Tecnica x l'utilizzo del pedale sustain

maxtub 26-09-09 17.10
Mi sono sempre chiesto se c'è una tecnica / regola ben precisa per utilizzare nel migliore dei modi il pedale del "sustain". Sento molti tastieristi/pianisti in giro che lo utilizzano in modo sbagliato sporcando di brutto il suono! I professionisti invece, sembra quasi non lo usino ascoltando l'estrema pulizia del loro suono... ed invece lo usano eccome!
Forse occorre usare il pedale il meno possibile cercando di legare molto le note?
Qualcuno sa aiutarmi?

grazie
Max
Lorenzo_83 26-09-09 17.23
Io credo sia una questione di gusto. Bisogna semplicemente impararlo a misurarlo, ad esempio c'è chi lo usa ad ogni cambio di accordo, quando invece a volte va già staccato e riattaccato sullo stesso accordo, perchè magari arpeggiato o con le 3e e 4e.
Poi magari i professionisti di cui parli usato le funzioni mezzopedale, che da meno pienezza del suono
nemo2488 26-09-09 17.24
ciao,
posso risponderti io in qualche modo, anche se non so benissimo le tecniche precie per questo strumento.
allora, per quanto riguarda la "tecnica" classica, a parte il fatto che solitamente il modo di usare il pedale è segnato dall'autore, però si tende ad adattarsi al tipo di brano.
il pedale si può usare in dei momenti di salti di note, nei quali è importante legare, ma sempre il meno possibile; si può anche usare in dei momenti di passaggio, oppure per sottolineare una semifrase.
per capirci, si potrebbe usare in cambi di accordi, in cui le mani si devono spostare lasciando il suono secco (anche se si potrebbe volere anche il suono secco).
per esempio, difficilmente si userebbe nelle scale, mai negli arpeggi, qui deve essere l'esecutore capace di legare con le sole dita (tranne ovviamente eccezioni).
nella musica leggera può anche essere diversamente, magari in qualche accompragnamento c'è il pedale fisso su tutto il brano, per craare una specie di tappeto.

in generale chiaramente una regola molto semplice, alla quale penso arrivino tutti, e il non mantenere il pedale troppo a lungo, soprattutto attraverso cambi di accordi, altrimenti si mischierebbe l'accordo precedente col successivo.

purtroppo oltre questo non so altro, spero qualcuno ne sappia di più, sempre che ci siano regole precise
Michele76 26-09-09 18.17
Ciao Max il pedale del sustain è uno strumento importantissimo sul pianoforte, ed è ovvio che sia così. Di solito, quando anche un repertorio classico, nel senso di clavicembalistico, passa dal clavicembalo al pianoforte, si tende a suonarlo secondo la prassi esecutiva al clavicembalo, però ci sono anche scuole di pensiero diverse. Dividendo semplicemente in due opzioni, c'è chi riproduce quel repertorio sul pianoforte, suonando il pianoforte in imitazione allo strumento originario e chi invece, mantenendo la pronuncia e il fraseggio "del tempo", adatta la musica al nuovo strumento pianoforte.

Sono validissime entrambe le scuole di pensiero. Sono diverse e comunque richiedono musicalità nell'interpretazione, cosa che non è certo una novità. Questo per dire che suonando un repertorio clavicembalistico sul pianoforte si può usare il pedale quando quel repertorio si ripropone sul pianoforte in maniera pianistica (ma sempre considerando che quel repertorio nasce su uno strumento senza tale pedale, quindi senza snaturare il brano). Ma ci può essere il caso di reinterpretazione filologica secondo la quale il pedale è "proibito" perché sul clavicembalo non c'era... come dargli torto? Sono due maniere diverse di affrotnare un tipo di repertorio... mi sono dilungato su questa cosa perché sono prolisso emo
Però c'è un legame perché ad esempio nella reinterpretazione di Bach sorge questo problema... Bach si suona senza pedale di solito e in effetti sapendo fraseggiare in maniera corretta, il pedale non serve nemmeno, si capisce prorpio dalla musica che lì questo tipo di pedale non era necessario... diverso chiaramente se prendiamo le trascrizioni di pianisti virtuosi...


