Studiare l’armonia

WTF_Bach 13-02-23 19.32
@ Whoispink
Già qualche anno fa mi sono fatto un file Excel con due celle, la prima contenente una formula per far comparire a caso uno tra tutti i possibili intervalli (unisono, seconda minore, seconda maggiore etc.), la seconda contenente un'altra formula per far comparire a caso una qualsiasi nota di partenza, specificando anche se l'intervallo dovrà essere ascendente o discendente. Premendo F9 viene proposta ogni volta una combinazione casuale delle due celle.

Esempio
prima cella: (sottinteso "che nota si trova a") "una seconda maggiore"
seconda cella: "sopra Mi#"

Rispondo Fa# [edit: Fa## emo], premo F9, mi viene poposto un'altro intervallo e avanti così.

Lo scopo naturalmente è quello di essere sempre più veloce nel rispondere, fino ad arrivare a un punto in cui non occorre più calcolare nulla perché la risposta è immediata.

Queste le formule per le due celle:
=SCEGLI(CASUALE.TRA(1;13);"una seconda minore";"una seconda maggiore";"una terza minore";"una terza maggiore";"una quarta giusta";"una quarta eccedente";"una quinta diminuita";"una quinta giusta";"una quinta eccedente";"una sesta minore";"una sesta maggiore";"una settima minore";"una settima maggiore")

=SCEGLI(CASUALE.TRA(1;38);"sopra Do";"sotto Do";"sopra Do#";"sotto Do#";"sopra Dob";"sotto Dob";"sopra Re";"sotto Re";"sopra Re#";"sotto Re#";"sopra Reb";"sotto Reb";"sopra Mi";"sotto Mi";"sopra Mi#";"sotto Mi#";"sopra Mib";"sotto Mib";"sopra Fa";"sotto Fa";"sopra Fa#";"sotto Fa#";"sopra Sol";"sotto Sol";"sopra Sol#";"sotto Sol#";"sopra Solb";"sotto Solb";"sopra La";"sotto La";"sopra La#";"sotto La#";"sopra Lab";"sotto Lab";"sopra Si";"sotto Si";"sopra Sib";"sotto Sib")

Volendo possono essere aggiunti intervalli di quarta diminuita, nona maggiore etc., oppure renderlo più semplice eliminando alcuni intervalli
Figata!
Whoispink 14-02-23 03.11
Naturalmente non potevo non sbagliare l'esempio: una seconda maggiore sopra Mi# è Fa## emo. Ho editato il post.
anonimo 01-08-23 10.55
@ WTF_Bach
Di seguito un programma di minima per chi volesse iniziare lo studio dell’armonia da autodidatta; basterà googlare l’argomento e si trova tutto il materiale didattico che si vuole.

ARMONIA

- basi di teoria: scale, intervalli, ciclo delle quinte, alterazioni etc

- gli accordi:
a) maggiori, minori, diminuiti, aumentati
b) rivolti delle triadi
c) gli accordi di settima e loro specie
d) rivolti degli accordi di settima
e) armonie alterate: seste eccedenti, sesta napoletana, accordi di settima diminuita
f) accordi di nona, undicesima e tredicesima, accordi estesi alterati

- le funzioni armoniche
a) regione della tonica
b) regione della sottodominante
c) regione della dominante
e) relativa minore
f) cambio di modo

- i partimenti e l’armonizzazione della scala (maggiore e minore)

- modulazioni
a) ai toni vicini
b) ai toni lontani

- bassi numerati

- armonizzazione di melodie

- armonizzazione di corali

- armonia “non ortodossa”: parallelismi, “armonia negativa”, atonalità, armonizzazione per intervalli non terzali, armonizzazione per cluster, armonizzazione di serie dodecafoniche.

