Studiare l’armonia

  • Asterix
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13-02-23 08.51

WTF_Bach ha scritto:
Ho sentito un famoso "accademico" di YouTube insegnare che gli "accordi diminuiti" sarebbero composti da "prima, terza bemolle, quinta bemolle e sesta - diciamo sesta perchè è più comodo".

Che poi l'accordo diminuito volendo essere pedanti è formato Non da 4 note ma da 3 note: Fondamentale, Terza minore, Quinta diminuita.
Poi se ci aggiungiamo la Settima diminuita diventa un accordo di settima diminuita, se ci aggiungiamo la Settima minore diventa un "diminuito + settima minore" comunemente chiamato (ma a me non piace) Semidiminuito.
  • WTF_Bach
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13-02-23 08.58

@ Asterix
WTF_Bach ha scritto:
Ho sentito un famoso "accademico" di YouTube insegnare che gli "accordi diminuiti" sarebbero composti da "prima, terza bemolle, quinta bemolle e sesta - diciamo sesta perchè è più comodo".

Che poi l'accordo diminuito volendo essere pedanti è formato Non da 4 note ma da 3 note: Fondamentale, Terza minore, Quinta diminuita.
Poi se ci aggiungiamo la Settima diminuita diventa un accordo di settima diminuita, se ci aggiungiamo la Settima minore diventa un "diminuito + settima minore" comunemente chiamato (ma a me non piace) Semidiminuito.
Quanto hai ragione, Stefano! Non riesco a capire se certuni insegnano cose sbagliate perché ignorano quelle giuste oppure per il gusto di “famolo strano”…
  • Raptus
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13-02-23 09.15

@ WTF_Bach
Quanto hai ragione, Stefano! Non riesco a capire se certuni insegnano cose sbagliate perché ignorano quelle giuste oppure per il gusto di “famolo strano”…
Non è che semplicemente insegna in quel modo perché per suonare "quel particolare" tipo di musica basta saper fare in quel modo?

Io ad esempio mi sto esercitando sulla visualizzazione degli intervalli e per quanto riguarda quelli oltre l'ottava sto facendo esercizio solo su quelli 9, 11, 13 ... non perché non esistano gli altri ma solamente perché nel mio caso nel jazz sono quelli che si usano nel 99% dei casi.

Cioè Cyran.. ehm scusa WTF_Bach intendo, non è che ti stai accanendo su un metodo didattico che non vuole pretendere di insegnare "l'armonia musicale universale" ma semplicemente una specializzazione?
A me ad esempio non fregherebbe nulla di sapere fin dall'inizio perfettamente tutta la teoria classica se il mio obiettivo è, quello principale, riuscire ad armonizzare uno standard e capire perché si fanno certi accordi...
Una volta che raggiungo l'obiettivo poi per mio interesse posso ovviamente spaziare nel classico ed ampliare gli orizzonti, non è che se imparo solo un particolare settore allora non posso imparare altro...

E' come nell'informatica, uno può studiare benissimo come programmare un sito web ma non sapere una cippa di come funziona l'assembly o come ragiona un processore.
  • Raptus
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13-02-23 09.21

Ovviamente non sto giustificando quel particolare caso, non ho idea di chi tu stia citando, fermo restando che se una cosa è sbagliata è sbagliata.
  • WTF_Bach
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13-02-23 10.24

@ Raptus
Non è che semplicemente insegna in quel modo perché per suonare "quel particolare" tipo di musica basta saper fare in quel modo?

Io ad esempio mi sto esercitando sulla visualizzazione degli intervalli e per quanto riguarda quelli oltre l'ottava sto facendo esercizio solo su quelli 9, 11, 13 ... non perché non esistano gli altri ma solamente perché nel mio caso nel jazz sono quelli che si usano nel 99% dei casi.

