Ha senso continuare a suonare?

  • anonimo
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05-04-18 17.13

@ lucabbrasi
buongiorno, oggi mi son svegliato con la lamentite acuta. Se non volete leggere, liberi di skippare.
Allora: età ormai vetusta (54), suono da molti, troppi anni.
Con l'attuale gruppo ormai ci vediamo da circa 7 anni, ci ho dato e ci do dentro anima e corpo.
Anche quest'anno sono riuscito (nonostante tutto) a trovare (si, io, me medesimo) una decina di serate a data attuale.
Propongo sempre pezzi, sono io che in sala mi sobbarco la maggior parte delle idee arrangiative, io che devo stare sempre con l'orecchio alzato per migliorare il livello generale.
Io che mi porto appresso sempre i 15 kg e passa di strumenti, la sera (sempre infrasettimanale) cerco un posto auto a mezzanotte passata, e poi 2 rampe di scale. Da quest'anno mi tocca anche cantare qualche pezzo. Presentare i live. Ci metto sempre la faccia. Sacrifico la famiglia, spesso arrivo stracotto alle prove causa lavoro.
E sono sempre io che curo i rapporti tramite Facebook, mi elaboro eventuali audio sonori tramite Logic, faccio i (artigianali) video con iMovie,
E mi tocca contrastare e cercare di insinuarmi nel panorama live fiorentino costituito dai soliti prezzemoli, pseudo-ex-professionals che devono tirare a campare e sputano merda su noi dopolavoristi e coveristi. Mi devo letteralmente prostituire.
Stasera ho un bel live, bel posto. ieri posto su Whatsapp la scaletta e...uno dei membri dice "si, però togli questo e quello, vengono male, alcuni pezzi sono dei tormentoni con pochi accordi" (malato di fusion, premetto, costui...). E io "cavolo e lo vieni a dire ora? potevi dirlo durante le prove???"...insomma, ho fatto un gran calderone ma mi sto chiedendo: cacchio sto a continuare? soddisfazioni, zero: nessuno che mi riconosca mai un minimo, un centesimo del lavoro che faccio (all'interno del gruppo): Fuori se va bene raccatti un 50€, qualche applauso strappato.
Tanta fatica, tanto sudore, la moglie e le figlie che spesso ti danno per desaparecito...basta la passione per giustificare tutto ciò? boh, me lo sto chiedendo...
Ricordo che qualche anno fa avevi postato una "lamentela" simile .... Spesso per continuare a suonare con altre persone bisogna scendere a compromessi che sviliscono il fine prefissato ... E' una questione di scelte, che se non soddisfacenti si possono modificare, senza necessariamente mettere tutto da parte ... Forse stai suonando con chi non condivide i tuoi obiettivi? ... Solo tu sai cosa vuoi che la musica faccia per te.
  • fulezone
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05-04-18 17.20

@ zerinovic
Perche non provi ad assegnare ad ognuno il suo compito? Quando suonavo fuori ci siamo organizzati cosi e ci siamo trovati propio bene.
Io per esempio ero il responsabile cavi e collegamenti. Ho fatto anche un box per le luci.
Poi cera la cantante si occupava della promozione su Facebook,gestiva youtube ecc...il chitarrista ci procurava le data e organizzava..
L'altro tastierista (che era il leader) curava praticamente tutto il resto.
La creazione di un nuovo brano, partiva da un idea di uno di noi, se reputata valida ci lavoravamo poi a rotazione.
Il problema principale è che in Italia non si può vivere con la musica,
o fai il salto di qualità e passi alla grandi band con grandi artisti e tournet internazionali
ti scordi della famiglia e fai la rock star
oppure muori di fame suonando a presso a qualche gestore idiota,
da questo se ne deduce che per vivere ti serve un altro lavoro,
altro lavoro significa altri problemi, doppia stanchezza, nervosismo,
la famiglia che si sente trascurata, il via vai di strumenti che restano in casa
in mezzo dentro le custodie perchè non vale la pena rimontarli per poi rismontarli
nel pomeriggio, le prove che alla fine c'è sempre un contrattempo, la bambina si è fatta
male non posso venire vado al pronto soccorso, ho la febbre, ho la bronchite,
fuori fa freddo, la sala prove è occupata, etc etc, vorrei capire se fosse il primo lavoro
invece saremmo tutti presenti ma torniamo alla prima riga in italia non si vive solo di musica
e alla fine è un cane che si morde la coda, continuiamo a girare su noi stessi sperando di poter suonare,
aspetto di essere pensionato per suonare finalmente come facevo da bambino e questo avverrà se avverrà
tra circa 35 anni

