Delucidazioni corsi di chitarra dei conservatori

  • ahivela
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25-12-20 12.05

orange1978 ha scritto:
è patetico leggere corso di laurea in pianoforte/chitarra "pop" dentro un conservatorio di musica.


Bah, non e' che "Laurea in pianoforte/chitarra Jazz" (o peggio che mai "canto jazz...) suoni tanto meglio eh emo
  • d_phatt
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25-12-20 12.14

@ ahivela
orange1978 ha scritto:
è patetico leggere corso di laurea in pianoforte/chitarra "pop" dentro un conservatorio di musica.


Bah, non e' che "Laurea in pianoforte/chitarra Jazz" (o peggio che mai "canto jazz...) suoni tanto meglio eh emo
Beh io da buon ex-classico e appassionato di jazz non concordo, l'importante è tenere presente che sono due cose ben diverse e organizzare bene i corsi (quelli classici poggiano su secoli di sistemazioni successive che quelli jazz a questo punto non possono avere)...poi cosa c'è di male nel canto jazz?

Però ecco c'è un limite questo si, diploma in pianoforte pop non si può sentire né vedere, chi ha pensato di farlo merita di fare tutto l'hanon in un'ora per 12 ore al giorno per tutta la vita, ecco penso che questo sarebbe un utilizzo di quel libro che metterebbe d'accordo quasi tutti emo
  • ahivela
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25-12-20 12.27

d_phatt ha scritto:
poi cosa c'è di male nel canto jazz?


Assolutamente nulla, anzi. E' la Laurea in Canto Jazz che mi fa scompisciare...
Cioe'... il canto e' canto: o sai cantare o no. Al massimo e' sensato distinguere tra canto impostato liricamente e quello che non lo e', cioe' il canto cosiddetto "moderno".
Prima impari a cantare, poi viene il resto, le etichette...
E pure sul senso di "insegnare" accademicamente il jazz e soprattutto di ratificarne la preparazione con una Laurea... avrei qualche perplessita'. Ma sono mie personalissime opinioni, per carita'.
  • d_phatt
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25-12-20 12.47

ahivela ha scritto:
E pure sul senso di "insegnare" accademicamente il jazz e soprattutto di ratificarne la preparazione con una Laurea... avrei qualche perplessita'. Ma sono mie personalissime opinioni, per carita'.

Ci può benissimo stare, il discorso sicuramente è complesso. Specie ora che è tutto nuovo, tra gli insegnanti si trova un po' di tutto, ma anche nei reparti classici ho visto (anche se di rado) cose non proprio esemplari...inoltre in generale molti conservatori versano in condizioni di disorganizzazione disastrose.
  • orange1978
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25-12-20 17.51

paolo_b3 ha scritto:
che il suo obiettivo è diventare un compositore famoso,


che però non capisco cosa significhi, compositore famoso come morricone, berlioz, prokofiev, hans zimmer....oppure "songwriter" famoso come puo essere john lennon, david foster, o un qualsiasi cantautore.

allora se l'idea è comporre musica strumentale come appunto un compositore per cinema la cosa migliore è iscriversi al corso di composizione in conservatorio, dove si studierà pianoforte complementare ma lo studio è improntato su armonia, contrappunto, orchestrazione etc....

se invece si vuol diventare autori di canzoni pop/rock, la strada dello studiare jazz è comunque valida perche facendo jazz impari a gestire velocemente l'armonia, gli accordi, a suonare su strutture che alla fine sono canzoni etc...

poi NESSUNO dei due percorsi automaticamente puo far diventare "famosi", quello poi dipende da tanti fattori, talento, bravura, anche fortuna (trovarsi al posto giusto nel momento giusto con la gente giusta....e magari con i brani giusti), non esiste alcuna laurea che ti fa diventar famoso.
  • orange1978
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25-12-20 17.54

@ ahivela
orange1978 ha scritto:
è patetico leggere corso di laurea in pianoforte/chitarra "pop" dentro un conservatorio di musica.