Nella musica leggera, il buon utilizzo del pedale sustain, non è che cambia di molto dall'utilizzo fatto in altri "generi". Dipende dal tipo di musica. Se fai del ragtime o dello swing di solito il pedale serve poco, non c'è nemmeno il tempo di premerlo e comunque in molti casi non serve proprio perché creerebbe un alone inutile e che tenderebbe ad impastare.

La tecnica, in parole povere, sta nel fatto che il pedale si abbassa un attimo subito dopo aver suonato l'accordo da "catturare" con il pedale. Mentre quando c'è un cambio di pedale (senza però staccarlo del tutto), si alza nel momento in cui si suona l'accordo su cui cambiare il pedale e si riabbassa subito appena suonato l'accordo successivo. La quantità di pedale usata invece deve essere tale da non creare un "alone", da non avvolgere troppo il suono. Nella maggior parte dei casi l'alone e il reverbero eccessivo non dovrebbe esserci.

Per quanto riguarda le scale e gli arpeggi, per studio si fanno senza pedale per non viziare le mani ma all'interno dei pezzi, altroché se si usa il pedale su scale e arpeggi! Anche su scale cromatiche. Certo, bisogna dosarlo bene perché il pedale non deve fare "alone" ma deve soltanto permettere, di caso in caso, un buon legato e un miglioramento nella consistenza del suono in generale.

Il pedale è difficile da saper utilizzare bene e sulle tastiere elettroniche ovviamente il limite è tristissimo rispetto ad un acustico valido.
Edited 26 Set. 2009 16:22
giacomo_torino 26-09-09 18.22
Max, parlo di synth e non di piano...

secondo me non c'è nessuna regola precisa sull'uso del pedale, c'è solo l'esperienza e la coordinazione mani/piede/cervello...
emo
Su pad o strings (o comunque tappeti ed esemble in generale) per evitare l'uso del pedale (se e quando necessario) basta allungare leggermente il tempo di release, così tra un accordo e l'altro non restano vuoti, anche senza ricorrere al piede (che può rimanere libero per altro, ad esempio cambi patch/combi o espressione). Consigliato l'uso del damper...

Fine del 3D...

emoemoemo

(scherzo, scherzo... dite la vostra)

Per il piano vale il post qui sopra di Micheleste... emo
Edited 26 Set. 2009 16:25
HakunaMarianO 27-09-09 02.56
ha già detto tutto micheleste emo
maxtub 27-09-09 13.13
ok.... grazie a tutti....
come immaginavo, non esiste una tecnica ben precisa ma buon gusto e praticaemo

ovviamente thanks emo
Michele76 27-09-09 13.59
Ci sono delle "regole"/indicazioni sul come pedalizzare perché ovviamente essendo il pedale una parte molto importante del pianoforte, ci sono delle maniere di utilizzarlo che vanno conosciute e tenute sempre presenti. Chi non sa suonare, fa tutto un alone di pedale di solito. Il pedale di un pianoforte vero, se funziona, ha un'infinità di sfumature veramente... mentre sei lì che suoni e ti ascolti per sentire se lo stai mettendo bene o quando ti accorgi che ce n'è troppo, basta nulla... basta l'intenzione di alzare un attimo che il suono prende tutto un altro corpo... e magari hai soltanto rilassato un attimo di più un muscolo e ci sarà una differenza di 1/10 di mm nella pressione del pedale stesso... risente proprio anche della rilassatezza/tensione del piede/gamba anche su impercettibili differenze di "corsa"
igiardinidimarzo 28-09-09 03.11
molte delle cose dette sono corrette:

tranne una: negli arpeggi (in genere) va usato, e pure parecchio, a seconda del brano.

E poi bisogna saperlo usare senza 'tenere' il suono o l'accordo che precede.