Ma cos’è questo jazz ?

  • markelly2
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13-05-21 10.33

@ giosanta
Scusa Zaphod, ma se anni fa avessi trascinato ad concerto delle PFM e del Banco tanti di coloro che allora erano adulti mi avrebbero sputato in faccia.
Non ne parliano della possibile reazione di qualcuno che si trovasse ad ascoltare Lux Aeterna di György Sándor Ligeti, piuttosto che l'integrale per organo di Messiaen o Koyaanisquattsy di Philip Glass (non cito a caso: li adoro).
Apprezzare dipende dalla conoscenza. Un evento in se non costituisce ne sostituisce la conoscenza, al piu può innescarne il desiderio.
Quoto in pieno emo
  • paolo_b3
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13-05-21 10.34

@ markelly2
paolo_b3 ha scritto:
se faccio sentire "Aria sulla quarta corda" alla signora Maria mi dice "bellissima!" se le faccio sentire "A night in Tunisia" mi dice "ah no questo non è il mio genere"

Ma la signora Maria ha un sacco di altra musica fatta apposta per lei (pop per tutti i gusti), perché un musicista dovrebbe abbassare le proprie aspettative artistiche per accalappiare un pubblico che non farà mai lo sforzo di evolvere culturalmente?
Sono d'accordo con te, anche se il mio ragionamento voleva essere un altro.
  • zaphod
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13-05-21 10.34

Raptus ha scritto:
Secondo me se una Jazz Band facesse un concerto tutto e solo basato su standard famosi senza uscire troppo dal "seminato" cioè senza stravolgere così tanto i pezzi da renderli irriconoscibili, avrebbe lo stesso la sua "porca" serata.

anni fa, ero a suonare in qualche evento che non ricordo, attacco "Take the A train" e mi si avvicina un'arzilla vecchietta estasiata urlando "U.S.A.!! U.S.A.!!!!!!" (pronunciato giusto, iu, es, ei). emo
Tieni presente che però il tuo approccio diventerebbe un compitino, non molto diverso dal fisarmonicista che deve suonare la Migliavacca in un certo modo perchè altrimenti i puristi storcono il naso.
Il Jazz è libertà, io sono il musicista e sono io che detto le regole. Posso concedere qualcosa all'audience, un brandello di "già sentito" per metterlo più a suo agio e dargli un riferimento, ma per il resto mi sento libero di interpretare i brani come meglio credo.
  • markelly2
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13-05-21 10.37

@ giosanta
markelly2 ha scritto:
...perché un musicista dovrebbe abbassare le proprie aspettative artistiche per accalappiare un pubblico che non farà mai lo sforzo di evolvere culturalmente?

Sintesi un poco estrema ma, sostanzialemente, concordo.
Non avviene solo nel jazz.
Pensate ai King Crimson e ai loro ultimi live con tre batteristi.
Cercate sul tubo: luci bianche, abbigliamento da impiegati, spettacolo zero --- CONTA SOLO LA MUSICA!
  • paolo_b3
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13-05-21 10.45

@ markelly2
Non avviene solo nel jazz.
Pensate ai King Crimson e ai loro ultimi live con tre batteristi.
Cercate sul tubo: luci bianche, abbigliamento da impiegati, spettacolo zero --- CONTA SOLO LA MUSICA!
Questo però è un approccio un po' integralista. Non credo che sia obbligatorio, ma un po di coreografia arricchisce lo spettacolo dal vivo, oltre al dialogo tra artisti e pubblico.
Diversamente ascoltiamo le registrazioni.
Ma forse la "non coreografia" è la scelta coreografica dei King Crimson.
Per inciso, visto che non c'è più Baffone emo, ho visto un concerto di Keith Jarreth, con questa sua fobia a far tenere il contegno che si deve ad una funzione religiosa. Era una cosa insopportabile.
  • giosanta
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13-05-21 10.49

markelly2 ha scritto:
Non avviene solo nel jazz.

E lo dici a me? Sfondi una porta aperta, e magari fosse solo per la musica.
Io faccio l'architetto e so come nessun'altro che la mia libertà d'espressione professionale è direttamente proporzionale al livello culturale della mia committenza. Quindi se vogliono la casetta di biancaneve non ci sono santi.
Certi livelli si cercano, non s'impongono. Dopodichè possiamo aprire un dibattito sul perchè li si cerchi o meno, ma questo non sposta di una virgola il concetto.
  • markelly2
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13-05-21 11.17

paolo_b3 ha scritto:
Era una cosa insopportabile.

