11-12-17 00.59
Sono stato stasera nella sala della protomoteca in Campidoglio dove i romani hanno potuto dare l'ultimo saluto a Lando.
...ho scoperto una cosa strana: sia la moglie Anna che il figlio Francesco, in momenti diversi mi hanno espresso la stessa frase: "quanto lo facevi incazza' ...ma quanto te voleva bene e quanto te stimava!". Insomma, io non lo sapevo, ma a detta loro non c'era giorno che, per una cosa o l'altra, io non finissi tra i discorsi di famiglia! Mi hanno raccontato che per me se la prendeva come per un figlio...!
Si, una punta di orgoglio ce l'ho avuta.
Lo rispettavo perché era della vecchia guardia, aveva imparato il mestiere con Garinei e Giovannini, Trovajoli e mi aveva trasmesso la sua esperienza per l'attenzione verso i punti saldi di una performance artistica, quando si doveva incuriosire, quando far riflettere, quando risolvere.
Ricordo le tante e tante sedute di redazione quando si preparavano gli spettacoli e diceva sempre: "nun ve affezionate al copione, lavoramo per il pubblico e se qualcosa nun funziona la tajamo e se nun ve sta bene fateve un Puff (il suo teatro/Cabaret) a casa vostra..."
Certo le sue performance non erano più attuali ma aveva uno zoccolo duro di affezionati che lo seguiva e quello che faceva lo faceva bene e con estrema perizia.
Mi ha insegnato, una volta in più, l'importanza della puntualità, della precisione: 40 minuti prima mi chiedeva sempre: il pianoforte sta bene? io: pianoforte ok! Anche se eravamo pochi e sempre pronti, l'annuncio di "mezza sala" (luci basse in platea) era un rito che faceva bene alla "nervatura" della compagnia.
All'inizio del nostro rapporto ci sono stati dei problemi, impegnarmi in quel lavoro che si prospettava lungo e uguale nel tempo mi dava angoscia, io ero abituato a stare una stagione qui, un periodo la, non volevo obblighi di presenza e i primi approcci con Lando furono tesi perché il mio spirito libero mi portava a sovvertire quelle che erano le abitudini consolidate del teatro... al punto che il secondo o terzo giorno mi lanciò una sedia contro!
Ma lo conquistai quando, durante alcune prove e nonostante le precauzioni e gli avvertimenti del regista, andammo a gambe all'aria in un punto delicato e controverso dello spettacolo e tutti sul palco si chiedevano "ma che hai fatto tu?, no, tu che hai fatto...", io mi alzai e dissi: "ho sbagliato io, scusate!" e Lando: "tutti a parasse er culo e Vincenzo v'ha 'nculxxx lo stesso con l'onestà!". Da allora nacque e crebbe sempre di più una stima ed un rispetto non indifferente.
Non sono più riuscito a parlarti dentro, non me lo permettevi, forse avevi capito che la strada che avevi intrapreso era quella che si fa da soli, uno per volta. Non volevi farti vedere debole, ci tenevi ad un bel ricordo di te. Non l'avevo capito e...PUFF! te ne sei annato ...e un po' m'hai fregato!