Cioè Cyran.. ehm scusa WTF_Bach intendo, non è che ti stai accanendo su un metodo didattico che non vuole pretendere di insegnare "l'armonia musicale universale" ma semplicemente una specializzazione?
A me ad esempio non fregherebbe nulla di sapere fin dall'inizio perfettamente tutta la teoria classica se il mio obiettivo è, quello principale, riuscire ad armonizzare uno standard e capire perché si fanno certi accordi...
Una volta che raggiungo l'obiettivo poi per mio interesse posso ovviamente spaziare nel classico ed ampliare gli orizzonti, non è che se imparo solo un particolare settore allora non posso imparare altro...

E' come nell'informatica, uno può studiare benissimo come programmare un sito web ma non sapere una cippa di come funziona l'assembly o come ragiona un processore.
Sono parzialmente d'accordo con te: non occorre imparare cose inutili. Ma questo non vuol dire che bisogna imparare cose sbagliate. Ho appena letto che "se al DO# si mette un bemolle diventa DO naturale"...il bequadro, questo sconosciuto.

Non è che se devo suonare jazz una settima diminuita diventa una sesta: se imparo quest'errore, me lo porterò dietro per sempre e se dovrò scrivere un piccolo arrangiamento per un quintetto/sestetto di jazz, sbaglierò metodicamente la condotta delle parti ogni volta che appare un accordo di settima diminuita.

E dato che ho notato parecchi di questi errori in più d'uno di questi "accademici", mi chiedo se non farebbero meglio a tornare a scuola piuttosto che insegnare. Personalmente, io continuo a studiare e semmai condivido le mie "scoperte" con gli amici del forum, o al limite do un paio di dritte a chi me le chiede.
  • WTF_Bach
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13-02-23 10.27

Poi ci sarebbe anche quella che Dado Moroni chiamava "la prova del nove", ovvero suonare l'anatole a 200bpm in tutte le tonalità.

Chi lo sa fare può cominciare a pensare di insegnare professionalmente jazz, chi non lo sa fare può tornare a casa a studiare emo.
  • Raptus
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13-02-23 10.37

@ WTF_Bach
Sono parzialmente d'accordo con te: non occorre imparare cose inutili. Ma questo non vuol dire che bisogna imparare cose sbagliate. Ho appena letto che "se al DO# si mette un bemolle diventa DO naturale"...il bequadro, questo sconosciuto.

Non è che se devo suonare jazz una settima diminuita diventa una sesta: se imparo quest'errore, me lo porterò dietro per sempre e se dovrò scrivere un piccolo arrangiamento per un quintetto/sestetto di jazz, sbaglierò metodicamente la condotta delle parti ogni volta che appare un accordo di settima diminuita.

E dato che ho notato parecchi di questi errori in più d'uno di questi "accademici", mi chiedo se non farebbero meglio a tornare a scuola piuttosto che insegnare. Personalmente, io continuo a studiare e semmai condivido le mie "scoperte" con gli amici del forum, o al limite do un paio di dritte a chi me le chiede.
Beh a me ad esempio sia il professore al conservatorio che nell'accademia che sto seguendo tutti quanti mi consigliavano di concludere un brano su un primo grado sesta invece di fare un maggiore settima "normale".
Forse dipende anche da come uno interpreta un genere... ho notato che al conservatorio dove andavo, quello che era considerato top, cioè il riferimento assoluto, era il bebop. Se anche solo azzardavi a fare qualcosa di jazz-pop o swing (che poi per loro è la stessa cosa), ti guardavano malissimo. Ah e se poi non sporcavo quasi tutte le dominanti con le alterazioni per loro addirittura "sbagliavo"...
Il problema è che la musica jazz è un tipo di musica molto interpretativa... da questo punto di vista è molto meglio la classica o la pop.
  • WTF_Bach
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13-02-23 11.06