CONTRAPPUNTO

- concetti base

- Contrappunto per specie
a) prima specie
b) seconda specie
c) terza specie
d) quarta specie
e) contrappunto fiorito

- imitazioni
a) concetti base
b) canoni
c) canoni infiniti
d) aumento, diminuzione, specularità, inversione

- relazione contrappunto/armonia: il contrappunto barocco

- la fuga

Fatto questo (consiglio di procedere contemporaneamente con armonia e contrappunto) si può affrontare la composizione. Ma questa è un’altra storia.
Riprendo questo post interessantissimo.

Leggendo la proverbiale lista numerata, vedo scritto 'partimenti'. Cosa sono di preciso? Naturalmente ho indagato un pò ma necessito di una definizione chiara.
WTF_Bach 01-08-23 11.16
@ anonimo
Riprendo questo post interessantissimo.

Leggendo la proverbiale lista numerata, vedo scritto 'partimenti'. Cosa sono di preciso? Naturalmente ho indagato un pò ma necessito di una definizione chiara.
I partimenti sono un metodo sviluppatosi nel 600 italiano (specificamente napoletano) per insegnare l'armonia e la composizione agli allievi tramite un sistema pratico ed omogeneo che non si disperdesse nelle fumisterie teoriche proprie della scuola francese.

Questo metodo purtroppo scomparve perchè non si trovavano più fonti testuali strutturate ma solo appunti - spesso assai ermetici - degli allievi dei conservatori e dei maestri dell'epoca, e perché prese piede la didattica franco-tedesca.

Recentemente alcuni musicologi amanti della musica barocca hanno cercato di ricostruire questo metodo.

Qui trovi un buon esempio del partimento.
WTF_Bach 01-08-23 11.23
Altro interessante articolo, da Italianopera.it

La tradizione dei partimenti arretra nel tempo al periodo che precedette il neoclassicismo, più in là dell’Arcadia, e affonda le sue radici nel primo Barocco. Non è una pratica musicale vincolata al clavicembalo, o in generale alle tastiere. Essa abbraccia tutti gli strumenti musicali e trasversalmente riguarda ogni genere di musica. Il precipuo carattere che hanno i partimenti è quello d’essere un’arte musicale pratica. Si tratta di canovacci utili a improvvisare, come quelli che usavano gli attori della commedia dell’arte.

Dalla pratica alla teoria

Per descrivere cosa sono i partimenti, occorre dimenticarsi dell’armonia e del contrappunto del secondo Ottocento. I partimenti sono tutt’altro, frutto di insegnamento eminentemente pratico e non teorico. Dalla pratica e dall’insegnamento diretto viene il bravo artista, non viceversa. Quando mai, in una disciplina come l’arte figurativa, chi apprende solo dai libri a disegnare, si rivelerà alla fin fine un provetto pittore?

I canovacci

L’arte dei partimenti s’avvicina a quella degli attori che scrivono canovacci per recitare in teatro. Un’opera teatrale non sarà mai uguale a se stessa da una sera all’altra, e chi ci lavora e calca le scene sa bene che i canovacci gli sono indispensabili per far fronte a difficoltà improvvise, a imprevisti che possono capitare, a vuoti di memoria che fanno dimenticare le battute. Occorre saper risolvere i problemi proprio quando succedono, e per riuscirci servono i canovacci.

L’improvvisazione

L’improvvisazione, nel senso della commedia dell’arte, non è qualcosa di inventato lì per lì; è solo apparente, perché in realtà è preparata nei minimi dettagli. Gli attori si accordano e la predispongono molto prima che cominci lo spettacolo. Cosa sono i canovacci della commedia dell’arte?

