@ paolo_b3
Si, il problema italiano è l'illegalità che sottrae soldi allo stato ed impingua le tasche private.
Si manifesta in più forme, di tutte queste l'evasione è la più pericolosa, perchè è un fenomeno capillare e chi evade non ha sensi di colpa, anzi ha li pronta una bella "giustificazione morale".
Entrambi i fenomeni di parassitaggio alle spalle dello stato (corruzione ed evasione) pesano per un bel po' di miliardi/anno sulle casse dello stato.
Si stima qualcosa come 240 miliardi/annui, e sono la reale ragione della mancata crescita del paese, che ci ha lasciati ad un valore di PIL che e' pari a quello che aveva la media UE nel 2001 (l'Italia e' rimasta indietro di 17 anni).
Questo crea due grossi problemi :
1) la sottrazione di risorse che permetterebbe la crescita del paese, associata a un fisco pesante che lo frena ulteriormente.
2) Molte imprese di furbetti nel tempo hanno disimparato a fare impresa seriamente, perche' tanto possono attingere al colabrodo di soldi pubblici. Anziche' innovare ed essere competitive, si buttano in attivita' dal reddito sicuro come ad esempio quella del cemento per le cattedrali nel deserto.
La conseguenza e' un paese che non investe (e perde competitivita' sul resto d'Europa), non fa innovazione, dipende tanto dalla politica e dai suoi favori, e fa pressione affinche' questo sistema continui ad andare avanti.
Dall'altro fronte pero' c'e' l'Europa che dice "non mi interessa di come siete strutturati : se con questo sistema avete i debiti alti dovete stringere i conti per rientrare nei parametri". Ma il problema e' che i conti si stringono alzando il fisco e accentuando i tagli a servizi essenziali, per poter invece garantire il denaro liquido necessario a sostenere questo perverso sistema di parassitaggio (si taglia, si tassa, ma i soldi per gli sprechi non si toccano, e i ceti medi sono sempre piu' sofferenti per questa situazione).
Io sono convinto che gran parte dei cittadini italiani non ha la percezione di questo fenomeno, e si illude ancora su promesse irrealizzabili (abbassare le tasse, aumentare le pensioni, assumere personale negli enti pubblici ecc). Non ci rendiamo conto del diverso rapporto tra quanto versiamo al fisco, quanto riceviamo in servizi (oramai ridotti all'osso) rispetto ad altri paesi, e soprattutto quanti soldi pubblici invece escono sotto forma di sprechi.
Allo stesso tempo non ci rendiamo conto del fatto che le imprese serie e oneste, in un sistema cosi' malato faticano ad andare avanti perche' strozzate da fisco insostenibile e burocrazia.
Il problema e' che decenni di malaffare hanno creato un mostro difficile da domare : abbiamo almeno cinque mafie ufficiali, piu' le mafiette delle famiglie locali (vedi Ostia ecc), piu' quelle infiltrate nei partiti ecc... e domare un paese dove oramai l'abitudine e' quella di pretendere favori dallo stato, o gonfiare preventivi per fare profitto e' oramai impossibile.
Il problema e' che entrambe le politiche possibili (quella dell'austerity chiesta dall'Europa), e quella della manovra di alleggerimento per rilanciare il PIL portano nella stessa direzione : un fallimento piu' o meno lento, ma sempre di fallimento si tratta.
La prima l'abbiamo gia' provata : nonostante le lacrime e sangue il debito pubblico e' cresciuto del 20% in 17 anni, ma il PIL e' rimasto praticamente al palo (fermo alla media UE del 2001)..
L'altra non l'abbiamo provata, ma sembra piu' la ricetta dei miracoli che qualcosa di realmente risolutivo.
Purtroppo la politica da sola non potra' mai risolvere problemi se non vi e' anche la coscienza degli italiani verso un reale cambiamento che non sia soltanto uno slogan politico. Nessun cambiamento e' indolore, ma preservare mali gravi e storici possono invece essere un pericolo dalle conseguenze irreversibili.
Io non la vedo per niente bene questa situazione.
kaiman.