Buon 25 aprile

  • drmacchius
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25-04-20 21.20

@ MarcezMonticus
L'unica cosa che invidio agli americani è che loro il 4 Luglio, bianchi, neri, messiccani, cinesi, arabi e cazzi e mazzi festeggiano TUTTI senza distinzione quell'unica data ed il suo significato, noi in Italia tiriamo per il bavero una festa cercando di portarla dalla nostra parte perchè fa figo o fa voti.
Questo mi fa incazzare.

Il 25 aprile non è la festa della liberazione dai fascisti da parte dei comunisti ma della democrazia nei confronti del fascismo.

Ciò premesso

Noi la guerra non l'abbiamo vissuta, i nostri nonni ci hanno raccontato le LORO esperienze che sono poi diventate le nostre.
Mio nonno è stato carcerato a Roma per dieci anni perchè iscritto al partito comunista e pochi giorni prima della sua fucilazione è riuscito a scappare ed è doventato partigiano qui sui monti della Liguria, quando gli chiedevo se aveva mai ammazzato qualcuno non mi rispondeva, mio padre dice di no ma ho sempre avuto l'impressione che non fosse argomento da condividere.
Però è stato insignito della medaglia d'oro al valor civile da Pertin in persona con cui erano amicissimi.
Dovrei forse dire che lui era dalla parte del giusto e altri no?
Sì dovrei e lo faccio.

Il nonno di mia moglie ha fatto la campagna di Grecia con l'esercito fascista ed tornato a piedi praticamente scalzi mangiando le bucce di patate poi non ha mai raccontato neanche lui cosa ha combinato al suo ritorno ma io non mi sono mai sognato di dargli del fascista.
Dovrei forse dire che lui era dalla parte del torto?
Sì dovrei ma non lo faccio.

Di una cosa sono consapevole che NOI non c'eravamo e non possiamo capire cosa ha portato i nostri nonni a fare quello cha hanno fatto indipendentemente dalla fazione per la quale parteggiavano.
Questo significa che IO capisco ma non giustifico.
Se un domani una guerra portasse via i miei affetti più cari come reagirei da uomo o da bestia?
Negli usa non c’è nessuno con origini britanniche e antenati discendenti di chi sbarcó con la May Flower che il 4 luglio gira con la bandiera inglese urlando “questa è la festa degli immigrati che hanno combattuto e uccisi i miei avi e per me è un giorno di lutto o se la dobbiate festeggiare dovremmo chiamarla festa in onore di un film di will smith”, così come in Francia non c’è nessuno che il 14 luglio va in giro con un codice araldico dicendo “questo è un giorno di lutto in cui si commemora eroi trucidati da una bolgia di cafoni fetenti”....è tutta qui la differenza. In qualsiasi altro paese se fai ciò che è normale in italia nel giorno della festa di indipendenza e/o liberazione nazionale finisci in carcere senza denti e pieno di lividi, da noi rischi di diventare deputato!!!!
  • wildcat80
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25-04-20 21.24

Mah, in America il 4 luglio magari no ma se sei nero in tante regioni del sud non hai vita facile... In Francia basta chiedere ai corsi il valore della loro interpretazione del significato di democrazia... Fino a poco meno di 20 anni fa, ribadisco VENTI, non potevi registrare all'anagrafe un figlio con un nome che non fosse francofono.
  • Dallaluna69
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25-04-20 21.29

Morti di reggio Emila
Per chi ha voglia di ascoltarla. Dedicata a fatti di Resistenza successivi alla Liberazione.
  • Marcher
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25-04-20 21.47

@ anonimo
Fischia il vento e infuria la bufera.

Oggi come non mai.