I canovacci

Il canovaccio riassume nei modi più immediati possibili la trama dell’opera, la sua divisione in scene, gli interventi degli attori e come essi si devono muovere. Nei canovacci c’è tutto tranne le battute che gli attori debbono recitare in scena. Quelle sono improvvisate direttamente, e cambiano a seconda dell’umore del pubblico, dell’intenzione dell’attore, o semplicemente per il piacere d’offrire prodotti nuovi, mai ingessati.
Il partimento in musica è come il canovaccio per il teatro. In esso c’è tutto quello che il musicista deve sapere circa i temi, la divisione dei periodi, la struttura dei pezzi. I manoscritti non dicono esattamente come la musica andrà realizzata, ma in compenso sono un prontuario di tutto quello che potrebbe capitare.

L’età arcade

Variati dagli attori in mille modi, i canovacci della commedia dell’arte sono sopravvissuti in molte raccolte pubblicate nel corso del 1600 e del 1700. Si tratta dello stesso periodo storico in cui vedono la luce i partimenti, cioè dell’epoca che passa sotto il nome di Arcadia. Siamo quindi verso il 1680.

La prassi esecutiva

Musica e letteratura drammatica condividono delle importanti caratteristiche. Come per le opere di teatro, così per quelle musicali esistevano dalla fine del Seicento all’Ottocento inoltrato canovacci diversi, e servivano a ogni artista per sapere in generale cosa fare. Erano insomma i ferri del mestiere, che differenziavano un professionista da un amateur.
WTF_Bach 01-08-23 11.24
Ogni canovaccio, letterario o musicale, indicava agli interpreti la trama principale da seguire e da variare secondo il pubblico che uno aveva davanti. Basti pensare a un commediante pronto a intervenire con una battuta arguta, apparentemente inventata lì per lì, per mettere a tacere uno spettatore che disturba e muovere al riso l’uditorio.
La commedia era allora intesa per divertire, e lo stesso vale per la musica, che non va riproposta sempre uguale a sé stessa com’è sul manoscritto. Oggi, nel rispetto delle prassi esecutive, si vorrebbe che il concertista somigliasse a una macchina fotocopiatrice, che è l’interprete perfetto per antonomasia, e che riproduce esattamente l’originale distribuendolo in copia al pubblico. All’epoca non era certo così.

Non solo l’organo

La funzione di promemoria dei canovacci è caratteristica anche dei partimenti, che non sono limitati alla tastiera, come erroneamente si crede, ma riguardano anche la chitarra, il mandolino, il flauto, i gruppi cameristici, e anche i cantanti. Il compositore usa i canovacci per scrivere i suoi pezzi, e le realizzazioni improvvisate somigliano a quelle scritte. Le une e le altre sono in realtà preparate, e si basano fortemente sulla tradizione e su schemi consolidati.
I partimenti funzionano quindi per i generi strumentali, ma anche per quelli vocali, e ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti, compresi i partimenti di fuga.

La fase della realizzazione

L’importante per noi è distinguere tra canovacci, ossia partimenti, e realizzazioni. La realizzazione dei canovacci avviene durante i concerti quando il musicista improvvisa, oppure nella solitudine di una stanza quando il Maestro di cappella compone. Da un partimento si possono trarre infinite composizioni, mentre ogni pezzo realizzato è compiuto in se stesso, cristallizzato, immutabile.
I partimenti non vanno eseguiti esattamente come sono scritti, cioè alla lettera. Se si leggono così come appaiono se ne snaturerebbe il senso. Essi vanno semplicemente presi come traccia, perché nei partimenti c’è tutto il potenziale della musica, e da lì uno potrebbe trarre un universo di varianti.
I partimenti di fuga, al culmine degli studi, consentivano agli artisti di improvvisare estemporaneamente soggetto, controsoggetto e divertimenti, oltre al pedale che chiude il pezzo, cosa che non sa più fare chi esce oggi dalle Accademie o dalle Scuola di musica.

L’esperienza insegna

Attori e musicisti in gamba possedevano già fin dal Seicento un enorme bagaglio di canovacci, che ognuno custodiva gelosamente. Avevano appreso i segreti per trasmissione orale, da maestro ad allievo, e gli schemi partimentali tornavano utilissimi al momento d’esibirsi innanzi a nobili, a religiosi, o semplicemente in chiesa per accompagnare le funzioni.

