Pentatoniche

  • Tast81
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11-06-25 16.51

Ciao a tutti,

Mi sapete indicare qualche sito dove posso scaricarmi le scale pentatoniche senza comprare dei libri?

Grazie mille!
  • simondrake
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11-06-25 17.15

@ Tast81
Ciao a tutti,

Mi sapete indicare qualche sito dove posso scaricarmi le scale pentatoniche senza comprare dei libri?

Grazie mille!
Ciao, io le scaricherei direttamente dalla tastiera. Per le maggiori I-II-III-V-VI grado della scala maggiore, per le minori I-IIIb-IV-V-VIIb

e il gioco è fatto!
  • paolo_b3
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11-06-25 18.25

Comunque se vuoi saperne di più c'è sempre Wikipedia
  • Ilaria_Villa
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11-06-25 18.34

@ Tast81
Ciao a tutti,

Mi sapete indicare qualche sito dove posso scaricarmi le scale pentatoniche senza comprare dei libri?

Grazie mille!
Per pianoforte: qui

Per chitarra elettrica: qui
  • orange1978
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12-06-25 01.22

...che termine orrendo 'pentatonica', ricordo il mio insegnante di solfeggio e teoria, che aveva l'etá di un dinosauro giá nel 2000 e che visse e suonó durante il ventennio e oltre, periodo storicamente controverso per i fatti politici ma di grandissime innovazioni tecnico musicali da lui vissute in prima linea....beh insomma con il tono vocale di chi ha studiato negli anni passati mi diceva:

'pentatonica è un termine errato! si dovrebbe dire PENTAFONICA! perche noi siamo italiani non americani e tono significa due semitoni ossia la distanza piú grande tra due gradi congiunti perbacco! invece gli anglosassoni intendono tono come suono, e allora si dice pentafonica! ossia scala con cinque suoni che possono distare tra di loro anche oltre un tono! quindi il termine è errato e se trovassi in commissione al verdi chi dico io ti boccerebbero all'istante, e anche io la boccerei se lei mi dicesse pentatonica!"


....quanto lo adoro questo insegnante! severo ma giusto, di mentalitá un po' chiusa ma di vedute molto apertr quando si trattava di analizzare e capire la musica, magari ci fossero ancora oggi personaggi cosí, sono stato davvero fortunato ad averlo incontrato durante gli anni di formazione.

condivido 100% PENTAFONICA non pentatonica, basta fare i lacchè degli americani su.
  • Pianolaio
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12-06-25 09.04

orange1978 ha scritto:
pentatonica è un termine errato! si dovrebbe dire PENTAFONICA!

Ragionamento sensato, se si considera il Tono come viene considerato tecnicamente nella teoria musicale.
Bella riflessione, che in effetti trova riscontro anche nell'enciclopedia Treccani emo
Anche se in realtà la parola Pentatonica non è di origine inglese, bensì greca, dove il termine "Tonos" non indica l'unione di due semitoni, ma significa "Tensione" o "Accento".
Quindi, relativamente a questo aspetto, la parola Pentatonica non è sbagliata.
  • maxpiano69
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12-06-25 09.15

@ Pianolaio
orange1978 ha scritto:
pentatonica è un termine errato! si dovrebbe dire PENTAFONICA!

Ragionamento sensato, se si considera il Tono come viene considerato tecnicamente nella teoria musicale.
Bella riflessione, che in effetti trova riscontro anche nell'enciclopedia Treccani emo
Anche se in realtà la parola Pentatonica non è di origine inglese, bensì greca, dove il termine "Tonos" non indica l'unione di due semitoni, ma significa "Tensione" o "Accento".
Quindi, relativamente a questo aspetto, la parola Pentatonica non è sbagliata.
In effetti altre fonti li considerano sinonimi (pentatonica/pentafonica)
  • Raptus
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12-06-25 22.35

@ Tast81
Ciao a tutti,

Mi sapete indicare qualche sito dove posso scaricarmi le scale pentatoniche senza comprare dei libri?

Grazie mille!
Ciao,

ti dò un consiglio spassionato, anche se le "scarichi" e le leggi (o addirittura le studi a memoria), probabilmente non basterà.

