Il tono giusto

Bassoforte 15-07-20 14.48
@ anonimo
1. Non sai realmente quello che vuoi
2. Il mercato non ha uno strumento che suona come vorresti tu
3. Quello che vuoi costa troppo
Ma no emo
Sono cresciuto con i suoni dei Depeche Mode, Jean Michel Jarre, Brian Eno, Moroder, Massive Attack, negli ultimi anni Nu Jazz.. so esattamente il suono che vorrei il problema che dai miei strumenti i suoni che escono, isolati dal contesto di un gruppo, di un'amplificazione live o di registrazione a livello di studio come dice giustamente Paolo, sembrano tutti buoni.. ma questo non può essere e allora cerco di capire. Poi vabbè dai tempi di quando suonavo il basso, ho perso certezza nell'assioma per il quale "più costa e meglio suona" come dici al punto 3) e lo ritrovo ancora di più in questo mondo dove cambiando parametri apparentemente minimi, incidi decisamente sul suono/timbro anche di un VST free.emo
paolo_b3 15-07-20 14.48
@ Bassoforte
emo Hai capito che quel ti rappresenta la domanda che rivolgo a me e non riferita a te vero? emo
Mi sono spiegato male,

1) Ti ringrazio per aver usato quel "ti vuole" tipico delle nostre parti e per cui tutti ci sfottono.

2) "Non capisci un'emerita cippa" perchè dopo aver ascoltato un po' di suoni hai perso i riferimenti.
zerinovic 15-07-20 15.29
@ Bassoforte
Mi pare di intuire che il tuo approccio è basato molto su una conoscenza profonda tecnica e potenziale dello strumento che hai in quel momento. Fatto assolutamente imprescindibile (conoscenza=potere).

Davvero sto cercando il mio metodo, ma mi pare di perdere un mare di tempo nelle troppe soluzioni in cerca della mia : ad esempio ho preso anche io Sunrizer (su tuo input emo) .. ma ha mille mila parametri e nessuno sembra farlo suonare in assoluto male. A volte penso che mi servirebbe un'altra vita per maturare l'esperienza necessaria per risparmiare questo tempo emo
sunrizer per ipad io? sara stato @pippo18 io, utilizzo synth one e model d, ne ho provati pochi, mi sono fermato quando ho trovato quelli che erano adatti.
JohnBarleycorn 15-07-20 18.15
Effettivamente dentro le attuali workstations c'è da perdersi, ti dico come procedo io.
1) come prima cosa mi chiarisco le idee e, almeno sulle parti principali, decido che tipologia di suono voglio usare pescando dal mio setup (pianoforte, rhodes, wurlizer, pad, strings, mellotron, synth brass, moog....ecc ecc
2) Mi faccio una base registrata del brano (suono in un gruppo e registro in sala prove)
3) sulla base dell'idea iniziale, parte per parte, seleziono i timbri che mi sembrano buoni da quelle macrocategorie di suoni e ci suono sopra per vedere quale ci attacco meglio e prendo nota, magari approfittando per perfezionare le varie parti in baso al timbro
4) spengo tutto e ci dormo sopra
5) il giorno dopo riprovo tutto per vedere se mi convince, magari in sala con gli altri per sentire come lega con gli altri strumenti.

