Jupiter XM: primissime impressioni

  • wildcat80
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03-02-21 22.55

È arrivato!
Costruzione incredibilmente solida per un minitasti (te credo, con quel che costa).
Mini Keybed che non ha nulla a che spartire neppure con le Reface che sono molto buone (è una vera mini synth action, immagino).
Tutti i vari knob e pulsanti visivamente e al tatto solidi e precisi (ha quasi 2 anni di vita), unica nota di demerito le wheels che sembrano i due plasticozzi del JD Xi, piccoline.
Come suona: già conoscevo il suo suono grazie a Roland Cloud, però non suona proprio uguale uguale.
Sembrerebbe esserci maggior spinta in basso, il Model JX8P che in Zenology tende a scomparire nel mix, qui suona decisamente presente; però le batterie suonano diverse, qui decisamente meno precise e pulite, più lo fi, che non è per forza bene ma neppure male.
Fa un certo effetto mettere mano su uno strumento così ben costruito e sentirgli tirar fuori quei suoni leggendari, reali e vivi sotto le dita.
Tutto il resto è un casino spaventoso, occorre studiare con calma, in particolar modo l'I arpeggio che è una via di mezzo fra un arpeggiatore polifonico multitraccia e uno style interattivo, sicuramente utile per un certo tipo di performance live, ma anche le cose più semplici meritano di essere studiate con calma.
L'idea che mi sono fatto così alla veloce è che NON È uno strumento attorno al quale costruire un setup, ma un ottimo strumento secondario nel contesto di un setup organizzato attorno a una DAW o un sequencer/groove box, o come seconda tastiera in un contesto generalista, dove può dire la sua grazie anche alle sezioni RD e XV5080: occorre ricordare la multitimbricità a 4+1 parte, che può rendere interessante l'accoppiata con un controller multizona..l
Ci vorrà tempo ancora, per ora il giudizio è questo.
  • wildcat80
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04-02-21 23.15

Mi piace sempre esse in your face o se preferiamo dirla all'italiana, in your face.
È da quando sono usciti i Jupiter che ne brano uno.
Adesso che ci sono riuscito ad averlo, lo lancerei dalla finestra.
Mi viene da pensare che mi sarei trovato meglio con un JD Xa.
Stessa sensazione che ho avuto con il Blofeld.
Perché dico questo?
Perché è uno strumento estremamente complesso, in più la documentazione non è così completa.
È un po' un difetto di Roland fare i manuali a rate, con parti reperibili online, 3 dicasi 3 volumetti dedicati al "manuale utente", "guida parametri", "lista patch e scene", più i vari pezzetti aggiuntivi link dopo link.
C'è da dire che la configurazione driver per Catalina e l'impostazione come interfaccia audio unica è stata semplice, anche se restano punti poco chiari sulla gestione dei 7 input stereo disponibili (5 parti del synth, audio in, microfono): in pratica il segnale audio arriva solo scegliendo il primo input stereo, pensavo di aver impostato i driver generici, e invece no.
Ci sarà qualche rebigo da esplorare che al momento mi sfugge.
L'allestimento delle parti non è difficilissimo, almeno nelle assegnazioni, e il dialogo con la Impact è buono (perché mi ero impostato un template con il cambio canale al volo).
È molto interessante I arpeggio, finora sono riuscito solo a impostare i pattern di batteria, ma con lo step edit si possono fare dei veri e propri arrangiamenti: ogni parte ha il suo arpeggio (anche polifonico) indipendente, si può creare un groove di basso che segue le armonie, pattern ritmici ad accordi, arpeggi classici monofonici, veri e propri licks, e tenersi una parte da suonare in tempo reale.
Altra cosa utile è la funzione hold attivabile per ogni parte: tipicamente si può mettere in hold basso e batteria, e lasciare le altre parti libere di seguire ciò che si suona.
Poi viene il bello: a seconda di come si suona, l'arpeggio evolve, tipo che se suoni note lunghe ad esempio il pattern ritmici gira liscio come predefinito, cambiando esecuzione ad esempio può partire un hihats in 16esimi.
La parte divertente è che devi scoprire tu cosa fare per ottenere queste evoluzioni.
Qualcuno potrebbe obiettare che usarlo solo come modulo sia uno spreco: è vero solo in parte, Zenology per quanto possa suonare bene è una brutta copia.
Alcuni esempi:
- le batterie hanno un punch notevole
- i riverberi sono veramente vivi, tridimensionali
- gli effetti in genere sono molto vividi, l'overdrive è molto chitarristico
- SH 101 è gommoso e più corposo
- JX8P, pur avendo bellissimi suoni (pad, piani quasi FM) su Zenology è poco utilizzabile perché perché esce molto basso, qui invece c'è un Brass Stab che fa crollare i muri (sì, ho fatto The Final Countdown mettendo sotto un pad con la Mellow Strings del Jupiter 8 e ho pianto)
- il Juno offre anche quei difettucci, penso legati a problemi di fase, quando si attivano PWM e sawtooth assieme
- e comunque il re è il re: il Jupiter 8 offre una pienezza di suono stratosferica, gli strings hanno una corposità unica, tanto per dirne una.
Andrà addomesticato con pazienza: come ci sono riuscito col Blofeld, ci riuscirò anche col Jupiterino.
  • wildcat80
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06-02-21 00.51

