11-11-13 13.03
Detta da un incompetente come me, il marchio roland nel nostro paese ha fatto qualche errore non piccolo, perdendo accordi con grossi magazzini italiani, nel tentativo di imporre le sue condizioni di vendita.
Cosi' facendo, ha costretto clamorosamente quei distributori a rinunciare totalmente al marchio.
Non ne conosco i motivi (ma li immagino) pero' scomparendo da quei negozi, di fatto ha perso clientela.
Pero' questo discorso e' riduttivo, perche' a monte ci sono problemi interni di Roland (che su certi prodotti poteva davvero fare di piu'), ma nel caso italiano c'e' anche il doversi scontrare con i problemi italici sempre crescenti : fisco, burocrazia ecc.
Io penso che tra i vari fattori, l'assenza di una politica industriale vera nel nostro paese (oramai troppo distratto dalla finanza, e dai problemi personali di Berlusconi) sia la principale causa del fuggi fuggi degli investitori stranieri.
Per assenza di politica industriale, non intendo solo l'abbattimento di fisco, burocrazia e quant'altro, ma anche e soprattutto un sistema mal funzionante che comprende costi ed efficienza dei trasporto (i tagli al trasporto merci ad esempio), il costo dell'energia, eccetera eccetera.
Credo che al di la degli errori di Roland (ma chi non ne fa?) ci sia in primo piano il dissesto del nostro paese, oramai lasciato a se stesso.
Conosco aziende floride, che
hanno chiuso perche' RFI (rete ferroviaria italiana) ha negato loro i raccordi ferroviari per trasporto merci, costringendo tali aziende (che avrebbero garantito per 20 anni il volume di trasporto per gestire un raccordo merci) ad andare in altri paesi.
Guardatevi attorno : i[s] treni merci stanno scomparendo, ed al loro posto si vedono nelle autostrade, lunghe colonne di TIR di un unico noto corriere italiano : e' economico tutto cio?...
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Se poi ci aggiungiamo costi dell'energia dovuti ad una mancata vera liberalizzazione, e poi burocrazia la frittata e' fatta.
Un'altra grande azienda straniera, ha chiuso i battenti dopo aver tribulato 1000 camicie (non sette !) per i permessi per ingrandire la sua area produttiva.
In un paese dove tutto viaggia a tangenti, monopoli, amicizie politiche ecc, le aziende serie non possono avere grandi spazi (e nel frattempo si bruciano posti di lavoro).
Cio' non toglie che Roland abbia comunque fatto qualche politica un po' discutibile, ma questo per me non e' il motivo principale delle sue scelte in Italia.
Le multinazionali devono rendere conto agli azionisti dei loro bilanci, e se per ingrandirsi devono ungere, spendere tempo in burocrazia ecc, allora meglio andare in paesi dove il costo del lavoro e' piu' basso, e le esigenze di un gruppo vengono ascoltate ad orecchie aperte.
Non condivido questa rincorsa ai paesi del basso costo, ma l'Italia non sta facendo nulla per rallentarla o fermarla.
L'Italia e' un paese che da 20 anni e' in corto circuito per pensare solo ai problemi di Silvio Berlusconi, e delle caste politiche a seguire.
Tutto il resto e' lasciato in abbandono, ed e' normale che un paese in abbandono venga automaticamente disertato da investitori e multinazionali.