Bah, non e' che "Laurea in pianoforte/chitarra Jazz" (o peggio che mai "canto jazz...) suoni tanto meglio eh emo
beh insomma, suonare jazz ad altissimo livello in trio, solo, o in big band non è che sia cosi facile, sicuro è molto piu arduo che suonare in una band che fa le cover di vasco rossi.

infatti guarda a caso la maggior parte dei session men che lavorano con artisti pop famosi sia in italia che all'estero sono quasi tutti jazzisti, un tempo erano piu classici perche c'era l'arrangiatore che dava le parti, oggi invece ti assoldano e ti dicono "ok tra un mese iniziamo a provare, tirati giu le parti di queste canzoni", e questa abilità difficilmente la impari nel corso di pianoforte ministeriale in conservatorio (almeno in quello tradizionale che cè sempre stato), magari hai anche la tecnica a livello meccanico ma il mestiere in una situazione del genere un jazzista lo ha sicuramente di piu.
  • ahivela
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25-12-20 19.34

orange1978 ha scritto:
beh insomma, suonare jazz ad altissimo livello in trio, solo, o in big band non è che sia cosi facile, sicuro è molto piu arduo che suonare in una band che fa le cover di vasco rossi.


Va be' ma che razza di paragone e'? Sono due cose completamente diverse il "trio jazz di altissimo livello" e la "cover band di Vasco", sono proprio due piani diversi.
Anche suonare pop ad altissimo livello e' roba per pochi. Non e' mica facile suonare BENE la musica pop, anzi. Ci vogliono qualita' ed esperienza particolari, che non tutti hanno.
Non a caso i musicisti pop piu' richiesti per tour e registrazioni di un certo livello sono sempre gli stessi (e il jazz c'entra poco, in generale).
Anche per mettere quattro accordi in croce su un piano, che pero' funzionano, o mettere due note due di chitarra proprio dove e come occorre, di gusto assoluto, o portare un semplicissimo beat in sedicesimi come cristo comanda e con il suono giusto, ci vuole talento autentico, e c'e' vita, studio ed esperienza dietro.
  • d_phatt
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25-12-20 20.11

@ ahivela
orange1978 ha scritto:
beh insomma, suonare jazz ad altissimo livello in trio, solo, o in big band non è che sia cosi facile, sicuro è molto piu arduo che suonare in una band che fa le cover di vasco rossi.


Va be' ma che razza di paragone e'? Sono due cose completamente diverse il "trio jazz di altissimo livello" e la "cover band di Vasco", sono proprio due piani diversi.
Anche suonare pop ad altissimo livello e' roba per pochi. Non e' mica facile suonare BENE la musica pop, anzi. Ci vogliono qualita' ed esperienza particolari, che non tutti hanno.
Non a caso i musicisti pop piu' richiesti per tour e registrazioni di un certo livello sono sempre gli stessi (e il jazz c'entra poco, in generale).
Anche per mettere quattro accordi in croce su un piano, che pero' funzionano, o mettere due note due di chitarra proprio dove e come occorre, di gusto assoluto, o portare un semplicissimo beat in sedicesimi come cristo comanda e con il suono giusto, ci vuole talento autentico, e c'e' vita, studio ed esperienza dietro.
Sicuramente, questo non è in discussione e può essere detto per qualsiasi genere musicale.
Però queste cose uno se è un bravo musicista e un po' di gusto, apertura mentale e un po' di esperienza, le impara arrivando da entrambe le parti, basta un po' di mestiere...

Mentre per il jazz e la classica non è così, lì serve una vita di studio anche solo per arrivare a pensare di poter forse fare qualcosa di significativo ed è tutto un altro discorso.

Fosse per me, metterei un "quinto anno" ridotto ma ben fatto di classica per ogni studente jazz e un bel po' di trascrizioni e piccoli arrangiamenti e improvvisazioni (in chiave classica ovviamente!) da fare per ogni classico, sono cose che ogni musicista tra il XVII e il XIX secolo sapeva fare, niente di che ovviamente basterebbe un livello minimo accettabile giusto per assicurare un po' di "esperienza" a tutto tondo da entrambe le parti.

Va beh qui noi parliamo, spero che si faccia sentire l'autore del thread che sembra scomparso...xD
  • ahivela
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25-12-20 20.26

d_phatt ha scritto:
Però queste cose uno se è un bravo musicista e un po' di gusto, apertura mentale e un po' di esperienza, le impara arrivando da entrambe le parti, basta un po' di mestiere...


Non sono per nulla d'accordo. Per suonare ad alto livello la musica pop NON bastano "un po' d'esperienza" e "un po' di mestiere". Occorre TANTA esperienza e TANTO mestiere, e la sensibilita' giusta (cioe' il talento) per il genere, che non tutti hanno. Insomma, non esistono vie piu' facili, quando si vola alto.

d_phatt ha scritto:
Fosse per me, metterei un "quinto anno" ridotto ma ben fatto di classica per ogni studente jazz e un bel po' di trascrizioni e piccoli arrangiamenti e improvvisazioni (in chiave classica ovviamente!) da fare per ogni classico, sono cose che ogni musicista tra il XVII e il XIX secolo sapeva fare, niente di che ovviamente basterebbe un livello minimo accettabile giusto per assicurare un po' di "esperienza" a tutto tondo da entrambe le parti.