Viva il 25 aprile, viva la resistenza, viva l’Italia,
Che tempi bui che attraversiamo e che sgomento che decadenza....ricordare la resistenza il 25 aprile è ricordare una generazione di padri madri nonni che avevano un sogno decaduto in mani di demoni politicanti e li hanno lasciati morire come topi soli negli ospedali per la loro avidità menefreghismo e incapacità....viva loro gli anziani spina dorsale dell'Italia buona genuina e con valori....c'era un poeta che scrisse questo verso......Avere la fermezza della statua nella spinta dei venti......Un saluto a tutti e scusate per lo sfogo....
  • drmacchius
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25-04-20 22.14

@ wildcat80
Ci sono da fare tante considerazioni.
Intanto che il fascismo è nato in un'epoca in cui la comunicazione era per pochi.
Se da una parte venivano commesse atrocità, in tante altre circostanze agli occhi della gente, almeno inizialmente, non arrivavano queste notizie.
Lo dimostra il fatto che inizialmente il consenso fosse largo, tanto che una frase ricorrente negli anziani era proprio che era tutto bello fino all'alleanza con Hitler.
Per dire, i miei nonni che comunque hanno pagato caro il fascismo, da ragazzetti erano entusiasti delle iniziative simil scout tipo Balilla e Giovani Avanguardisti.
Addirittura uno dei miei nonni grazie a queste iniziative si era costruito una carriera da pugile niente male, e senza quel tipo di politica associazionistica non ci sarebbe mai riuscito perché non navigava nell'oro.
Poi le opinioni sono ovviamente cambiate, l'altro mio nonno grazie al fascismo ha perso una ricchezza immensa: guerra, casa distrutta, proprietà favolose vendute per poter ricominciare.
Per cui giudicare il consenso iniziale con i nostri occhi è fallace: noi siamo abituati all'informazione, per loro non era così, e sicuramente all'inizio c'era lo spauracchio del comunismo di stampo sovietico.
Troppa gente non ha potuto vedere e sapere per anni: la storia è semplice e lineare col senno di poi.
Troppe storie differenti, troppe realtà differenti: noi possiamo solo osservare, riflettere e imparare.
Chi ci si è trovato dentro, fino agli anni 30 non ha avuto così tante informazioni da poter scegliere serenamente.
Oggi un paragone simile lo possiamo fare solo con i coreani del nord, già in Cina è diverso, ma solo perché loro escono dal paese.
Senza informazione, senza possibilità di scelta, nati nella dittatura, istruiti secondo il regime: io credo che molta gente davvero non abbia metri di paragone per poter capire, e così è stato per tanti nei primi anni del fascismo.
Oggi, per fortuna, da quel 25 aprile non è più così.
Una rilettura de La Fattoria degli Animali di Orwell fa sempre comodo, anche se l'ispirazione originaria è stata l'URSS.
Nazisti e fascisti sono stati i primi nella storia a riconoscere il potere della comunicazione di massa e della propaganda. I nazisti ne fecero addirittura scienza e molte delle cose che scoprirono sono ancora adesso strategie comuni utilizzate da PR politici e direttori di marketing e pubblicità.
Erano tempi diversi, più violenti, gran parte della popolazione maschile adulta era reduce di guerra di trincea e per le donne era considerato normale essere picchiate dai mariti o diversi occupare premurosamente di un marito che tornava ubriaco dal bordello, ma non significa che la gente fosse ignara di tutto. I bambini che vestivano da balilla o che facevano parte della gioventù hitleriana erano indottrinati, ma gli altri sapevano eccome che se si scioperava si veniva pestati a sangue, se si era sostenitori del partito sbagliato si veniva linciati da frustrati che pensavano di essere ancora in guerra, quando imbottiti di grappa (e a volte droghe) su erano combattute le ultime battaglie che portarono alla vittoria -i reduci veri erano invalidi o traumatizzati ed esaltavano poco la violenza. La gente non sapeva leggere, ma sapeva che se non si voleva perdere il lavoro (o se ne voleva trovare uno) bisognava iscriversi al partito, bisognava starsi zitti e se lo si contrastava si faceva una brutta fine. In Germania i nazisti fecero fuori 6 milioni di tedeschi prima della guerra, chiunque mettesse in dubbio l’eugenetica, chiunque fosse stato socialista, chiunque avesse criticato le SA prima e chiunque non avesse abbandonato la mentalità fascista di queste per accettare ciecamente quella nazista. Gran parte dei tedeschi non sapeva quello che capitava nei campi di sterminio o dove finiva non chi si opponeva, ma chi non si dimostrava entusiasta quando vedeva gli atti di violenza dei nazisti. In italia non si fu così efficienti -come non lo furono le SA tedesche-, ma la gente sapeva benissimo chi erano i camerati e la milizia e cosa capitava ad andargli contro. Ció che fu diverso in italia risorto ad altrove è che la quantità di oppositori fu estremamente bassa e l’attitudine che abbiamo mostrato sempre a saltare sul carro dei vincitori senza alcuna remora morale, ma d’altronde siamo stati l’unico paese in cui gli ebrei li si denunciava in cambio di soldi e non perché si fosse convinti che fosse giusto denunciarli.