@ Raptus
Beh a me ad esempio sia il professore al conservatorio che nell'accademia che sto seguendo tutti quanti mi consigliavano di concludere un brano su un primo grado sesta invece di fare un maggiore settima "normale".
Forse dipende anche da come uno interpreta un genere... ho notato che al conservatorio dove andavo, quello che era considerato top, cioè il riferimento assoluto, era il bebop. Se anche solo azzardavi a fare qualcosa di jazz-pop o swing (che poi per loro è la stessa cosa), ti guardavano malissimo. Ah e se poi non sporcavo quasi tutte le dominanti con le alterazioni per loro addirittura "sbagliavo"...
Il problema è che la musica jazz è un tipo di musica molto interpretativa... da questo punto di vista è molto meglio la classica o la pop.
Capisco quello che dici: è un po’ come l’argomento delle “settime senza funzione di dominante”, ovvero quelle che si usano sul blues.

Si potrebbero fare mille analisi sul perché si usano degli accordi di settima minore sul primo e sul quarto grado, ma non è importante: in questo caso è sufficiente sapere che sul blues si può fare

Questo però non inficia il fatto che insegnare che l’intervallo LA-DO è una “terza bemolle”, e che “se sul DO diesis metto un bemolle diventa DO” (e molte di queste perle che si sentono su YouTube) è sbagliato in senso oggettivo, e non solo per chi vuole muoversi nel mondo della classica.

Impariamo pure poche cose, ma impariamole giuste.

Aggiungo solo un dettaglio: non si può dire di insegnare armonia se non si insegna la condotta delle parti, sarebbe come dire che si insegna la matematica ma non le divisioni.
  • WTF_Bach
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13-02-23 11.11

Sul suggerimento riguardo al finire con l’accordo arricchito con la sesta e non con la settima maggiore, direi che dipende da molte cose: dal contesto stilistico, da com’è la melodia, da che voicing si sceglie, da come si arriva all’accordo finale.

Sulle dominanti da alterare “per principio” basta ricordarsi le shells di Bud Powell, composte da prima e settima o prima e terza, per capire che è un discorso che non sta né in cielo né in terra.
  • Raptus
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13-02-23 11.15

@ WTF_Bach
Capisco quello che dici: è un po’ come l’argomento delle “settime senza funzione di dominante”, ovvero quelle che si usano sul blues.

Si potrebbero fare mille analisi sul perché si usano degli accordi di settima minore sul primo e sul quarto grado, ma non è importante: in questo caso è sufficiente sapere che sul blues si può fare

Questo però non inficia il fatto che insegnare che l’intervallo LA-DO è una “terza bemolle”, e che “se sul DO diesis metto un bemolle diventa DO” (e molte di queste perle che si sentono su YouTube) è sbagliato in senso oggettivo, e non solo per chi vuole muoversi nel mondo della classica.

Impariamo pure poche cose, ma impariamole giuste.

Aggiungo solo un dettaglio: non si può dire di insegnare armonia se non si insegna la condotta delle parti, sarebbe come dire che si insegna la matematica ma non le divisioni.
L'intervallo LA-DO lo definiresti solo come seconda(o nona) diesis ? (o terza minore)

Dire che è una terza bemolle a me, dico a me eh, non generalizzo, aiuta perché mi fa ricordare che DO nella scala di LA deve essere diesis... è una sorta di paletto nella memoria.
Che poi sia sbagliato usare i bemolli nella scala di LA questo è sicuro ma non credo che fosse quella l'intenzione
  • WTF_Bach
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13-02-23 11.32

@ Raptus
L'intervallo LA-DO lo definiresti solo come seconda(o nona) diesis ? (o terza minore)

Dire che è una terza bemolle a me, dico a me eh, non generalizzo, aiuta perché mi fa ricordare che DO nella scala di LA deve essere diesis... è una sorta di paletto nella memoria.
Che poi sia sbagliato usare i bemolli nella scala di LA questo è sicuro ma non credo che fosse quella l'intenzione
LA DO è una terza minore. Non “bemolle”, in quanto questo segno non appare, apparirebbe se mai un bequadro se dovessimo rendere minore la terza maggiore LA DO#. E comunque in armonia l’intervallo di “terza bemolle” non esiste, esistono la terza maggiore, quella minore ed eventualmente quella diminuita ed eccedente (trascuro l’annosa polemica sui termini “aumentato, eccedente e più che eccedente”).