Qua invece sono completamente d'accordo emo
  • Tama72
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25-12-20 20.35

@ Giuffreeze
perché andrebbero cancellati? Sinceramente non ne vedo il motiivo.
Comunque mi riferisco a cos'ha di diverso un chitarrista jazz da uno classico nella sostanza, visto che la metti in questi termini? Il modo di suonare? Solo il genere che suona?
Tu, per caso, suoni già la chitarra ( se si, che tipologia di chitarra suoni ) ?
  • d_phatt
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25-12-20 20.51

ahivela ha scritto:
Insomma, non esistono vie piu' facili, quando si vola alto.

Questo è verissimo, hai ragione.

ahivela ha scritto:
Qua invece sono completamente d'accordo

emoemo ma in realtà stiamo discutendo di "dettagli" diciamo così, ma mi sembra che tutti quelli che sono intervenuti nel thread sono sulla stessa lunghezza d'onda per quanto concerne il grosso della questione, ed è un bel segno.
Spero solo che il nostro giuffreeze o come si scriveva possa trarre qualcosa da queste parole, non è facile districarsi nel labirinto pericoloso che è diventata ormai la società attuale, specialmente se non si ha un faro che illumini la strada e faccia da guida.
  • orange1978
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25-12-20 22.46

ahivela ha scritto:
Per suonare ad alto livello la musica pop NON bastano "un po' d'esperienza" e "un po' di mestiere". Occorre TANTA esperienza e TANTO mestiere


allora....io capisco che molta gente limitata tecnicamente voglia auto convincersi di questo probabilmente per non sentirsi inferiore a chi è veramente capace, e va bene, però non esageriamo!

e basta con queste leggende metropolitane o con questa filosofia del "anche per leccare un cono gelato bisogna essere artisti".

la storia dice che dagli anni 30 agli anni 80 la maggior parte dei tastieristi pop/rock arrivava da studi seri classici in conservatorio, chi non riusciva a far carriera come concertista finiva a insegnare, chi era piu open minded finiva negli studi radio/tv ad accompagnare cantanti o a suonare in concerti/dischi, gli davano lo spartito e una settimana aveva capito come si fa, in italia era cosi, in usa probabilmente no ma è un altra cosa.

....a me fa ribrezzo chi (e non so chi sia) abbia diffuso questa falsa credenza popolare che vorrebbe convincerci che suonare la "canzone del sole" o le tastiere per ligabue sia difficile tanto quanto suonare ad alto livello chopin, clementi, o mozart....ed è RIDICOLO! uno sputo verso l'arte con la A maiuscola.

forse voi non avete ben presente cosa significhi suonare a livello professionale musica classica in concerto piuttosto che suonare le tastiere con ornella vanoni o biagio antonacci, ma che cacchio, essere due ore tu e lo strumento, silenzio di tomba,sala da concerto piena e tutti gli occhi puntanti solo su di te, tutto scritto, non puoi variare manco una nota, anzi se sbagli una ditteggiatura rischi di non ritrovarti piu e bloccarti nel mezzo del brano facendo brutte figure, e il piu delle volte hai mezzo secondo per capire che stai sbagiando dito e rimediare.

poi questo non significa che suonare pop/rock sia facilissimo e che tutti lo possono fare a occhi chiusi però vi prego restiamo con i piedi per terra, suonare jazz ad altissimi livelli o musica barocca al clavicembalo è tre volte piu difficile che suonare musica leggera.

che poi anche le cagate di quattro accordi come un brano reggaeton a farle bene non sia facilissimo posso capirlo, ma cè un abisso tra i due mondi (grazie al cielo), tra musica leggera e musica classica/contemporanea o jazz ad alto livello, un abisso in tutto tecnica, armonia, strutture, complessità del discorso musicale.

se invece si intende la parte organizzativa tipo saper programmare i suoni, saper scegliere i suoni giusti dove servono, etc etc....questo è mestiere, si impara, e molti pianisti classici alle tastiere erano e sono cazzoni perche semplicemente non le hanno MAI dovute suonare o impararle a gestire, ma sicuro ci metterbbe molto meno tempo Maurizio Pollini a imparare come funziona la montage, che uno che suona la montage a fare quello che fa Maurizio Pollini.
  • d_phatt
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25-12-20 23.10