Improvvisare all’organo

Agli organisti era richiesto per forza di cose d’improvvisare, ad esempio i versetti. E per farlo occorreva che essi seguissero degli schemi già impostati, che spiegassero come utilizzare le entrate dei temi, dove iniziare, con che finire, e cosa eventualmente aggiungere o togliere alla parte musicale. I canovacci costituivano il repertorio personale. Per sopravvivere alla concorrenza, occorreva acquisire capacità pratiche non indifferenti. Bisognava saper variare ogni cosa secondo la necessità, e soddisfare le richieste dei committenti. Sotto questa prospettiva, il partimento affonda le radici ancor più indietro dell’Arcadia, e si situa circa nel primo Rinascimento.

I primi partimenti

Tra Rinascimento e Barocco, per intenderci tra la fine del ‘400 e il 1680, operarono importanti musicisti e teorici. Con il contributo delle ricerche e della pratica musicale, questi Maestri s’avvicinarono sempre più allo spirito dei canovacci del XVIII secolo. Adriano Banchieri nell’Organo suonarino spiegò come si fa ad improvvisare.
WTF_Bach 01-08-23 11.25
@ WTF_Bach
Ogni canovaccio, letterario o musicale, indicava agli interpreti la trama principale da seguire e da variare secondo il pubblico che uno aveva davanti. Basti pensare a un commediante pronto a intervenire con una battuta arguta, apparentemente inventata lì per lì, per mettere a tacere uno spettatore che disturba e muovere al riso l’uditorio.
La commedia era allora intesa per divertire, e lo stesso vale per la musica, che non va riproposta sempre uguale a sé stessa com’è sul manoscritto. Oggi, nel rispetto delle prassi esecutive, si vorrebbe che il concertista somigliasse a una macchina fotocopiatrice, che è l’interprete perfetto per antonomasia, e che riproduce esattamente l’originale distribuendolo in copia al pubblico. All’epoca non era certo così.

Non solo l’organo

La funzione di promemoria dei canovacci è caratteristica anche dei partimenti, che non sono limitati alla tastiera, come erroneamente si crede, ma riguardano anche la chitarra, il mandolino, il flauto, i gruppi cameristici, e anche i cantanti. Il compositore usa i canovacci per scrivere i suoi pezzi, e le realizzazioni improvvisate somigliano a quelle scritte. Le une e le altre sono in realtà preparate, e si basano fortemente sulla tradizione e su schemi consolidati.
I partimenti funzionano quindi per i generi strumentali, ma anche per quelli vocali, e ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti, compresi i partimenti di fuga.

La fase della realizzazione

L’importante per noi è distinguere tra canovacci, ossia partimenti, e realizzazioni. La realizzazione dei canovacci avviene durante i concerti quando il musicista improvvisa, oppure nella solitudine di una stanza quando il Maestro di cappella compone. Da un partimento si possono trarre infinite composizioni, mentre ogni pezzo realizzato è compiuto in se stesso, cristallizzato, immutabile.
I partimenti non vanno eseguiti esattamente come sono scritti, cioè alla lettera. Se si leggono così come appaiono se ne snaturerebbe il senso. Essi vanno semplicemente presi come traccia, perché nei partimenti c’è tutto il potenziale della musica, e da lì uno potrebbe trarre un universo di varianti.
I partimenti di fuga, al culmine degli studi, consentivano agli artisti di improvvisare estemporaneamente soggetto, controsoggetto e divertimenti, oltre al pedale che chiude il pezzo, cosa che non sa più fare chi esce oggi dalle Accademie o dalle Scuola di musica.