La seconda eccedente sarebbe LA SI#.

In questo caso si possono usare due “trucchetti”:

1) la conta dei semitoni: terza maggiore = 4 semitoni ovvero due toni, terza minore 3 semitoni ovvero un tono e mezzo. Magari ci si mette un po’ a ricordarsi le varie corrispondenze ma poi non ci sono più problemi.

2) L’analisi della tonalità: si postula che la prima nota sia la fondamentale e si vede quali sono le alterazioni in chiave. Tutte le note che portano quelle alterazioni sono giuste o maggiori, se risultano abbassate sono diminuite o minori, se risultano alzate sono eccedenti.

ESEMPIO: DO# FA. Il DO# ha sette diesis in chiave (FA DO SOL RE LA MI SI) quindi il FA - per essere distante una quarta giusta dal DO# - dovrebbe essere diesis. Ma visto che non lo è, l’intervallo è una quarta diminuita. NB DO# FA non è una terza maggiore! La terza maggiore sarebbe DO# MI# o meglio enarmonicamebte REb FA.
  • d_phatt
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13-02-23 11.43

@ Raptus
L'intervallo LA-DO lo definiresti solo come seconda(o nona) diesis ? (o terza minore)

Dire che è una terza bemolle a me, dico a me eh, non generalizzo, aiuta perché mi fa ricordare che DO nella scala di LA deve essere diesis... è una sorta di paletto nella memoria.
Che poi sia sbagliato usare i bemolli nella scala di LA questo è sicuro ma non credo che fosse quella l'intenzione
Un piccolo metodo pratico semplice per riconoscere un qualsiasi intervallo (conoscendo le note) è:

- contare la distanza in termini di "nomi delle note" estremi compresi, ignorando le alterazioni; questo numero ti dice se l'intervallo è una terza, una quarta e via dicendo.

- contare i semitoni tra le due note estremi compresi, stavolta ovviamente tenendo conto delle alterazioni presenti; questo numero ti dice di che tipo è la terza, o quarta, ecc. di cui sopra.

Conoscendo le nomenclature giuste (si trovano apposite tabelle, io me ne feci una da me) ti bastano queste due informazioni per togliere ogni dubbio.

Esempio: La - Do.
Dunque, La - Si - Do, 3, quindi è una terza.
La - La# - Si - Do, 3 semitoni, quindi è una terza minore.

Altro esempio: La - Do#.
La - Si - Do, 3, quindi è una terza.
La - La# - Si - Do - Do#, 4 semitoni, quindi è una terza maggiore.
  • d_phatt
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13-02-23 11.48

WTF_Bach ha scritto:
(trascuro l’annosa polemica sui termini “aumentato, eccedente e più che eccedente”)

Ne avevamo parlato sul forum. Dato che a quanto pare su questo non c'è una convenzione universalmente accettata, qual è secondo te/voi quella più diffusa?
  • WTF_Bach
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13-02-23 11.49

@ d_phatt
Un piccolo metodo pratico semplice per riconoscere un qualsiasi intervallo (conoscendo le note) è:

- contare la distanza in termini di "nomi delle note" estremi compresi, ignorando le alterazioni; questo numero ti dice se l'intervallo è una terza, una quarta e via dicendo.

- contare i semitoni tra le due note estremi compresi, stavolta ovviamente tenendo conto delle alterazioni presenti; questo numero ti dice di che tipo è la terza, o quarta, ecc. di cui sopra.

Conoscendo le nomenclature giuste (si trovano apposite tabelle, io me ne feci una da me) ti bastano queste due informazioni per togliere ogni dubbio.

Esempio: La - Do.
Dunque, La - Si - Do, 3, quindi è una terza.
La - La# - Si - Do, 3 semitoni, quindi è una terza minore.