Aggiorno il diario del Jupiter.
Stasera molto meglio. Sono riuscito a mappare la uscite su Reaper, in pratica funziona come multitraccia: ogni parte esce stereofonica su canali indipendenti, più una traccia microfono e l'input mix (la somma delle 6 parti più aux in).
Ci sono riuscito a caso: probabilmente è stato un aggiornamento patch di sicurezza di Catalina a sbloccare tutto, perché a livello impostazioni non ho fatto nulla, ho semplicemente riaperto un template creato ieri.
Ho imparato a gestire le scene, navigare fra Model Banks, e a editare suoni ed effetti.
Adesso il grande scoglio: I Arpeggio e step edit.
Ho un lungo weekend da dedicare a questi aspetti.
Nota positiva per la semplicità dell'aggiornamento firmware: accendi il synth e formatti la chiavetta, scarichi da computer il firmware, metti la chiavetta nel computer, copi il file, espelli la chiavetta, la metti nel synth, accendi tenendo premuto function e in 2 minuti reali il sistema è aggiornato.
  • mima85
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06-02-21 12.52

Buon divertimento emo
  • afr
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06-02-21 13.13

Goditi questo piccolo grande Synth emo
  • wildcat80
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06-02-21 16.41

Grazie ragazzi, è veramente una bella, in più puoi comodamente svaccarti sul divano, inforcare le cuffie e studiartelo comodamente, synth in braccio e manuale a fianco.
Due note positive.
L'interfaccia audio è silenziosissima, ed è anche silenzioso l'aux in nonostante viaggi su minijack: avendo dovuto rivoluzionare tutta la mia postazione per fargli posto, ho tirato fuori il mio vecchio mixerino a 5 canali Alto e riposto AG03 e Xenyx 1204Fx, e temevo la rumorosità.
Alto, che non so neppure se esiste ancora, è un marchio cheap, il mixer ha probabilmente 15 anni, invece quanto a rumore va benissimo, probabilmente anche grazie al cavo USB con isolatore che ho trovato nel box.
In registrazione, tutto ciò che viene suonato da I Arpeggio esce come messaggio MIDI, ed è molto utile per tenere traccia di ciò che si suona.
Sembra un'ovvietà ma non è così, poiché I Arpeggio si basa su un'intelligenza artificiale che fa evolvere le esecuzioni in base al proprio stile, non è immediato capire cosa fare per ottenere un certo risultato, avere quindi la possibilità di tenere memoria delle performance di I arpeggio non è affatto male.
  • wildcat80
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07-02-21 14.47

Continuiamo.
Step sequencer e I Arpeggio li ho capiti, occorre fare pratica.
Si possono creare dei loop fino a 4 battute che possono venir comandati dall'input di tastiera oppure possono essere delle vere e proprie sequenze
Ad esempio:
- giro di batteria (parte 5)
- giro di basso che segue quel che sto suonando (part 4)
- giro di accordi prefissato
- riff che segue le armonie
- lead suonato in tempo reale.
Se tutto ciò vi può apparire troppo per 3 ottave, c'è l'opzione remote keyboard che permette di utilizzare la master come se fosse la tastiera del synth, senza doversi preoccupare di split, layer e zone.
La cosa bella è che l'ingresso della remote keyboard può essere deciso: MIDI din, USB COM e USB MEM.
In pratica la porta utilizzata per la chiavetta diventa una porta HOST che alimenta anche la master, ed è una cosa comodissima, perché permette un setup minimo (un solo cavo e hai flusso MIDI e alimentazione) e soprattutto permette di tenere libere le altre porte per altre applicazioni.
In un ipotetico setup rolandiani puro, si può utilizzare la porta USB to Host per collegare il mixer Aira, e la porta MIDI din per un sequencer tipo TR8S o altre diavolerie tipo una MC o la nuova Verse Lab.
L'hanno pensata molto bene stavolta, io apprezzo molto la connettività tipo host per gestire la remote keyboard.