Se parti da zero ci sono solo due modi per poterle usare seriamente:

1) Fare molta pratica, magari con un maestro di piano blues (cosa difficilissima in Italia)
2) Studiare come visualizzarle a tempo zero e suonare partendo da corsi con maestri blues (preferibilmente di lingua inglese, se la mastichi), e qui i libri ti servono per forza.
  • paolo_b3
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12-06-25 23.16

@ Raptus
Ciao,

ti dò un consiglio spassionato, anche se le "scarichi" e le leggi (o addirittura le studi a memoria), probabilmente non basterà.

Se parti da zero ci sono solo due modi per poterle usare seriamente:

1) Fare molta pratica, magari con un maestro di piano blues (cosa difficilissima in Italia)
2) Studiare come visualizzarle a tempo zero e suonare partendo da corsi con maestri blues (preferibilmente di lingua inglese, se la mastichi), e qui i libri ti servono per forza.
Ma tu sei un esperto di corsi di motivazione! Li hai letti sui libri dei maestri di organizzazione aziendale giapponesi, confessa! emoemoemo
  • Ovidio
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12-06-25 23.37

@ Raptus
Ciao,

ti dò un consiglio spassionato, anche se le "scarichi" e le leggi (o addirittura le studi a memoria), probabilmente non basterà.

Se parti da zero ci sono solo due modi per poterle usare seriamente:

1) Fare molta pratica, magari con un maestro di piano blues (cosa difficilissima in Italia)
2) Studiare come visualizzarle a tempo zero e suonare partendo da corsi con maestri blues (preferibilmente di lingua inglese, se la mastichi), e qui i libri ti servono per forza.
A quel punto fa prima a emigrare in Louisiana emo
  • Raptus
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13-06-25 09.29

@ Ovidio
A quel punto fa prima a emigrare in Louisiana emo
Esagerati emo

E' solo che mi sono rotto di sentire gente suonare arpeggi ascendenti e discendenti pensando di essere pianisti blues emo
  • Pianolaio
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13-06-25 14.48

@ Raptus
Ciao,

ti dò un consiglio spassionato, anche se le "scarichi" e le leggi (o addirittura le studi a memoria), probabilmente non basterà.

Se parti da zero ci sono solo due modi per poterle usare seriamente:

1) Fare molta pratica, magari con un maestro di piano blues (cosa difficilissima in Italia)
2) Studiare come visualizzarle a tempo zero e suonare partendo da corsi con maestri blues (preferibilmente di lingua inglese, se la mastichi), e qui i libri ti servono per forza.
3) Ascoltare tantissimo Blues, anche orientandosi su stili diversi
4) Una volta imparate le Pentatoniche, arricchirle con le Blue Note, senza le quali è impossibile ottenere quelle sonorità (sia nel Blues che nel Rock)
emo
  • wildcat80
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13-06-25 15.45

@ Pianolaio
3) Ascoltare tantissimo Blues, anche orientandosi su stili diversi
4) Una volta imparate le Pentatoniche, arricchirle con le Blue Note, senza le quali è impossibile ottenere quelle sonorità (sia nel Blues che nel Rock)
emo
In passato ho suonato tanta black music, in cui c'era una forte base di piano blues.
Una delle cose che poi mi ha aiutato, è stato lo studio delle tecniche di comping e dei cliché.
Studiare le scale a mio avviso serve a pochissimo quando si hanno delle basi solide: tecnicamente è utile per rivedere posizioni/diteggiatura, ma finisce lì.
Il grosso del lavoro iniziale sta nell'imparare ad accompagnare nelle diverse situazioni: con la voce, con un altro strumento solista, piano solo, in una band.
Dopodiché diventa importante a mio avviso conoscere i cliché/licks: se paragoniamo il tutto a una lingua, la scala è l'insieme delle lettere utilizzate, i cliché/licks costituiscono le parole.
Un bel solo è un discorso articolato, fatto utilizzando le parole esistenti basate sull'alfabeto della scala blues.
Forse è un approccio apparentemente molto meccanico, imitativo e poco creativo, ma trovo che sia fondamentale ascoltare, riconoscere certe strutture, estrapolarle, rielaborarle in modo da essere in grado di saperle suonare nel ventaglio delle scale più comunemente usate, e assimilarle in modo da arrivare ad utilizzarle istintivamente in maniera creativa.
Studiando queste cose verrà automatico assimilare le strutture tipiche del blues, trovo che sua molto più alienante partire dall'antifona, quando l'antifona la assimili direttamente ascoltando e suonando.
Ovviamente la mia è un'opinione , l'opinione di uno che ha studiato le basi classiche e poi si è arrangiato, perché ai miei tempi, non parliamo di 100 anni fa ma della seconda metà degli anni 90, non esistevano percorsi accademici diversi dal classico, anzi mi pare che il primo indirizzo di piano jazz istituzionale sia partito nel 2005 a La Spezia, le risorse online erano poco più di zero, e l'unica cosa che si trovava era qualche "metodo" che generalmente era fatto così ad minchiam che ascoltare e provare a rifare era il miglior "metodo" possibile.
  • Raptus
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13-06-25 15.52