Personalmente preferisco usare degli strumenti dedicati (che siano plugins vst, cloni o altro) per i vari suoni (pianoforte, rhodes, hammond, synth solista, synth di accompagnamento-pads ecc) rispetto ad una tastiera tuttofare dove vai a perderti nei meandri di migliaia di suoni, perchè riesco a gestire manualmente il singolo timbro e so bene o male la peculiarità timbriche dello strumento. TI faccio un esempio, per i soli di synth preferisco appoggiarmi al model D behringer che non ha dei preset e quindi mi aggiusto il timbro ad orecchio cercando di avvicinarmi all'idea di suono che ho in testa, idem per rhodes, uso gsi gemini con i miei 3 o 4 preset di base sui quali affino il setting (tremolo si -no, phaser, ampli chitarra, squillante o cupo ecc), idem per hammond ecc. Per i synth generici in base a quello che mi serve scelgo tra blofeld (che ha mediamente un suono più acidino e moderno) ed il v.a. del gemini che è più anni 80 come tipo di sonorità e via di fantasia.
michelet 15-07-20 19.40
La scelta dei timbri deriva dalla tipologia di arrangiamento, in altre parole al "vestito" che vogliamo dare alla nostra composizione. Esistono dei cliché ben definiti, tali per cui, per certi generi musicali, determinati timbri sono obbligatori e non si scappa. Però la forza e la valenza dell'arrangiatore sta nel creare qualcosa di nuovo, infrangendo le regole, se dovesse servire.
Aggiungerei anche un'altra considerazione di natura prettamente tecnica, relativa alle frequenze che ogni timbro si porta appresso. Ci sono alcuni timbri che tra loro si sposano bene ed altri che fanno letteralmente a pugni. Talvolta si tratta di lavorare finemente con l'equalizzatore parametrico per diminuire o enfatizzare quelle frequenze che potrebbero risultare sgradevoli o danneggiare gli altri timbri presenti nell'arrangiamento. Non sono cose che si confezionano dalla sera alla mattina.
Bassoforte 15-07-20 20.48
@ JohnBarleycorn
Effettivamente dentro le attuali workstations c'è da perdersi, ti dico come procedo io.
1) come prima cosa mi chiarisco le idee e, almeno sulle parti principali, decido che tipologia di suono voglio usare pescando dal mio setup (pianoforte, rhodes, wurlizer, pad, strings, mellotron, synth brass, moog....ecc ecc
2) Mi faccio una base registrata del brano (suono in un gruppo e registro in sala prove)
3) sulla base dell'idea iniziale, parte per parte, seleziono i timbri che mi sembrano buoni da quelle macrocategorie di suoni e ci suono sopra per vedere quale ci attacco meglio e prendo nota, magari approfittando per perfezionare le varie parti in baso al timbro
4) spengo tutto e ci dormo sopra
5) il giorno dopo riprovo tutto per vedere se mi convince, magari in sala con gli altri per sentire come lega con gli altri strumenti.

Personalmente preferisco usare degli strumenti dedicati (che siano plugins vst, cloni o altro) per i vari suoni (pianoforte, rhodes, hammond, synth solista, synth di accompagnamento-pads ecc) rispetto ad una tastiera tuttofare dove vai a perderti nei meandri di migliaia di suoni, perchè riesco a gestire manualmente il singolo timbro e so bene o male la peculiarità timbriche dello strumento. TI faccio un esempio, per i soli di synth preferisco appoggiarmi al model D behringer che non ha dei preset e quindi mi aggiusto il timbro ad orecchio cercando di avvicinarmi all'idea di suono che ho in testa, idem per rhodes, uso gsi gemini con i miei 3 o 4 preset di base sui quali affino il setting (tremolo si -no, phaser, ampli chitarra, squillante o cupo ecc), idem per hammond ecc. Per i synth generici in base a quello che mi serve scelgo tra blofeld (che ha mediamente un suono più acidino e moderno) ed il v.a. del gemini che è più anni 80 come tipo di sonorità e via di fantasia.
Interessante, diminuire le variabili possibili e idee chiare o che si schiariscono nell’arco di una notte. Per le mie capacità solo apparentemente semplice. emo
Bassoforte 15-07-20 20.59
@ zerinovic
sunrizer per ipad io? sara stato @pippo18 io, utilizzo synth one e model d, ne ho provati pochi, mi sono fermato quando ho trovato quelli che erano adatti.
Per Sunrizer evidentemente ricordo male. Ma per esempio il model d (ho pure quello grazie @ pippo18) è una Babilonia da settare .. non lo riesco ad interpretare, mio limite certamente e quindi per ora sta lì...emo
Dallaluna69 15-07-20 21.33
@ paolo_b3
Dallaluna69 ha scritto:
I professionisti ne fanno anche uno al giorno.

Io sono decisamente un dilettante.
Non mi dilungo, perché stiamo andando O.T.
Ci sono pazzi come Johnatan Mann che pubblicano una canzone al giorno da anni.
Per i beatmaker, che lo fanno di mestiere, fare un beat al giorno è una cosa normale (ma non aspettarti chissà quale livello di complessità).
La catena della produzione musicale è cambiata moltissimo ed oggi, ad esempio, puoi salvare sulla tua DAW un tuo brano come modello/template. Quando vuoi, lo ripeschi, cambi gli accordi, i suoni e hai già un nuovo pezzo pronto.
Certamente esistono ancora eserciti di musicisti che fanno canzoni alla vecchia maniera, impiegando anni per un disco.
Pensa che il direttore di Computer Music sta lavorando da oltre 10 anni al suo primo CD (praticamente nel frattempo i cd sono scomparsi...) e a lui non mancano certo i mezzi emo