L’esperienza insegna

Attori e musicisti in gamba possedevano già fin dal Seicento un enorme bagaglio di canovacci, che ognuno custodiva gelosamente. Avevano appreso i segreti per trasmissione orale, da maestro ad allievo, e gli schemi partimentali tornavano utilissimi al momento d’esibirsi innanzi a nobili, a religiosi, o semplicemente in chiesa per accompagnare le funzioni.

Improvvisare all’organo

Agli organisti era richiesto per forza di cose d’improvvisare, ad esempio i versetti. E per farlo occorreva che essi seguissero degli schemi già impostati, che spiegassero come utilizzare le entrate dei temi, dove iniziare, con che finire, e cosa eventualmente aggiungere o togliere alla parte musicale. I canovacci costituivano il repertorio personale. Per sopravvivere alla concorrenza, occorreva acquisire capacità pratiche non indifferenti. Bisognava saper variare ogni cosa secondo la necessità, e soddisfare le richieste dei committenti. Sotto questa prospettiva, il partimento affonda le radici ancor più indietro dell’Arcadia, e si situa circa nel primo Rinascimento.

I primi partimenti

Tra Rinascimento e Barocco, per intenderci tra la fine del ‘400 e il 1680, operarono importanti musicisti e teorici. Con il contributo delle ricerche e della pratica musicale, questi Maestri s’avvicinarono sempre più allo spirito dei canovacci del XVIII secolo. Adriano Banchieri nell’Organo suonarino spiegò come si fa ad improvvisare.
Chi legge il libro dovrebbe imparare, eseguendo gli esercizi, ammesso che comprenda le istruzioni piuttosto criptiche, a realizzare i bassi per accompagnare i canti. L’organo suonarino uscì nel 1605 e rappresenta uno dei tanti prototipi dei partimenti. Ha delle somiglianze con quelli, ad esempio la suddivisione della musica in blocchi, la previsione a grandi linee di quello che potrebbe succedere nell’esecuzione reale e il suggerimento di cosa suonare all’improvviso. A questo servono le alterazioni che Banchieri ha scritto sopra le note del basso, e che disponeva ora sotto, ora sopra, ora a fianco della nota con significati diversi.

Il manoscritto di Berlino

I primi partimenti effettivi, conosciuti sino ad ora, sono le Regole per accompagnare nel Cimbalo overo l’organo del 1696. Il manoscritto è anonimo ed è conservato alla Biblioteca statale di Berlino. Suo scopo è lo stesso dell’Organo suonarino di Adriano Banchieri, ma le regole sono più dettagliate. Gli esempi che offre l’anonimo scrittore servono come al solito d’esercizio per l’improvvisazione. Questa collezione di partimenti pare indirizzare a Roma, dove è vissuto proprio il primo autore riconosciuto di partimenti, ossia Bernardo Pasquini.

Tre preziosi manoscritti

Tre manoscritti di partimenti di Pasquini stanno alla British Library di Londra. I volumi sono stati copiati probabilmente nei primi anni del 1700, ma la pratica di quella musica, attribuita a Pasquini, doveva risalire a molti anni addietro. Quando si sente la necessità di mettere per iscritto un’opera è perché l’interesse è già diffuso da tempo. Presumibilmente, nel caso di Pasquini, quei manoscritti rimandano al 1680, e a solide tradizioni che erano fiorite in Italia secoli prima.
anonimo 01-08-23 11.26
@ WTF_Bach
I partimenti sono un metodo sviluppatosi nel 600 italiano (specificamente napoletano) per insegnare l'armonia e la composizione agli allievi tramite un sistema pratico ed omogeneo che non si disperdesse nelle fumisterie teoriche proprie della scuola francese.

Questo metodo purtroppo scomparve perchè non si trovavano più fonti testuali strutturate ma solo appunti - spesso assai ermetici - degli allievi dei conservatori e dei maestri dell'epoca, e perché prese piede la didattica franco-tedesca.

Recentemente alcuni musicologi amanti della musica barocca hanno cercato di ricostruire questo metodo.