@ orange1978
ahivela ha scritto:
Per suonare ad alto livello la musica pop NON bastano "un po' d'esperienza" e "un po' di mestiere". Occorre TANTA esperienza e TANTO mestiere


allora....io capisco che molta gente limitata tecnicamente voglia auto convincersi di questo probabilmente per non sentirsi inferiore a chi è veramente capace, e va bene, però non esageriamo!

e basta con queste leggende metropolitane o con questa filosofia del "anche per leccare un cono gelato bisogna essere artisti".

la storia dice che dagli anni 30 agli anni 80 la maggior parte dei tastieristi pop/rock arrivava da studi seri classici in conservatorio, chi non riusciva a far carriera come concertista finiva a insegnare, chi era piu open minded finiva negli studi radio/tv ad accompagnare cantanti o a suonare in concerti/dischi, gli davano lo spartito e una settimana aveva capito come si fa, in italia era cosi, in usa probabilmente no ma è un altra cosa.

....a me fa ribrezzo chi (e non so chi sia) abbia diffuso questa falsa credenza popolare che vorrebbe convincerci che suonare la "canzone del sole" o le tastiere per ligabue sia difficile tanto quanto suonare ad alto livello chopin, clementi, o mozart....ed è RIDICOLO! uno sputo verso l'arte con la A maiuscola.

forse voi non avete ben presente cosa significhi suonare a livello professionale musica classica in concerto piuttosto che suonare le tastiere con ornella vanoni o biagio antonacci, ma che cacchio, essere due ore tu e lo strumento, silenzio di tomba,sala da concerto piena e tutti gli occhi puntanti solo su di te, tutto scritto, non puoi variare manco una nota, anzi se sbagli una ditteggiatura rischi di non ritrovarti piu e bloccarti nel mezzo del brano facendo brutte figure, e il piu delle volte hai mezzo secondo per capire che stai sbagiando dito e rimediare.

poi questo non significa che suonare pop/rock sia facilissimo e che tutti lo possono fare a occhi chiusi però vi prego restiamo con i piedi per terra, suonare jazz ad altissimi livelli o musica barocca al clavicembalo è tre volte piu difficile che suonare musica leggera.

che poi anche le cagate di quattro accordi come un brano reggaeton a farle bene non sia facilissimo posso capirlo, ma cè un abisso tra i due mondi (grazie al cielo), tra musica leggera e musica classica/contemporanea o jazz ad alto livello, un abisso in tutto tecnica, armonia, strutture, complessità del discorso musicale.

se invece si intende la parte organizzativa tipo saper programmare i suoni, saper scegliere i suoni giusti dove servono, etc etc....questo è mestiere, si impara, e molti pianisti classici alle tastiere erano e sono cazzoni perche semplicemente non le hanno MAI dovute suonare o impararle a gestire, ma sicuro ci metterbbe molto meno tempo Maurizio Pollini a imparare come funziona la montage, che uno che suona la montage a fare quello che fa Maurizio Pollini.
Sono d'accordo, l'unica cosa spero che parlando al plurale tu non ti riferisca pure a me perché più o meno ho detto e penso le stesse cose.
  • anonimo
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25-12-20 23.19

Credo che oggi senza i famosi santi in paradiso non si possa aspirare a diventare alcunché - mi riferisco all' Italia, altrove non so - e i conservatori odierni non fanno eccezione. Per carità non voglio generalizzare, ma quando senti dire nei corridoi accademici che le cattedre se le spartiscono ancora i partiti politici... e quando vedi che studenti del primo anno, parenti stretti di insegnanti si danno del tu con altri insegnanti in un circolo vizioso e autoreferenziale, qualche dubbio sulle virtù meritocratiche di certe istituzioni inevitabilmente si insinua.
Personale digressione, chiedo venia: da quando l'Europa ci ha chiesto di recuperare il gap di laureati, ne stanno combinando di tutti i colori: università online con esami a crocette, corsi accademici di jazz e pop in cui il 90% degli allievi non ha mai solfeggiato né letto uno spartito. Come se non bastasse, qualche giorno fa ho visto su facebook la pubblicità di una laurea triennale online erogata da un'Accademia di Belle Arti o presunta tale, con centinaia di commenti entusiastici. Spero che la rivincita del sapere giunga dai singoli, perché se aspettiamo le istituzioni lo scempio è già in opera.
  • orange1978
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25-12-20 23.21