La gente forse non sapeva quanti atroci furono i fascisti nelle colonie o in guerra, ma sapeva benissimo che bisognava stare dalla loro parte per non fare una brutta fine o per ottenere dei vantaggi. Dire diversamente è solo revisionismo storico. Che poi si potesse vivere benissimo in un contesto simile senza che in molti vivessero la cosa con terrore è del tutto normale: fu così per molti schiavi in epoca classica, fu così per buona parte dei servi della gleba, fu così per molti schiavi nelle piantagioni americane, è stato sempre così in tutti i totalitarismi nelle fasi storiche lontane dalle rivoluzioni....non significa che la stragrande maggioranza delle persone osannasse i padroni, i vassalli, i sovrani e i dittatori perché li reputasse buoni e superiori per intima convinzione e non per pura opportunistica accondiscendenza
  • anonimo

25-04-20 22.46

@ Dallaluna69
Morti di reggio Emila
Per chi ha voglia di ascoltarla. Dedicata a fatti di Resistenza successivi alla Liberazione.
Bellissima...è proprio la canzone che apre questo thread...emo
  • anonimo

25-04-20 22.49

@ drmacchius
Gli italiani sui treni per Auschwitz ce li caricavano i repubblichini! A sparare insieme ai tedeschi a sant’anna di stazzena e a marzabotto c’erano i repubblichini!! A rastrellare la popolazione e falcidiare le famiglie dei partigiani c’erano i repubblichini! A trucidare la popolazione in Etiopia c’erano i fascisti! A inaugurare le foibe sul Carso fucilando la popolazione civile che proteggeva i partigiani sloveni c’erano i fascisti!! Tutto il resto è memoria individuale di fascisti qualunquisti che stavano dalla parte sbagliata perché così conveniva loro, o si fascisti convinti che fanno finta di essere democratici liberali facendo revisionismo storico in contesti ufficiali come Larussa o gli esponenti di forza nuova e Casapound quando intervistati sulle televisioni nazionali!!!!
Grande drMacchius!
  • anonimo

25-04-20 22.54

@ wildcat80
Ci sono da fare tante considerazioni.
Intanto che il fascismo è nato in un'epoca in cui la comunicazione era per pochi.
Se da una parte venivano commesse atrocità, in tante altre circostanze agli occhi della gente, almeno inizialmente, non arrivavano queste notizie.
Lo dimostra il fatto che inizialmente il consenso fosse largo, tanto che una frase ricorrente negli anziani era proprio che era tutto bello fino all'alleanza con Hitler.
Per dire, i miei nonni che comunque hanno pagato caro il fascismo, da ragazzetti erano entusiasti delle iniziative simil scout tipo Balilla e Giovani Avanguardisti.
Addirittura uno dei miei nonni grazie a queste iniziative si era costruito una carriera da pugile niente male, e senza quel tipo di politica associazionistica non ci sarebbe mai riuscito perché non navigava nell'oro.
Poi le opinioni sono ovviamente cambiate, l'altro mio nonno grazie al fascismo ha perso una ricchezza immensa: guerra, casa distrutta, proprietà favolose vendute per poter ricominciare.
Per cui giudicare il consenso iniziale con i nostri occhi è fallace: noi siamo abituati all'informazione, per loro non era così, e sicuramente all'inizio c'era lo spauracchio del comunismo di stampo sovietico.
Troppa gente non ha potuto vedere e sapere per anni: la storia è semplice e lineare col senno di poi.
Troppe storie differenti, troppe realtà differenti: noi possiamo solo osservare, riflettere e imparare.
Chi ci si è trovato dentro, fino agli anni 30 non ha avuto così tante informazioni da poter scegliere serenamente.
Oggi un paragone simile lo possiamo fare solo con i coreani del nord, già in Cina è diverso, ma solo perché loro escono dal paese.
Senza informazione, senza possibilità di scelta, nati nella dittatura, istruiti secondo il regime: io credo che molta gente davvero non abbia metri di paragone per poter capire, e così è stato per tanti nei primi anni del fascismo.
Oggi, per fortuna, da quel 25 aprile non è più così.
Una rilettura de La Fattoria degli Animali di Orwell fa sempre comodo, anche se l'ispirazione originaria è stata l'URSS.
Una sola cosa: Matteotti fu ammazzato ben prima dell’alleanza tra Mussolini e Hitler.

