26-10-18 19.51
@ vin_roma
No, gli accordi sono utili in certi contesti ma non risolvono tutta la musica.
Non confondiamo la musica con la sola melodia accompagnata, esistono anche le forme musicali polifoniche, quelle prevalentemente ritmiche, musiche che si esprimono monodicamente o con pennellate di colori strumentali, musiche che suonano perfette con sole due voci o completamente free...
Quasi sempre, ripeto, la musica risponde ad una logica armonica ma non sempre serve esprimerla appieno, soprattutto in musica classica.
Capisco benissimo, ma dicendo che gli accordi sono per chitarristi da falo' in spiaggia, il messaggio è un altro. Ci sta la provocazione, per carità, ma è naturale l'obiezione di chi, come me, rilegge in un discorso simile il sermone dei vecchi soloni subiti ai tempi del conservatorio.
La logica armonica nel jazz è ancora più ampia che nella musica classica, proprio per questo il linguaggio necessita di semplificazioni. Non hai di fronte una partitura di musica scritta, ma una mappa con una rotta (più o meno precisa) dove senza sigle sono gli unici fari a cui fare riferimento (centri tonali).
Anche nel Jazz non serve esprimere le armonie pienamente, la sigla è una sintesi armonica priva spesso di alterazioni caratterizzanti (spesso suggerite dal contesto melodico). Bill Evans di fronte ad accordi di m7 spesso sceglie sole due note di armonia la II e la IIIb... altre volte sceglie più voci, dipende dall'intensità del colore che intendi dare. Pennalate... come dici tu.
Detto questo, io le prime 8 battute di albinoni le scriverei cosi sul real book
| Gm | Gm/F | Ebmaj7 | Gm/D | Cm(7) | C#dim | Dsus7 | D7 |
Ciao