@ JohnBarleycorn
Effettivamente dentro le attuali workstations c'è da perdersi, ti dico come procedo io.
1) come prima cosa mi chiarisco le idee e, almeno sulle parti principali, decido che tipologia di suono voglio usare pescando dal mio setup (pianoforte, rhodes, wurlizer, pad, strings, mellotron, synth brass, moog....ecc ecc
2) Mi faccio una base registrata del brano (suono in un gruppo e registro in sala prove)
3) sulla base dell'idea iniziale, parte per parte, seleziono i timbri che mi sembrano buoni da quelle macrocategorie di suoni e ci suono sopra per vedere quale ci attacco meglio e prendo nota, magari approfittando per perfezionare le varie parti in baso al timbro
4) spengo tutto e ci dormo sopra
5) il giorno dopo riprovo tutto per vedere se mi convince, magari in sala con gli altri per sentire come lega con gli altri strumenti.
Personalmente preferisco usare degli strumenti dedicati (che siano plugins vst, cloni o altro) per i vari suoni (pianoforte, rhodes, hammond, synth solista, synth di accompagnamento-pads ecc) rispetto ad una tastiera tuttofare dove vai a perderti nei meandri di migliaia di suoni, perchè riesco a gestire manualmente il singolo timbro e so bene o male la peculiarità timbriche dello strumento. TI faccio un esempio, per i soli di synth preferisco appoggiarmi al model D behringer che non ha dei preset e quindi mi aggiusto il timbro ad orecchio cercando di avvicinarmi all'idea di suono che ho in testa, idem per rhodes, uso gsi gemini con i miei 3 o 4 preset di base sui quali affino il setting (tremolo si -no, phaser, ampli chitarra, squillante o cupo ecc), idem per hammond ecc. Per i synth generici in base a quello che mi serve scelgo tra blofeld (che ha mediamente un suono più acidino e moderno) ed il v.a. del gemini che è più anni 80 come tipo di sonorità e via di fantasia.
Interessante, diminuire le variabili possibili e idee chiare o che si schiariscono nell’arco di una notte. Per le mie capacità solo apparentemente semplice.