Behringer: tutto e il contrario di tutto...

  • wildcat80
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22-11-20 15.19

Questa è un'operazione che fatico a comprendere.
Copiare la Keystep vecchio tipo non ha molto senso, soprattutto se, come dicono, è il prequel della DAW Music Tribe.
Io non sono un esperto di DAW dedicate tipo Live, però mi sembra che sia un pochino parca di controlli specifici (fader, pad, etc etc).
A meno che, visto il successo delle Keystep associate ai moduli Behringer, non ci sia stato un accordo commerciale con Arturia, che essendo una piccola realtà credo abbia tutto l'interesse a concordare una partnership con un colosso come il gruppo di Uli.
  • tsuki
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22-11-20 16.10

Ma dell' UB-X,si sa nulla? Quando uscira'? Quanto costera'? Si sa qualcosa?
  • berlex65
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22-11-20 16.26

Poly D con offerta pazzesca!!
Come mai? non è stato un successo? emoemoemo
Ciao
Paolo
  • wildcat80
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22-11-20 17.40

Non riesco a mettere il link, comunque si autocloneranno: nuovo erede del compianto BCR2000, BCR64.
  • tsuki
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22-11-20 17.50

Il Poly D a detta di chi ce l'ha,pare suoni molto bene. A mio avviso se gli avessero messo una trentina di memorie programmabili e salvabili,sarebbe stato una bomba. Ma mi diceva una persona molto esperta in analogici d'epoca,che mettere delle memorie in qualche modo determina un "cambiamento" rispetto alle caratteristiche sonore dello strumento,che in sostanza,"emulerebbe" meglio se privo di memorie. Io non so se sia vero,ma negli anni 70 si vedeva gente con i "foglietti" delle regolazioni dei suoni da usare dal vivo,e certo cambiare suono con questo sistema non è piu' adeguato ai tempi.Per cui o te lo compri per usarlo a casa,o in studio,dove la velocita' di cambio-suoni non ha importanza,ma per uso Live secondo me si chiama fuori da solo,senza memorie. Cio' non toglie che pare suoni molto bene.
  • mima85
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22-11-20 19.24

tsuki ha scritto:
Ma mi diceva una persona molto esperta in analogici d'epoca,che mettere delle memorie in qualche modo determina un "cambiamento" rispetto alle caratteristiche sonore dello strumento,che in sostanza,"emulerebbe" meglio se privo di memorie


Se un "esperto" dice una cosa del genere mi fa pensare che tanto esperto non sia. La presenza delle memorie non cambia affatto le caratteristiche sonore dello strumento, che sono dettate dalla catena di sintesi analogica e non da come il synth gestisce digitalmente la memoria. Sfido chiunque a trovare differenze sonore per esempio tra un Juno 6, che è senza memorie, ed un Juno 60 che invece le ha. A parte la presenza delle memorie sul 60 rispetto al 6 si tratta esattamente della stessa macchina, ed infatti suonano identici.

L'unica differenza è nella risposta dei controlli sul pannello, dove se la risoluzione della scansione è bassa, si possono percepire degli "step" mentre si variano i parametri in tempo reale, in particolare sul cutoff del filtro, mentre su un synth a controllo totalmente analogico questo non avviene. Ma oggi, con i processori e le memorie che ci sono e col basso costo che hanno, non è più necessario risparmiare bit di risoluzione come negli anni '80 e si può fare tranquillamente un synth a controllo digitale che ai nostri sensi reagisca in modo perfettamente analogico.
  • maxpiano69
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22-11-20 19.43

@ mima85
tsuki ha scritto:
Ma mi diceva una persona molto esperta in analogici d'epoca,che mettere delle memorie in qualche modo determina un "cambiamento" rispetto alle caratteristiche sonore dello strumento,che in sostanza,"emulerebbe" meglio se privo di memorie


Se un "esperto" dice una cosa del genere mi fa pensare che tanto esperto non sia. La presenza delle memorie non cambia affatto le caratteristiche sonore dello strumento, che sono dettate dalla catena di sintesi analogica e non da come il synth gestisce digitalmente la memoria. Sfido chiunque a trovare differenze sonore per esempio tra un Juno 6, che è senza memorie, ed un Juno 60 che invece le ha. A parte la presenza delle memorie sul 60 rispetto al 6 si tratta esattamente della stessa macchina, ed infatti suonano identici.