@ d_phatt
Sono d'accordo, l'unica cosa spero che parlando al plurale tu non ti riferisca pure a me perché più o meno ho detto e penso le stesse cose.
io non mi riferisco a nessuno in particolare ma semplicemente a chiunque sia convinto che fare il tastierista "pop" sia lo stesso che fare martha argerich o shura cherkassky.

senza sminure nulla e nessuno, però se vogliamo essere imparziali e realistici, le cose stanno cosi.....

ci metterà sicuro meno tempo ivo pogorelich a fare il pianista per vasco o per loredana bertè che il pianista di loredana bertè a fare ivo pogorelich, non cè nulla di male in tutto questo, è solo la realtà dei fatti, sarebbe ridicolo negarlo.
  • d_phatt
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25-12-20 23.33

@ anonimo
Credo che oggi senza i famosi santi in paradiso non si possa aspirare a diventare alcunché - mi riferisco all' Italia, altrove non so - e i conservatori odierni non fanno eccezione. Per carità non voglio generalizzare, ma quando senti dire nei corridoi accademici che le cattedre se le spartiscono ancora i partiti politici... e quando vedi che studenti del primo anno, parenti stretti di insegnanti si danno del tu con altri insegnanti in un circolo vizioso e autoreferenziale, qualche dubbio sulle virtù meritocratiche di certe istituzioni inevitabilmente si insinua.
Personale digressione, chiedo venia: da quando l'Europa ci ha chiesto di recuperare il gap di laureati, ne stanno combinando di tutti i colori: università online con esami a crocette, corsi accademici di jazz e pop in cui il 90% degli allievi non ha mai solfeggiato né letto uno spartito. Come se non bastasse, qualche giorno fa ho visto su facebook la pubblicità di una laurea triennale online erogata da un'Accademia di Belle Arti o presunta tale, con centinaia di commenti entusiastici. Spero che la rivincita del sapere giunga dai singoli, perché se aspettiamo le istituzioni lo scempio è già in opera.
Guarda io di queste cose non so molto, sicuramente del marcio ci sarà da qualche parte, ma tutti gli studenti jazz che conosco (eh vabbe', fanno quasi tutto lo stesso conservatorio ma sono comunque diverse persone che conosco molto bene, tra cui la mia ragazza) hanno fatto una marea di solfeggio, una marea di storia della musica, al pari dei loro colleghi classici tra cui me (anzi io ne ho fatto persino di meno di solfeggio perché entrai in conservatorio che già avevo la licenza), in compenso i corsi di armonia al preaccademico fanno ridere i polli, cose ridicole che manco fossero per bambini delle scuole elementari. Io per fortuna in quello mi sono salvato perché l'ho studiata moltissimo prima di entrare, con un professore serio, invece l'esame di armonia che ho fatto lì era quasi offensivo per quanto era semplificato. Per il resto...l'insegnante di pianoforte che ho avuto io era una dea dell'insegnamento pianistico, i ritmi di studio tra una lezione di pianoforte e l'altra tostissimi ma come si faceva musica con lei a lezione, era da clonare. Quindi le mie opinioni sono sicuramente influenzate da questo, però tantissimi ragazzi che conoscono hanno ottimi insegnanti di strumento là dentro, è molto difficile trovarne in quel modo fuori dal conservatorio. Almeno questo è quello che ho visto io...insieme purtroppo a tanta disorganizzazione, corsi che non si sapeva quando e con chi partivano, ecc...

@orange: grazie per il chiarimento emo
  • orange1978
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25-12-20 23.35

ma infatti non confondiamo la (dis)organizzazione scolastica dei conservatori italiani con la musica in se, quello è un problema che si sa già comè da molto molto tempo (purtroppo).
  • anonimo
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25-12-20 23.54

@ d_phatt
Guarda io di queste cose non so molto, sicuramente del marcio ci sarà da qualche parte, ma tutti gli studenti jazz che conosco (eh vabbe', fanno quasi tutto lo stesso conservatorio ma sono comunque diverse persone che conosco molto bene, tra cui la mia ragazza) hanno fatto una marea di solfeggio, una marea di storia della musica, al pari dei loro colleghi classici tra cui me (anzi io ne ho fatto persino di meno di solfeggio perché entrai in conservatorio che già avevo la licenza), in compenso i corsi di armonia al preaccademico fanno ridere i polli, cose ridicole che manco fossero per bambini delle scuole elementari. Io per fortuna in quello mi sono salvato perché l'ho studiata moltissimo prima di entrare, con un professore serio, invece l'esame di armonia che ho fatto lì era quasi offensivo per quanto era semplificato. Per il resto...l'insegnante di pianoforte che ho avuto io era una dea dell'insegnamento pianistico, i ritmi di studio tra una lezione di pianoforte e l'altra tostissimi ma come si faceva musica con lei a lezione, era da clonare. Quindi le mie opinioni sono sicuramente influenzate da questo, però tantissimi ragazzi che conoscono hanno ottimi insegnanti di strumento là dentro, è molto difficile trovarne in quel modo fuori dal conservatorio. Almeno questo è quello che ho visto io...insieme purtroppo a tanta disorganizzazione, corsi che non si sapeva quando e con chi partivano, ecc...