Fu ammazzato perché aveva denunciato minuziosamente in parlamento le angherie, i soprusi, le ruberie e la profonda illiberalità del fascismo.

Se anche allora, come adesso, la massa subiva la fascinazione dell’uomo forte...non è una ragione per lasciare che la storia si ripeta.

Questo è il vero significato del 25 aprile: ricordate che basta un attimo di disattenzione per scivolare in una china su cui poi è difficilissimo fermarsi.

Si comincia sempre chiedendo “i pieni poteri per il bene della Patria”... e si finisce in tragedia.

25-04-20 22.54

@ drmacchius
Negli usa non c’è nessuno con origini britanniche e antenati discendenti di chi sbarcó con la May Flower che il 4 luglio gira con la bandiera inglese urlando “questa è la festa degli immigrati che hanno combattuto e uccisi i miei avi e per me è un giorno di lutto o se la dobbiate festeggiare dovremmo chiamarla festa in onore di un film di will smith”, così come in Francia non c’è nessuno che il 14 luglio va in giro con un codice araldico dicendo “questo è un giorno di lutto in cui si commemora eroi trucidati da una bolgia di cafoni fetenti”....è tutta qui la differenza. In qualsiasi altro paese se fai ciò che è normale in italia nel giorno della festa di indipendenza e/o liberazione nazionale finisci in carcere senza denti e pieno di lividi, da noi rischi di diventare deputato!!!!
Volevo solo rimarcare il fatto che da noi la festa delle repubblica diventa sempre l'occasione per ricordarci quanto siamo divisi sotto la nostra bandiera, negli USA quanto sono uniti sotto una bandiera.
Che poi un nero al sud faccia vita gramma è vero, ma cazzo il senso di patria che ha il POPOLO (non il singolo) è un'altra roba.
  • anonimo

25-04-20 23.00

@ MarcezMonticus
Volevo solo rimarcare il fatto che da noi la festa delle repubblica diventa sempre l'occasione per ricordarci quanto siamo divisi sotto la nostra bandiera, negli USA quanto sono uniti sotto una bandiera.
Che poi un nero al sud faccia vita gramma è vero, ma cazzo il senso di patria che ha il POPOLO (non il singolo) è un'altra roba.
Il 25 aprile non è la festa della repubblica (che è invece il 2 giugno).

Il 25 aprile è la festa della liberazione dell’Italia dal giogo nazifascista.

In Italia, che piaccia o no, il nazifascismo non è un’opinione politica come un’altra: è un crimine che è stato combattuto e vinto, e che bisogna continuare a combattere laddove si ripresenti, anche leziosamente agghindato di altri colori.

25-04-20 23.11

@ anonimo
Il 25 aprile non è la festa della repubblica (che è invece il 2 giugno).

Il 25 aprile è la festa della liberazione dell’Italia dal giogo nazifascista.