@ wildcat80
In passato ho suonato tanta black music, in cui c'era una forte base di piano blues.
Una delle cose che poi mi ha aiutato, è stato lo studio delle tecniche di comping e dei cliché.
Studiare le scale a mio avviso serve a pochissimo quando si hanno delle basi solide: tecnicamente è utile per rivedere posizioni/diteggiatura, ma finisce lì.
Il grosso del lavoro iniziale sta nell'imparare ad accompagnare nelle diverse situazioni: con la voce, con un altro strumento solista, piano solo, in una band.
Dopodiché diventa importante a mio avviso conoscere i cliché/licks: se paragoniamo il tutto a una lingua, la scala è l'insieme delle lettere utilizzate, i cliché/licks costituiscono le parole.
Un bel solo è un discorso articolato, fatto utilizzando le parole esistenti basate sull'alfabeto della scala blues.
Forse è un approccio apparentemente molto meccanico, imitativo e poco creativo, ma trovo che sia fondamentale ascoltare, riconoscere certe strutture, estrapolarle, rielaborarle in modo da essere in grado di saperle suonare nel ventaglio delle scale più comunemente usate, e assimilarle in modo da arrivare ad utilizzarle istintivamente in maniera creativa.
Studiando queste cose verrà automatico assimilare le strutture tipiche del blues, trovo che sua molto più alienante partire dall'antifona, quando l'antifona la assimili direttamente ascoltando e suonando.
Ovviamente la mia è un'opinione , l'opinione di uno che ha studiato le basi classiche e poi si è arrangiato, perché ai miei tempi, non parliamo di 100 anni fa ma della seconda metà degli anni 90, non esistevano percorsi accademici diversi dal classico, anzi mi pare che il primo indirizzo di piano jazz istituzionale sia partito nel 2005 a La Spezia, le risorse online erano poco più di zero, e l'unica cosa che si trovava era qualche "metodo" che generalmente era fatto così ad minchiam che ascoltare e provare a rifare era il miglior "metodo" possibile.
Anche se oggi c'è l'indirizzo jazz io a mio figlio consiglierò (quando sarà ora) comunque di fare un percorso classico se magari gli piacerà la musica. Per mia esperienza ho sempre visto che chiunque abbia fatto il classico ha quel quid in più che gli permette di poter fare qualsiasi cosa.
Un po' come fare il liceo scientifico, poi tanto la specializzazione la puoi scegliere dopo perché le basi solide le hai.
Anche perché in Europa e specialmodo Italia, diciamocelo... non c'è proprio una cultura black affermata e diffusa.
Il Jazz è visto anch'esso in chiave "accademica", jam session non ne vedi spesso e possibilità di vivere davvero questo genere ne hai davvero poche.
  • Pianolaio
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13-06-25 18.39

wildcat80 ha scritto:
Una delle cose che poi mi ha aiutato, è stato lo studio delle tecniche di comping e dei cliché.
Studiare le scale a mio avviso serve a pochissimo quando si hanno delle basi solide: tecnicamente è utile per rivedere posizioni/diteggiatura, ma finisce lì.
Il grosso del lavoro iniziale sta nell'imparare ad accompagnare nelle diverse situazioni: con la voce, con un altro strumento solista, piano solo, in una band.
Dopodiché diventa importante a mio avviso conoscere i cliché/licks: se paragoniamo il tutto a una lingua, la scala è l'insieme delle lettere utilizzate, i cliché/licks costituiscono le parole.
Un bel solo è un discorso articolato, fatto utilizzando le parole esistenti basate sull'alfabeto della scala blues.