@orange: grazie per il chiarimento emo
Che il solfeggio e la lettura della partitura siano recuperate nel triennio, mi sembra il minimo. Io mi riferivo ai test di ingresso. Sono abbastanza sicuro che il 90% di coloro che si presenta ai test sia a digiuno di solfeggio, dettato ritmico e lettura dello spartito, materie che dovrebbero essere preparate nel quinquennio preaccademico.
Personalmente ho visto cose molto squallide durante la mattina dei test, tra cui candidati che ignari esistesse il solfeggio, tentavano di studiarlo lipperlì, come fosse una manciata di nozioni che si può assimilare in un paio d'ore!!! Che ne è stato di loro? Ammessi tutti, con debito formativo nelle materie strutturali.
Forse appartengo a un'epoca con valori diversi, non so, ma non sono riuscito a trattenere un senso di disgusto. Da me non vedranno mai più un euro.
  • d_phatt
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26-12-20 00.07

@ anonimo
Che il solfeggio e la lettura della partitura siano recuperate nel triennio, mi sembra il minimo. Io mi riferivo ai test di ingresso. Sono abbastanza sicuro che il 90% di coloro che si presenta ai test sia a digiuno di solfeggio, dettato ritmico e lettura dello spartito, materie che dovrebbero essere preparate nel quinquennio preaccademico.
Personalmente ho visto cose molto squallide durante la mattina dei test, tra cui candidati che ignari esistesse il solfeggio, tentavano di studiarlo lipperlì, come fosse una manciata di nozioni che si può assimilare in un paio d'ore!!! Che ne è stato di loro? Ammessi tutti, con debito formativo nelle materie strutturali.
Forse appartengo a un'epoca con valori diversi, non so, ma non sono riuscito a trattenere un senso di disgusto. Da me non vedranno mai più un euro.
Ah che si presenti (e magari viene pure presa) gente che ancora avrebbe tanto da masticarne è indubbio, tra l'altro gli studenti jazz di cui parlavo io hanno fatto tutti qualche anno di preaccademico entrando solo successivamente al triennio con pochi o nessun debito.
Ci sono molte cose che non vanno nei conservatori e probabilmente la situazione sta peggiorando, questo non lo metto in discussione, anzi. Però che da lì escano spesso e volentieri dei buoni/bravi musicisti è indubbio.

Anche se alla fine il 95% del percorso dipende dall'insegnante di strumento, è quella la vera variabile decisiva che decide che musicista uno può diventare. A me è capitato tardi di trovarne uno all'altezza del suo compito.
  • Asterix
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26-12-20 00.20

@ orange1978
io non mi riferisco a nessuno in particolare ma semplicemente a chiunque sia convinto che fare il tastierista "pop" sia lo stesso che fare martha argerich o shura cherkassky.

senza sminure nulla e nessuno, però se vogliamo essere imparziali e realistici, le cose stanno cosi.....

ci metterà sicuro meno tempo ivo pogorelich a fare il pianista per vasco o per loredana bertè che il pianista di loredana bertè a fare ivo pogorelich, non cè nulla di male in tutto questo, è solo la realtà dei fatti, sarebbe ridicolo negarlo.
D'accordo in tutto.
Però...la butto lí come provocazione, ma neanche tanto:
Un diploma in tastiere pop in cui si accede dopo il 5' corso di pianoforte e in cui come esame intermedio devi suonare tutto "A trick of a tail" dei genesis e al diploma TUTTO "Tarkus" degli E.L.P.? O magari i "Liquid tension experiment".
Un'ora intera di programma, tutto a questi livelli. Più tutti gli esami complementari: armonia, arrangiamento, programmazione, etc...
Anche in conservatorio ci sono corsi con "pesi" diversi: direzione di coro, strumentazione per banda, etc...