In Italia, che piaccia o no, il nazifascismo non è un’opinione politica come un’altra: è un crimine che è stato combattuto e vinto, e che bisogna continuare a combattere laddove si ripresenti, anche leziosamente agghindato di altri colori.
Vero tutto, nella foga ho confuso le feste.
  • anonimo
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25-04-20 23.21

@ drmacchius
Che i valori dell’antifascismo suano condivisi è sacrosanto, che i meriti della resistenza vadano divisi a pari merito tra tutti è un falso storico ed è frutto del tipico voltagabbanismo italiano. Prima del 1943 la stragrande maggioranza degli oppositori del fascismo furono socialisti e comunisti (e questi si consideravano compagno gli uni con gli altri durante la resistenza), che furono atrocemente perseguitati dai fascisti. quei pochi liberali e popolari che si opposero fecero per buona parte gli esuli all’estero, i monarchici furono conniventi sino all’ultimo. La resistenza italiana fu composta in tutto il ventennio fascista e durante la guerra da circa 45 mila persone (contro qualche milione di tedeschi che furono sterminati già prima dell’inizio della seconda guerra mondiale), di questi ci furono circa 20-25 mila soldati che decisero di difendere la popolazione dalle rappresaglie nazifasciste dopo l’armistizio . I restanti furono quasi totalmente persone che si opposero attivamente da subito e l’assoluta maggioranza furono comunisti e socialisti ed è sacrosanto che questi furono sempre orgogliosi di esserlo stati. Togliatti non fece assolutamente niente per fare aderire l’Italia al blocco sovietico e fu sempre accusato di questo. Fu lui a dare l’ambistia ai fascisti, permettendogli non solo di rimanere impuniti, ma anche di mantenere ruoli chiave nellla politica e nella società come voluto dagli USA: fosse stato pertini e i socialisti sarebbero dovuti finire tutti o al patibolo o in galera. Tutto il resto sono le fregnacce storiche raccontate da chi nel dopoguerra nascondeva la propria storia fascista con la tessera della dc e di tanti partitelli di centro e di destra della prima repubblica. Gli unici a non rinnegare la propria storia furono i missini!
Condivido in toto la tua analisi.
Mi permetto di aggiungere che non sono mai citati gli anarchici, il cui contributo alla Resistenza fu determinante, nonostante fossero una ristretta minoranza rispetto alla totalità dei partigiani. Furono però audacemente in prima linea con atti di sabotaggio, imboscate spesso risolutive (nella zona delle Apuane riuscirono a catturare oltre 10.000 nazifascisti). I gruppi monarchici e cattolici optarono invece per ruoli di collegamento, "staffetta" o sorveglianza, certamente importanti ma meno rischiosi. Questo va detto a onor del vero.
  • anonimo
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26-04-20 00.10

@ wildcat80
Ci sono da fare tante considerazioni.
Intanto che il fascismo è nato in un'epoca in cui la comunicazione era per pochi.
Se da una parte venivano commesse atrocità, in tante altre circostanze agli occhi della gente, almeno inizialmente, non arrivavano queste notizie.
Lo dimostra il fatto che inizialmente il consenso fosse largo, tanto che una frase ricorrente negli anziani era proprio che era tutto bello fino all'alleanza con Hitler.
Per dire, i miei nonni che comunque hanno pagato caro il fascismo, da ragazzetti erano entusiasti delle iniziative simil scout tipo Balilla e Giovani Avanguardisti.
Addirittura uno dei miei nonni grazie a queste iniziative si era costruito una carriera da pugile niente male, e senza quel tipo di politica associazionistica non ci sarebbe mai riuscito perché non navigava nell'oro.
Poi le opinioni sono ovviamente cambiate, l'altro mio nonno grazie al fascismo ha perso una ricchezza immensa: guerra, casa distrutta, proprietà favolose vendute per poter ricominciare.
Per cui giudicare il consenso iniziale con i nostri occhi è fallace: noi siamo abituati all'informazione, per loro non era così, e sicuramente all'inizio c'era lo spauracchio del comunismo di stampo sovietico.
Troppa gente non ha potuto vedere e sapere per anni: la storia è semplice e lineare col senno di poi.
Troppe storie differenti, troppe realtà differenti: noi possiamo solo osservare, riflettere e imparare.
Chi ci si è trovato dentro, fino agli anni 30 non ha avuto così tante informazioni da poter scegliere serenamente.
Oggi un paragone simile lo possiamo fare solo con i coreani del nord, già in Cina è diverso, ma solo perché loro escono dal paese.
Senza informazione, senza possibilità di scelta, nati nella dittatura, istruiti secondo il regime: io credo che molta gente davvero non abbia metri di paragone per poter capire, e così è stato per tanti nei primi anni del fascismo.
Oggi, per fortuna, da quel 25 aprile non è più così.
Una rilettura de La Fattoria degli Animali di Orwell fa sempre comodo, anche se l'ispirazione originaria è stata l'URSS.
Devo contraddirti. La cosiddetta "coscienza di classe" in Italia esisteva già molto prima del fascismo.
I contadini e gli operai erano illetterati ma non stupidi, conoscevano bene le dinamiche socio-economiche in quanto:
- le vivevano quotidianamente sulla propria pelle
- potevano far affidamento su una rete sindacale (spesso clandestina) di professori e avvocati che li sensibilizzava sulle teorie marxiste

