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Elaboro il concetto: come dovremmo definire una scuola ove ancor oggi vigono sbarramenti d'accesso (ufficiali o informali) legati all'età, in barba al principio costituzionale di eguaglianza e diritto allo studio, una scuola ove ogni insegnante di strumento insegna la sua tecnica e nessuno può metterci becco, anche se insegna metodi obsoleti ed al limite dannosi per l'integrità fisica dell'allievo, una scuola ove non si fa praticamente ricerca, una scuola che segue programmi fermi all'ottocento se non al settecento, una scuola che sforna un buon musicista ogni dieci/venti diplomati (ed un ottimo musicista ogni cento/duecento), una scuola ove non vige il principio dell'obbligo di formazione continua del corpo docente, una scuola che sottopaga i suoi insegnanti...???10-02-23 10.06
E concludo: quando con la fanfara della prima regione aerea suonammo presso il conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto, l'insegnante di pianoforte ci disse tutta fiera che il conservatorio aveva cambiato tutti i suoi pianoforti con dei Kawai nuovi di zecca.10-02-23 10.23
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Da ex-studente (e come detto, non laureato) la mia esperienza al conservatorio è stata piena di contraddizioni, esperienze contrastanti e problemi e incertezze dovute alla mancanza di organizzazione nell'istituzione.
esame di "diploma" a giugno, dopodiché ammissione al triennio a settembre davanti alla stessa commissione!!! Che assurdità. Scopersi infatti che in alcuni corsi (strumenti dove c'era un solo insegnante di quella cosa in tutto il conservatorio) c'erano studenti diplomati al preccademico che poi non entravano al triennio, preceduti da studenti provenienti da fuori che facevano l'ammissione diretta al triennio. Ma si può campare così?
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CONTINUA10-02-23 12.24
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10-02-23 12.52
rido, ma è la pura e semplice verità...
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rido, ma è la pura e semplice verità...
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Ho sentito un famoso "accademico" di YouTube insegnare che gli "accordi diminuiti" sarebbero composti da "prima, terza bemolle, quinta bemolle e sesta - diciamo sesta perchè è più comodo".