L'unica differenza è nella risposta dei controlli sul pannello, dove se la risoluzione della scansione è bassa, si possono percepire degli "step" mentre si variano i parametri in tempo reale, in particolare sul cutoff del filtro, mentre su un synth a controllo totalmente analogico questo non avviene. Ma oggi, con i processori e le memorie che ci sono e col basso costo che hanno, non è più necessario risparmiare bit di risoluzione come negli anni '80 e si può fare tranquillamente un synth a controllo digitale che ai nostri sensi reagisca in modo perfettamente analogico.
Non so se sono del tutto d'accordo Mima, forse se parliamo di DCO la differenza è inesistente o assai meno evidente, ma su un VCO mi aspetterei una "differenza di stabilità" tra l'imporre una tensione mediante un DAC (caso di synth con preset) e definirla invece direttamente tramite un potenziometro (sensibile a temperatura, imprecisione di posizione, ecc...), il che darebbe allo strumento senza memorie una certa aleatorietà (che a qualcuno piace); credo che tsuki ed il suo amico si possano riferire a questo aspetto ("soft" ma che secondo me c'è).

PS: comunque, seppur di poco, Juno 6 e 60 non sono proprio uguali ovvero non differivano solo per la presenza di memorie, Gearslutz: juno-60-vs-juno-6-sound (discussion)
  • tsuki
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22-11-20 19.58

@ maxpiano69
Non so se sono del tutto d'accordo Mima, forse se parliamo di DCO la differenza è inesistente o assai meno evidente, ma su un VCO mi aspetterei una "differenza di stabilità" tra l'imporre una tensione mediante un DAC (caso di synth con preset) e definirla invece direttamente tramite un potenziometro (sensibile a temperatura, imprecisione di posizione, ecc...), il che darebbe allo strumento senza memorie una certa aleatorietà (che a qualcuno piace); credo che tsuki ed il suo amico si possano riferire a questo aspetto ("soft" ma che secondo me c'è).

PS: comunque, seppur di poco, Juno 6 e 60 non sono proprio uguali ovvero non differivano solo per la presenza di memorie, Gearslutz: juno-60-vs-juno-6-sound (discussion)
Esattamente questo,non è una differenza sostanziale ma percepita da orecchie esperte,specie di uno come il mio amico che ha una sorta di fissa sull'analogico,avendo usato professionalmente Moog dal D al Memory,gli OBx ed OBxa,Prophet 600 e Five,Arp vari,oltre agli analogici italiani d'epoca che non scherzavano mica. Diciamo che i VCO controllati manualmente mantengono una certa imprevedibilita' che rendono il suono lievemente diverso da quello,peraltro "quasi" identico,dei VCO DAC controllati,naturalmente se uno non ha usato per anni gli analogici vintage,è facile che neanche se ne accorga,,,,E' roba da puristi.
  • mima85
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22-11-20 21.40

maxpiano69 ha scritto:
Non so se sono del tutto d'accordo Mima, forse se parliamo di DCO la differenza è inesistente o assai meno evidente, ma su un VCO mi aspetterei una "differenza di stabilità" tra l'imporre una tensione mediante un DAC (caso di synth con preset) e definirla invece direttamente tramite un potenziometro


I VCO sono già "aleatori" di loro per via della sensibilità alla temperatura, non è necessario il controllo analogico diretto del potenziometro per farli deviare. Sia i VCO del mio Jupiter 6, che quelli del mio OB-8, che quelli del "fu-mio" Jupiter 8 deviano in temperatura nonostante il synth sia controllato digitalmente e ci sia un DAC a sputarne fuori i CV. Ogni tot su tutti questi synth devo schissare il tastino dell'autotune per ritirare in quadro qualche VCO andato troppo fuori strada per via della deriva in temperatura. Il Jupiter 6 in particolare è piuttosto sensibile, d'altra parte subito dopo l'autotune i VCO sono talmente precisi da sembrare a volte dei DCO. Ma dopo un po' ricomincia ad esserci un po' di movimento.