Lo pensavo anch'io una volta.
Ma perché invece un certo contegno è accettato nei concerti di musica classica? Una volta a un live pianistico la persona che stava con me scartò una caramella, non vi dico le occhiatacce degli adiacenti! emo
  • Raptus
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13-05-21 11.18

@ zaphod
Raptus ha scritto:
Secondo me se una Jazz Band facesse un concerto tutto e solo basato su standard famosi senza uscire troppo dal "seminato" cioè senza stravolgere così tanto i pezzi da renderli irriconoscibili, avrebbe lo stesso la sua "porca" serata.

anni fa, ero a suonare in qualche evento che non ricordo, attacco "Take the A train" e mi si avvicina un'arzilla vecchietta estasiata urlando "U.S.A.!! U.S.A.!!!!!!" (pronunciato giusto, iu, es, ei). emo
Tieni presente che però il tuo approccio diventerebbe un compitino, non molto diverso dal fisarmonicista che deve suonare la Migliavacca in un certo modo perchè altrimenti i puristi storcono il naso.
Il Jazz è libertà, io sono il musicista e sono io che detto le regole. Posso concedere qualcosa all'audience, un brandello di "già sentito" per metterlo più a suo agio e dargli un riferimento, ma per il resto mi sento libero di interpretare i brani come meglio credo.
Sono d'accordo dal punto di vista egoistico del musicista, meno dal punto di vista di chi vorrebbe che questo genere fosse più popolare e conosciuto.
Non mi ci trovo nel discorso di Markelly: se nessuno mi avesse fatto conoscere il metal a 14 anni probabilmente sarei andato avanti per tanto tempo ascoltando solo dance. Il pubblico può essere guidato a scoprire nuovi generi.
Se il pubblico conoscesse la bellezza e la melodicità del jazz (diciamolo, i temi degli standard sono "catchy" tanto quanto un ritornello POP) probabilmente non si addormenterebbe o snobberebbe i concerti.
Vi dirò una cosa che forse vi sorprenderà: sono andato a tanti concerti jazz o pseudotali ma non ho mai sentito una "All of me". Magari l'ho sentita, sicuramente qualcuno l'avrà fatta (secondo il suo modo) ma quando l'anno scorso ho cominciato a studiare jazz seriamente vi giuro che a me sembrava come stessi scoprendo una canzone nuova.
E questo per tantissimi standard dei quali non sapevo le origini, dentro di me mi sono sentito una voce dire "ecche cavolo in realtà non conoscevo una fava di questa musica, in realtà è bella"!
Ecco, secondo me se questo venisse portato anche alla gente comune, sicuramente sarebbe positivo.
  • markelly2
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13-05-21 11.19

@ giosanta
markelly2 ha scritto:
Non avviene solo nel jazz.

E lo dici a me? Sfondi una porta aperta, e magari fosse solo per la musica.
Io faccio l'architetto e so come nessun'altro che la mia libertà d'espressione professionale è direttamente proporzionale al livello culturale della mia committenza. Quindi se vogliono la casetta di biancaneve non ci sono santi.
Certi livelli si cercano, non s'impongono. Dopodichè possiamo aprire un dibattito sul perchè li si cerchi o meno, ma questo non sposta di una virgola il concetto.
Esatto
  • markelly2
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13-05-21 11.22

Raptus ha scritto:
Ecco, secondo me se questo venisse portato anche alla gente comune, sicuramente sarebbe positivo

Be', ma sostanzialmente sarei d'accordo, se questo venisse fatto con intento artistico, e non commerciale.
Ma purtroppo non accadrà mai, se prima non ci sarà una rivoluzione culturale, che deve partire dalla gente.
  • divicos
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13-05-21 11.25

paolo_b3 ha scritto:
Questo però è un approccio un po' integralista. Non credo che sia obbligatorio, ma un po di coreografia arricchisce lo spettacolo dal vivo, oltre al dialogo tra artisti e pubblico.

Vabbe', non è proprio il campo del jazz, però..
E nemmeno del rock, a dirla tutta. L'ultimo dei Pearl Jam che ho visto all'Olimpico c'erano sì luci e ledwall, ma non era niente di che, il minimo sindacale per un palco della madonna in uno stadio.
Anche chi ci prova, tipo che ne so, i Metallica, non arriva neanche lontanamente ai livelli spaventosi dei palchi progettati in funzione dello show.
Se si vuole quello, non c'è storia, il Pop è il padrone. O ultimamente Hip Hop e Rap.
  • paolo_b3
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13-05-21 11.31

@ markelly2
paolo_b3 ha scritto:
Era una cosa insopportabile.

Lo pensavo anch'io una volta.
Ma perché invece un certo contegno è accettato nei concerti di musica classica? Una volta a un live pianistico la persona che stava con me scartò una caramella, non vi dico le occhiatacce degli adiacenti! emo
Attenzione, stai configurando 3 ipotesi.
La prima è che la persona che assiste al concerto sia maleducata, come ad esempio tenga il cellulare acceso.
La seconda che riguarda il caso che mi citi, è che ti trovi ad un concerto con degli spettatori invasati. Tipo all'inizio della proiezione, a due secondi dalla prima immagine il coro di "shhhh" che fa più casino di quelli che stavano parlando.
La terza è il concerto di Jarrett, dove uno "speaker" nascosto al termine di ogni brano ripeteva "non fate fotografie, se farete delle fotografie Keith Jarrett non concederà bis". Metteva veramente ansia.
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13-05-21 11.36

@ divicos
paolo_b3 ha scritto:
Questo però è un approccio un po' integralista. Non credo che sia obbligatorio, ma un po di coreografia arricchisce lo spettacolo dal vivo, oltre al dialogo tra artisti e pubblico.

