18-12-25 13.43
@ MrRudyRioly
vero e li conosci tu che sei musicista vediamo quante pecore li conoscono ?
Però quelli che non conoscono Jon Lord o Rick Wakeman non conoscono neanche John Anderson, Steve Howe, Glenn Hughes...
Qui si parla di quanto risalta il tastierista nel gruppo, non per forza della sua fama, che è relativa anche al periodo e al genere che suona.
Ribaltiamo la situazione:
Prendiamo Slash.
Nei Guns N' Roses spacca e senza dubbi è sotto le luci dei riflettori, ammirato e osannato dal pubblico.
Se noi mettessimo lo stesso Slash, con lo stesso look, identico, e gli mettessimo un processore alla chitarra (che come sapete si può fare), per suonare tappeti di archi e pad, nonostante i suoni stratosferici e le parti ben articolate, nessuno lo guarderebbe. Sono convinto di questo.
Soprattutto se poi le parti soliste le suonasse un altro chitarrista anche meno bravo e sconosciuto.
E se pure Slash risentirebbe di questo cambio radicale, vogliamo credere che non possa succedere a noi?

Ma ne risentirebbero anche Jordan Rudess o Cory Henry.
E Slash, in questo ipotetico caso, non svolgerebbe in realtà il lavoro che fa il tastierista quando sta dietro le quinte o quando suona parti complementari come appunto archi, pad, e tappeti riempitivi vari? Non sono gli stessi suoni? Lo stesso approccio?
Eppure Slash è sempre lui. Cosa è cambiato? Ciò che suona!
Secondo me siamo un po' troppo pessimisti
Non passiamo inosservati, è che il nostro lavoro non sempre viene compreso.
E' la stessa cosa, se non peggio, per un bassista. Quando mai stai con gli occhi puntati su di lui?
Però prova a dirlo a chi fa un tributo ai Red Hot Chili Peppers, senza scomodare l'originale.
C'è anche un'altra cosa importante di dire.
Ogni suono, ogni strumento, ha un suo tempo.
I grandi tastieristi che ricordiamo tutti suonavano negli anni '70. Dove appunto la tastiera faceva la parte del leone, e non era di appoggio o riempitivo. Era protagonista.
La gente se ne accorgeva eccome!!!
Poi sono venuti gli anni '80, che hanno reso miliardari i sassofonisti

(Riflettete, ce ne sono ancora in giro?

)
Negli anni '80 il tastierista è cambiato e si è occupato soprattutto di musica elettronica.
Che io non denigro assolutamente. Credo di avere un discreta tecnica derivante dai vecchi studi al Conservatorio, ma un ragazzino qualsiasi mi distrugge nel campo della musica elettronica fatta seriamente. Quindi tanto di cappello!
Però il pubblico vede i suoi suoni e le sue parti come "automatizzate", non gli riconosce una tecnica dietro, non sa quanto tempo ha impiegato a creare quel suono, anzi probabilmente pensa che sia un suono della tastiera che va semplicemente selezionato, e quindi non buca lo schermo come il chitarrista quando entra col suo assolo, magari uguale a quello fatto nel brano prima e magari pure comodamente con lo stesso timbro.
Eppure quel tastierista ha un compito molto complicato. Sicuramente molto più ricercato.
Non è che i grandi tastieristi del decennio prima erano più bravi, o più visibili.
Ma quello che facevano li metteva sul podio, il pubblico lo recepiva.
Odiernamente, nonostante le difficoltà si possono paragonare, il pubblico non lo comprende.
La gente pensa, e probabilmente erroneamente vede, che le tastiere suonano da sole
Ma non credo lo pensavano ai tempi di Emerson.
Io ripeto, nel mio piccolissimo, vivo personalmente questa cosa quando suono con formazioni completamente diverse.
In situazioni dove faccio tre quarti dei suoni nella Band, ma non di primo impatto, passo inosservato.
Se suono l'Hammond in un tributo Deep Purple assolutamente no.