maxpiano69 ha scritto:
PS: comunque ,seppur di poco, Juno 6 e 60 non differivano solo per la presenza di memorie, Gearslutz: juno-60-vs-juno-6-sound (discussion)


Questo conferma che le differenze di suono tra Juno 6 e 60 non sono dovute al fatto che uno ha le memorie e l'altro no, ma per via di componentistica di contorno leggermente diversa. Senza dimenticare che sui synth vintage le differenze per la maggior parte sono dovute all'invecchiamento dei componenti, e quindi alle due macchine che vengono confrontate che sono fuori calibrazione in modi diversi. Se le ricalibri come da specifiche di fabbrica, sono pronto a scommettere che in un test alla cieca nessuno saprebbe distinguere se quello che sente è un Juno 6 od un 60, perché a parte quelle differenze minori la catena di sintesi usa gli stessi componenti ed è organizzata nello stesso modo.

tsuki ha scritto:
E' roba da puristi


Personalmente direi "è roba da chi vuole perdere tempo a spaccare il capello in 4 piuttosto che sedersi davanti al synth e suonare".
  • tsuki
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23-11-20 01.13

Forse si,oppure no...Punti di vista.
  • berlex65
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24-11-20 08.20

Bellissimo video sull'assemblaggio del MonoPoly
Ciao
Paolo
  • 1paolo
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24-11-20 08.32

Ma Behtinger, dopo le Umx/Uma non ha più fatto altre master? Ho utilizzato la Umx610 (rossa) in live con la band per pilotare expander e sto utilizzando Umx25 (grigia) in home studio e le ho trovate entrambe buone, nonostante lo scetticismo che da sempre accompagna il marchio..
  • berlex65
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24-11-20 09.27

@ 1paolo
Ma Behtinger, dopo le Umx/Uma non ha più fatto altre master? Ho utilizzato la Umx610 (rossa) in live con la band per pilotare expander e sto utilizzando Umx25 (grigia) in home studio e le ho trovate entrambe buone, nonostante lo scetticismo che da sempre accompagna il marchio..
Aveva prodotto le master key motor°° enorme flop per action tastiera, dinamica, e software anche per i fader motorizzati. Tra l'altro costava un botto, appena presentata.
Ciao
Paolo
  • wildcat80
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24-11-20 11.07

Con tutti i cloni formato desktop che hanno a catalogo, più che la B(K)eystep mi aspetterei un controller che oltre al sequencer MIDI/CV abbia un'estensione decente e più zone.
  • berlex65
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24-11-20 11.32

@ wildcat80
Con tutti i cloni formato desktop che hanno a catalogo, più che la B(K)eystep mi aspetterei un controller che oltre al sequencer MIDI/CV abbia un'estensione decente e più zone.
La "swing" è piccola nei puoi comprare 2 per 2 moduli emoemo..(hai 64 tasti) Che ti servono le zone!!
Ormai più nessuna master lavora a zone: ti prendi Camelot Pro e sei a posto!!
Ciao
Paolo
  • MarioSynth
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24-11-20 13.04

@ wildcat80
Con tutti i cloni formato desktop che hanno a catalogo, più che la B(K)eystep mi aspetterei un controller che oltre al sequencer MIDI/CV abbia un'estensione decente e più zone.
Intanto “l’intrigo internazionale” inizia a dipanarsi, con dichiarazioni di Arturia e Designbox, quest’ultima titolare del design industriale venduto ad Arturia.

Seriously?

Questa volta direi al 100% che l’hanno fatta fuori dal vaso, hanno veramente fatto una pessima mossa a livello immagine, che non si aspettava nessuno. emo
  • mima85
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24-11-20 15.16

@ MarioSynth
Intanto “l’intrigo internazionale” inizia a dipanarsi, con dichiarazioni di Arturia e Designbox, quest’ultima titolare del design industriale venduto ad Arturia.