Altro esempio: La - Do#.
La - Si - Do, 3, quindi è una terza.
La - La# - Si - Do - Do#, 4 semitoni, quindi è una terza maggiore.
Giusto - sistema semplice ed efficace.

Ulteriore trucchetto è comparare un intervallo “difficile” ad uno “facile”.

DO# FA: DO FA sarebbe una quarta, ho “fatto salire” il DO di un semitono ergo è una quarta diminuita.

SOL MIb: SOL MI è una sesta maggiore, ho “fatto scendere” il MI di un semitono… sesta minore.

Poi dopo un po’ si ricordano gli intervalli senza bisogno di calcolare.
  • WTF_Bach
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13-02-23 11.50

@ d_phatt
WTF_Bach ha scritto:
(trascuro l’annosa polemica sui termini “aumentato, eccedente e più che eccedente”)

Ne avevamo parlato sul forum. Dato che a quanto pare su questo non c'è una convenzione universalmente accettata, qual è secondo te/voi quella più diffusa?
Io mi attengo all’equivalenza tra aumentato ed eccedente. Alcuni invece sostengono che si va in questa direzione: aumentato, più che aumentato ed eccedente. Lo trovo però un approccio antistorico e confuso.
  • Raptus
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13-02-23 11.51

Non metto in dubbio che i vostri metodi siano quelli corretti ed accademici.

Dico solo che nel contesto in cui io sto parlando, cioè jazz e moderna, il calcolo degli intervalli che serve di più è quello più veloce.
Tono-semitono etc. non aiuta perché devi sempre partire da un centro tonale, come punto di partenza, questa cosa quando si parla di velocità non solo non serve ma è deleteria (ovviamente il mio discorso vale per gli studenti standard alle prime armi, non quelli con 10 anni di esperienza alle spalle o i "maestri").
Ti viene chiesto di alterare la 13 o di aggiungere 11# ad un accordo, non devi pensare, devi solo farlo. Non devi calcolare nulla, calcolare è inutile.
  • d_phatt
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13-02-23 11.57

@ Raptus
Non metto in dubbio che i vostri metodi siano quelli corretti ed accademici.

Dico solo che nel contesto in cui io sto parlando, cioè jazz e moderna, il calcolo degli intervalli che serve di più è quello più veloce.
Tono-semitono etc. non aiuta perché devi sempre partire da un centro tonale, come punto di partenza, questa cosa quando si parla di velocità non solo non serve ma è deleteria (ovviamente il mio discorso vale per gli studenti standard alle prime armi, non quelli con 10 anni di esperienza alle spalle o i "maestri").
Ti viene chiesto di alterare la 13 o di aggiungere 11# ad un accordo, non devi pensare, devi solo farlo. Non devi calcolare nulla, calcolare è inutile.
Per fare questo l'unica cosa necessaria è tanto studio, poi a forza di incontrare gli intervalli inizi a saperli al volo.

Ma La - Do, qualsiasi siano le alterazioni del La e del Do, è sempre una terza, in tutti i generi musicali. Chi dice che non lo è, o ti sta prendendo per il culo o dovrebbe tornare a fare teoria musicale al primo anno di conservatorio e smettere immediatamente di insegnare. Stop.

Allo stesso modo, ci sono anche le sequenze di toni e semitoni per calcolare qualsiasi scala maggiore o minore (di tutti i tipi), ma da un certo punto in poi nessun pianista li usa, perché a un certo punto tutti i pianisti devono passare per lo studio di tutte le scale maggiori e minori a due mani per moto retto, contrario, per terze e per seste. Dopo aver fatto questo, nessuno ha bisogno di ricordare l'ordine dei toni e dei semitoni (che comunque ovviamente va sempre saputo) per suonare una scala o per sapere quali alterazioni ha in chiave una determinata tonalità.
  • WTF_Bach
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13-02-23 12.00

@ Raptus
Non metto in dubbio che i vostri metodi siano quelli corretti ed accademici.