mi è capitato di suonare un giorno che il chitarrista ritmico non c'era e io dovevo fare le sue parti, un inferno
mi sentivo un cretino e non riuscivo a suonare un brano che conoscevo alla perfezione il tutto perchè quelle
non erano le mie parti!
  • lucabbrasi
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05-04-18 17.33

fulezone ha scritto:
mi è capitato di suonare un giorno che il chitarrista ritmico non c'era e io dovevo fare le sue parti, un inferno
mi sentivo un cretino e non riuscivo a suonare un brano che conoscevo alla perfezione il tutto perchè quelle
non erano le mie parti!


anche su questo già dato! Il chitarrista l'anno scorso ci ha mollato per divergenze...ci siamo dovuti re-inventare, e qualche parte l'ho sostituita io con le tastiere. Anche su questo, apprezzamento = ovo, zero.
  • paolo_b3
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05-04-18 17.37

Il segreto della felicità sta nel porsi degli obiettivi che si possono raggiungere. Intanto sii consapevole che noi dilettanti non abbiamo a disposizione risorse illimitate, intendo i "compagni di avventura", poi trai il buono da ciò con cui hai a che fare e se proprio pensi che la situazione non ti porti giovamento molla.
Esempio io ho accettato di suonare con un gruppetto di 60 enni che effettivamente è un po' sgangherato. Ma ci vado una sera al mese se riesco ad incastrare (ho chiarito subito), ne approfitto per sperimentare suoni nuovi con il mio "setap" e mi sgranchisco le dita due orette. Poi si fanno due apparizioni all'anno in una kermesse di gruppi di veterani e morta li.
Alla fine però sono persone piacevoli, al termine si va di birretta e ne esce una serata piacevole, anche se mentre suoniamo ogni 5 minuti guardo l'orologio con impazienza emo
  • fulezone
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05-04-18 17.42

@ lucabbrasi
fulezone ha scritto:
mi è capitato di suonare un giorno che il chitarrista ritmico non c'era e io dovevo fare le sue parti, un inferno
mi sentivo un cretino e non riuscivo a suonare un brano che conoscevo alla perfezione il tutto perchè quelle
non erano le mie parti!


anche su questo già dato! Il chitarrista l'anno scorso ci ha mollato per divergenze...ci siamo dovuti re-inventare, e qualche parte l'ho sostituita io con le tastiere. Anche su questo, apprezzamento = ovo, zero.
una cosa è reinventarsi... quindi provare e fare proprie le parti di qualcun'altro, una cosa è non vengo pensaci tu...
ma a che cavolo devo pensare? posso arrangiare qualcosa ma i giri che fa lui con la chitarra, accordi che non sono
accordi, note di passaggio... non posso certo tirarle fuori dal nulla, anche conoscendo il brano!
  • giosanta
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05-04-18 17.54

A mio avviso non va confuso il livello con la serietà.
Dare sistematicamente buca a degli amici, approfittare della disponibilità di qualcuno, è scorretto a prescindere dal tasso tecnico.
  • fulezone
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05-04-18 18.05

@ giosanta
A mio avviso non va confuso il livello con la serietà.
Dare sistematicamente buca a degli amici, approfittare della disponibilità di qualcuno, è scorretto a prescindere dal tasso tecnico.
ognuno di noi ha i suoi impegni, le sue ore di sonno, se non vieni avverti 3 giorni prima e non quando ho smontato tutto, caricato in macchina, sono quasi arrivato in sala prove e tra spartiti, tastiera, pedali stand mi carico quasi 30 kg, a differenza di 4kg di chitarra e 4kg di pedaliera
  • zerinovic
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05-04-18 18.06

Le cose sono due, o decidi di sobbarcarti di tutto perche mi pare che solo a te importi veramente. Oppure metti tutti in chiaro litigando, ma forse anche no, però se i rapporti si rompono vorrà dire che doveva succedere.
Tu gli dici quello che hai detto qui, non voglio trascurare la famiglia, ho il tempo per fare questo e quest'altro basta....chi fa queste altre cose? Se ti dicono si, e poi non lo fanno. Lo metti in chiaro prima, dici che lasci.
perche sbattersi uno solo, e poi avere anche la pretesa di dire cosa suonare,all'ultimo momento. non va propio bene.

