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è una discussione interessante e volevo fare una considerazione "laterale". Riguarda le emozioni che una musica è in grado (o ha intenzione) di esprimere. La mia sensazione è che ci sono generi capaci di evocare con chiarezza un certo mood, allegro, triste, nostalgico o impetuoso che sia, mentre altre, come appunto il jazz, si muovono, a parte le dovute eccezioni, in modalità atarassica. Spesso ascoltando un brano mi sono chiesto quale emozione stesse esprimendo senza riuscire a rispondermi. Forse è questo che tiene lontano il jazz dal gusto popolare: il fatto che, alla fine, sembra solo ritmo. Come dire...una musica da intrattenimento ideale ma se cerco la colonna sonora al mio nuovo innamoramento (o alla mia ennesima delusione d'amore) cerco altro. Qualcosa magari meno sofisticata che riesca a risuonare con le mie corde emotive. Il jazz, a proposito di storia, nacque anche come accompagnamento funebre a due facce. La prima era quella che accompagnava il morto all'andata con ritmi lenti e (a mio avviso parodisticamente) colmi di sofferenza. La seconda faccia si manifestava al ritorno dove gli strumentisti davano vita ad un'orgia festante per esorcizzare il Grande Spavento. Ma non c'era in nessuno dei due casi un'elaborazione sentimentale. Adesione di facciata nella prima, fuga liberatoria nella seconda. Forse il blues (e tutto il fiume di rock che ne è sgorgato) era più vero, più legato ad una persona che si interrogava, pur se in maniera radicalmente semplice, sulle vicissitudini della vita.12-05-21 11.34
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Ho usato sterile al posto di "atarassico" ossia privo di emozioni.12-05-21 16.13
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spesso il jazz viene approcciato come la musica classica: con rigore, ordine e disciplina.