Certo, l'ascolto e l'abitudine al linguaggio Blues è il 70% dello studio secondo me.
E prendere spunto dai Licks di altri grandi, e magari analizzarli, è un buon sistema.
Anche cercare di cantare un'improvvisazione secondo me aiuta parecchio.
Con la voce, se non si ha pratica, si è più immediati.
Arrivare a suonare quello che si ha in testa viene dopo. Prima passa al cervello (se vogliamo essere più poetici al cuore emo), poi alla voce, e poi con la pratica alle dita. emo
La conoscenza delle scale e delle Blue Note serve per sapere cosa si sta facendo, ovvero il perchè mettiamo certe note e altre no. Aiuta a restare in tonalità o modulare in altre con cognizione di causa. Evita, a mio giudizio, di restare ancorati alla sola imitazione di altri musicisti.
E' una base da cui partire, che però perde di valore se viene utilizzata in modo troppo semplice o errato, come appunto suonare le pentatoniche su e giù senza un senso musicale. Anche se in realtà penso che ci siamo passati tutti emo
  • paolo_b3
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13-06-25 18.51

Si però il semplice fatto che uno voglia approcciarsi alle scale pentaFoniche non significa che debba diventare un jazzista o un bluesman stile Muddy Waters
  • Pianolaio
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13-06-25 18.52

@ paolo_b3
Si però il semplice fatto che uno voglia approcciarsi alle scale pentaFoniche non significa che debba diventare un jazzista o un bluesman stile Muddy Waters
Prima o poi va a finire lì emo

Anzi, tutto parte da lì emo

Il ragionamento vale anche per altri generi musicali, almeno quelli dove possiamo inserire le Pentatoniche emo
Sia per l'ascolto, che per i Licks che per le basi teoriche.
Utilissima anche la conoscenza dei pattern ritmici, perchè moltissimo fanno gli accenti che diamo alle note!
Quindi direi nel Blues, nel Rock, ma anche nel Funk, nel Pop... Sono comunque linguaggi diversi a cui bisogna prima abituarsi.
Certo se fai Stockhausen un po' meno emo
  • wildcat80
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13-06-25 19.14

@ paolo_b3
Si però il semplice fatto che uno voglia approcciarsi alle scale pentaFoniche non significa che debba diventare un jazzista o un bluesman stile Muddy Waters
È molto vero, ma è tutto passato da lì.
  • giosanta
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13-06-25 23.07

paolo_b3 ha scritto:
Si però il semplice fatto che uno voglia approcciarsi alle scale pentaFoniche non significa che debba diventare un jazzista o un bluesman stile Muddy Waters

Vero, anche perché non si usano solo li. In ogni caso conoscere la "tipologia" delle scale, serve moltissimo perché aiuta a riconoscere tante cose. La necessità d'impararle tutte singolarmente la capisco un pò meno, ma è un limite mio.
Io, per quello che può valere, assai poco me ne rendo conto, parto dall'eseguire (cercare di...) la partitura di un brano ben arrangiato e, una volta metabolizzato, cerco poi d'improvvisarvi sfruttando le suggestioni d'ascolto, il contesto armonico ecc. di quello ed altri.
  • wildcat80
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14-06-25 00.13

giosanta ha scritto:
La necessità d'impararle tutte singolarmente la capisco un pò meno, ma è un limite mio.


Concordo. Uno dei terreni di scontro più classico è l'impianto tonale del blues: il chitarrista "facciamo un blues in Mi" e tu che lo faresti solo il Do in Fa perché con l'organo le drone notes sul Do acuto vengono da dio... Ma poi arriva il momento di Jimmy McGriff e ti tocca farlo in Ab emo