Age of Aquarius

  • anonimo

04-12-19 09.01

Ero giovane allora. Credevo stesse per arrivare l'era dell'acquario.

Sterminate praterie percorse da cavalli al galoppo, sere d'estate passate lietamente danzando su un'aia rurale al suono di flauti ed ocarine.

Amici che vivono insieme senza invidiarsi nulla, lavoro sereno al ritmo eterno delle stagioni che passano.

Non più soffocanti città che vomitano smog ed asfalto, non più la fretta convulsa nasci-produci-consuma-crepa.

Ma sopratutto credevo avrei trovato la donna dell'era dell'acquario.

Una donna serena, libera, eguale, capace di vedere nel profondo e desiderosa di costruire qualcosa di solido.

Invece, la vita mi ha aperto gli occhi, non in un'improvvisa epifania di comprensione che disvela all'ingenuità dell'anima il vero, odioso e abominevole volto della realtà, ma piuttosto in un lento, inarrestabile sgretolarsi di sogni e speranze, sabbia che vola via lasciandosi dietro uno scheletro sbilenco e arrugginito.

Attendevo l'era dell'acquario, ed è arrivato il Kali Yuga.

Folle frenesia di profitto e ladrocinio, angoscia quaotidiana, gretta ignoranza, odio, volgarità e miseria.

Non più Mozart e Branduardi, ma Mahmud, trap e reggaeton.

Dittatura del bel faccino, porci affamati che raccolgono le briciole pagandole a peso d'oro, femministe apputtanate che saltano da un belloccio all'altro fino a quando l'inesorabile passare del tempo non le costringe a cercarsi un povero pollo con i soldi.

Volevo l'era dell'acquario, mi hanno sbattuto in faccia il Kali Yuga.

Bimbi africani che affogano al largo di Malta tra il cachinnio orrendo dei razzisti della domenica: "Prima gli italiani!"; smarphones e televisioni al plasma comprati a rate per anestetizzarsi quel poco di cervello con la defilippi e l'isola dei famosi.

Carriere lampo a spese del più debole, leccaculismo imperante, spietato padronato globale, nazifascisti che rialzano la testa, la bocca piena di quelle verminose ingiurie che fino a ieri, in un modo o nell'altro, li avevamo costretti ad ingoiare.

Allora ho chiuso la porta.

Ho chiuso l'anima, ho chiuso gli occhi.

Ma quando natale si avvicina, me la costruisco da me la mia piccola, sciocca, tenera e illusoria era dell'acquario.

Gli occhi perduti nello scintillio delle luminarie serali, uno sguardo di compassione ed amore per i piccoli, indifesi uomini e donne che veleggiano sperduti tra le vetrine rigurgitanti di luci e colori.

Un piccolo, dolce tepore nell'anima.

Kali Yuga, vaffanculo!
  • BB79
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04-12-19 09.20

@ anonimo
Ero giovane allora. Credevo stesse per arrivare l'era dell'acquario.

Sterminate praterie percorse da cavalli al galoppo, sere d'estate passate lietamente danzando su un'aia rurale al suono di flauti ed ocarine.

Amici che vivono insieme senza invidiarsi nulla, lavoro sereno al ritmo eterno delle stagioni che passano.

Non più soffocanti città che vomitano smog ed asfalto, non più la fretta convulsa nasci-produci-consuma-crepa.

Ma sopratutto credevo avrei trovato la donna dell'era dell'acquario.

Una donna serena, libera, eguale, capace di vedere nel profondo e desiderosa di costruire qualcosa di solido.

Invece, la vita mi ha aperto gli occhi, non in un'improvvisa epifania di comprensione che disvela all'ingenuità dell'anima il vero, odioso e abominevole volto della realtà, ma piuttosto in un lento, inarrestabile sgretolarsi di sogni e speranze, sabbia che vola via lasciandosi dietro uno scheletro sbilenco e arrugginito.

Attendevo l'era dell'acquario, ed è arrivato il Kali Yuga.

Folle frenesia di profitto e ladrocinio, angoscia quaotidiana, gretta ignoranza, odio, volgarità e miseria.

Non più Mozart e Branduardi, ma Mahmud, trap e reggaeton.

Dittatura del bel faccino, porci affamati che raccolgono le briciole pagandole a peso d'oro, femministe apputtanate che saltano da un belloccio all'altro fino a quando l'inesorabile passare del tempo non le costringe a cercarsi un povero pollo con i soldi.

Volevo l'era dell'acquario, mi hanno sbattuto in faccia il Kali Yuga.

Bimbi africani che affogano al largo di Malta tra il cachinnio orrendo dei razzisti della domenica: "Prima gli italiani!"; smarphones e televisioni al plasma comprati a rate per anestetizzarsi quel poco di cervello con la defilippi e l'isola dei famosi.

Carriere lampo a spese del più debole, leccaculismo imperante, spietato padronato globale, nazifascisti che rialzano la testa, la bocca piena di quelle verminose ingiurie che fino a ieri, in un modo o nell'altro, li avevamo costretti ad ingoiare.