Dico solo che nel contesto in cui io sto parlando, cioè jazz e moderna, il calcolo degli intervalli che serve di più è quello più veloce.
Tono-semitono etc. non aiuta perché devi sempre partire da un centro tonale, come punto di partenza, questa cosa quando si parla di velocità non solo non serve ma è deleteria (ovviamente il mio discorso vale per gli studenti standard alle prime armi, non quelli con 10 anni di esperienza alle spalle o i "maestri").
Ti viene chiesto di alterare la 13 o di aggiungere 11# ad un accordo, non devi pensare, devi solo farlo. Non devi calcolare nulla, calcolare è inutile.
Il processo di apprendimento corretto è questo: prima, per un po’ di tempo, si calcola, poi dopo un po’ si sa a memoria e non è più necessario calcolare.

Pensaci un attimo: in DO non hai nessun problema a trovare gli intervalli alterati in tempo zero, perché lo hai fatto così tante volte che ormai lo sai a memoria. Ma all’inizio dovevi calcolare.

PS: non ci sono “metodi accademici” ed altri tipi di metodo: ci sono metodi giusti e completi, metodi giusti ma incompleti (che sono uguali ai metodi giusti e completi ma con l’omissione di qualche argomento non essenziale) e metodi sbagliati.
  • WTF_Bach
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13-02-23 12.07

Siamo in SOL bemolle: aggiungere la quinta diminuita.

La quinta giusta di SOL è RE, la quinta giusta di SOLb è REb, la quinta diminuita di SOLb è REbb. Si fa prima a farlo che a scriverlo emo
  • Whoispink
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13-02-23 19.31

Già qualche anno fa mi sono fatto un file Excel con due celle, la prima contenente una formula per far comparire a caso uno tra tutti i possibili intervalli (unisono, seconda minore, seconda maggiore etc.), la seconda contenente un'altra formula per far comparire a caso una qualsiasi nota di partenza, specificando anche se l'intervallo dovrà essere ascendente o discendente. Premendo F9 viene proposta ogni volta una combinazione casuale delle due celle.

Esempio
prima cella: (sottinteso "che nota si trova a") "una seconda maggiore"
seconda cella: "sopra Mi#"

Rispondo Fa# [edit: Fa## emo], premo F9, mi viene poposto un'altro intervallo e avanti così.

Lo scopo naturalmente è quello di essere sempre più veloce nel rispondere, fino ad arrivare a un punto in cui non occorre più calcolare nulla perché la risposta è immediata.

Queste le formule per le due celle:
=SCEGLI(CASUALE.TRA(1;13);"una seconda minore";"una seconda maggiore";"una terza minore";"una terza maggiore";"una quarta giusta";"una quarta eccedente";"una quinta diminuita";"una quinta giusta";"una quinta eccedente";"una sesta minore";"una sesta maggiore";"una settima minore";"una settima maggiore")

=SCEGLI(CASUALE.TRA(1;38);"sopra Do";"sotto Do";"sopra Do#";"sotto Do#";"sopra Dob";"sotto Dob";"sopra Re";"sotto Re";"sopra Re#";"sotto Re#";"sopra Reb";"sotto Reb";"sopra Mi";"sotto Mi";"sopra Mi#";"sotto Mi#";"sopra Mib";"sotto Mib";"sopra Fa";"sotto Fa";"sopra Fa#";"sotto Fa#";"sopra Sol";"sotto Sol";"sopra Sol#";"sotto Sol#";"sopra Solb";"sotto Solb";"sopra La";"sotto La";"sopra La#";"sotto La#";"sopra Lab";"sotto Lab";"sopra Si";"sotto Si";"sopra Sib";"sotto Sib")

Volendo possono essere aggiunti intervalli di quarta diminuita, nona maggiore etc., oppure renderlo più semplice eliminando alcuni intervalli