05-04-18 20.11

Diventa gregario. E contemporaneamente cerca situazioni più appaganti (duo e trio potrebbero darti soddisfazioni che non ti aspetti).

Al momento opportuno capirai cosa fare.

Io al momento sto studiando molto,e ho capito che per "stare bene" devo circondarmi di musicisti, di quelli che studiano e allo stesso tempo ti costringono a stare al loro passo e studiare.
Inizio a star male ogni volta che entro in una saletta,e non sono presenti idee chiare sul da farsi, c'è approssimazione e si riscontrano sempre gli stessi problemi dovuti a studio nullo ed arroganza...
è "bello" esser il primo della classe, ma più cresci, più studi, più sei felice di star li ed essere il terzo, il quarto della classe. Se sei uno che spinge, ottieni molte più soddisfazioni del classico "ma quanto sei forte Lù? Sei il piu forte di tutti" detto da uno che "musicalmente" dipende da te perchè non capisce una ceppa e non vuole capirne....
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05-04-18 21.11

Per chi suona amatorialmente le storie sono assai simili.
Capisco la frustrazione che nasce quando uno c’è la mette tutta per migliorare il risultato ma gli altri non seguono. Anche io ultimamente sono un po’ demotivato perché negli ultimi 6 mesi con il gruppo di 50enni siamo addirittura peggiorati, ma ci sono motivi validi che hanno a turno rubato il tempo un po’ a tutti. Anche io aspetto, come ha detto qualcuno la pensione per dedicare più tempo alla musica, ma nonostante sono un ex giovane manca ancora un bel poemo
  • michelet
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05-04-18 21.20

Posto che hai tanti impegni e, giustamente, non vuoi rinunciare alla musica, la domanda che mi porrei, se fossi in te, è la seguente: "Il gruppo senza il mio apporto va avanti lo stesso o no?".
Se la risposta è si, trovatene un altro oppure prenditi un periodo sabbatico e poi cerca altri componenti per un nuovo gruppo di gente "più normale". Se la risposta è no, vedi di fare valere le tue posizioni, perché, come diceva il mio povero padre, nemmeno il cane scodinzola per nulla.
  • giulio12
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06-04-18 06.16

@ anonimo
Ma, guarda, càpita spesso, invece, che, alla fine della serata, il proprietario dica: "Non vi pago perché il locale era quasi vuoto". Se vuoi ti dò nome e indirizzo dei locali... Sì, ti rimane la soddisfazione di dire: "Ho suonato in quel tal locale che è abbastanza conosciuto in città per le serate dal vivo..."
Ma càpita più di quanto tu creda di suonare senza essere pagati, almeno, qui a Torino... Ripeto: se vuoi faccio Nomi e Cognomi...
Ecco, potresti proprio farli i nomi, così uno ci pensa ad andare a suonarci. E che c'entra che c'era poca gente? Tu suoni, mica fai il pr... Che schifo. Bisognerebbe parlare prima con il titolare. Se non mi garantisci un minimo anche con poca gente presente (magari per coprire le spese) non si inizia...
  • maxpiano69
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06-04-18 07.19

Ciao Luca, ho letto solo ora e mi ritrovo nei consigli che molti ti hanno giá dato.
Credo che solo tu possa capire se sei stanco di suonare in quella specifica situazione (ed in tal caso cambiala, punto) oppure in generale; magari prenditi una piccola pausa dalla musica, ti aiuterá a capire.