Seriously?

Questa volta direi al 100% che l’hanno fatta fuori dal vaso, hanno veramente fatto una pessima mossa a livello immagine, che non si aspettava nessuno. emo
Beh si, decisamente. Finché si tratta di copiare vecchi progetti i cui diritti sono scaduti da anni e dei quali c'è tutta la documentazione disponibile a tutti su Internet è un conto, ma un'operazione del genere no, non va bene.
  • piattica
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24-11-20 20.36

MarioSynth ha scritto:
Questa volta direi al 100% che l’hanno fatta fuori dal vaso, hanno veramente fatto una pessima mossa a livello immagine, che non si aspettava nessuno.


anche io la penso così
a meno che non ci sia qualche relazione tra Arturia e Behringer
  • Tama72
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24-11-20 21.30

@ mima85
tsuki ha scritto:
Ma mi diceva una persona molto esperta in analogici d'epoca,che mettere delle memorie in qualche modo determina un "cambiamento" rispetto alle caratteristiche sonore dello strumento,che in sostanza,"emulerebbe" meglio se privo di memorie


Se un "esperto" dice una cosa del genere mi fa pensare che tanto esperto non sia. La presenza delle memorie non cambia affatto le caratteristiche sonore dello strumento, che sono dettate dalla catena di sintesi analogica e non da come il synth gestisce digitalmente la memoria. Sfido chiunque a trovare differenze sonore per esempio tra un Juno 6, che è senza memorie, ed un Juno 60 che invece le ha. A parte la presenza delle memorie sul 60 rispetto al 6 si tratta esattamente della stessa macchina, ed infatti suonano identici.

L'unica differenza è nella risposta dei controlli sul pannello, dove se la risoluzione della scansione è bassa, si possono percepire degli "step" mentre si variano i parametri in tempo reale, in particolare sul cutoff del filtro, mentre su un synth a controllo totalmente analogico questo non avviene. Ma oggi, con i processori e le memorie che ci sono e col basso costo che hanno, non è più necessario risparmiare bit di risoluzione come negli anni '80 e si può fare tranquillamente un synth a controllo digitale che ai nostri sensi reagisca in modo perfettamente analogico.
Secondo te sarebbe possibile sostituire ad sinth analogico tutti i potenziamenti e i fader e mettere quelli motorizzati, aggiungere dei pulsanti che memorizzano la loro posizione e con un semplice click tutti i potenziometri ritornano nella posizione memorizzata ?
Magari se si potesse gestire anche la velocità di posizionamento si potrebbe avere anche un'efetto simile al morphing.
Idea impossibile ?
  • mima85
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24-11-20 21.43

Tama72 ha scritto:
Idea impossibile ?


Se intendi il fare un "retrofit" ad un synth già esistente la vedo molto dura, perché i fader motorizzati hanno bisogno di un certo spazio che non è affatto detto che ci sia, e rappresentano anche un carico elettrico aggiuntivo per l'alimentatore del synth, che probabilmente non riuscirebbe a gestire. Diventa più fattibile se si considera di rifare il pannello da zero, rifare anche l'alimentatore tenendo conto del consumo aggiuntivo, e montando il tutto in un nuovo case che possa contenere agevolmente il nuovo pannello, insieme al resto dell'elettronica originale del synth ovviamente.

La cosa diventa più complicata però se sulla scheda del pannello c'è anche l'elettronica del synth vero e proprio, quindi gli oscillatori, i filtri, gli inviluppi eccetera. Parecchi monofonici sono stati fatti così, dove costruttivamente non c'è distinzione tra la parte audio ed il pannello, ed è tutto montato su una sola scheda. In quel caso si tratterebbe di ricostruire praticamente da zero il synth.

Insomma, sarebbe un progetto che richiede molto impegno, tempo, ed anche una discreta quantità di soldi.