Un esempio: Pietro Gori. Ti consiglio di leggere la storia di questo avvocato, della vita che ha trascorso nei tribunali per difendere operai e contadini la cui unica colpa era stata quella di scioperare per condizioni di lavoro inumane a cui erano costretti nelle fabbriche e campagne. Siamo sulla scia della Comune di Parigi, fine '800.

Qui nella provincia, la fabbrica di Piombino fu teatro di duri scontri tra operai e polizia già nella prima decade del '900. Spesso le mediazioni tra governo e sindacati risultavano a svantaggio dei lavoratori, per cui gli scioperi si trasformavano in guerriglia urbana tra scioperanti e forze dell'ordine, che non si preoccupavano di sparare sulla folla provocando morti, feriti e successivi rastrellamenti di casa in casa per arrestare i fuggitivi, molti dei quali non avrebbero fatto mai più ritorno dalle rispettive famiglie.

Latifondisti e industriali italiani, spaventati dai fatti degli Spartachisti a Berlino, posero i germogli del fascismo finanziando ronde repressive, i cosiddetti squadristi, che dapprima avevano il compito di usare violenza privata su chi aveva organizzato e partecipato agli scioperi, in seguito attuarono azioni terroristiche tra cui gli incendi alle case del popolo. Queste le radici da cui poi è nata la marcia su Roma. Ma la comunicazione a cui ti riferisci esisteva ed era ben organizzata, sebbene in forma clandestina.
  • anonimo
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26-04-20 00.30

@ MarcezMonticus
Aspè, ma io mica dico che il fascismo era cosa buona e giusta,eh!
Mica voglio dire che la nostra non è una repubblica fondata sulla resistenza e sull'antifascismo.
Dico solo che la guerra è una roba che se non la vivi non la puoi capire fino in fondo.
La dittatura non la so immaginare perchè non la viviamo e non peniamo di cpaire perchè non è assolutamente vero, possiamo solo intuirla.
Perdonami ma non capisco dove vuoi arrivare col tuo discorso. Quindi siccome possiamo solo immaginarla, per avere la certezza di com' è realmente una dittatura bisognerebbe viverla? A me personalmente è stato sufficiente leggere il codice fascista per augurarmi di non finire mai sotto un governo che attui quelle leggi.
Comunque... è passata la mezzanotte! Buon 26 aprile, buona musica! emo