Allora ho chiuso la porta.

Ho chiuso l'anima, ho chiuso gli occhi.

Ma quando natale si avvicina, me la costruisco da me la mia piccola, sciocca, tenera e illusoria era dell'acquario.

Gli occhi perduti nello scintillio delle luminarie serali, uno sguardo di compassione ed amore per i piccoli, indifesi uomini e donne che veleggiano sperduti tra le vetrine rigurgitanti di luci e colori.

Un piccolo, dolce tepore nell'anima.

Kali Yuga, vaffanculo!
purtroppo, devo essere d'accordo con Te...
ed in più, la festività mi acuisce l'angoscia
  • cecchino
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04-12-19 09.40

Cyrano ha scritto:
Ma sopratutto credevo avrei trovato la donna dell'era dell'acquario.

Una donna serena, libera, eguale, capace di vedere nel profondo e desiderosa di costruire qualcosa di solido.

Io l'ho trovata. Da più di trent'anni. Sono stato fortunato. Per il resto purtroppo devo condividere.
P.S.non credo nell'astrologia, ma del tutto casualmente mia moglie è dell'acquario emo
  • anonimo

04-12-19 11.30

Cyrano ha scritto:
natale si avvicina


Natale si avvicina e noi riscopriamo i valori più importanti:

Glicemia, Colesterolo e Trigliceridi...

emo
  • anonimo

04-12-19 11.46

@ anonimo
Cyrano ha scritto:
natale si avvicina


Natale si avvicina e noi riscopriamo i valori più importanti:

Glicemia, Colesterolo e Trigliceridi...

emo
emo
  • greg
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04-12-19 12.12

@ anonimo
Ero giovane allora. Credevo stesse per arrivare l'era dell'acquario.

Sterminate praterie percorse da cavalli al galoppo, sere d'estate passate lietamente danzando su un'aia rurale al suono di flauti ed ocarine.

Amici che vivono insieme senza invidiarsi nulla, lavoro sereno al ritmo eterno delle stagioni che passano.

Non più soffocanti città che vomitano smog ed asfalto, non più la fretta convulsa nasci-produci-consuma-crepa.

Ma sopratutto credevo avrei trovato la donna dell'era dell'acquario.

Una donna serena, libera, eguale, capace di vedere nel profondo e desiderosa di costruire qualcosa di solido.

Invece, la vita mi ha aperto gli occhi, non in un'improvvisa epifania di comprensione che disvela all'ingenuità dell'anima il vero, odioso e abominevole volto della realtà, ma piuttosto in un lento, inarrestabile sgretolarsi di sogni e speranze, sabbia che vola via lasciandosi dietro uno scheletro sbilenco e arrugginito.

Attendevo l'era dell'acquario, ed è arrivato il Kali Yuga.

Folle frenesia di profitto e ladrocinio, angoscia quaotidiana, gretta ignoranza, odio, volgarità e miseria.

Non più Mozart e Branduardi, ma Mahmud, trap e reggaeton.

Dittatura del bel faccino, porci affamati che raccolgono le briciole pagandole a peso d'oro, femministe apputtanate che saltano da un belloccio all'altro fino a quando l'inesorabile passare del tempo non le costringe a cercarsi un povero pollo con i soldi.

Volevo l'era dell'acquario, mi hanno sbattuto in faccia il Kali Yuga.

Bimbi africani che affogano al largo di Malta tra il cachinnio orrendo dei razzisti della domenica: "Prima gli italiani!"; smarphones e televisioni al plasma comprati a rate per anestetizzarsi quel poco di cervello con la defilippi e l'isola dei famosi.

Carriere lampo a spese del più debole, leccaculismo imperante, spietato padronato globale, nazifascisti che rialzano la testa, la bocca piena di quelle verminose ingiurie che fino a ieri, in un modo o nell'altro, li avevamo costretti ad ingoiare.

Allora ho chiuso la porta.

Ho chiuso l'anima, ho chiuso gli occhi.

Ma quando natale si avvicina, me la costruisco da me la mia piccola, sciocca, tenera e illusoria era dell'acquario.

Gli occhi perduti nello scintillio delle luminarie serali, uno sguardo di compassione ed amore per i piccoli, indifesi uomini e donne che veleggiano sperduti tra le vetrine rigurgitanti di luci e colori.

Un piccolo, dolce tepore nell'anima.

Kali Yuga, vaffanculo!
Beh, quanto meno siamo in due..... Tranne il particolare di non credere a questo Natale cattolico-cristiano e non attendermi mai nulla di buono. L'anno che verrà di Dalla era il semplice inno del 'vorrei che così fosse' è mai potrà essere.
Tanti 'compagni' dell'età dell'oro ci hanno, uno alla volta, abbandonati....anziché rincorrere senza fiato il Liberalismo.... Hanno tolto RA, abbreviando il percorso e si sono impelagati nel male affare dello sfrenato liberismo........
  • maxpiano69
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04-12-19 13.25

Cyrano ha scritto:
Kali Yuga, vaffanculo!

Sempremente e comunquemente emo