Vabbe', non è proprio il campo del jazz, però..
E nemmeno del rock, a dirla tutta. L'ultimo dei Pearl Jam che ho visto all'Olimpico c'erano sì luci e ledwall, ma non era niente di che, il minimo sindacale per un palco della madonna in uno stadio.
Anche chi ci prova, tipo che ne so, i Metallica, non arriva neanche lontanamente ai livelli spaventosi dei palchi progettati in funzione dello show.
Se si vuole quello, non c'è storia, il Pop è il padrone. O ultimamente Hip Hop e Rap.
Ok, adesso non pensavo a cose faraoniche, però quello che vedi sul palco ti condiziona emotivamente. E come dicevo anche la scelta dei King Crimson che citava Markelly. Però non la vorrei pensare come un "priviamoci delle immagini per concentrarci sulla musica". Non è quello che cerco in un concerto dal vivo.
  • giosanta
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13-05-21 11.47

paolo_b3 ha scritto:
...non la vorrei pensare come un "priviamoci delle immagini per concentrarci sulla musica". Non è quello che cerco in un concerto dal vivo.

Certo che no. Si va ad un live anche per gli occhi, ci mancherebbe.

paolo_b3 ha scritto:
La terza è il concerto di Jarrett, dove uno "speaker" nascosto al termine di ogni brano ripeteva "non fate fotografie, se farete delle fotografie Keith Jarrett non concederà bis". Metteva veramente ansia.

Certi attaggiamenti non li concedo a nessuno. Se intendevano il flash ok, anzi pienamente d'accordo, viceversa me ne sarei strafregato e fangala al bis di Jarrett.
  • paolo_b3
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13-05-21 11.52

giosanta ha scritto:
Certi attaggiamenti non li concedo a nessuno. Se intendevano il flash ok, anzi pienamente d'accordo, viceversa me ne sarei strafregato e fangala al bis di Jarrett.

Certo il flash è da ipotesi 1. Ma lo dici una volta e poi basta, tipo Pat Metheny, si avvicinò al bordo del palco prima di cominciare, si fece fare una valanga di foto, poi disse: "Please no photo". Non s'è visto un flash.
  • divicos
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13-05-21 12.06

@ paolo_b3
Ok, adesso non pensavo a cose faraoniche, però quello che vedi sul palco ti condiziona emotivamente. E come dicevo anche la scelta dei King Crimson che citava Markelly. Però non la vorrei pensare come un "priviamoci delle immagini per concentrarci sulla musica". Non è quello che cerco in un concerto dal vivo.
Ma certo! Anche l'occhio vuole la sua parte..
Dicevo solo che, un po' per possibilità di investimento economicho dato dalle vendite, un po' proprio per mancanza di quella "tradizione dello spettacolo" nel genere, non mi aspetto certo da Metheny il palco di Lady Gaga.
Ma nemmeno quello di Tiziano Ferro.
  • paolo_b3
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13-05-21 12.10

@ divicos
Ma certo! Anche l'occhio vuole la sua parte..
Dicevo solo che, un po' per possibilità di investimento economicho dato dalle vendite, un po' proprio per mancanza di quella "tradizione dello spettacolo" nel genere, non mi aspetto certo da Metheny il palco di Lady Gaga.
Ma nemmeno quello di Tiziano Ferro.
Quelli che citi sarebbero senza dubbio fuori luogo. Però ad esempio il trio o quartetto Jazz ti veicolano la sensazione di essere in un club underground di New York. Certo il cervello "vede" meglio degli occhi...
  • giosanta
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13-05-21 12.10

divicos ha scritto:
il palco di Lady Gaga.

Addirittura direi che li è forse piu giusto parlare di uno Show, di cui la musica è parte importante ma non tutto.
  • clouseau57
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13-05-21 12.14

...Bene.....emo
  • markelly2
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13-05-21 12.38

@ giosanta
divicos ha scritto:
il palco di Lady Gaga.

Addirittura direi che li è forse piu giusto parlare di uno Show, di cui la musica è parte importante ma non tutto.
Il guaio è che gli show alla "Lady Gaga", non finiscono sul palco, ma sono parte integrante della musica. Se non esistesse tutto quel business intorno, la sua produzione non avrebbe appeal.

Lady Gaga sa benissimo che quando fa la sua roba sta facendo pop elettronico usa e getta.
Lo dimostra il fatto che quando vuole dimostrare il suo vero valore, si cimenta in musica di maggior livello, tipo il jazz.