26-12-20 12.41
wildcat80 ha scritto:
Ma che senza i pilastri tecnici e teorici non so come avrei affrontato.
Ecco io credo che tu abbia centrato un punto fondamentale, cioè l'importanza di avere delle basi solide e rocciose.
Non c'è bisogno (e non è mai stato così) di essere tutti super-esperti di contrappunto e saper scrivere due fughe contemporaneamente, una con la mano e una con l'altra. Però dei fondamenti teorici e classici tosti, veri e sicuri dovrebbero averli tutti, quell'insieme di cose che permette di capire bene cosa si deve suonare e permette poi, per chi vuole sperimentare, di imparare a suonare bene un po' di tutto.
Detto questo, Ahivela tu citi signori musicisti, io penso che nessuno qui abbia intenzione di sminuire i professionisti che lavorano nell'ambito della musica leggera o la musica leggera stessa. Io no di sicuro, e so bene per esperienza personale che suonarla a modo può essere molto delicato.
Però lo stesso Harrison per esempio che è uno dei più grandi batteristi rock viventi, tra i migliori in assoluto ecc...non ha certo prodotto il suo massimo lascito artistico suonando con Baglioni, possono piacere o non piacere ma io penso di poter affermare con certezza che
qui o
qui abbia lasciato performance di tutt'altro valore tecnico e/o artistico. Per dire eh, comunque non è tanto questo il punto.
Il punto però è come dice Orange nessuno di questi bravissimi musicisti ha studiato un corso "pop" per arrivare a questo livello tecnico e musicale, poi qui siamo in un ambito "selvaggio" perché batterie, chitarre e bassi elettrici fino a qualche tempo fa neanche se lo potevano sognare di stare in un conservatorio. Per il pianoforte è ben diverso, è lo strumento maestro per (quasi) ogni tastierista, ed è indubbio che i più alti livelli degli strumenti "storici" siano stati raggiunti principalmente dai grandi pianisti classici e dalle leggende del jazz.
Io stesso l'ho visto sulla mia pelle, come Wildcat ho fatto il V anno di pianoforte e pur non avendo finito il percorso un paio d'anni a studiare i preludi e fuga li ho passati, anche dopo aver lasciato (per vari motivi che ora non sto a spiegare) il conservatorio. E so bene che se mi preparo in un certo modo un concerto intero basato sulla musica leggera e anche su brani progressive di media difficoltà posso affrontarlo degnamente, suonando preciso e anche rilassato e sciolto dopo i primi 2/3 concerti che affronto dopo magari mesi di inattività, specie dopo aver sciolto nuovamente la tensione da concerto che puntualmente ritorna alle prime uscite se non suono live per troppo tempo e perdo l'abitudine. Certo non sono Keith Emerson o un qualsiasi vero tastierista professionista. E riesco a vivere bene con l'idea di dover fare un concerto di questo tipo, se lo dovessi fare per lavoro potrei comunque vivere sereno. E in tutto questo preciso che mi ricordo benissimo di non essere assolutamente nessuno, tantissimi possono farlo come e meglio di me.
Mentre anche se avessi finito gli studi, non potrei MAI fare il concertista classico e non solo perché non ho neanche lontanamente i numeri e le capacità, ma anche perché il mio animo non potrebbe convivere con un lavoro del genere, centinaia di concerti dove non solo puoi sbagliare pochissimo, ma devi anche fornire una interpretazione di livello, sei sempre sul filo del rasoio perché la difficoltà media dei brani è molto alta e questo fa la differenza eccome, insomma suonare bene 4 ore di Baglioni non è minimamente paragonabile a fare bene anche solo 20/30 minuti di sonata di Beethoven o dover suonare il concerto italiano o una partita di Bach. Non scherziamo...