06-04-18 07.42

@ michelet
Posto che hai tanti impegni e, giustamente, non vuoi rinunciare alla musica, la domanda che mi porrei, se fossi in te, è la seguente: "Il gruppo senza il mio apporto va avanti lo stesso o no?".
Se la risposta è si, trovatene un altro oppure prenditi un periodo sabbatico e poi cerca altri componenti per un nuovo gruppo di gente "più normale". Se la risposta è no, vedi di fare valere le tue posizioni, perché, come diceva il mio povero padre, nemmeno il cane scodinzola per nulla.
premetto che non mi riferisco a nessuno in particolare in questo post, dato che non vi conosco personalmente, ma vorrei sottoporvi una riflessione. a mio parere non bisognerebbe andare a suonare in posti dove non si è sicuri di prendere il compenso per due motivi.
- se si vuole cambiare qualcosa bisogna far passare l'idea che la fatica, il tempo e i soldi spesi a suonare, a studiare e a comprare gli strumenti hanno un valore: se siamo noi i primi ad accettare di suonare gratis, siamo noi i primi a non dare valore a quello che facciamo. per quale motivo dovremmo aspettarci che questo valore venga riconosciuto da altri? concordare un compenso e poi riceverlo deve essere una condizione in mancanza della quale non si suona. punto. e questo vale per chi lo fa di mestiere tanto quanto per chi lo fa per passione.
- chi suona per hobby lo fa principalmente per puro piacere e campa con altro (quindi non ha bisogno di altri soldi per vivere) però non bisogna dimenticare che chi costruisce anche solo una parte del proprio stipendio mensile suonando in giro (e quindi ha bisogno di quei soldi per dare da mangiare alla famiglia) viene messo in difficoltà da chi suona gratis, per evidenti motivi: i gestori, se possono scegliere, non fanno di sicuro suonare chi chiede un compenso.
ognuno ha diritto di suonare in giro ma anche un dilettante di giovane età ha il dovere di tenere in considerazione questi due punti; il primo punto dovrà essere tenuto in considerazione per rispetto di se stessi, della propria musica e della propria fatica: un musicista giovane che alimenta il business dei concerti gratis ("tanto l'importante è suonare e divertirsi") diventerà un adulto che si lamenta del fatto che non viene pagato quando dovrà mantenere suo figlio eppure continuerà ad alimentare lo stesso business in nome della sua passione che sarà sempre e inevitabilmente considerata di serie B. il secondo punto dovrà essere tenuto in considerazione perchè l'individuo è parte della comunità e quindi deve utilizzare la propria libertà con attenzione, se no rischia di ledere gli altri. quindi è cosa sacrosante che un musicista, dilettante o esperto, hobbista o professionista, vada a suonare, ma si faccia pagare! le ricadute non potranno che essere positive per tutti. a mio avviso è un fatto culturale e, oserei dire, pedagogico che, in quanto tale, richiede molto tempo ma è l'unica strada, non solo in ambito musicale.
  • michelet
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06-04-18 07.54

