Non fate studiare musica ai vostri figli

  • Salomone

07-05-13 17.38

Il link di un articolo interessante!

Non fate studiare musica ai vostri figli
  • anonimo

07-05-13 20.09

Vi lamentate sempre. emo
  • Gilberto
  • Membro: Guest
  • Risp: 101
  • Loc: Brescia
  • Thanks: 5  

08-05-13 11.01

Non è un'analisi molto intelligente ed obiettiva. Il problema non è la maggiore diffusione e utilizzo della musica, il "problema" riguarda il fatto che oggi tutti studiano musica e/o suonano uno strumento. Non si danno pace per il fatto che, nonostante gli anni di studi, sono rimasti dei bravi nessuno. Suonare oggi è un po' come saper leggere e scrivere, solo che ci vogliono molti più anni per imparare, ma la sostanza rimane quella. E' il genio, il creativo che fa la differenza, e di questi ce ne uno ogni milione (che poi quell'uno il più delle volte è anche autodidatta emo). Il problema rimangono quei milioni e milioni di bravi nessuno che iniziano a fare un po' troppo rumore.

Mi viene un esempio. Ve lo ricordate il film Amadeus? prendetelo in senso lato, perché ovviamente le differenze sono notevoli, però tutte queste lamentele dei musicisti scontenti mi ricordano le lamentele del Salieri del film, dove non si dava pace per il fatto che lui, illustre maestro e musicista di corte, fosse surclassato da un menestrello, un buffone di corte. La metafore secondo me ci azzecca. Purtroppo oggi i milioni di Salieri possono manifestare il loro scontento tutti insieme attraverso internet, e si parla di milioni e milioni di persone.
Secondo me basterebbe un po' di umiltà e autocritica. La musica può dare davvero tanto, anche se uno suona solo per se stesso o per gli amici. Se invece si cerca il riconoscimento del pubblico senza avere il talento, non bisogna come al solito dare la colpa alla società, hai tempi che cambiano bla bla bla...
Edited 8 Mag. 2013 9:03
  • anonimo

08-05-13 14.09

Un thank a Gilberto per l'intelligenza del suo commento.
  • robykeys82
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08-05-13 14.45

@ anonimo
Un thank a Gilberto per l'intelligenza del suo commento.
IN effetti, benchè l'articolo dica cose anche condivisibili, suona un po' come la storia della volpe e l'uva...
Thanks anche da parte mia.
  • Gilberto
  • Membro: Guest
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  • Thanks: 5  

09-05-13 11.13

grazie per i thanks emo

E' che quando leggo l'ennesimo articolo con quei toni mi cadono le palle. Insomma, anch'io ho studiato musica 10 anni, però non pretendo certo il tappeto rosso quando vado a suonare nei locali.

Per capirci: un mio carissimo amico e compagno di corso, chitarrista diplomato al conservatorio, qualche anno fa è andato in tour con Grignani, capite? E' questo il succo di tutto: il mio amico diplomato al conservatorio, in pratica, è andato a lavorare per Grignani, che è autodidatta. Probabilmente l'autore di quell'articolo vedrebbe questo con disprezzo e rancore, però, al di là dello studio, è fuori discussione che Grignani abbia qualcosa di più, un dono che non si potrà mai imparare a scuola.

Lo stesso medesimo discorso si può adattare al campo letterario: sarebbe come se una laurea in letteratura bastasse per classificare una persona come scrittore e poeta.
Edited 9 Mag. 2013 9:14
  • lipzve
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09-05-13 15.50

A seconda di cosa uno si aspetta, puoi incontrare delle delusioni tali che poi alla fine possono portare a situazioni tipo:

Diplomato conservatorio aspirante ad orchestra classica... picche, reddito zero
Autodidatta aspirante ad orchestra liscio... 500-1000 al mese.

Questi sono i due estremi, ovviamente, ma ben riassumono il concetto... un po' come dire... hai piu di 6 anni? scordati di imparare il piano. ECCHECAZZO. Per cosa? Magari per diventare un concertista di fama? ok magari è pure vero, occorre iniziare da piccoli, che ne so... ma per suonare in varie formazioni, per comporre, per arrangiare... a volte bastano lezioni private e tanto impegno.
E non c'è nessun diploma in grado di inocularti l'abilità di improvvisare, comporre, arrangiare. Fine della storia.

Quindi al netto dei vari conservatori bacchettoni e di antica mentalità, incapaci di rinnovarsi, rimane il nocciolo della questione.

Conviene studiare musica? Per me si, è uno dei pochi settori dove io credo che qualche manciata di euro possa entrare comunque (vedi liscio, musica imbecille ma evergreen). Io consiglio sempre a chi mi chiede... intanto di prendere con le pinze i miei suggerimenti, ma che comunque sono :

- musica
- medico - infermiere -OSS
- pompe funebri
- amministrazioni condominiali.

ecco queste sono a mio modesto parere le materie con piu possibilità di monetizzare.

  • vin_roma
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09-05-13 18.37

Gilberto, ottimo commento che condivido in pieno, anzi, è quello che penso da una vita.

Ai miei tempi c' erano pochi conservatori ed entrarci era difficilissimo. Ora è pieno di "università musicali" che sono sottoprodotti burocratici nati più che altro per soddisfare l' esigenza di lavoro dei tanti "musicanti ammaestrati" con titoli di stato che a loro volta partoriranno tanti altri futuri insegnanti.

La musica, quella "ufficiale" ora è in mano alla burocrazia che deve dare sfogo ai tanti "titolati". Emblematico è stato il caso di alcuni giorni fa, quando chiamai un mio amico per fare un duo per una esibizione importante in un contesto tosto con molti big italiani. Ebbene, lui mi rispose: vorrei tanto venire ma lunedì ho un esame per il corso abilitante all' insegnamento della musica, ti mando un mio amico bravo... va bene, pensi al futuro, ma la musica l' hai studiata per farla o per prenderci uno stipendio? facevi prima ad andare alle poste, con meno sforzo gli ho detto.
Il sostituto in quell' occasione seppe farsi "vedere" e venne contattato per una prossima tuornée da un cantante. Quando lo seppe quello che interpellai per prima si incazzo' molto e quasi pretendeva che dicessi a chi aveva offerto l' ingaggio che era lui che doveva esserci... roba da matti!

Quella che ho appena descritto non è una mentalità da musicista, io, al posto suo avrei fatto carte false per suonare su un palco come si deve.
Oggi vedo solo tanti "musicanti ammaestrati", con poche idee, poca qualità e disorientati. La musica la si sceglie per farla, perché diventa il proprio linguaggio, non perché si è autorizzati da un diploma.

  • yumyum
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10-05-13 12.12

Condivido tutti i commenti che avete scritto e l'unica cosa che condivido con quell'articolo è che la figura del musicista è comunque bistrattata e sottovalutata. Se alla domanda "che lavoro fai" rispondi che fai il musicista in molti casi non riesci ad evitare sguardi perplessi.
  • Gilberto
  • Membro: Guest
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10-05-13 12.48

devo dire però che personalmente non ho mai riscontrato reazioni perplesse riguardo al fatto che suono, anzi. Quando alla fatidica domanda del "che lavoro fai" rispondo che suono nei locali, la reazione è sempre di ammirazione. Quando poi dico il tipo di locale (night club) all'ammirazione si aggiunge un pizzico di invidia, soprattutto da parte dei maschi emo ...