26-04-20 00.48

@ anonimo
Perdonami ma non capisco dove vuoi arrivare col tuo discorso. Quindi siccome possiamo solo immaginarla, per avere la certezza di com' è realmente una dittatura bisognerebbe viverla? A me personalmente è stato sufficiente leggere il codice fascista per augurarmi di non finire mai sotto un governo che attui quelle leggi.
Comunque... è passata la mezzanotte! Buon 26 aprile, buona musica! emo
Esatto.
Farsi un'idea, per quanto precisa e dettagliata, non equivale a viverla.
Ripeto non sto dicendo che il fascismo fu cosa buona e giusta ne mi auguro di viverlo per capire fino in fondo cosa è stato.
A me sono bastati i silenzi di mio nonno sul suo periodo di partigiano perchè erano carichi di tutto ciò che aveva visto e che non voleva raccontare perchè probabilemte gli facevano male. MI è bastato vedere mia nonna piangere (unica volta) quando le ho chiesto com'erano quegli anni.
A me è bastato sentire mia nonna pronunciare mila volte che con il Duce si viaggiava sicuri sui treni per farmelo odiare. MI è bastato sentire da mio nonno che era contento di essere tornato vivo dalla campagna di eritrea.
Ma tutti mi hanno fatto capire che la merda che quel periodo rappresenta NON DEVE TORNARE.
  • anonimo
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26-04-20 01.13

@ MarcezMonticus
Esatto.
Farsi un'idea, per quanto precisa e dettagliata, non equivale a viverla.
Ripeto non sto dicendo che il fascismo fu cosa buona e giusta ne mi auguro di viverlo per capire fino in fondo cosa è stato.
A me sono bastati i silenzi di mio nonno sul suo periodo di partigiano perchè erano carichi di tutto ciò che aveva visto e che non voleva raccontare perchè probabilemte gli facevano male. MI è bastato vedere mia nonna piangere (unica volta) quando le ho chiesto com'erano quegli anni.
A me è bastato sentire mia nonna pronunciare mila volte che con il Duce si viaggiava sicuri sui treni per farmelo odiare. MI è bastato sentire da mio nonno che era contento di essere tornato vivo dalla campagna di eritrea.
Ma tutti mi hanno fatto capire che la merda che quel periodo rappresenta NON DEVE TORNARE.
Infatti. Sono esperienze di vita traumatiche - per chi le ha subite - e il doverle ricordare fa riaffiorare il trauma.
Tempo fa ho letto che in Croazia, a distanza di tre decadi dalla guerra, il 60% della popolazione è ancora sotto cura per shell shock.
Le guerre non giovano a nessuno, neanche ai vincitori, che comunque si portano dietro il dolore che nessun gusto della vittoria può cancellare.
Come ha già scritto il Maestro Cyrano, non abbassiamo la guardia; dal bisogno dell'uomo forte all'escalation, è un attimo.
  • drmacchius
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26-04-20 07.58

@ anonimo
Condivido in toto la tua analisi.
Mi permetto di aggiungere che non sono mai citati gli anarchici, il cui contributo alla Resistenza fu determinante, nonostante fossero una ristretta minoranza rispetto alla totalità dei partigiani. Furono però audacemente in prima linea con atti di sabotaggio, imboscate spesso risolutive (nella zona delle Apuane riuscirono a catturare oltre 10.000 nazifascisti). I gruppi monarchici e cattolici optarono invece per ruoli di collegamento, "staffetta" o sorveglianza, certamente importanti ma meno rischiosi. Questo va detto a onor del vero.
Fino al 1917 gli anarchici erano una delle variegate correnti dei movimenti di sinistra e filo marxisti, anche se non necessariamente marxisti. Differivano dai partiti di sinistra storici per i metodi e questioni di forma, non per i fini o le ideologie di fondo. Fino all’instaurazione dello stalinismo e maoismo anarchici, socialisti, comunisti differivano tra loro come gesuiti e salesiani, francescani e benedettini: interpretazioni diverse dello stesso credo di gruppi che non si consideravano rivali
  • Bassoforte
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26-04-20 11.06