@ andrealentullo
premetto che non mi riferisco a nessuno in particolare in questo post, dato che non vi conosco personalmente, ma vorrei sottoporvi una riflessione. a mio parere non bisognerebbe andare a suonare in posti dove non si è sicuri di prendere il compenso per due motivi.
- se si vuole cambiare qualcosa bisogna far passare l'idea che la fatica, il tempo e i soldi spesi a suonare, a studiare e a comprare gli strumenti hanno un valore: se siamo noi i primi ad accettare di suonare gratis, siamo noi i primi a non dare valore a quello che facciamo. per quale motivo dovremmo aspettarci che questo valore venga riconosciuto da altri? concordare un compenso e poi riceverlo deve essere una condizione in mancanza della quale non si suona. punto. e questo vale per chi lo fa di mestiere tanto quanto per chi lo fa per passione.
- chi suona per hobby lo fa principalmente per puro piacere e campa con altro (quindi non ha bisogno di altri soldi per vivere) però non bisogna dimenticare che chi costruisce anche solo una parte del proprio stipendio mensile suonando in giro (e quindi ha bisogno di quei soldi per dare da mangiare alla famiglia) viene messo in difficoltà da chi suona gratis, per evidenti motivi: i gestori, se possono scegliere, non fanno di sicuro suonare chi chiede un compenso.
ognuno ha diritto di suonare in giro ma anche un dilettante di giovane età ha il dovere di tenere in considerazione questi due punti; il primo punto dovrà essere tenuto in considerazione per rispetto di se stessi, della propria musica e della propria fatica: un musicista giovane che alimenta il business dei concerti gratis ("tanto l'importante è suonare e divertirsi") diventerà un adulto che si lamenta del fatto che non viene pagato quando dovrà mantenere suo figlio eppure continuerà ad alimentare lo stesso business in nome della sua passione che sarà sempre e inevitabilmente considerata di serie B. il secondo punto dovrà essere tenuto in considerazione perchè l'individuo è parte della comunità e quindi deve utilizzare la propria libertà con attenzione, se no rischia di ledere gli altri. quindi è cosa sacrosante che un musicista, dilettante o esperto, hobbista o professionista, vada a suonare, ma si faccia pagare! le ricadute non potranno che essere positive per tutti. a mio avviso è un fatto culturale e, oserei dire, pedagogico che, in quanto tale, richiede molto tempo ma è l'unica strada, non solo in ambito musicale.
Mi sembra un'analisi interessante.
Tuttavia non dimentichiamo che, per vari motivi ora non analizzabili, siamo entrati in una spirale perversa, tale per cui si cerca sempre il prezzo più basso.
Ecco allora che ai gestori dei locali non interessa avere la band funky piuttosto del DJ che canta stonato sulle basi in MP3. L'importante è pagare gli artisti il meno possibile, ed avere quanta più clientela possibile a cui servire alimenti e bevande (magari sovraprezzate a causa del concerto live).
E fino a che c'è gente che mette da parte, calpesta, la propria dignità, proponendosi per suonare per pochi spiccioli o, peggio, pure gratis la situazione non potrà che peggiorare.
Il cambiamento deve partire da chi esercita l'attività artistica, imponendo poche, sicure regole.
Altrimenti, non solo locali senza musica dal vivo, ma anche locali vuoti e destinati alla chiusura.
  • sterky
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06-04-18 07.57

Ha senso continuare a vivere?
  • lucabbrasi
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06-04-18 08.12

..scusate, a questo punto vi aggiorno subito della situazione. Premetto: quello che ho scritto e che scrivo è vero, sincero. Sono il primo a farmi sempre autocritica ma, credetemi, vi riporto in onestà i fatti come avvenuti.
Ieri, live a Prato, bellissimo posto, anche ottimo ingaggio. Purtroppo causa traffico arriviamo tardi, e facciamo i suoni sul ns piccolo PA in 5 minuti. Ero già incazzato da ieri, figuriamoci...cmq, attacchiamo. Tra l'altro era presente anche un "gestore" di un club a Firenze, tizio che fa suonare solo chi vuole lui (ovviamente), quindi ci tenevo tantissimo a far bella figura e fargli capire "ahò, ci siamo anche noi".
Capisco subito che il saxman non c'è, non ci sta con la testa, non ne azzecca una che sia una. Facciamo alla meno peggio il primo set, alla pausa esco fuori che sono ovviamente un bufalo, mi schianto 2 sigarette di seguito...arriva il sax, e mi attacca "cavolo, non mi sento, TU mi hai cambiato l'effetto sul mixer, mi è cambiato tutto il suono del sax". Io cado dalle nuvole: "ma stai scherzando???". Certo, è possibile che abbia aggeggiato sul piccolo Behringer, ma eventualmente ho cambiato da fx #13 a fx#14 del Behringer: cavolo, mica sarò Alan Parson che stravolgo i suoni? ammesso che sia successo...cmq, ci rimango male. Mi apostrofa "non si fa così, non è serio". Io dico "come? non ne azzecchi una e dai la colpa a me? anche questo mi merito?" e, capendo che di autocritica non ve ne è manco l'ombra, mi chiudo in un mutismo di tomba.
Finisco il live. Ah, tra l'altro, alla ripresa lui si è modificato l'effetto, ha detto agli altri "ora si, ora è OK", e cmq ha continuato a cannare note per il resto della sera.
Siam tornati a casa, i restanti membri sembravano non avvertire minimamente il mio profondo (a sto punto) malumore, come se niente fosse.
Al 99% lascio la band. Ho sabato prossimo un altro impegno live, che manterrò perchè sono una persona seria. Volessi fare il bimbo lascerei ora, cancellerei ogni dato social (profili, video, etc) e bonanotte, ma sono, ripeto, serio. Però molto, molto offeso e addolorato: m'avessero dato una ciaffata in faccia avrei sentito meno male...
  • anonimo
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06-04-18 08.15

Da ottobre scorso ad ora avro' suonato (in casa) tre o quattro volte.

