Consiglio acquisto synth polifonico d'annata

  • wildcat80
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17-07-23 18.13

Sequential OB6. Cacci il grano pesante ma non quanto necessario per il reissue.
  • dxmat
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17-07-23 19.44

wildcat80 ha scritto: Sequential OB6. Cacci il grano pesante ma non quanto necessario per il reissue.


e tiene bene l'accodatura...


  • wildcat80
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17-07-23 22.43

Attenzione che il Prophet 08 e il rev2 sono analogici moderni a DCO, con un suono piuttosto dritto. Vero che esiste un parametro "slop" che permette di dare un po' di vitalità, ma agisce solo sull'oscillatire e non su tutta la catena di sintesi.
Le imperfezioni degli analogici controllati in tensione riguardano TUTTE le componenti della catena di sintesi, non solo gli oscillatori.
Per assurdo, è meglio un virtual analog che un analogico a controllo digitale "serrato": ad esempio, sui synth Roland hai due parametri, analog tune e condition, che ti permettono di dare vita a tutta la catena di sintesi, oppure l'Argon 8, nato come wavetable, nella sue evoluzione firmware ha raggiunto un ottimo livello di "analogizzazione" con ben 3 parametri: oscillatori freerun, pitch drift e vintage knob, e ha filtri interessanti in ottica emulativa (Moog, Oberheim, Korg).
In sintesi, oggi con 1000 euro rischi di non prendere nulla di ciò che cerchi.
Guarda altro.
  • SimonKeyb
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18-07-23 16.53

wildcat80 ha scritto:
Per assurdo, è meglio un virtual analog che un analogico a controllo digitale "serrato": ad esempio, sui synth Roland hai due parametri, analog tune e condition, che ti permettono di dare vita a tutta la catena di sintesi

qui non sono d'accordo. ci sono modi per simulare il drifting dei synth vintage senza scontare l'instabilità della catena che può rivelarsi più "pericolosa" che altro (specie sui VCA e VCF), e pure se sei su un palco o uno studio con un impianto elettrico magari non eccelso (perdita accordatura, parametri che saltano), poi opinione mia: su un terreno neutro quasi qualunque analogico (se ben programmato) è preferibile a un VA per un discorso di frequenze e incisività di mix abbastanza oggettivo secondo la mia esperienza.

al momento gli unici synth vintage reperibili a prezzi umani sono rimasti il JX3P (l'8 senza programmer è inutile, per entrambi sfori facilmente i 1000 euro) e i korg DW6000 e 8000, che hanno come differenza che il primo ha un chorus a bordo mentre il secondo un delay (un pò rumoroso). I Juno sono schizzati alle stelle, come i CS Yamaha, macchine modeste come il Poly 800 non li considererei.

al nuovo oggi c'è il Behringer pro800 che ha il difetto che forse costa troppo poco per quello che offre, quindi qualcuno lo sta sottovalutando, altrimenti il Rev2 prophet che suona si dritto, ma con un pò di regolazioni puoi ricreare sonorità vintage

19-07-23 23.42

@ SimonKeyb
wildcat80 ha scritto:
Per assurdo, è meglio un virtual analog che un analogico a controllo digitale "serrato": ad esempio, sui synth Roland hai due parametri, analog tune e condition, che ti permettono di dare vita a tutta la catena di sintesi

qui non sono d'accordo. ci sono modi per simulare il drifting dei synth vintage senza scontare l'instabilità della catena che può rivelarsi più "pericolosa" che altro (specie sui VCA e VCF), e pure se sei su un palco o uno studio con un impianto elettrico magari non eccelso (perdita accordatura, parametri che saltano), poi opinione mia: su un terreno neutro quasi qualunque analogico (se ben programmato) è preferibile a un VA per un discorso di frequenze e incisività di mix abbastanza oggettivo secondo la mia esperienza.

al momento gli unici synth vintage reperibili a prezzi umani sono rimasti il JX3P (l'8 senza programmer è inutile, per entrambi sfori facilmente i 1000 euro) e i korg DW6000 e 8000, che hanno come differenza che il primo ha un chorus a bordo mentre il secondo un delay (un pò rumoroso). I Juno sono schizzati alle stelle, come i CS Yamaha, macchine modeste come il Poly 800 non li considererei.

al nuovo oggi c'è il Behringer pro800 che ha il difetto che forse costa troppo poco per quello che offre, quindi qualcuno lo sta sottovalutando, altrimenti il Rev2 prophet che suona si dritto, ma con un pò di regolazioni puoi ricreare sonorità vintage
Grazie per i feedback. Noto che non è stato menzionato il CREAMWARE Pro12 che non sbaglio è polifonico?
  • maxpiano69
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19-07-23 23.43

@ Maestro_Salieri
Grazie per i feedback. Noto che non è stato menzionato il CREAMWARE Pro12 che non sbaglio è polifonico?
Forse perchè non é un synth analogico, bensì un VA?
  • filigroove
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20-07-23 00.35

SimonKeyb ha scritto:
al momento gli unici synth vintage reperibili a prezzi umani sono rimasti il JX3P (l'8 senza programmer è inutile

Direi che tutti i jx storici necessitano del programmer, ma è anche vero che se hai un iPad anche vecchio ci fai girare iPg800 che contiene diverse simulazioni dei programmer Roland. Va bene e per certi versi è anche meglio degli originali hardware, dal momento che cambiando patch cambiano anche le posizioni dei fader virtuali.
  • mima85
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23-07-23 21.42

filigroove ha scritto:
Direi che tutti i jx storici necessitano del programmer


È certamente preferibile, ma non indispensabile. In realtà programmare i JX non è difficile. Tedioso, e pure parecchio, ma non difficile. Alla fine si tratta di digitare il numero del parametro che si vuole toccare, regolarne il valore con lo slider, digitare il numero del parametro successivo, regolarne il valore, e via dicendo. L'unico prerequisito è di conoscere la struttura classica di un sintetizzatore analogico.

Non è come il DX-7 dove con un display a 16 caratteri bisogna gestire centinaia tra parametri e funzioni, a cui si accede con combinazioni di pulsanti su un pannello pieno di serigrafie.