@ drmacchius
Fino al 1917 gli anarchici erano una delle variegate correnti dei movimenti di sinistra e filo marxisti, anche se non necessariamente marxisti. Differivano dai partiti di sinistra storici per i metodi e questioni di forma, non per i fini o le ideologie di fondo. Fino all’instaurazione dello stalinismo e maoismo anarchici, socialisti, comunisti differivano tra loro come gesuiti e salesiani, francescani e benedettini: interpretazioni diverse dello stesso credo di gruppi che non si consideravano rivali
Personalmente credo che attorno al 25 i contorni del senso spesso si facciano volutamente incerti: secondo me dare un valore storico e un giudizio morale ha certamente senso, ci liberammo di regimi autoritari che ad oggi non possono sperare in nessun tipo di assoluzione o giustificazione morale, neanche minima, considerando il motivo così impregnato di razzismo radicale, violenza, avidità per il quale tante persone innocenti furono uccise o morirono nel tentativo di neutralizzare.
Su questa premessa che è fondante in tutta la mia riflessione, penso che il 25 aprile si debbano giudicare e commemorare fatti storici gravi ed importanti ma che non debba essere uno strumento di propaganda politica. Leggo sui giornali di Francesco Guccini che canta “Bella Ciao”, cambia le parole e inneggia alla resistenza contro il centrodestra, contro gli invasori che sono Salvini, Berlusconi e Meloni. Sono solo idee di Guccini? Non credo.. penso che la sacralità di questa commemorazione sia stata molto strumentalizzata nel tentativo di farla divenire chiave di lettura, in senso morale (politico) non solo della storia, ma anche del presente, cosa di per sé ingiusta. Io nato nel 1970, non sono di sinistra ma questo non fa di me un fascista, un nazista o un ignorante e credendo fortemente nei valori democratici del mio tempo e di questo paese, penso di avere il diritto di dirlo, nella consapevolezza di aver acquisito questo diritto grazie al sacrificio di chi 75 anni fa liberò l'Italia da un regime dittatoriale.
  • giosanta
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26-04-20 12.18

MarcezMonticus ha scritto:
Il 25 aprile non è la festa della liberazione dai fascisti da parte dei comunisti ma della democrazia nei confronti del fascismo.

Verissimo. Proprio per questo è festa sacrosanta ma non di tutti, ovvero solo di coloro che fascisti non erano e non sono. Concetto che si è voluto criminalmente annacquare con festa "della riconciliazione" ed altre amenità simili.
Non c'è nulla da "riconciliare" tra gli eredi dei fautori delle leggi razziali ed alleati dei costrittori di Auschwitz e tra chi è caduto per sconfiggerli.
  • anonimo

26-04-20 12.40

@ Bassoforte
Personalmente credo che attorno al 25 i contorni del senso spesso si facciano volutamente incerti: secondo me dare un valore storico e un giudizio morale ha certamente senso, ci liberammo di regimi autoritari che ad oggi non possono sperare in nessun tipo di assoluzione o giustificazione morale, neanche minima, considerando il motivo così impregnato di razzismo radicale, violenza, avidità per il quale tante persone innocenti furono uccise o morirono nel tentativo di neutralizzare.
Su questa premessa che è fondante in tutta la mia riflessione, penso che il 25 aprile si debbano giudicare e commemorare fatti storici gravi ed importanti ma che non debba essere uno strumento di propaganda politica. Leggo sui giornali di Francesco Guccini che canta “Bella Ciao”, cambia le parole e inneggia alla resistenza contro il centrodestra, contro gli invasori che sono Salvini, Berlusconi e Meloni. Sono solo idee di Guccini? Non credo.. penso che la sacralità di questa commemorazione sia stata molto strumentalizzata nel tentativo di farla divenire chiave di lettura, in senso morale (politico) non solo della storia, ma anche del presente, cosa di per sé ingiusta. Io nato nel 1970, non sono di sinistra ma questo non fa di me un fascista, un nazista o un ignorante e credendo fortemente nei valori democratici del mio tempo e di questo paese, penso di avere il diritto di dirlo, nella consapevolezza di aver acquisito questo diritto grazie al sacrificio di chi 75 anni fa liberò l'Italia da un regime dittatoriale.
Hai ragione quando dici che il 25 aprile commemora il sacrificio di chi ha dato la vita per liberare l’Italia dal fascismo, e che non deve essere dominio di una fazione o occasione per fare politica.

Ma è anche un monito affinché gli italiani impediscano al fascismo di ritornare.

Sotto qualunque nome e travestimento.