Mi e' successo di prendermi delle pause, ma mai cosi' lunghe : strumenti fermi, spenti come non mai, li guardo e non mi dicono nulla (proprio al sottoscritto che luccicavano gli occhi solo a vedere tasti bianchi e neri).
Sono certo che la passione per la musica tornera e non mi dispero affatto : 42 anni sui tasti bianchi e neri, passati tra musica classica, elettronica, sintetizzatori e programmazione, gruppi ed esperienze musicali di diverso genere sono tanti, ed e' giusto ad un certo punto esplorare altri interessi, altre soddisfazioni : non migliori e non peggiori, semplicemente diverse.

Non mi preoccupo per nulla, anzi sono entusiasta di questa lunga pausa. Nel lungo inverno piemontese e nei periodi di gelo mi sono dilettato (e tutt'ora sto andando avanti) con altro tipo di elettronica : orizzonti nuovi (ma una passione che ho avuto sempre, ed ho tenuto nel cassettino per mancanza di tempo), altre soddisfazioni.

Il mondo non puo' essere sempre di un solo colore, soprattutto quando quel colore fa tribulare, o comincia ad avere sempre lo stesso sapore. Con i gruppi ne ho passate di tutti i colori (le diatribe sempre le stesse : tanta fatica e poi risultati dubbi, delusione o difficolta' di vario genere).
In casa bello il tutto, ma se non hai il tempo (e le forze) di un tempo, cominci ad appiattirti.
Una cosa era a vent'anni, quando sul pianoforte arrivavi a passarci anche 11 ore in un giorno (in fase di studio, record massimo). Tutt'altra cosa oggi, quando dopo una giornata di lavoro passata su quattro computers, non hai piu' le forze di strizzare la testa per imparare cose nuove, registrare sul sequencer, provare ecc..

Non ne sono affatto dispiaciuto : la musica mi ha dato tutto, soprattutto in periodi impegnativi e non credo sia fuggita completamente dai miei interessi. Penso solo (e lo trovo giusto) che sia giunto un momento di una bella e lunga pausa, tornando ad entusiasmarmi come ai tempi del primo sintetizzatore, pero' su altre cose (sempre in campo tecnologico).

valenciano/kaimano.
  • anonimo

06-04-18 09.43

giulio12 ha scritto:
Ecco, potresti proprio farli i nomi, così uno ci pensa ad andare a suonarci.


Penso che, chi è di Torino, abbia capito di che locale si tratta: un locale abbastanza conosciuto in città, nel quale si esibiscono varie band che fanno Tributi, un locale il cui proprietario suona la chitarra in un gruppo e, quindi, è anche lui musicista per hobby...

Per carità: va bene anche così. Con questa band siamo stati 2 anni in sala prove (alcuni componenti del gruppo, persone di 50 anni, avevano "paura" a fare una serata in un locale perché non si sentivano mai "pronti"...), quindi avevamo proprio voglia e bisogno di fare una serata davanti ad un pubblico: anche se, per me, non era affatto la prima volta che mi esibivo, anzi tutt’altro, comunque ti dà sempre adrenalina suonare in pubblico: alla tastiera ti vengono fuori cose che non sono mai venute fuori alle prove, ti si scatena la fantasia... E' un misto tra il rischio (dal vivo non puoi sbagliare, o, comunque, è meglio se sbagli il meno possibile, invece, in sala prove, anche se sbagli, non succede niente), e la fantasia che ti viene sul momento per l’adrenalina di avere un pubblico davanti... emo
  • fulezone
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06-04-18 10.07

@ sterky
Ha senso continuare a vivere?
Guarda per ora questa cosa e meglio non chiederla,
le risposte no potrebbero essere superiori alle si,
mi alzo la mattina vado a lavoro, mi faccio il mazzo,
torno a casa la sera, e trovo cose da pagare, per fortuna a fine mese ci arriviamo
ma soldi in cui avevo sperato per un paio di monitor nuovi o per un sinth nuovo
sono serviti ad altro, e il sogno nel cassetto si ritrova una mandata in più,
chiuso a chiave con una mandata in più!