è chi pensa per crescere e costruire e chi vuole solo eseguire la costruzione in cambio di un'effimera tranquillità.
Ma poi il tempo scade per tutti...