@ anonimo
vi svelo un segreto che poi secondo me avete già intuito qual'è (vin_roma): quando suono ad esempio un C maggiore, sono sul 1° grado della scala di C e se aggiungo un Bb per formare un C7, mi viene naturale pensare di essere ancora nella scala di C, ecco perchè ho scritto che il 1° si risolve sul 4°. A questo benedetto C ho aggiunto solo il mignolo e non essendomi mosso penso di essere ancora in C, chissà se è una visione comune a molti.
Invece, so che nel momento in cui aggiungo un Bb ad un C maggiore, non sono più nella scala de C ma in scala di F.
Non so se ho reso l'idea ed ho aggiunto anche ulteriori castronerie, ma siamo a Pasqua, siate larghi di maniche e di vedute, tanto ci siete abituati.
io, non so se a torno o ragione, il C7 che va in F l'ho sempre considerato una "dominante secondaria", al pari di un D7 che va in G, o un E7 che va in Am o un A7 che va in Dm.
Un accordo che è semplicemente la dominante di quello dove vuoi arrivare, quindi C7 è V/IV (la dominante del quarto grado). Senza per questo pensare per forza di essere passati alla tonalità di Fa (o almeno, forse sì ma per un nanosecondo). Però se ci suoni qualcosa sopra sai che devi usare la scala di Fa, quindi in questo senso bisogna avere chiaro che è comunque una minimodulazione (quindi non sei più nella "scala di Do").
Naturalmente in alcuni casi si modula veramente, es. sei in C, C7 e poi riparti col brano trasposto di una quarta, ma io intendo i casi in cui il brano rimane nella tonalità originaria.
Ha senso?