Qui trovi un buon esempio del partimento.
Preciso come sempre, thanks
WTF_Bach 01-08-23 12.50
Per partire comunque suggerirei di sudiare bene:

ARMONIA

1) bassi numerati

2) Regioni armoniche

3) Tonicizzazione

4) Bassi non numerati

5) Modulazioni

6) cromatismo

7) Melodia da armonizzare

CONTRAPPUNTO

1) le cinque specie

2) regola dell'ottava

3) imitazione

VARIE ED EVENTUALI

1) Trascrizione e studio, ovvero capire che cosa ha impiegato il compositore per rendere accattivante il brano

2) Ear trainin sugli intervalli

3) Esercizi ritmici

4) lettura a prima vista parlata e cantata

A questo punto si è pronti per scrivere qualcosa di musicalmente significativo.
d_phatt 02-08-23 14.48
@ WTF_Bach
Per partire comunque suggerirei di sudiare bene:

ARMONIA

1) bassi numerati

2) Regioni armoniche

3) Tonicizzazione

4) Bassi non numerati

5) Modulazioni

6) cromatismo

7) Melodia da armonizzare

CONTRAPPUNTO

1) le cinque specie

2) regola dell'ottava

3) imitazione

VARIE ED EVENTUALI

1) Trascrizione e studio, ovvero capire che cosa ha impiegato il compositore per rendere accattivante il brano

2) Ear trainin sugli intervalli

3) Esercizi ritmici

4) lettura a prima vista parlata e cantata

A questo punto si è pronti per scrivere qualcosa di musicalmente significativo.
Una domanda, tu che testo di armonia consiglieresti?

Da studente passai sugli appunti del mio primo insegnante, dopodiché rividi molti concetti sullo Schonberg e sul Piston (quest'ultimo lo apprezzai molto per la categorizzazione degli argomenti, molto utile quando si torna indietro sui concetti passati), tutt'oggi ogni tanto torno indietro a rileggerli, anche se ormai non facendo pratica non ho più familiarità con i bassi dati, figuriamoci con i corali.
WTF_Bach 02-08-23 18.29
@ d_phatt
Una domanda, tu che testo di armonia consiglieresti?

Da studente passai sugli appunti del mio primo insegnante, dopodiché rividi molti concetti sullo Schonberg e sul Piston (quest'ultimo lo apprezzai molto per la categorizzazione degli argomenti, molto utile quando si torna indietro sui concetti passati), tutt'oggi ogni tanto torno indietro a rileggerli, anche se ormai non facendo pratica non ho più familiarità con i bassi dati, figuriamoci con i corali.
Piston e schoenberg vanno benissimo. Poi ci sono diverse risorse validissime su internet e YouTube, cerco qualche link e ti dico
Asterix 02-08-23 18.52
@ d_phatt
Una domanda, tu che testo di armonia consiglieresti?

Da studente passai sugli appunti del mio primo insegnante, dopodiché rividi molti concetti sullo Schonberg e sul Piston (quest'ultimo lo apprezzai molto per la categorizzazione degli argomenti, molto utile quando si torna indietro sui concetti passati), tutt'oggi ogni tanto torno indietro a rileggerli, anche se ormai non facendo pratica non ho più familiarità con i bassi dati, figuriamoci con i corali.
Del Piston c'è anche un ottimo manuale di contrappunto non "tradizionale" per intenderci non come il Fax o Dubois, ma che parte subito da aspetti competitivi contarppuntistici e non da esercizi secondo le varie specie.
d_phatt 03-08-23 11.00
WTF_Bach ha scritto:
Piston e schoenberg vanno benissimo. Poi ci sono diverse risorse validissime su internet e YouTube, cerco qualche link e ti dico

Grazie mille!

Asterix ha scritto:
Del Piston c'è anche un ottimo manuale di contrappunto non "tradizionale" per intenderci non come il Fax o Dubois, ma che parte subito da aspetti competitivi contarppuntistici e non da esercizi secondo le varie specie.

Grazie mille anche a te Asterix, provo a reperirlo e a darci un'occhiata. La mancanza di un approfondimento (fosse anche solo una discreta infarinatura, senza particolari pretese da parte mia) del contrappunto mi pesa. Di certo è più facile rileggere cose al riguardo di ciò che si è già studiato piuttosto che lanciarsi in un'area nuova, ma prima o poi devo tentare.

P.S. Senza ovviamente dimenticare anche l'ottima lista di "fonti" al riguardo fornitami da @WTF_Bach qualche tempo fa.
WTF_Bach 03-08-23 13.42
@ d_phatt
WTF_Bach ha scritto:
Piston e schoenberg vanno benissimo. Poi ci sono diverse risorse validissime su internet e YouTube, cerco qualche link e ti dico

Grazie mille!

Asterix ha scritto:
Del Piston c'è anche un ottimo manuale di contrappunto non "tradizionale" per intenderci non come il Fax o Dubois, ma che parte subito da aspetti competitivi contarppuntistici e non da esercizi secondo le varie specie.

Grazie mille anche a te Asterix, provo a reperirlo e a darci un'occhiata. La mancanza di un approfondimento (fosse anche solo una discreta infarinatura, senza particolari pretese da parte mia) del contrappunto mi pesa. Di certo è più facile rileggere cose al riguardo di ciò che si è già studiato piuttosto che lanciarsi in un'area nuova, ma prima o poi devo tentare.

P.S. Senza ovviamente dimenticare anche l'ottima lista di "fonti" al riguardo fornitami da @WTF_Bach qualche tempo fa.
Ecco qualche risorsa:

Armonia in rete

Appunti e contrappunti

I quaderni di Adrián Leverkühn
d_phatt 03-08-23 22.54
Tutte molto belle e interessanti, e l'ultimo in particolare è una vera gemma del web, e non solo per i contenuti, ma anche per lo spirito con cui è costruito e presentato il sito.

Grazie ancora, ne farò buon uso emo

Ho anche compilato una lista delle risorse qui proposte con relativi link (e in aggiunta i titoli di alcuni libri ben conosciuti), se volete posso postare.
WTF_Bach 03-08-23 23.12
@ d_phatt
Tutte molto belle e interessanti, e l'ultimo in particolare è una vera gemma del web, e non solo per i contenuti, ma anche per lo spirito con cui è costruito e presentato il sito.

Grazie ancora, ne farò buon uso emo

Ho anche compilato una lista delle risorse qui proposte con relativi link (e in aggiunta i titoli di alcuni libri ben conosciuti), se volete posso postare.
Sarebbe un’ottima cosa.
d_phatt 04-08-23 14.42
@ WTF_Bach
Sarebbe un’ottima cosa.
Ottimo, e allora, con il tuo beneplacito, sia...
d_phatt 04-08-23 14.45
Elenco di fonti e risorse per armonia e contrappunto suggerite in questo topic:


Siti web:

- armoniainrete [https://armoniainrete.altervista.org];
- diariomusicale [https://www.diariomusicale.com];
- Appunti e contrappunti [https://appunticontrappunti.wordpress.com];

- Partimenti [https://partimenti.org];
- Italianopera.it [https://www.italianopera.it/2019/09/24/allorigine-del-partimenti].


Canali YouTube (videocorsi):

- Alan Belkin (e relativo sito web Alan Belkin Music [https://alanbelkinmusic.com/site/en/]);
- Bachtothebasic;
- Deciphering Guitar and Music Theory;
- Jacob Gran;
- Music Matters;
- Bernard Greenberg.


Autori di vari libri celebri:

- Walter Piston;
- Arnold Schonberg;
- Johann Joseph Fux;
- Theodore Dubois.


Tutto il merito è ovviamente di WTF_Bach, io ho solo eseguito una mera compilation emo